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La Piccola libreria del Mukkista In questo forum ci proponiamo di parlare e raccogliere tutti i consigli sulle letture che possono allietare il centauro quando è in poltrona.


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Vecchio 06-09-2010, 18:31   #1
marci72
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predefinito Krakauer, Jon: "Aria sottile"

Titolo: Aria sottile
Titolo originale: Into thin air
Autore: Jon Krakauer
Casa Ed: Corbaccio

Nel maggio del '96 Jon Krakauer, scrittore/giornalista e alpinista di buon livello, viene mandato dalla rivista Outside a vivere dall'interno una spedizione alpinistica commerciale, destinazione: mt.Everest, Himalaya, la montagna più alta della terra.

Quello che doveva essere un articolo sull'allora recente fenomeno delle spedizioni commerciali si trasformerà nella cronaca dal vivo di una delle più gravi tragedie che l'Himalaya abbia mai visto.

Il racconto è avvincente e drammatico. Le difficoltà della vita ad alta quota, la "febbre da vetta", l'eroismo di alcuni e l'indifferenza di altri sono descritti con lucidità e passione, infatti, a differenza di altri libri di montagna, "Aria sottile" è scritto da un professionista e la differenza c'è eccome!

Per coerenza, visto che il libro ha generato un'infinità di polemiche, andrebbe letto in coppia con "Everest 1996: cronaca di un salvataggio impossibile" dove Anatolij Bukreev (guida di una delle spedizioni coinvolte nel disastro e, secondo Krakauer, uno dei responsabili della catena di errori che generarono la tragedia) da la sua versione dei fatti.

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Vecchio 06-09-2010, 22:14   #2
GHIAIA
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Il libro di Krakauer mi ha profondamente scosso.
Avevo già letto libri di imprese alpine, ma questo è una spanna sopra.
Come già detto da Marci, Krakauer è un professionista: è un giornalista che scriveva al tempo per un'accreditata rivista di alpinismo americana.

La descrizione delle vicende talvolta annebbiata dalla stanchezza e la carenza di ossigeno, l'umanità e l'umiltà dei suoi sensi di colpa, il parlare di sensazioni pre-scalata e di rientro, l'incubo della discesa e della tormenta... Veramente incredibile.

Si è trovato dentro ad una tragedia senza rendersi conto di quello che stava accadendo,
perchè anche se si è in gruppo, in quelle situazioni ognuno è da solo con i suoi limiti e con la sua forza di volontà\sopravvivenza.

Da leggere.
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Vecchio 10-09-2010, 20:42   #3
varamukk
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Letto qualche tempo fa
molto coinvolgente, mi ha spinto ad informarmi di più sull'argomento e ho trovato diversi video su youtube che parlano della tragedia.
assolutamente ignorante in fatto di alpinismo mi ha davvero incuriosito ma non ho la pasta per certe cose, resterò ad osservare ed ammirare quelli che hanno più coraggio di me...
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Vecchio 21-09-2010, 17:56   #4
GHIAIA
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Attualmente sto leggendo Everest 1996: cronaca di un salvataggio impossibile, di Bukreev...
Appena lo finisco apro un 3ad e posto il link.

Marci,
se hai voglia\tempo: inizia a leggerlo, mi piacerebbe parlarne tutti assieme dell'altro punto di vista.

PS
Contemporaneamente ho sotto mano il libro: "il mio everest", di lene Gammelgaard anch'essa superstite della tragedia.
Il suo taglio è ancora diverso... è più un "sì, attorno a me la gente moriva, ma io sono viva ce la sto facendo"...

Vi farò sapere
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Vecchio 21-09-2010, 18:51   #5
MAMOZETA
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NOn dimentichiamo che il povero grande Buke e' scomparso.
E comunque quella volta lassu ha salvato o quantomeno tentato di salvare diverse vite.
In alta quota e' sempre difficile dare delle responsabilita'. Il pericolo e' altissimo, tutti sanno cosa rischiano e la fatalita' spesso la fa da padrona.
Nel dubbio si deve avere sempre ammirazione e rispetto x questi audaci personaggi.
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Vecchio 21-09-2010, 19:12   #6
GHIAIA
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Mamozeta, concordo con te. Ma in parte.
Premessa: che Bukreev fosse uno dei migliori alpinisti del mondo non vi è dubbio.
Però, facciamo delle precisazioni.

Innanzi tutto Bukreev era una guida per una spedizione commerciale sull'everest.
Scott Fisher, proprietario e fondatore della Mountain Madness l'aveva assoldato per aiutare i facoltosi clienti a raggiungere la vetta.

Jon Krakauer è un giornalista che doveva argomentare proprio la commercializzazione dell'everest e in un primo momento sarebbe dovuto esser della spedizione di Fisher, poi per un mero discorso economico la sua rivista (Outside megazine) l'ha mandato con la Adventure Consultant.

Brukreev, come dicevo, è stato assoldato da Fisher perchè era un nome prestigioso e faceva pubblicità alla suo tour operator Himalayano. Si trattava di una guida il suo scopo non era scalare l'everest ma assicurare i paganti. Stiamo parlando nel 1996 di 65.000 dollari.

Inutile che io apra parentesi circa l'importanza delle percentuali di successo.
Fino al 1995 la Adventure Consultant poteva vantare il 100% di paganti in vetta.
Per Fisher invece era la prima volta che scalava l'everest e la "febbre da vetta" c'era per tutti.

Le cause del disastro sono molteplici,
ma il punto chiave del libro di Krakauer è che ad un certo punto occorreva riportare ad un campo base più basso un cliente affetto da Edema Polmonare.
Bukreev essendo rimasto fino a tardi a dormire in tenda, non ha potuto scortarlo (perchè era più in basso) e pertanto è toccato a Fisher riportare il mal capitato al campo base e poi risalire velocemente verso la vetta.
Chi ha incontrato Fisher ricorda un uomo sfatto, confuso che eppure continuava a salire.
Una volta raggiunta la vetta, non ha avuto più energie per scendere ed è morto poco sotto.

Inoltre bukreev prese la decisione di non fermarsi con Fisher e di lasciarlo al suo destino mentre rientrava al Campo Base inferiore.
Bukreev così facendo si è riposato e ore dopo ha potuto fare parte della squadra di recupero grazie alla quale si salvarono 3 persone.

E' un tema delicatissimo,
solo chi ha fatto alpinismo a certi livelli o sappia cosa significa esser ad un passo dalla morte (ovvero questioni di minuti tra la vita e il congelamento) puo' solo immaginare la lentezza dei pensieri di quegli uomini e di cosa sia veramente successo.
Aria Sottile descrive proprio questo. Bukreev non ne esce alla grande in effetti.

Proprio per questo sto leggendo la sua versione dei fatti...

Ma solo perchè è morto non significa che non si possa discutere cosa sia successo nell'everest in quei giorni.
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Vecchio 21-09-2010, 22:38   #7
Maurizio P.
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Magari è superfluo ma è doveroso ricordare che Jon Krakauer ha riportato al grande pubblico la dolorosa storia di Chris McCandless nel libro "Nelle Terre Estreme" che è diventato quel bel film (a mio giudizio) che è "Into the Wild".

Il libro rispetto al film pone al centro il parallelismo tra la vicenda di McCandless e una molto simile che ha vissuto Krakauer affronatndo con pochissima attrezzatura una lunga scalata in solitaria che lo ha visto evitare la morte per un soffio.

Le spiegazioni che Krakauer ci darà del rischio al quale si è ingenuamente ma volontariamente esposto ci aiutano a capire il perchè della scelta e della fine drammatica di McCandless.

Libro bellissimo, lo consiglio a chi ha apprezzato "Aria Sottile"
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GRAZIE A TUTTI -QUELLI- CHE MI HANNO AIUTATO!!!!
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Vecchio 22-09-2010, 10:55   #8
MAMOZETA
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Quote:
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Mamozeta, concordo con te. Ma in parte.
Premessa: che Bukreev fosse uno dei migliori alpinisti del mondo non vi è dubbio.
Però, facciamo delle precisazioni (..).
Prima di tutto ti faccio i miei complimenti per la qualita' delle info che riporti. Ne deduco che quantomeno sei un grande appassionato di montagna e forse sei anche alpinista. Sono assolutamente daccordo con te nell'esame dei fatti. Mai mi permetterei di avere una netta opinione dei protagonisti di questa tragica vicenda. Sono da sempre profondamente affascinato e ammirato da questi audaci personaggi e dalle loro storie e passerei anni a leggere libri e storie di alpinismo. Sicuramente tu hai le idee piu' chiare delle mie e per questo colgo l'occasione per completare la mia opinione.
Volevo solo partecipare, probabilmente senza averne grande autorita', a questo dibattito su un argomento che tanto mi affascina e mi attira e che mai in vita mia avro' la forza e il coraggio di vivere in prima persona.
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Ultima modifica di Lo_Staff_di_QdE; 29-09-2010 a 11:24 Motivo: quote
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Vecchio 22-09-2010, 11:07   #9
GHIAIA
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Ciao mamozeta,
(Mi chiamo Giada, quindi al massimo appassionatA )

No, in realtà non sono un'alpinista. Si puo' definire alpinista qualche trekking e qualche ferrata?
E' che questa faccenda dell'everest mi ha davvero smosso qualcosa, leggendo aria sottile, quindi son andata a ricercarmi altri libri come quello di Bukreev appunto e della Gamelgaard...

Anche io non ho alcuna autorità solo riporto quello che ho letto con le mie impressioni personali, ti consiglio di leggere anche tu gli altri libri, così ne parliamo tutti assieme!

PS
Grazie dei complimenti.........

Giada
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Vecchio 22-09-2010, 11:45   #10
marci72
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Certo Giada che ho letto il libro di Bukreev, ne parlo anche nel primo post di questa recensione
proprio per questo, approfitto per dire la mia:


Quote:
Originariamente inviata da GHIAIA Visualizza il messaggio
Premessa: che Bukreev fosse uno dei migliori alpinisti del mondo non vi è dubbio.
Però, facciamo delle precisazioni.

Innanzi tutto Bukreev era una guida per una spedizione commerciale sull'everest.
Scott Fisher, proprietario e fondatore della Mountain Madness l'aveva assoldato per aiutare i facoltosi clienti a raggiungere la vetta.
fin quì quoto al 100%


Quote:
Originariamente inviata da GHIAIA Visualizza il messaggio
Jon Krakauer è un giornalista che doveva argomentare proprio la commercializzazione dell'everest e in un primo momento sarebbe dovuto esser della spedizione di Fisher, poi per un mero discorso economico la sua rivista (Outside megazine) l'ha mandato con la Adventure Consultant.

Brukreev, come dicevo, è stato assoldato da Fisher perchè era un nome prestigioso e faceva pubblicità alla suo tour operator Himalayano. Si trattava di una guida il suo scopo non era scalare l'everest ma assicurare i paganti. Stiamo parlando nel 1996 di 65.000 dollari.

Inutile che io apra parentesi circa l'importanza delle percentuali di successo.
anche quì, siamo d'accordo


Quote:
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Fino al 1995 la Adventure Consultant poteva vantare il 100% di paganti in vetta.
Per Fisher invece era la prima volta che scalava l'everest e la "febbre da vetta" c'era per tutti.
quì invece un chiarimento è d'obbligo: la scalata del '95 di Adv Consultants di Rob Hall fu, dal punto di vista del n° di clienti in vetta, un fiasco assoluto, per cui lui aveva ASSOLUTO bisogno di un successo nel '96, visto che la percentuale del "successo al 100%" l'aveva inserita anche nel materiale pubblicitario. Un secondo fiasco consecutivo sarebbe stato il disastro.
Per Fischer e la sua Mountain Madness era sì la prima volta all'Everest come spedizione commerciale, ma Fischer l'Everest l'aveva già scalato, oltre ad altre montagne Himalaiane, fra cui il k2 senza ossigeno....quindi diciamo che non era un novellino, per quanto di errori ne commise senz'altro


Quote:
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Le cause del disastro sono molteplici,
ma il punto chiave del libro di Krakauer è che ad un certo punto occorreva riportare ad un campo base più basso un cliente affetto da Edema Polmonare.
Bukreev essendo rimasto fino a tardi a dormire in tenda, non ha potuto scortarlo (perchè era più in basso) e pertanto è toccato a Fisher riportare il mal capitato al campo base e poi risalire velocemente verso la vetta.
Chi ha incontrato Fisher ricorda un uomo sfatto, confuso che eppure continuava a salire.
Una volta raggiunta la vetta, non ha avuto più energie per scendere ed è morto poco sotto.
Ora sono in ufficio e non ho i testi sottomano, ma non sono d'accordo sul "punto chiave".
Il problema non furono le condizioni di Fischer, o meglio, se si fosse trattato solo di quelle, a sera ci sarebbe stata una sola vittima. Il problema fu il non aver attrezzato la via per tempo, causando lunghe attese in quota mentre venivano fissate le corde fisse, la mancanza di coordinamento, se non la reciproca diffidenza, fra i sirdar a capo degli sherpa, il sovraffollamento nei passaggi chiave e, soprattutto per il team di Fischer, la mancanza di comunicazioni: ne Bukreev ne' Biedleman avevano la radio e non sapevano dei ritardi creatisi lungo la via di salita....Bukreev lo spiega molto bene: dopo un'ora passata in vetta senza veder arrivare Fischer, decide di andargli incontro e, una volta raggiunto, (e quì bisogna decidere se dargli credito o no) discutono sul da farsi e convengono che Bukreev scenda al campo per preapararsi al rientro degli scalatori con bevande calde ed ossigeno (Bukreev credeva che tutti gli sherpa di Fischer avessero abbandonato il campo, non sapeva che due erano rimasti nelle tende proprio a questo scopo).


Quote:
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Inoltre bukreev prese la decisione di non fermarsi con Fisher e di lasciarlo al suo destino mentre rientrava al Campo Base inferiore.
Bukreev così facendo si è riposato e ore dopo ha potuto fare parte della squadra di recupero grazie alla quale si salvarono 3 persone.
Anche quì, credo sia necessario approfondire un attimo: Bukreev riferisce di aver trovato Fischer stanco, ma non distrutto, anche altri scalatori che lo incrociarono lungo il ritorno ricordano il suo sorriso e le sue congratulazioni, non un uomo in evidente difficoltà....ricordiamoci poi che Fischer era uno degli scalatori americani più forti della sua generazione, quindi Bukreev doveva preoccuparsi prima dei clienti che dell'eventuale crisi del capo spedizione.
Infine, Bukreev non ha fatto parte della squadra di soccorso che ha salvato tre persone, Bukreev ERA la squadra di soccorso: è uscito DA SOLO, DI NOTTE, NELLA TORMENTA, basandosi solo sulle confuse descrizioni di alcuni scalatori semi-congelati, ha trovato nel buio il gruppo dei dispersi e, facendo alcune volte avanti e indietro al campo 4, ne ha condotti in salvo 3 su cinque, cioè quelli che erano ancora in grado di stare in piedi.


Quote:
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E' un tema delicatissimo,
solo chi ha fatto alpinismo a certi livelli o sappia cosa significa esser ad un passo dalla morte (ovvero questioni di minuti tra la vita e il congelamento) puo' solo immaginare la lentezza dei pensieri di quegli uomini e di cosa sia veramente successo.
Aria Sottile descrive proprio questo. Bukreev non ne esce alla grande in effetti.
io non ho mai fatto alpinismo a certi livelli e, da questo punto di vista non ho il minimo credito per criticare chicchessia, però aggiungo una riflessione:
Krakauer è abbastanza deciso nell'indicare in Bukreev una delle concause del disastro, dicendo anche delle falsità (magari in perfetta buona fede ed indotte dall'ipossia) riguardo alla sua attrezzatura inadeguata. Però va ricordato che Krakauer non faceva parte della spedizione di Fischer, quindi non ha vissuto in prima persona i preparativi e le istruzioni che questi aveva impartito al suo team ed ai suoi clienti.
Chiudo con un dato, tragico ma incontestabile: NESSUN cliente di Fischer (e di Bukreev) è morto sull'Everest nel '96, ne' ha riportato gravi danni da congelamento. Fu la spedizione di Rob Hall che ne uscì distrutta.


Quote:
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Proprio per questo sto leggendo la sua versione dei fatti...

Ma solo perchè è morto non significa che non si possa discutere cosa sia successo nell'everest in quei giorni.
sono d'accordo, infatti il disastro del '96 ha fatto scuola su come evitare errori nelle scalate in alta quota....anche se a volte quella lezione è rimasta inascoltata.
Da parte mia mi sono fatto l'idea che Bukreev sia stato svantaggiato dal fatto di avere un carattere chiuso, di non parlare un buon inglese e soprattutto dall'avere una concezione dell'alpinismo e del ruolo di guida molto diversa da quella dei suoi clienti, cioè molto più improntata all'autosufficienza che non ad accompagnare per mano lungo il tragitto. Tutto ciò, unito alla sua eccellente fama di scalatore, ha allargato il divario fra ciò che gli scalatori si aspettavano da lui e ciò che ricevevano giorno per giorno in termini di assistenza ed incoraggiamento, salvo poi, al momento buono, vederlo spuntare nella bufera e riportarli in salvo.


Concludo dicendo che, dopo aver letto diversi libri che narrano di spedizioni e disastri in montagna, la discordanza delle versioni da parte dei partecipanti è la norma, non l'eccezione e che ciò che avvenne sulla vetta dell'Everest nel maggio nel '96 fu la somma di una lunga serie di errori e sfortune che non possono vedere un unico responsabile.
Ciò nulla toglie alla bellezza di "Aria sottile" (forse il più bello dei libri di montagna che abbia letto finora).
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Ultima modifica di marci72; 22-09-2010 a 11:58
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Vecchio 22-09-2010, 12:02   #11
GHIAIA
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Che dire ti quoto al 100%.
Ah, non volevo dire che Fisher fosse un pivellino, ci mancherebbe! intendevo dire che era il suo primo Everest semplicemente

Sono stata approssimativa nello scrivere che il punto chiave di Krakauer fosse la figura di Bukreev, ma senza dubbio a lui va una colpa non della tragedia (come dici tu, ci sarebbe solo una vittima, Fisher) ma da un punto di vista umano e di concepire le guide Himalayane.
La condanna di Krakauer a Bukreev è categorica a partire dalle ripercussioni su Fisher stesso.

Comunque intendevo punto chiave nella discussione Krakauer-Bukreev... Non nella tragedia globale in cui concordo al 100% con la tua analisi.

Aggiungo anche io delle considerazioni personali:

Krakauer è rimasto sconvolto da questa esperienza e si accolla colpe e responsabilità che faccio fatica ad imputargli.
Egli applica il suo stesso metro di misurazione, SEVERISSIMO, anche nei confronti di Bukreev.

Io ammetto di provare molta empatia nei confronti di Krakauer,
questo non significa che abbia ragione perchè come tu stesso hai detto "in buona fede" magari ha raccontato menzogne.

Sono curiosa di andare avanti con il libro di Bukreev, non solo per rendere "giustizia" a quell'uomo, ma perchè è interessantissimo vedere la stessa scena da un'inquadratura diversa.
...Anche se la prefazione di Mirella Tanderini l'ho trovata abbastanza orticante.

Parlando non delle persone, ma dei libri:
- Aria Sottile IMHO è un capolavoro. Complice il fatto che Krakauer sia un giornalista, ovvero uno che scrive di lavoro

-Everest 1996, non ha quella spinta di Aria Sottile, è più un libro di "doveroso" per spiegare la propria versione dei fatti...

-Il mio Everest, che ho solo sfogliato per adesso mi sembra ancora il meno valido di tutti.

Secondo me, neh
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Vecchio 22-09-2010, 12:06   #12
MAMOZETA
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Caspita, ho trovato dei fior di opinionisti (lo sto' dicendo molto serio) e sono veramente attratto dal vostro sapere e dal vostro scambio di pareri educato, preciso, documentato .
Complimenti a tutti Voi. Vi seguo in tempo reale.
Domanda dalla risposta scontata (penso) : avete letto "La morte sospesa" di Simpson?
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Vecchio 22-09-2010, 12:11   #13
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certo che sì , altro capolavoro del genere

@Giada: hai visto al cinema "North Face - una storia vera"?
l'ho recensito sul Monthy...
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Vecchio 22-09-2010, 12:18   #14
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Caspita, ho trovato dei fior di opinionisti (lo sto' dicendo molto serio) ............

che bello vedere che anche qui c'è gente che ne sa così tanto di montagna ........
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E’ bene seguire la propria inclinazione, purché sia in salita.
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Vecchio 22-09-2010, 12:21   #15
GHIAIA
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Quote:
Originariamente inviata da marci72 Visualizza il messaggio
certo che sì , altro capolavoro del genere

@Giada: hai visto al cinema "North Face - una storia vera"?
l'ho recensito sul Monthy...
Noooo...
vado a cercare il tuo 3ad e cerco il film, non sei il primo che lo indica
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Vecchio 22-09-2010, 12:29   #16
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Vecchio 22-09-2010, 12:31   #17
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Io non faccio parte di quella categoria...

mi spiace per te.......

non sai cosa perdi.

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E’ bene seguire la propria inclinazione, purché sia in salita.
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Vecchio 22-09-2010, 12:32   #18
marci72
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neanch'io, perlomeno dal punto di vista della pratica

però mi sto applicando per vedere di recuperare
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Vecchio 22-09-2010, 12:35   #19
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Quote:
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mi spiace per te.......
non sai cosa perdi.
Sono amante della montagna,
sono della Val di Susa e so cosa mi perdo...

Solo non mi definisco esperta, ne un "alpinista", quanto solo un'appassionata
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Vecchio 22-09-2010, 12:51   #20
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Ahahah scusate la parentesi,
son in ufficio (lavoro in una grande azienda in un openspace nel settore IT) e avevo Everest 1996 sulla scrivania...

Si è avvicinato un incravattato di turno e mi fa "scusa se ti disturbo, ma questo è il libro di Bukreev?"...

Fantastica discussione alle 11.50 del mattino
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Vecchio 22-09-2010, 13:37   #21
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comunque Giada, sono molto curioso di sapere il tuo parere una volta terminato il libro, visto che proprio le ultime pagine, narrate in prima persona da Bukreev, sono le più toccanti
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Vecchio 22-09-2010, 14:38   #22
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che bello vedere che anche qui c'è gente che ne sa così tanto di montagna ........
Scusa, ma Innocentemente non colgo il tono. Devo interpretarlo come serio o come sfott..
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Vecchio 22-09-2010, 15:13   #23
joesimpson
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che bello vedere che anche qui c'è gente che ne sa così tanto di montagna ........


beh è un po' quello che ho pensato io leggendo tutti gli interventi nel 3ad



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Scusa, ma Innocentemente non colgo il tono. Devo interpretarlo come serio o come sfott..
da parte mia (non so per cit) sicuramente entrambe le cose....
piacevole trovare tante persone appassionate, sicuramente fa sorridere ma con un velo di amarezza leggere le condanne o assoluzioni di Alpinisti con le palle come angurie da parte di gente che l'alpinismo l'ha vissuto solo sulla sua poltrona leggendo i libri di tizio e caio

all'epoca della tragedia la moto stava in garage tanto, ma in compenso ero in montagna 100 gg l'anno con corda e ramponi

prima del libro, lessi il resoconto di krakauer direttamente su una rivista americana di alpinismo (la stessa che aveva pagato la spedizione di krakauer)

poi venne il libro, che lessi in inglese prima ancora che venisse tradotto in italiano..........poi ho letto quello di boukreev, sempre in inglese

non esprimo commenti sulle persone, a quelle quote non sono mai stato, sono arrivato al massimo su un 7000, ma mi è bastato per poterne tornare e sapere che quando sei a certe quote, indipendentemente da spedizione commerciale o meno, la differenza tra vivere e morire è solo un sottile diaframma molto più fragile che non a 3000 metri (per non parlare del cemento armato che può esserci a 200 mt). e che può essere facilmente spezzato da una decisione sbagliata.

le tragedie in montagna si son verificate anche senza le spedizioni commerciali (come dimenticare la tragedia di diemberger e julie tullis al k2 dieci anni prima????)

certo, l'unica cosa che deploro è che c'è gente che organizza le spedizioni ad un 8000 portando gente che con l'alpinismo ha poco a che fare, ma chè è in grado di pagare le decine di migliaia di euro necessarie
il guaio è che quando uno ha pagato certe cifre crede di poter aver diritto ad ogni cosa, e, se leggete attentamente il libro, krakauer stesso punta il dito su questo.......

ma è un po' la stessa cosa in tutti i campi, anche in moto....
la gente si illude di poter vivere qualunque avventura, visto che esiste qualcuno in grado di fargliela comprare.....


comunque il libro..... leggetelo, merita e fa riflettere
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Ultima modifica di joesimpson; 22-09-2010 a 15:16
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Vecchio 22-09-2010, 15:35   #24
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interessante punto di vista, ma sinceramente....siamo su un forum che parla di libri....che facciamo? chiudiamo il 3d e ne ri-parliamo solo dopo aver scalato un 8mila? e se voglio recensire un thriller, prima devo fare una strage per valutare se lo stato d'animo dell'assassino è stato riportato fedelmente?

se per discutere di un argomento devi esserne un esperto in prima persona, allora mi sa che il forum languirebbe un bel po'....l'importante è essere chiari e tenere le proprie opinioni distinte dai fatti e non spacciarsi per ciò che non si è (io, ad esempio, NON sono un alpinista...sto appena appena cominciando ad approcciarmi alla montagna, ma con tanto entusiasmo)

detto questo, massima stima per le tue esperienze alpinistiche (basta già il tuo nick per fare capire la tua passione) e spero un giorno di poter vantare anch'io qualche esperienza in alta quota
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Vecchio 22-09-2010, 16:14   #25
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......
le tragedie in montagna si son verificate anche senza le spedizioni commerciali (come dimenticare la tragedia di diemberger e julie tullis al k2 dieci anni prima????)
......
approfitto di questa frase, che trovo giustissima, per un'ulteriore riflessione: il curriculum alpinistico del team dei clienti di Fischer non era disprezzabile in assoluto, anzi!
Diversi di loro erano già veterani dell'Himalaya con almeno un 8mila alle spalle e tutti avevano preso molto seriamente la spedizione....sicuramente ci sono state e ci sono tutt'oggi spedizioni non "commerciali" composte da persone molto meno preparate e motivate. Questo proprio per non voler generalizzare e colpevolizzare un fenomeno che, se ben gestito, può rappresentare un'importante risorsa per le popolazioni locali.

A proposito del k2, oltre alla tragedia del '86, credo che sia ancora più triste quella del 2008, non tanto per la semplice e tragica conta dei caduti, ma per il fatto che, con il senno di poi in cui noi alpinisti da salotto eccelliamo, proprio grazie alle lezioni tratte dai disastri che l'hanno preceduta, poteva essere prevista ed evitata....
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Ultima modifica di marci72; 22-09-2010 a 17:51
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