Meglio tardi che mai...
Riprende il seguito del racconto, qualcuno sarà contento...
Sabato 22 - Mercoledi 26 maggio 2010 - Astana - 0km
Astana, capitale del Kazakstan, questo è il significato letterale della parola. E' come se noi avessimo come capitale dell'Italia la città Capitale. Un nome che riassume bene secondo me l'artificiosità (e la mancanza di fantasia!) di una tale scelta, effettuata dal presidente Nazarbaev nel 1997. Nata dall'espansione a sud della città sovietica di Tselinograd (tanto che se cercate sul navigatore Astana non la trovate!), è un misto di modernismo e di ristrutturazioni post-sovietiche, nel complesso però abbastanza gradevole e vivibile, senz'altro molto meglio di quanto visto ad Ashgabat in Turkmenistan. Dal punto di vista sociale, culturale ed economico però siamo ancora lontani dal raggiungere la maturità tipica di una capitale; inutile nasconderlo, ancora oggi la città principale del Kazakstan che ne è anche il motore in tutti gli aspetti della vita moderna, è Almaty, nota anche col nome sovietico di Alma-Ata; qualsiasi cosa dobbiate fare con l'estero, dovete passare attraverso Almaty, non c'è capitale Astana che tenga..
Oggi, sabato, primo giorno di permanenza forzata decidiamo di cominciare ad andare ad esplorare la città. Qui siamo nei dintorni del nostro albergo, giornata fredda, ci sono meno di 15 gradi.
Sulla destra il complesso di torri postmoderne del Millennium Mall, non è un caso la colorazione azzurrina e giallo oro della striscia ondulata: sono i colori della bandiera del Kazakstan,
ma non è tutto oro quello che luccica. Viste così, da lontano sono anche belle, ma se ci si avvicina ci si accorge del degrado che soffre la parte basale delle torri, con marmi di rivestimento, lastricature e pavimentazioni tutte rotte o addirittura non terminate, con cemento a vista e monconi di ferri di armature. Non si è capito bene ma sembra addirittura che la facciata esterna a vetri azzurri sia in realtà una enorme veranda che ha chiuso i balconi di vecchi grattacieli sovietici, operando così una veloce ristrutturazione di effetto.
Tutti i giorni abbiamo visto i lavavetri che appesi alle corde facevano il proprio lavoro, poca invidia a dire il vero...
Gente a passeggio sul ponte pedonale
che scavalca il fiume Yesil e immette nel parco pubblico cittadino, molto frequentato dagli "astanesi". Si trova veramente di tutto: giochi per bambini dappertutto, bancarelle di dolci, mendicanti, ecc.
C'è anche la spiaggia lungo il fiume con gli ombrelloni, ci hanno detto che le estati sono molto calde qui, ci crediamo sulla parola.
I viali stradali sono enormi, almeno 3 corsie per senso di marcia, questo il ponte stradale sul fiume che conduce al quartiere modernissimo sorto lungo Nurzhol bulvar
Appena prima del ponte il Centro culturale del Presidente, un museo omnicomprensivo del Kazakstan, dove si trovano oggetti tradizionali kazaki, come le iurte, le tipiche capanne in uso quando il popolo kazako aveva ancora tradizioni nomadi;
questo l'interno,
i tipici tappeti,
e una moltitudine indefinita di oggetti donati da paesi esteri al presidente kazako.
Più o meno le stesse cose si ritrovano al Museo del Presidente, allestito nella ex casa presidenziale,
dove per entrare ti fanno indossare i copriscarpe di plastica blu, come quando si entra nei reparti di rianimazione dei nostri ospedali!!
Intanto il tempo si è messo al bello e decisamente le temperature sono salite. Anche qui si trova il cane a sei zampe che sputa fuoco
d'altra parte c'era da aspettarselo, in un paese produttore di petrolio...
Sullo sfondo si intravedono i palazzi moderni di Nurzhol bulvard, 2 chilometri di viale del più sfrenato modernismo che io abbia mai visto, buona parte ancora in costruzione, palestra di esercitazione della fantasia di architetti di tutto il mondo. Si parte dall'estremità ovest con il Khan Shatyr, gigantesca tenso-struttura alta 150 metri che ricorda una yurta kazaka, realizzata con un materiale trasparente in grado di assorbire e trattenere il calore in modo da consentire temperature estive anche in inverno con temperature esterne di -30° C.
Progetto di Norman Foster (
http://www.fosterandpartners.com/Pro...8/Default.aspx), ancora in costruzione, all'interno sono previsti centri commerciali, saune, caffe, cinema, ristoranti, piscine, giardini. Sul sito
www.khanshatyr.com (la colonna sonora del sito è molto celebrativa!) si può prendere contatti per l'acquisto/affitto di spazi commerciali, se qualcuno è interessato...
Lasciata l'enorme piazza antistante il Khan Shatyr e incamminandosi lungo il viale verso est, si incontra l'immensa sede della società del gas, la KazMunayGaz
che rende bene l'idea dell'enorme flusso di capitali in circolazione.
Attraversato l'arco dell'edificio si apre una bella panoramica su tutto Nurzhol bulvar,
con piazze,
fontane
il ministero dei trasporti e delle comunicazioni, detto "l'accendino"
di cui ci sono già i primi segni di cedimento dove si notano i pannelli staccati dalla facciata.
Sulla destra del viale l'unica e non molto frequentata moschea della città
Proseguendo verso ovest altri bei grattacieli, alcuni con audaci strutture a sbalzo
L'allestimento delle aiuole fiorite è curato nei minimi particolari
in genere con manovalanza quasi tutta al femminile.
Più avanti ci imbattiamo nella singolare e coloratissima mostra all'aperto dei "Buddy Bears"
125 orsi in rappresentanza dei paesi riconosciuti dalle Nazioni Unite a simboleggiare l'amicizia dei popoli
Azzurro, e non poteva essere diversamente, l'orso kazako
coloratissimo e coi limoni quello italiano.
La mostra finisce e si avvicina il Bayterek, una torre bianca celebrativa alta 97 metri.
Sembra la coppa del mondo di calcio ma in realtà è il simbolo dell'uovo di Samruk, l'uccello mitologico che depose un uovo dorato in cima a un pioppo. Un ascensore porta fin all'interno della sfera da dove si ha una bella vista sulla città e sul bulvar
Infine chiude il viale a est l'enorme palazzo presidenziale.
Tutto quello che c'era da vedere di Astana lo abbiamo visto, i giorni, fermi in attesa del pacco dei cerchi dall'Italia, sembrano non passare mai, intanto comincia ad assalirci in testa un tarlo ossessivo. All'ingresso in Kazakstan oltre ad avere timbrato il visto sul passaporto ci hanno dato una cartolina di immigrazione senza spiegarci cosa farne. In realtà, stando alle informazioni in nostro possesso sulle procedure di ingresso, la procedura di registrazione presso l'OVIR non dovrebbe essere nemmeno necessaria per i cittadini dei 28 paesi inseriti nella lista delle nazioni economicamente sviluppate e politicamente stabili, tra cui l'Italia, e comunque si viene registrati automaticamente al primo porto di ingresso. Sappiamo poi che la registrazione va effettuata, se non avviene al primo ingresso, entro cinque giorni dall'entrata nel paese. Il problema non si sarebbe neanche posto se tutto doveva andare secondo programma, ma dovendo aspettare i cerchi dall'Italia, ci fermeremmo in Kazakstan ben più di cinque giorni. Quindi ci assale il dubbio: ma ci avranno registrato quando ci hanno timbrato il visto sul passaporto? E allora perchè ci hanno dato la cartolina di immigrazione? Decidiamo così di andare di persona a verificare se questa registrazione serve oppure no; siamo entrati il mercoledi 19, 19+5 giorni = 24. Il lunedi 24 maggio è dedicato a chiarire questa cosa, tanto di tempo ce n'è...
Non abbiamo fatto i conti pero' con la burocrazia kazaka... intanto scopriamo subito che ad Astana non esiste l'ufficio dell'OVIR, cominciamo bene. Chiediamo informazioni a Beris, il ragazzo della reception del nostro hotel, è l'unico del personale che parla un minimo di inglese, lui si informa e ci dice che l'unico ufficio in Astana che potrebbe saperne qualcosa è l'ufficio passaporti/immigrazione della polizia. Ci serve un interprete e gentilmente Beris, finito in mattinata il servizio in albergo, si offre di accompagnarci in taxi all'ufficio. Ci arriviamo dopo qualche deviazione di troppo, del resto siamo non proprio su un taxi ufficiale, ma su un'auto privata che si incontrano frequentemente per strada e che dietro compenso si offrono di portarti dove vuoi in ambito cittadino. Alla polizia c'è un caos di gente che va e viene, Beris entra, si informa ma sembra che nessuno sappia qual è la procedura di registrazione per gli stranieri. Ci dicono di rivolgerci al ministero degli affari esteri, e così, via, un altro "taxi" e altra trafila burocratica. Anche qui nessuna certezza e nessuna risposta convincente. Decidiamo quindi di rivolgerci direttamente all'ambasciata italiana, almeno dovremmo trovare qualcuno che parla italiano e potremo capire qualcosa in più. Anche qui però risposte certe, nessuna, "secondo loro" non serve fare nulla, però il "secondo loro" non è una risposta accettabile per noi. Alla fine mandiamo tutti al diavolo e chi se ne frega!! Il passaporto ce l'abbiamo, il visto anche ed è in ordine, teniamo tutte le ricevute dei pernottamenti in Kazakistan in modo da dimostrare i nostri spostamenti e soste, all'uscita del paese qualche santo provvederà se 'sta famigerata registrazione era proprio indispensabile... Da questo punto di vista il Kazakstan è sicuramente il paese più "complicato" che abbiamo visto, nemmeno in Iran...
Intanto Daniele scopre col tracking su internet, che il pacco con i cerchi di ricambio è fermo ad Almaty e non si capisce per quale motivo. Alla fine dopo una serie di telefonate, si scopre che non prosegue perchè in attesa di documentazione: la Traco di Almaty vuole una dichiarazione scritta che il pacco è un bene personale e la fotocopia del passaporto; sì, va bene, ok, ma se nessuno ci avvisa che servono queste carte, noi come ce lo sognamo? Siamo alle solite, il comunismo ha fatto più danni di quello che ci si può aspettare... le cose le devi immaginare e chiedere tu, non sono mai loro a proportele... funziona così! Vabbè, alla fine, evviva! Eppur si muove, avrebbe detto il buon Galileo... il pacco marcia verso Astana, dovrebbe arrivare mercoledi 26, al più tardi giovedi 27. Ovviamente e per scaramanzia, facciamo tutti i nostri conti sul giovedi 27: giovedi si sistema la moto e il 28 venerdi si riprende a camminare verso casa. Speriamo bene!
Adesso il problema è informare il personale della reception dell'albergo che deve arrivare un pacco dall'Italia per noi estremamente importante. Sembra una cosa stupida ma non lo è affatto: la sensazione è che non sanno nemmeno cosa sia un corriere espresso e nessuno ha capito veramente l'importanza di quello che stiamo aspettando, tranne Beris; speriamo che il giorno dell'arrivo del corriere sia lui di turno alla reception. Intanto il tempo non passa più, siamo come reclusi in una città che non ha più niente da offrire. Nel frattempo sorge un altro problema: ci accorgiamo che nella dotazione di chiavi in nostro possesso non abbiamo la torx della misura giusta per le viti che fissano i dischi dei freni ai cerchi. Mannaggia, ci manca anche questa! Come al solito ci rivolgiamo a Beris, chiediamo se c'è in Astana qualche negozio di autoricambi dove trovare quello che serve. Ancora una volta Beris si mette a nostra disposizione e ci accompagna in "taxi" verso la periferia della città dove ci sono diverse officine e botteghe di meccanici. In una di queste riusciamo a trovare quello che cerchiamo, addirittura con una chiave a cricchetto a innesto rapido, una vera sciccheria, siamo salvi!
Intanto anche il direttore dell'albergo si è interessato alla nostra odissea e si è messo a disposizione per aiutarci, evidentemente cominciamo a suscitare sentimenti di compassione e pietà...!