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Visualizza la versione completa : 20 Maggio 1973 - Per non dimenticare


Bladerunner72
14-05-2020, 21:11
Manca ancora qualche giorno ad una data che cambiò il motociclismo ma che ha anche segnato per sempre la mia vita. Avevo otto anni, e già una curiosità feroce per le moto e le corse aveva catturato la mia mente di bambino. Ancora non potevo sapere quanto quella curiosità sarebbe diventata passione e scopo di vita ma quel giorno ha dilatato le mie percezioni, mi ha segnato nel profondo. Mi ha insegnato il valore del coraggio, fino al sacrificio estremo, mi ha insegnato quanto rispetto ed ammirazione vadano riservati a questi uomini, a questi eroi. Quel dramma terribile mi ha terrorizzato e nello stesso tempo coinvolto totalmente in questo mondo e nei suoi protagonisti. Amo quel motociclismo antico, quel motorsport eroico e per questo amo il Tourist Trophy che di quel Motorsport è l'ultima espressione rimasta. Grazie alla mia passione rimasta incantata ed infantile ho avuto modo di incontrare leggende, quelle vere. Tanti di quei campioni indimenticabili hanno pagato con il sacrificio estremo la loro passione perchè allora era così, l'errore non dava scampo ed il dramma era consuetudine. Ma forse proprio quel pericolo, quella consapevolezza di poter morire rendeva quei piloti così diversi. Avevano l'anima, il cuore, e lo percepivi quando avevi l'occasione anche solo di incrociarne lo sguardo.

Da giovane ho lavorato diversi anni in Cagiva e fu grazie al 'boss' Castiglioni che ebbi l'occasione di incontrare Senna, che di Castiglioni era amico personale. Una lunga chiacchierata in cui a parlare fu praticamente solo lui. Mi incantai ad ascoltarlo e faticai a riconoscere il feroce guerriero delle piste in quel ragazzo semplice, malinconico e dai modi gentili. Parlava pacato nel suo italiano fluente che l'accento portoghese trasformava in una sorta di cantilena dolce e suadente. Mi raccontò del Brasile, dei bambini, delle difficoltà della vita lì. Poco o niente di corse, si capiva che aveva molto altro dentro, da dire e da dare. Mi regalò una spilla, gli feci una fotografia che per qualche strano caso venne benissimo e mi diede il suo cappellino, proprio quello che aveva in quel momento. Sono commosso ora a ricordare, quel primo Maggio 1994 è un'altra data che non potrò dimenticare perchè lui per me era speciale,. Ma ero grande, avevo quasi trent'anni ed ero formato e consapevole, anche se da quel giorno considerai morta tutta la F1. Per un macabro ed inspiegabile destino quello di Maggio è stato spesso un mese spietato con il Motorsport, e diversi anni prima, nel 1982, l'8 di Maggio si spense per sempre anche la stella, fulgida e breve di Gilles Villeneuve, un'autentica icona del coraggio che porto ancora nel cuore.
La maledizione di Maggio risultò fatale anche per Elio De Angelis, il 15 Maggio 1986, e per i rallisti Attilio Bettega, Henry Toivonen e Sergio Cresto, scomparsi in Corsica in due incidenti tra il 1985 ed il 1986 che recano incredibilmente la stessa data del 2 Maggio.

Una lunga premesse per anticipare un pezzo che scrissi qualche anno fa, per una testata con cui collaboro. Un racconto molto personale ma quello che stiamo vivendo è un momento particolare, i motori sono fermi, c'è tempo e modo per riflettere e ricordare ed allora... eccolo qua. Si intitola 'Gli occhi di Jarno' perchè proprio quegli occhi furono l'ultima immagine che mi restò dei due campioni.


L
https://i.postimg.cc/vTWYhMTJ/saarinen5.jpg (https://postimages.org/)
https://i.postimg.cc/ZRxsxMZf/pasolini2.jpg (https://postimg.cc/5YjmxpXv)





Gli occhi di Jarno

Mi svegliai per il consueto trafficare frenetico della mamma, puntuale anche quella mattina di una domenica di primavera. Quella domenica poi era speciale, qualcosa di sognato ed atteso con una frenesia da batticuore durata settimane. C’era il Gran Premio delle Nazioni a Monza, e si andava in autodromo, babbo mi portava a vedere finalmente dal vivo quel prodigio di coraggio e rumore che fino ad allora avevo solo provato ad immaginare attraverso le foto in bianco e nero dei giornali. Chissà da dove nasce questa passione che è talmente istintiva e precoce da apparire innata, inconscia, presente nei geni di alcuni al momento della nascita. Fatto sta che mentre gli altri bambini si interessavano di calcio e giocavano a pallone, io ero perso per le moto ed i loro eroi. A quel tempo si parlava poco di motociclismo, e quel poco riguardava quasi esclusivamente Agostini, uno che poi poteva definirsi a pieno titolo ‘un figo’. Un predestinato, uno di quelli che guardi e dici ‘questo doveva per forza essere così’. Non solo vincente ma pure bello, carismatico, capace di piacere, un precursore. Il mito è fatto anche di questo, non solo di coraggio e talento, giusto o sbagliato che sia è una legge di vita. Quindi pure io tifavo Ago, e custodivo gelosamente tutti i ritagli di giornale e le foto che lo ritraevano. E finalmente, quel mattino di Maggio, si andava a vedere Agostini. Ricordo l’ansia e la frenesia con cui vissi quelle poche decine di chilometri in auto fino all’autodromo, l’ingresso, il rumore dei motori che si scaldavano, quel caos di colori e di suoni in cui mi trovai catapultato. Quel frastuono che mi stordiva mentre tenuto per mano dal mio papà mi aggiravo per il paddock, tra i furgoncini, le auto e le moto che venivano preparate, quel fumo azzurrino e acre che annebbiava la vista e si sentiva nelle narici e nella gola. Ago non lo vidi, tutti lo cercavano e tutti lo volevano, era irraggiungibile e lontano. Vidi Renzo. Il Paso, babbo me lo indicò. L’immagine così lontana da quella di un pilota, quell’aspetto così normale, quasi dimesso, quella sigaretta, la canottiera. Un non personaggio, per scelta o per destino. Avvicinabile e disponibile, e forse per questo meno desiderato, meno mediatico come si direbbe oggi. Tanti volti, tante immagini di appassionata operosità mi passavano davanti, e durante quel mio girovagare incerto vidi anche Jarno. Lui era diverso, non solo dal Paso, non solo da Ago, lui era una cosa a parte. Trafficava sulla moto, ogni tanto alzava la testa, rispondeva a un saluto aprendosi a un sorriso gioioso, non da campione acclamato ma da ragazzo felice ed entusiasta di quella vita. Gli occhi vivacissimi e luminosi che guardavano veloci ovunque. Fui colpito dal suo sguardo, occhi che ti guardavano ma sembravano osservare altro , altrove, più in là. Ebbi la stessa sensazione molti, moltissimi anni dopo, con altri occhi di un altro campione, di una leggenda. Quelli di Ayrton. Due sguardi così diversi e così uguali, mi sono convinto che siano gli sguardi di chi, senza saperlo, conosce già il proprio destino, lo guarda senza ancora vederlo. Uno con dolce serenità, l’altro con tormentata malinconia, ma consapevoli entrambi.

E poi tutto divenne una frenesia di rumori, di lampi di velocità, di moto che sfrecciavano davanti al mio stupore di bambino, Cercavo sul rettilineo di seguire con gli occhi e con la testa per catturare tempo e spazio, sopraffatto da quelle emozioni che vivevo per la prima volta. C’era quel momento magico, quello della partenza. Un rito che pareva solenne ed antico, quegli attimi in cui i piloti avvolti dal silenzio sorreggevano le moto, ancora spente e silenziose. Quel muoverle piano avanti ed indietro, con lo sguardo fisso alla bandiera. E poi quei pochi passi, faticosi e frenetici, i primi boati, i più rapidi che sparivano in lontananza e quella nuvola di fumo in cui si stemperava il fragore. E di nuovo calava il silenzio, nell’attesa febbrile di sapere chi sarebbe stato a ripassare per primo.

Non ci fu mai, un primo.

La mente è un mistero affascinante, a volte mi riesce difficile pensare a ragione ed anima come realtà scollegate. A distanza di quarant’anni posso rivedere e ricordare tutto, ogni immagine, ogni suono, risentire lo stesso vuoto, la stessa incredula angoscia. Un’attesa ed un malessere che parvero infiniti e scesero come una cappa soffocante su tutto e su tutti, un rincorrersi frenetico di sguardi attoniti, di domande senza risposte. Piloti che tornavano ai box contromano, facendo intendere che qualcosa di tremendo dovesse essere successo. Al momento non capii. non potevo capire. Non mi vollero spiegare, ma ebbi subito chiara la percezione di un qualcosa di profondamente doloroso, una sorta di privazione che mi parve crudele ed ingiusta. Quello che avevo sempre immaginato come gioia, come un inebriante carosello di suoni e di velocità mi buttava in faccia un risvolto diverso, che non conoscevo, che non immaginavo,che ancora non potevo capire. Alla sera, le immagini in televisione, quel bianco e nero e quelle parole di circostanza che rendevano ancora più cupi i contorni della tragedia, quasi a sancire una sentenza più vera e definitiva. Renzo e Jarno non c’erano più, un destino beffardo ed ingiusto se li era portati via insieme, incurante delle loro splendide diversità. Ho pensato a lungo a quel giorno, ci penso sempre, è qualcosa che non potrò mai dimenticare. E forse quel giorno ho imparato a capire, , a delineare meglio i contorni. A cogliere il valore del gesto di questi uomini, ed a rispettarlo, sempre. perché non ci sono soldi ed ambizione sufficienti a farti mettere in gioco la vita tutte le domeniche, ‘on any sunday’. E’ solo una passione feroce, un amore incondizionato a spingerti a vivere al limite, sempre e comunque, anche a costo del sacrificio più estremo…

A.M. (Bladerunner72)



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managdalum
14-05-2020, 21:28
Bello, profondo e commovente.
Grazie Blade

nio974
14-05-2020, 21:40
Mi accodo ai ringraziamenti.

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Gibix
14-05-2020, 21:50
Grazie Blade.

Pan
14-05-2020, 22:02
Che destino drammatico, quante speranze deluse.

alexcolo
14-05-2020, 22:46
Splendido...

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Someone
15-05-2020, 09:52
Molto bello. Grazie!

steppenwolf
15-05-2020, 11:10
Ricordo come fosse ieri.
Avevo 19 anni ed ero appena rientrato da un giro con la mia Kawasaki quando sentii la notizia
del wild bunch al curvone.
Con replica a luglio e altri 3 nella lista.
Tempi d'altri tempi.......

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Elycando
15-05-2020, 12:41
Racconto stupendo, davvero!

Grazie Blade, leggendo mi è sembrato di essere lì con te.


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alexcolo
15-05-2020, 13:33
Scopro dal racconto che sei del 65, perché 72 accanto a Bladerunner?

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Bladerunner72
15-05-2020, 13:50
@Alexcolo

Bladerunner era un soprannome che mi diedero quando uscì il film visto che all'epoca vivevo davvero sul filo del rasoio e quindi cascò a pennello. In realtà il mio numero preferito sarebbe il 27, quello di Gilles, ma risultava già occupato allora ho invertito in 72, non è riferito ad una data.

Bumoto
15-05-2020, 14:07
grazie del racconto, bravo

matteo10
15-05-2020, 14:31
Davvero toccante!

giessehpn
15-05-2020, 17:09
Davvero un bel racconto.
Avevo 18 anni e stavo per prendermi la mia prima moto...con la "massima gioia di mio padre" che vedeva le moto come il fumo negli occhi. E a quell'epoca si era maggiorenni a 20 in Svizzera...

Karlo1200S
15-05-2020, 23:02
Grazie Blade, di aver condiviso un racconto cosi toccante e profondo


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nic65
16-05-2020, 00:14
anch'io ,classe 65, ricordo bene quella giornata ,
insieme a mio padre e mio fratello maggiore di 10 anni eravamo incollati alla tv,in bianco e nero,ad aspettare il via...una giornata orribile….
un amico pero',lo scorso anno in occasione di un viaggio a Capo Nord, è andato a trovare Teuvo Lansivuori e con lui ha ricordato l'accaduto ma anche i tempi felici di quell'epoca
Grazie Blade...bel flash back oggi ;)

mario34
19-05-2020, 18:36
C'ero anch'io, avevo 18 anni e due fratelli maggiori.
Tutti e tre tifosi di Saarinen (per analogìa e simpatia anche di Lansivuori) e di Pasolini.
Non sopportavamo Agostini, ci piacevano i piloti coraggiosi e funamboli.
Ci dispiaceva tifare "un po' di più" per il finlandese che non per il Paso italiano.
Saarinen era un predestinato, laureato in ingegneria, pilota imbattibile sul bagnato ma eccezionale anche sull'asciutto, una bella compagna e tanta voglia di correre ma con l'intenzione di smettere nel '74 per metter su famiglia e un impiego sicuro alla Puch.
Pasolini era la guida pura d'istinto senza tante menate sull'assetto.
I meccanici di Schiranna dicevano che in una gara gli aveva ceduto un ammortizzatore ma faceva gli stessi tempi anche con uno solo!
Non aveva mai avuto un mezzo all'altezza della sua guida.
20 Maggio 1973, non avevamo molta strada da fare, abitavamo a 8 km dall'autodromo, una volta arrivati e messe al sicuro le moto c'era solo da scavalcare il muro di Biassono, a Monza per i locali, era un disonore pagare il biglietto.
Ci siamo piazzati alla curva della Roggia, un tratto molto veloce e difficile.
La "noia" delle 50 e della 125 e poi la 350.
Pasolini sembrava in grande forma e se la giocava, grippaggio, primo Agostini.
Non l'abbiamo neanche applaudito al giro d'onore.
La 250, eravamo tranquilli, non ci interessava chi vincesse.
Lansivuori, Pasolini, Saarinen, ci andava bene anche Walter Villa.
Primo giro, silenzio irreale passa una sola moto, fumo sopra le piante nella zona del curvone, qualche altra moto, tutto fermo.
Nessuna notizia per un po', mio fratello parte verso il traguardo e torna dopo un po': "sono morti tutti".
Come morti tutti?
Per noi Pasolini e Saarinen erano tutti.

Bladerunner72
20-05-2020, 11:32
Il ricordo di Moto.it

https://www.moto.it/news/pasolini-e-saarinen-45-anni-fa-l-incidente-al-gp-di-monza.html

marcy63
25-08-2020, 18:53
Grazie Blade. Ho letto solo ora che sono in ferie. Complimenti. Ho 2 anni più di te e non ho avuto la fortuna di essere portato nei circuiti, ma sono andato quando sono cresciuto.
Ricordo però molto bene quella domenica maledetta. Ma non sarei stato capace di scrivere
neppure una lettera. Bravo

matteucci loris
26-08-2020, 16:10
Complimenti Bladerunner72 storia emozionante

Bladerunner72
19-05-2021, 07:42
E' passato un altro anno, e domani ne saranno trascorsi 48 dal giorno che cambiò per sempre la storia del motociclismo.
Oggi, prima di rituffarsi in un nuovo fine settimana di gare, voglio ricordare non solo i due campionissimi ma tutti i piloti che hanno pagato il tributo più alto alla propria passione.
Non si deve dimenticare, anche per imparare a rispettarli, sempre.

Bladerunner72
20-05-2021, 09:30
Anche Nico ripropone il ricordo.

https://www.moto.it/sport/pasolini-saarinen-e-l-ultima-curva.html

jocanguro
07-06-2021, 17:54
Grazie Balde, ho trovato e letto ora...
bellissimo racconto di cui ci hai voluto farci dono...
belle parole, bella passione la tua, si sprigiona da ogni parola scritta da te e dalle belle recensioni che ci fai ogni giorno...

io sono del 61 al tempo non ero ancora appassionato di moto, quindi quasi non ho ricordi di "quella maledetta domenica" , invece ne ho altrettanto vividi di villeneuve e sopratutto di SENNA ... grandissima persona oltre che grande pilota... (e anche della morte del povero Simoncelli...)
spesso mi stupisco a pensare quanto ormai non se ne parli piu per nientedi Senna ...
ormai quasi dimenticato... in favore di 4 pilotini nuovi che ora fanno la formula 1 ... di cui non ricordo nemmeno i nomi, non seguo piu la F1 ormai da anni..:(


...grazie... Bello !!!:D:D

Bladerunner72
07-06-2021, 18:09
@Joecanguro
Sempre troppo gentile. I drammi, vissuti peraltro anche in giovanissima età formano una sensibilità ed una passione più profonde, mi hanno aiutato a dare significati diversi a questo sport meraviglioso.

Bladerunner72
20-05-2022, 07:48
Oggi sono 49 anni

Fa strano a dirlo, ma è già passato quasi mezzo secolo, e sembra ieri. Forse perchè si era bambini ed i ricordi restano più impressi, forse perchè a livello emotivo fu qualcosa di devastante, e le sensazioni provate rimangono scolpite dentro. Una tragedia che, almeno per me, invece di allontanare la passione l'ha fortificata, resa diversa, più intensa e profonda.
RIP

nic65
20-05-2022, 08:19
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bim
20-05-2022, 09:04
Mi ricordo come fosse ora l’angoscia dopo quella notizia ed il mio primo pensiero: il motociclismo e’ finito!
Poi il mondo va avanti, come sempre, perche’ deve andare avanti, ma in quel momento a Monza si era rotto un incantesimo, un sogno, i miti del motociclismo, quelli amati da tutti perche’ non si poteva non voler bene a quei due, morti nel tempio della velocità, qualcosa di inverosimile impossibile da pensare ed accettare.

Bladerunner72
20-05-2022, 09:19
@Bim
Proprio come dici tu, io l'ho vissuta così, e come ho scritto nel mio pezzo. Prima volta che vedevo i miei eroi dal vivo, fino a quel momento avevo avuto la percezione di un sogno, si un incantesimo, di una magia. Lì, in quell'angoscia, in quella sensazione di un gigantesco sudario che era sceso su tutto e tutti, mi era piombato addosso il lato oscuro, il male, l'incubo.
In una parola, il contrappasso tra una passione, ed il prezzo che questa può costare. E sei di fronte ad una scelta, anche da semplice spettatore, accettare o rinnegare.
Io non ho dovuto scegliere, è stato un processo naturale, il lato oscuro mi ha spinto però ad un approccio diverso, pià rispettoso, più intimo oserei dire. Mi ha ha segnato, anzi in-segnato, moltissimo.

mag27
20-05-2022, 10:17
Ciao Blad, immaginavo che eri così, traspare da come scrivi, grande competenza, grande passione, rispetto indistintamente per tutti questi uomini "particolari" che oggi ricorderemo per merito tuo con più nostalgia e ammirazione. Approfitto per ringraziarti del tuo contributo che leggo sempre con molto piacere, che dire mi viene spontaneo fare i complimenti a Bumoto, per i suoi collaboratori veramente Speciali...

Bladerunner72
20-05-2022, 11:15
òMag27
Sono io che ringrazio, per aver modo di raccontare e condividere esperienze anche molto personali, in nome di una passione comune.
Questo mondo e questi ragazzi mi hanno trasmesso talmente tanto, a livello emotivo, da aver condizionato tutta la mia vita. La mia esistenza ha sempre gravitato intorno a questo ambiente, che avrei voluto vivere da protagonista in prima persona, ma la manetta è quella che è, dunque bello anche solo ammirare e basta, con rispetto, perchè chi mette in gioco la vita per una passione va rispettato, sempre.
orse proprio grazie ad una passione infinita, rimasta quasi infantile nel suo candore, ho avuto modo di conoscere dal vivo personaggi che probabilmente hanno colto questo approccio quasi spirituale. Conoscenze e privilegi maturati anche in modo buffo, come quando Claudio Castiglioni mi prese a benvolere dopo che in retromarcia col furgone abbattei tre Cagiva nuove nel cortile dell'azienda...prima o poi racconterò anche questa, ma sta di fatto che l'occasione per conoscere e parlare con Ayrton maturò proprio in seguito a quell'episodio.
Potrei raccontare anche di quella volta che nelle strade interne dell'autodromo, a Monza, inseguii e tirai la staccata a Niki Lauda, pur di avere il suo autografo. E non posso nemmeno dire... 'Ero giovane', perchè sono mattane che rifarei tali e quali pure adesso.
Avere un idolo, dei miti da ammirare, e poi per un gioco del destino, per il candore, per la passione percepita come 'pura', aver avuto il privilegio di condividere il loro cammino anche solo per pochi minuti, è qualcosa che mi porterò dentro per sempre

jocanguro
20-05-2022, 23:22
mi prese a benvolere dopo che in retromarcia col furgone abbattei tre Cagiva nuove nel cortile dell'azienda...prima o poi racconterò
dai Blade .. racconta .. dai...;):D

Bladerunner72
21-05-2022, 00:05
@Joecanguro
No, questo è n thread troppo delicato, va lasciato per ricordare due grandissimi campioni, due eroi.
Era solo per dire che la passione quando è tanto sincera e profonda è qualcosa che viene 'sentita' da altri esseri dotati si pari passione. E' una sorta di empatia, non so come spiegare. E quella gente, i Castiglioni intendo, vivevano dei miei stessi bisogni, delle mie stesse emozioni. Poco importa se Claudio era il padrone di un'azienda ed io un garzone di officina, quelli erano dettagli senza importanza. La passione accorciava qualsiasi distanza, pareggiava qualsiasi livello, e mi è capitato con tani personaggi di questo ambiente. Adesso poi c'è Internet. che può diventare qualcosa di meraviglioso per entrare in contatto con persone con cui mai avresti pensato di poter interagire. Poter conversare e parlare di jarno con Soili...e chi lo avrebbe mai immaginato.
Ci vuole passione e tanto, tantissimo rispetto... e i miti restano miti, a si lasciano dare del tu.

jocanguro
25-05-2022, 12:55
No, questo è n thread troppo delicato, va lasciato per ricordare due grandissimi campioni
giusto, perfetto, hai ragione, magari puoi farci altri racconti, su altro thread di "ricordi "

Grazie Blade
ciao:D

Bladerunner72
14-05-2023, 22:59
50 anni senza Renzo e Jarno

Come ogni anno, esprimo il mio ricordo, riportando di attualità questo thread. molto personale. Lo faccio con qualche giorno di anticipo, prima che lo facciano tutti gli altri, perchè, come spiegato tante volte, questo evento ha avuto un impatto fortissimo sulla mia passione, sul mio modo di amare questo sport, perfino sulla mia stessa vita privata. Ha inciso sulla mia visione fatalista, su quello che io chiamo 'il senso del destino'. E soprattutto sul profondo rispetto che provo per i piloti, per chi, per una passione, è disposto a mettere in gioco tutto, anche la propria esistenza.
Una data, ed un evento che hanno cambiato la storia del motociclismo, una tragedia che ha coinvolto due campionissimi, due idoli assoluti, tanto diversi ma uniti da un destino beffardo e crudele. Giusto o sbagliato che sia, quando a perdere la vita sono i campioni, il 'peso' della vicenda è diverso, è stat così per Renzo e jarno, per Gilles, per Ayrton, per il Sic. Ma forsec'è un senso, anche per questo.
Il thread è dedicato a tutti gli eroi che hanno dato la vita per la lorp passione.

Bladerunner72
19-05-2023, 14:19
Nico: 'Pasolini e Saarinenm 50 anni dopo'

Il puntuale ricordo di Nico, anche lui, quel giorno, c'era. L'incontro con Soili karme Saarinen,la mitica compagna di jarno, e con Sabrina e Stefano Renzo, i due figli di Pasolini.
https://www.youtube.com/watch?v=KYmNdNsq1Rg

Bladerunner72
22-05-2023, 15:30
Motociclismo - Monza 1973'

Video di 'Motociclismo', uscito lo scorso sabato, che racconta in ogni dettaglio quanto accaduto il 20 Maggio, ma anche il successivo 8 Luglio, quando, sempre al Curvone ed in circostanza del tutto analoghe, persero la vita Carlo Chionio, Renzo Colombini e Renato Galtrucco.
https://www.youtube.com/watch?v=F4AgLB7OXck&t=1109s

jocanguro
24-05-2023, 11:21
Molto bello...:D

Bladerunner72
20-05-2024, 18:16
Renzo e Jarno, 51 anni dopo

Come sempre, in occasione della ricorrenza ricordiamo qui due eroi del nostro sport.
Una giornata terribile, che qualcuno di noi ha vissuto in prima persona, restandone segnato per sempre.
Ciao ragazzi, sempre nel cuore.


https://i.postimg.cc/DZHsfkbg/rp2.jpg (https://postimg.cc/9RPz1kbR)
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motardpiero
20-05-2024, 19:36
Mi ricordo perfettamente quel giorno con le moto che rientravano ai box contromano ...che tragedia

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Bladerunner72
20-05-2024, 19:53
Stampato nella mente anche per me, rivivo sulla pelle le sensazioni e l'angoscia, non posso dimenticare.
Ma forse proprio quel giorno, vissuto da piccolo, ha contribuito a forgiare un certo tipo di passione, è stato come trovarsi di fronte ad una scelta, una valutazione del 'peso' di quella passione. Subire il dolore, e rinunciare, o prendere coscienza del rischio, e di un prezzo da dover pagare. Anche il grande rispetto che porto ai piloti, è figlio di quella giornata.

nic65
20-05-2024, 20:21
io ho postato il mio ricordo altrove oggi, se lo incroci rimuovilo Blade [emoji28]

Bladerunner72
20-05-2024, 21:08
@Nic65
No, hai fatto bene, sono stato fermo mezzo pomeriggio per fare ripulire il PC, come temevo era entrato un virus.

Tornando a quella giornata, nella mia vita ciclicamente accadono episodi, in campi diversi, che sono legati come da un filo invisibile a quell'evento. La persona che ho la fortuna di avere accanto da sette anni, è arrivata per quel pezzo che scrrissi ,'Gli occhi di jarno', riportato in questo thread. Ci siamo conosciuti così, , e la mia compagna è finlandese per parte di mamma, un destino. Una sera le dico... sono amico di penna di Soili, ma lei ha talmente tante persone che le scrivono che difficilmente risponde... proviamo a scriverle il finlandese. Tempo dieci minuti ha risposto, e da allora siamo in contatto, mi ha anche fornito foto del suo archivio personale, ricordi di quel periodo irripetibile. Donna fantastica, abbiamo in programma di andarla a trovare.

Poi, qualche giorno faccio arrivare una vagonata di ricambi di una moto che sto rimettendo insieme, arriva il furgone dalla Francia, scende un ragazzo, un armadio a quattro anyr, i da la mano e mi dice 'Jarno'. Per fortuna parla inglese, e allora gli chiedo il perchp del nome. Mi dice che suo padre, quel giorno, era venuto in Italia, a Monza, per vedere il Gran Premio. Mi sono commosso, in quel momento ho pensato che non è il mondo ad essere piccolo, ma il tuo cammino ad essere già segnato.

Sono commosso anche adesso, ho divagato, ma è sempre conseguenza di quella giornata.

jocanguro
21-05-2024, 13:03
non è il mondo ad essere piccolo, ma il tuo cammino ad essere già segnato.

Fantastica Blade !!! complimenti !!!:D:D:D


Divaga pure .. è sempre bello leggerti ...

Pietro963
21-05-2024, 17:38
@Bladerunne72
Io sono nuovo di questo forum, anche se ho 2 anni più di te, anche io malato di moto sin d piccolo, nonostante sia l'unico in famiglia.
Anche io mi ricordo bene quel giorno, anche se avevo solo 10 anni.
Struggente il tuo articolo, molto bello.
Ho letto che hai lavorato in Cagiva, alcuni miei amici che correvano nel corss, alla sera portavano i motori a "limare" dal Barba, così lo chiamavano tutti, lo conosci?

Bladerunner72
21-05-2024, 18:13
@Pietro163
Ti ringrazio, e benvenuto.
Io, per qualche insondabile ragione, sono nato con una sorta di 'memoria empatica', ricordo benissimo cose accadutemi perfino quando avevo quattro anni, ma certi episodi sono presenti dentro si me come fossero indelebili ed insensibili al passare del tempo. Di quel giorno posso risentire gli odori, rivedere i colori, ascoltare i rumori. Quel silenzio irreale fu davvero come una cappa angosciante, se chiudo gli occhi lo avverto ancora adesso. E gli occhi di Jarno furono l'ultima cosa che vidi di loro due, Renzo lo avevo visto poco prima. Mi sembra di averlo davanti, che traffica sulla moto ma ha un sorriso per tutti, Jarno era felice, un entusiasta della vita, questo pensai.
Erano così profondamente diversi, ma, a loro modo, unici e speciali, forse per questo Qualcuno ha deciso di portarseli via insieme.
Pensare che scrissi quel pezzo di getto, dopo aver fatto, la notte, uno di quei sogni che in realtà sono ricordi che si affacciano nel dormiveglia, e fu come un volerli fissare su carta, ma lo feci per me stesso. Lo rileggevo, e rivivevo, era stato tutto esattamente così. Perchè davvero, nonostante il dramma. è qualcosa che non si può, e non si deve dimenticare, che non fa vacillare la passione ma anzi, la fortifica, e ti rende migliore.

Bladerunner72
19-05-2025, 08:38
20 Maggio 2025

Come ogni anno, manteniamo vivo il ricordo e la presenza di due grandissimi del nostro sport, e di un evento che ne ha profondamente segnato la storia. E come sempre lo facciamo con un giorno di anticipo, per evitare di unirci al coro dei più, e per vivere piuttosto una sorta di piccola cerimonia riservata. Nella memoria di chi scrive poi, la giornata precedente è quasi altrettanto viva nel ricordo di un'attesa, quella di un bambino che già ardeva del fuoco di questa passione.

Il contatore inesorabile degli anni che passano è salito a quota 53, eppure il tempo non cancella nè sbadisce, la memoria resta viva. Verrebbe da chiedersi il perchè, senza saper trovare una spiegazione, e certamente non può essere così per tuttt, in primo luogo per motivi anagrafici, Diverso averne letto, aver sentito raccontare, oppure essere sufficientemente avanti con l'età per averlo vissuto al presente. E che dire di chi, quel giorno, era lì, su quella pista, magari ancora bambino entusiasta e curioso, diventato testimone di una tragedia di immane violenza. Ogni immagine, ogni suono, ogni attesa, tutto rimasto incredibilmente vivo e stampato nelle mente, il tornare con il pensiero che provoca la stessa angosciosa, vana speranza, tramortita da quella sentenza spietata.
Tra chi ha vissuto in prima persona, sembra essere stato sancito un tacito patto, qualcosa di non imposto, ma nato spontaneamente. la ritrosia nel parlarne, un silenzio che non vuole essere omertà, ma profondo rispetto per gli eroi caduti, unito al timore di tornare ad alimentare il dolore Dopo tanti anni, ebbi modo di conoscere diversi piloti che furno protagonisti di quella partenza, che scamparono a quel dramma che io vissi da spettatore bambino. Ed al primo accenno, gli sguardi si abbassavano, o si perdevano lontano, come a voler respingere immagini rimaste comunque indelebili per sempre. Ed allora si sta in silenzio, uniti in quello che non è solo un ricordo, è qualcosa che ha segnato dentro. Tanti, tantissimi appassionati da tutto il mondo sono uniti in questa sorta di comunità composta e silenziosa, che trova in Soili Karme Saarinen il proprio riferimento. Questo grande, etermo tributo è l'eredità, l'insegnamento, il dono che quella giornata ci ha lasciato, è il senso vero del sacrificio di Renzo e Jarno

video
https://youtu.be/Ikr-mUEY3BY







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