Sette anni a rimandare. Sette anni.
Poi arriva il momento in cui decidi che quella moto lì ferma, per quanto sia costata due soldi e costi molto di più finire di sistemarla, è un peccato lasciarcela. E allora inizi a comprare quel che manca e fare quel che deve ancora essere fatto... fino al giorno in cui quei due soldi son diventati un pochini di più e soprattutto sono un pochini di meno nelle tasche, ma finalmente la tua motina, uguale uguale a quella di quando avevi diciassette anni... è pronta per mettere le ruote in strada.
Giovedi scorso era il giorno X. Metto il casco e vado a fare la revisione, che inaspettatamente la fumosa passa senza il minimo problema.
Emozionato come un quarto di secolo prima, esattamente nello stesso modo, vado a fare il primo pieno e decido un giro in Chiantigiana prima di andare al lavoro.
La stronza me la ricordavo diversa. Meno scomoda. Più veloce, anche... ma è ovvio che i parametri oggi sono diversi. La mancanza assoluta di freno motore mi spiazza, le gomme sono nuove... io sono vecchio... e confidenza proprio ne trovo pochina.
Il motore spinge abbastanza bene sotto ma fa fatica in alto: mi riprometto da giorni di controllare la candela, ma tanto la mattina seguente ho l'appuntamento per sistemare la forcella col paraolio scoppiato e farò controllare a chi ha più mestiere di me.
Alla fine faccio una cinquantina di chilometri di Chianti e vado al lavoro dubbioso, molto dubbioso sulla soddisfazione che questa motina mi dà o mi saprà dare: è più faticosa di quel che mi ricordavo, e andarci forte è parecchio meno facile di quel che mi ricordavo. Però ogni volta che la guardo, anche se ancora le mancano tutti gli adesivi, la vedo come la moto più bella del mondo. Forse perché davvero è in assoluto una delle moto esteticamente più belle degli ultimi trent'anni, chi lo sa...
Venerdi giorno libero dal lavoro: spero di riuscire a far sistemare gli ultimi dettagli in mattinata così da poter fare un giro vero nel pomeriggio. Parto da casa e la sento già più "mia". Inizio ad apprezzare, anche a bassa andatura, quanto è leggera e quanto è veloce nel passare da una inclinazione all'altra.
E' ora di portarla dal dottore: venti chilometri di statale... per metà la stessa che facevo per andare a scuola. Riaffiorano i ricordi.
Su quel dritto in discesa la mattina se trovavo libero tiravo la quarta e la quinta, per imboccare il curvone in pieno, mettere la sesta a metà e scaricare anche tutta la settima prima del semaforo a fine rettilineo: quando sbagliavo la traiettoria del curvone o il motore non rendeva quanto doveva vedevo i 160... nelle mattine buone anche i 165.
Decido di sentire come va, ma un quarto di secolo di vita vissuta in più mi fa ricordare che all'interno di quel curvone che facevo ogni mattina in pieno c'è e c'era una draga, con il relativo rischio di camion in uscita. Realizzo che sono sopravvissuto tante volte per miracolo e con un po' di spirito conservativo in più attacco la curva a gas pieno ma in quarta.
Naso nel cupolino... lancetta a diecimila... altri cinquecento giri e metto dentro la quinta........... SKRRREEEEEEEEKKKKKKKKKKKKKKK!!!!!!
Nemmeno il tempo di realizzare cosa sta accadendo, che mi trovo a cento all'ora con la lancetta del contagiri a zero, la ruota dietro bloccata e il culo fuori di mezzo metro dalla linea retta tracciata dalla ruota anteriore.
Un attimo di panico... sensazione di impotenza... culo stretto che non ci passerebbe uno spillo... e nella mente si materializza, agghiacciante, il concetto di GRIPPAGGIO. La moto intraversata nel frattempo allarga sempre di più la traiettoria, fin quando il criceto dentro la scatola cranica non accelera a sufficienza la sua corsa per impartire alla mano sinistra il comando di tirare la leva della frizione.
Ci raddrizziamo, e terminiamo la nostra corsa per inerzia circa trecento metri più avanti. Siamo salvi, io e lei, e lì per lì nemmeno metto bene a fuoco il rischio corso.
Nel pomeriggio riesco a recuperarla e portarla finalmente dal dottore. La scena che si presenta all'apertura del motore è apocalittica.
Non siamo riusciti con certezza a capire la causa, ma con tutta evidenza è mancata lubrificazione. Forse ho carburato troppo magro, forse il miscelatore non ha fatto il suo dovere, forse l'olio non era all'altezza: non lo sapremo mai.
In ogni caso mi trovo con cilindro, pistone e biella andati... per non sapere che altro può esserci di distrutto. Sto già cercando un motore completo, che potrebbe essere la soluzione meno onerosa, dopodiché decideerò il da farsi.
Sette anni ferma in attesa di cure... per poi durare settanta chilometri. E sono contento che non mi sono fatto niente perché poteva andare molto molto male.
Qualcuno mi ha detto che per me guidare quella moto non è destino, e forse ha ragione. Devo riflettere... ma ancora la ferita è troppo fresca.