Randagiata perche' la parola viaggio mi fa pensare a qualcosa di pianificato, a punti fissi e nella nostra avventura, di questo non c'è stato traccia. La stessa meta è stata messa in discussione ... ma andiamo per ordine.
Tutto inizia dai post di Gerhard sulla Albania con quelle stupende foto e quelle frasi rassicuranti sulla popolazione.
Una delle prossime mete pensavo, magari a settembre. Settembre potrebbe essere un buon mese per trovare un compagno ma dei molti amici interessesati con nessuno si è concretizzato una sincronizzazione per varie problematiche.
Poi sento Gio per un saluto e gli chiedo "vieni in Albania con me?" e lui subito risponde "ultima di settembre? perche' no!"
Ci prendiamo un po di tempo per reperire cartine e materiale. Nel frattempo salta fuori un problema alla moto di gio che sembra non trovare
spiegazione. I ragazzi di lc8 cercano di aiutare in tutte le maniere ma nulla da fare ... gio mi dice che probabilmente non verrà aggiustata in tempo.
E' dura per me pianificare qualcosa con l'incognita poi di non partire ... così rimando tutte le mie buone intenzioni di pianificare qualcosa.
E' la settimana prima della partenza, il lunedì gio annuncia che il suo meccanico dovrebbe aver risolto il problema, cosi si precipita a provare la moto con tale
entusiamo da farsi venire le placche in gola, tanto da doversi riempire di antibiotici.
Si parte quindi, e procedo a verificare nuovamente la documentazione necessaria. La dicitura del sito viaggiare sicuri "Necessario il Certificato internazionale di circolazione" prima trascurata ora mi manda in panico ... telefono in motorizzazione e in maniera dubbiosa se la cavano dicendomi che serve la "patente internazionale" ma servono 15gg.
Gio mi rassicura che eventualmente l'Albania puo' attendere e ci saremmo potuti concentrare sui balcani della ex Jugoslavia.
Procedo alle pratiche per la patente internazionale e chiedo a chi posso se serve (compreso i consolati albanesi che trovo su internet).
Nel frattempo ordino tutte le mappe dei balcani, chieo informazioni a President e Huey e mi rileggo tutti i vecchi post sui balcani in particolare quello di Huey e quello di naga sulla bosnia.
Tutti mi rispondono che non serve, quindi il giovedi decidiamo di prenotare i biglietti per Durazzo. Venerdi passo per scrupolo in motorizzazione e scopro con piacere
che in appena due gg mi hanno preparato il documento (forse la mia faccia esprimeva bene la mia disperazione).
Sabato aspetto Gio a Modena per partire insieme in direzione Ancona. In autostrada una macchina ci affianca con insistenza, non capisco ... era Stefano che ci salutava
La nave che dovrebbe partire alle 19,parte con almeno un'ora di ritardo ma l'emozione di iniziare questa avventura, non ci fa pesare la cosa.
Mentre carichiamo le moto in nave (le uniche), conosciamo Giorgio mentre cerca di parcheggiare i suoi ape
ci dice di essere stato il primo ad aprire un negozio di moto a Tirana. In nave gli mostriamo le nostre intenzioni chiedendogli delucidazioni su
i dubbi rimasti dalle esigue informazioni reperite sul paese. Ci spiega dell'orgoglio che caratterizza l'albanese ma ci dice che di fatto buono ed ospitale.
Sbarcati dopo le 16 (con qualche ora di ulteriore ritardo) è breve il tragitto che percorriamo su asfalto (2 autovelox) e subito ci ritroviamo con le ruote nella polvere. Arriviamo al primo alloggio indicato sulla mappa
con il buio dopo un breve tragitto in notturna.
Il mattino non è facile partire da freddi in fuoristrada, ma basta poco e subito siamo al 100%.
Arriviamo al primo villaggio, il nostro primo rifornimento e via subito
Stiamo seguendo le traccia di Gerhard, ma una strada segnata panoramica ci fa subito cambiare rotta, quindi seguendo le distanze della mappa cerchiamo di indovinare il bivio dalla strada principale
Troviamo il bivio e la traccia sul gps sembra confermare la mappa, questo mi tranquillizza ... ma basta un chilometro ed ecco un bivio non segnato: non si riconosce la strada principale e quindi presumiamo la direzione
di entrambe, battezzando quella sulla sinistra. Non ci convince ma decidiamo di farne un pezzo per vedere la direzione effettiva dopo qualche curva. Quando ci decidiamo a tornare indietro, buttando lo sguardo di nuovo
verso un'ulteriore curva cambiamo di nuovo idea e proviamo a continuare. Ci basiamo sulla linea del confine della provincia, siamo piu est rispetto la mappa, ma ad ogni modo stiamo andando verso nord ... probabilmente si ricongiungerà con l'altra piu avanti.
incontriamo ulteriori bivi, ma stavolta riconosciamo la principale che seguiamo ... finalmente incontriamo un pastore ... ma quando gli mostro la mappa si allontana come impaurito, probabilmente
non sa leggere mi dico e gli indico la direzione della strada, lui copia il gesto e io lo ringrazio ... ecco un timido sorriso e riprendiamo la strada che peggiora sempre piu
la strada continua a salire e dopo molto incontriamo un gruppo di boscaioli che mangia all'ombra del camion, l'istinto mi dice di non fermarmi cosi saluto e come se fosse la cosa piu naturale
continuiamo lungo il percorso. Non so quanto tempo hanno impiegato loro a salire e quanto durerà il loro viaggio ma da li in poi la strada cambia, traccie profonde, pozze di fango, tratti abbandonati per la difficolta
e altri rinforzati con gli alberi per non sprofondare e noi ... dritto, curva dopo curva
finalmente arriviamo in cima alla montagna e sorpresa, la strada è sbarrata da una catasta di alberi. Aggiriamo l'ostacolo ma oltre nessuna traccia, probabilmente dovremo tornare indietro, ma nulla ci costa ad esporare un po quell'immenso pratone e qualcosa che assomiglia ad una traccia lo troviamo, probabilmente un ricordo
l'idea di tornare indietro non ci piace, e cosi avanti fino ad essere bloccati da una discesa ripida con sasso smosso dalla quale valutiamo di non poter eventualmente risalire.
Dobbiamo decidere se provarci o desistere: nella prima ipotesi, se qualcosa fosse andato male, chi ci avrebbe trovato?