Ricambio il favore della tua .. rassegna stampa (dovresti citare le fonti, please, The times, Corriere dello sport, etc.):
Verso il Mondiale, Rossi si confessa
Valentino: «Io, il migliore»
«Vado all'attacco, i ragionieri non diventeranno mai dei fenomeni». «In Malesia spero torni a correre Melandri»
Corriere della sera 23.9.05
DAL NOSTRO INVIATO
SEPANG - Il Giappone è dimenticato, Valentino qui è a casa sua, Sepang, fra-zione di Tavullia: «Amo la Malesia: dopo Motegi ho passato due giorni bellissi-mi con cinque cari amici venuti dal mio paese. Ci volevano. Risate, relax e una sensazione nuova: a Kuala Lumpur posso andare in giro tranquillo, mi ricono-scono proprio in pochi». In più c’è la pista, la sua pista, dove oggi comincia il weekend che lo può portare al settimo titolo personale: «Una pista per piloti veri. Ci ho vinto tante volte e poi ho il ricordo meraviglioso del primo giro della mia vita sulla Yamaha: indimenticabile». Dimenticabile invece è ciò che è ac-caduto domenica in Giappone: «Un contatto
normale, un errore che ci sta nel nostro sport. Mi spiace davvero per Melandri, ma sul reclamo della Honda
non voglio dire più niente (Sag, warum o warun: dicci, dicci, perchè non dici, cuor di leone?».
Però pensi, Valentino, se non ci avesse provato, forse oggi sarebbe già campione del mondo.
«Non è vero.
Se avessi avuto davvero la smania (non nega che lo voleva passare) di passare Melandri, ci avrei provato quando aveva ancora le gomme sporche per un suo errore precedente al contatto. Ho rivisto la gara in tv: si vede che non ho attaccato».
Alberto Tomba ha detto che va bene così, il vero campione è colui che ci prova sempre. Niki Lauda invece le ricorda di non rischiare troppo: un Mondiale si può perdere anche per mezzo punto. Chi ha ragione?
«Io dico che si deve fare ciò che ti viene più naturale. C’è chi nasce attaccante, chi nasce difensivista. L’insegnamento di Motegi mi dice che io riesco a dare il meglio quando attacco. Se faccio scelte conservative il mio livello di attenzione cala». (allora per è per questo che ha tamponato Melandri, gli era calata l'attenzione perchè ha provato a fare il ragioniere! Finalmente ho una risposta)
Dunque i ragionieri non potranno mai diventare fenomeni?
«No!». V. più avanti Lauda.
Ma il limite come si trova?
«Difficile dirlo. È un attimo andare oltre e diventare troppo pericolosi, per te e per gli altri. L’attacco non dev’essere una cosa da fare per forza».
È un principio che applica anche nella vita?
«A me non piace vivere sopra le righe (allora, perchè me rompi il c. coi tuoi giochini?). Qui non stiamo facendo né musica né film. Non siamo rockstar che vanno negli hotel e spaccano tutto. Siamo sporti-vi, abbiamo altri valori, schemi in cui restare. E poi siamo anche dei modelli per chi ci guarda».
Ha appena pubblicato la sua autobiografia. Quanto è stato importante raccontarsi?
«Tantissimo. Finalmente sono tornato a scrivere». (Ma è un genio: pure scrittore. E' in genio naturale pure in questo! Nobel per la letteratura?
Lo faceva già?
«Certo, a scuola». (terza media? Ragioneria? Harvard?)
Teneva un diario?
«Da piccolo, poi ho smesso. E, prima del libro, c’è stato il discorso per la mia tesi di laurea. Divertente. Scrivere tiene la mente sveglia».
E magari le fa rivalutare un po’ noi giornalisti...
«Magari!» (ride).
Ma quanto conta dire la propria verità?
«Tantissimo. Per la prima volta racconto senza filtri la mia storia. Oltre i tanti, troppi fraintendimenti».
Non parla però né di donne né di soldi. Argomenti tabù?
«Argomenti che agli altri non devono interessare. Magari in un altro libro».
Ma sono fraintendimenti anche quelli su Valentino alla Ferrari?
«A questo punto sono veramente disperato... Io sono un pilota di moto, ma sembra che non interessi più di tanto. La notizia è solo se vado a correre con la Ferrari oppure no».
Eppure lei ha dato l’impressione di cambiare un po’ troppo spesso posi-zione: prima sì, poi no, poi forse. Come la mettiamo?
«Sa come succede? Io magari dico che sono appassionato di macchine e ricor-do quando correvo con i go-kart, e voi scrivete che l’anno prossimo correrò con la Ferrari! Ma ora basta: io sull’argomento non voglio dire più niente». (Ha capito, finalmente, nonostante la presunzione: la ferrari, megli lasciarla perdere)
Ricapitoliamo almeno come stanno le cose effettivamente. «Correrò in Yamaha anche nel 2006, poi vedremo. Io resto concentrato sull’obiettivo del momento. È una massima cui resto fedele perché mi ha permesso di ottenere grandi risultati».
L’uomo della velocità progetta con calma?
«Beh, io sono uno lentissimo».
Rossi che fa l’elogio della lentezza: uno scoop.
«Ma io sono così. Sono sempre in ritardo, in tante cose mi ci vuole molto più tempo delle persone normali. Compenso la supervelocità in pista con la super-lentezza nella vita».
Parliamo di moto. È affascinante l’idea, da lei prospettata, di correre an-che in 250.
«Già. Ma sarebbe molto difficile. Sicuramente non accadrà l’anno prossimo». (Così, caro Pier, alla pari con Biaggi!!)
Lo sa che il boss del Motomondiale, Carmelo Ezpeleta, la vorrebbe come collaboratore, una volta smesso di correre?
«Qualche anno fa pensavo che non mi sarebbe interessato restare nell’ambiente. Però le grandi cose che abbiamo realizzato per la sicurezza dopo la morte di Kato mi hanno fatto cambiare idea. E allora, se potessi fare qualco-sa, perché no? In fondo la moto resterà sempre la passione più grande della mia vita».
Com’è l’attesa del suo settimo Mondiale. Routine ormai?
«Routine no. Però non è più come il primo anno. Ora so come reagire alla pres-sione».
Qual è la colonna sonora di questi giorni?
«Vasco, l’ultimo cd di Jovanotti e l’ultimo di De Gregori. Musica italiana, così ci posso cantare sopra».
Valentino cantante?
«Mi piace tantissimo cantare».
Che effetto fa avere ancora Biaggi come primo rivale?
«Gibernau è scomparso, per Biaggi è il premio alla sua regolarità. Una sfida sempre speciale».
Gibernau è scomparso, appunto. Come mai?
«Ha fatto il passo più lungo della gamba. Era un pilota a fine carriera che non aveva combinato niente, poi ha fatto due anni buoni e si è messo in testa di essere più forte di me. Avrebbe dovuto essere più umile». (Simpatico).
Se vincerà il titolo, ci sarà una dedica particolare?
«Intanto spero che Melandri riesca a correre. Se c’è, io sono molto più conten-to. E poi vedremo». (Buono)
In Giappone ha vinto Capirossi su Ducati, un’impresa tutta italiana. Ep-pure si è parlato soprattutto del suo incidente. Lei oscura tutti anche quando non vince.
«Forse è perché in questi due anni ho fatto cose egregie che gli altri non sono stati capaci di fare». (Ma va a ...)
Domenica le basterà non perdere più di 12 punti da Biaggi: non è che ci ripensa e farà il ragioniere per un giorno?
«Non credo. Farò come faccio in tutte le altre gare». (Anche l'ultima?)
Valentino, ma se non ci avesse provato adesso come sarebbe la sua vita? «Sarei cinque scalini più sotto. Come uomo, come esperienze di vita e come pi-lota».
Sarebbe scarso?
«Sarei forte, ma non così».
Così come?
«Il migliore». (Hai ragione. Ma .. attento .. la ruota gira ... basta poco ... )
Alessandro Pasini
23 settembre 2005
Tra l'altro, varie escusationes non petitae