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Vecchio 18-03-2018, 19:15   #1
me'ndo
Mukkista
 
Registrato dal: 01 Feb 2018
ubicazione: Amena località della media Val Seriana
predefinito Romania ... Ti Lovvo

Romania ti lovvo …

Seduto sul divano osservo il mucchio di borse, zainetti e ammennicoli vari accatastati in mezzo al soggiorno in attesa di essere riposti in giro per casa.
La Sòra Anna mi guarda sottocchio e accenna ad un sorriso compiaciuto: ho capito, seleziono, lavo e risistemo io … Con quello sguardo mi ha spogliato della divisa da Comandante ed ha ripreso il controllo del suo tempo, ma soprattutto del mio. Sigh ! Voglio tornare in ferieeeeee.

Questo è l’anno buono, dopo aver letto innumerevoli report e raccolte ulteriori informazioni da conoscenti, carico la Pan di tutta le mercanzie necessarie, e partiamo alla volta della Romania.
E’ un’escursione sulle tracce del mitico Vlad Tepes e dei suoi castelli (Draaaaccculaaaa) ma anche, forse soprattutto, alla scoperta di un paese che sembra così lontano ma che, e ne abbiamo avuto conferma, ci è molto vicino culturalmente e ci ha fatti sentire quasi a casa.
Attraversata la Slovenia, ci addentriamo nella pianura ungherese, in quella che un tempo fu la pianura Pannonica. A Nagykanizsa (nome facilissimo da ricordare e pronunciare) lasciamo la A4 per tuffarci tra le colline e le sterminate distese di girasoli che colorano queste campagne ben coltivate. I paesi sono per lo più poche case lungo una statale poco trafficata. A rallegrare questa parte del viaggio provvedono le indicazioni stradali. Szentmargitfalva non è la bionda fata di una fiaba ma un paesino a pochi km da Tornyiszentmiklòs, che è già uno scioglilingua, quasi come Somogyszentpàl. Commentare questi nomi ci aiuta a superare qualche momento di stanchezza; il sole ci perseguita (che rogna èèh?) lungo i rettilinei infiniti che raccordano tratti collinari più guidati. A Pécs, che vanta un glorioso passato ed ha dato i natali a Franz Liszt, “sé magna sé pacia e sé lava la facia” (non credo serva traduzione).
Riposati, siamo pronti alle code generate da un lunghissimo cantiere che raddoppia la sede stradale e ad entrare in Romania all’altezza di Arad.

Castel Corvino
https://youtu.be/75Fefx0Po8s

A Hunedoara visitiamo l’imponente Castel Corvino da poco restaurato e poi di buon trotto ci sorbiamo la statale 7 e poi la 1. Da poco l’autostrada A1 è stata completata fino a Sibiu e questo fatto ci ha permesso di gustare il percorso sulla statali con poco traffico. Anche in Romania proseguono le coltivazioni di mais, grano, luppolo e … girasoli. Capita di vedere rapaci posati sui pali delle recinzioni, il nostro passaggio non sembra disturbare la loro ricerca di cibo, e sulle case, ma anche su apposite strutture montate su pali, si notano grandi ceste atte a favorire la nidificazione delle cicogne e alcuni grandi nidi sono abitati.
Sibiu ci accoglie con la prosperosa bellezza di una giovane receptionist con due grandi … occhi blu e un sorriso abbagliante incorniciato da una folta chioma nera, miglior biglietto di benvenuto non potevamo sperar di trovare. In effetti Sibiu merita un viaggio. Veramente piacevole il passeggio nel centro storico di impronta sassone, così pure lungo l’affollato corso, ricco di negozi e punti di ristoro. Nella Biserica Evangelica ci siam pure gustati un concerto d’organo (oltre 6000 canne) oltre alla bella vista sulla città dalla torre campanaria e .. e .. e…

Sibiu
https://youtu.be/IibWWv2iiWE

Lasciamo Sibiu alla volta di Bucarest, percorrendo la 7c, sua maestà la Transfagarasan, una delle più scenografiche e nominate strade di Romania. L’aspetto negativo, comune a parte delle strade rumene, è il fondo stradale sconnesso, con moltissimi rappezzi non proprio a livello, a volte profonde buche e sporco (inteso come ghiaietto non pattume). Belli alcuni scorci e la Cascata Capra ma noi raggiungiamo la lunga e buia galleria, che a circa 2000m ci porta sull’altro versante dalla montagna, sotto le prime gocce di un temporale e quindi, senza fermarci al passo, l’infiliamo speranzosi ma la pioggia ci accompagnerà anche per buona parte della discesa, spegnendo quasi del tutto l’entusiasmo per questa strada. Il sole ci ritrova che costeggiamo un lungo bacino artificiale, impegnati in una infinita successione di curve disturbate da un pessimo fondo stradale, praticamente impieghiamo un’ora per circa 20 km però asciughiamo le giacche. Superata la diga, forse la più grande in Romania, la strada migliora e scende in una forra il cui imbocco da Sud è dominato dai ruderi della fortezza di Poienari, uno dei castelli del Vlad. Ci siamo risparmiati i 1480 gradini che portano ai ruderi del castello in favore della visita al monastero di Curtea des Arges (antica capitale della Valacchia), affollato di fedeli, turisti e monaci, tutti messi in fuga da un’improvviso temporale, completo di vento e tempesta. Forse il Vlad ci ha punito per la mancata visita al castello e noi, addossati al muro di cinta del monastero e riparati da impermeabile e casco prontamente indossati, abbiamo aspettato che smettesse. Praticamente impossibile descrive a parole questi ambienti monastici tutt’ora attivi. Ricchissime decorazioni dorate illuminano gli interni e quasi sminuiscono le eleganti e raffinate architetture esterne e i giardini che le circondano.
Il motivo della puntata negli afosi 38° di Bucarest è il mega palazzo presidenziale voluto da Ceausescu. Visita interessante. Tutto è esageratamente grande e lussuoso. Gradevole anche la passeggiata serale nei giardini con fontane su Bulevardul Unirii, che dal palazzo presidenziale raggiunge il cuore della città fiancheggiato da imponenti palazzi senza terrazzini ma con fregi ai piani superiori. Le 4 corsie del viale, due per senso di marcia, sono separate da un’aiuola profonda 30/40 metri con alberi d’alto fusto, a sua volta divisa da vasche con fontane con illuminazione multicolore. Le griffe più in voga riempiono le vetrine dei negozi lungo il viale.
Si nota un certo degrado in queste opere faraoniche, forse son costose da mantenere, forse costruite non al meglio o forse altre priorità costringono a posticipare qualche intervento.

Transfagarasan
https://youtu.be/HuyZGXhqt2s

Curtea des Arges e Bucarest
https://youtu.be/ZSGSbpmmDfc

Soddisfatta la curiosità circa il 2° palazzo al mondo come volume, il 1° è il pentagono, torniamo verso Nord, a Sinaia, nei monti Bucegi, in un ambiente quasi alpino.
Sinaia è un affollato centro di villeggiatura, un’ ottima base per escursioni nei monti circostanti. Inoltre vanta un monastero e la cattedrale; c’è poi il castello di Pèles, una reggia di pietra e legno … ma che legno … e che reggia … e la location … Alti abeti fanno corona al complesso creando una sublime scenografia. Agli interni si accede, con visita guidata, dopo aver indossato dei soprascarpe usa e getta per non rovinare i pavimenti e non apportare sporcizia. Io ho dimenticato di toglierli all’uscita e con loro ai piedi ho visitato anche parte del parco. Anna, gelosa dell’interesse che suscitava tra i presenti questa mia mise, me li ha fatti togliere … così azzurro cielo sembrava mi donassero.

Sinaia Castel Peles
https://youtu.be/bwaNDcGt-H4

La 73A si stacca dalla 1 poco prima di Predeal e, oltre a regalarci il piacere di una buona strada di montagna ci porta velocemente a Bran, dominata dal famoso castello di Dracula, uno dei tanti in verità, ma certamente uno dei più caratteristici così appollaiato su una rupe a dominare la valle e il paese omonimo. Se fuori ha l’aspetto severo della fortezza, l’interno è gentile con i suoi ballatoi in legno, i passaggi ex segreti e le stanzette più riparate ben arredate. Ovviamente il nostro Vlad è onnipresente e ben messo in mostra.
Da Bran puntiamo verso Sighisoara, città natale del nostro eroe e della sua famiglia, e lungo la strada passiamo sotto l’imponente fortezza di Rasnov, con la sua scritta stile Hollywood.

Castello Bran e Sighisoara
https://youtu.be/7PaguDfR0ac

Sarebbe da visitare, e ancor più Brasov che sfioriamo in tangenziale, ma ci aspetta la Biserica fortificata di Viscri, che raggiungiamo percorrendo una strada rurale sterrata.
Il villaggio, seguendo lo stile tipico della zona, si sviluppa con le variopinte case affiancate le une alle altre che lasciano un’ampio spazio di rispetto alla sede stradale.
Entriamo nel recinto della Biserica e ci raggiunge un ragazzo, forse 16/17 anni, che dall’abbigliamento o era nell’orto o in una stalla ed ha interrotto per venir su alla chiesa. Noi parlottiamo e lui, sentite le nostre voci, si rivolge a noi in italiano, paghiamo il dovuto, 8 Ron (circa 1,80€) e ci attardiamo nei pressi dell’ingresso. Lui si mette ad armeggiare con un Ipad mentre arrivano due anziani tedeschi (sich nostri coetanei .. doppio sich), e interloquisce in tedesco, dopo un po' dei ciclisti inglesi e pure inglese parlava. Mi son sentito tanto gnùrant … soddisfatti della visita usciamo, lui è ancora lì stavolta a spiegare in francese ad un gruppetto la storia della Chiesa con una naturalezza che ci ha piacevolmente stupito.
Ne è valsa la pena, le oche a bordo strada completano il quadretto che già era stato arricchito dai tacchini che sbeccuzzavano lungo la salita alla chiesa e dai cavalli legati al giogo davanti alle case.
E poi c’è la concorrenza tra i 2 bar, noi optiamo per quello con “vista” sul centro, non ha il caffè ma acqua, bibite e gelati confezionati oltre a generi alimentari vari. Sarà gelato.
Ceniamo in hotel e passiamo la serata tra le mura di Sighisoara, le sue porte fortificate, la lunga scala coperta a salire al vescovado, i bastioni fioriti e scopriamo però anche che dopo le 22,00 cessa ogni servizio di rinfresco/ristorazione e così ci ritiriamo con le “nostre voglie” insoddisfatte.

Lasciamo Sighisoara alla volta di Turda, dove ci aspetta una miniera di sale trasformata in parco giochi, piscine all’aperto e giochi vari nell’enorme cavità creata nella montagna dall’attività di estrazione, c’è pure il laghetto romantico con le barchette a remi. Interessante oltre che particolare e aggiungerei decisamente salato. Una breve deviazione nel percorso ci permette di raggiungere Biertan, dominato da una delle maggiori Biseriche (Chiese) fortificate di Romania. Queste chiese, molte con annesso monastero, risalgono al 15°/17° sec, e servivano a difendere i luoghi di culto, ma anche le popolazioni locali e il loro bestiame, dal brigantaggio e dalle incursioni turche, all’epoca molto frequenti. Superate le necessità difensive è rimasto lo stile che si ritrova anche in chiese di recente costruzione. Questi paesini sono lontani dai centri maggiori e solo l’ammodernamento della rete stradale li rende raggiungibili agevolmente ed è un bene perché questi monumenti, tutelati dall’Unesco, spesso sono l’unico spunto d’interesse, anche da un punto di vista economico, in zone esclusivamente votate all’agricoltura.

Viscri e Biertan Biseriche Fortificate
https://youtu.be/SMzsJVlSYcY

Turda miniera; Cluj-Napoca
https://youtu.be/E3wf_kuT9Xk

Una mezza giornata a Cluj-Napoca che dista pochi km da Turda e siamo pronti per raggiungere Gura Umorului che ci farà da base per una giornata tra monasteri della Bucovina.
La trasferta si rivela tormentata dal traffico fino a Targu Mures poi via via sempre più scorrevole e deserta e questo, unito ad un fondo stradale da riferimento, ci consente di gustare appieno gli ampi e ben disegnati curvoni della valle del Raul Mures che qui scorre tra i monti del parco naturale Muresului. La valle sbuca nella torrida pianura coltivata che circonda Gheorgheni che lasciamo sfilando una mini Biserica fortificata giusto all’imbocco di un’ altra piacevole strada di montagna, la 12c, che conduce al Lago Rosa (Rosso mi precisa una conoscente rumena nativa della zona) che di rosa non ha proprio nulla ma in compenso è talmente affollato che decidiamo di proseguire rinunciando alla sosta. Pochi km più avanti attraversiamo le Bicaz Chei, le Gole di Bicaz. Pareti alte anche oltre 300m sovrastano la strada che attraversa la forra con qualche tornante e molte bancarelle nei punti ove è possibile fermarsi. Era prevista una sosta a Targu-Neamt per la cittadella fortificata e per il monastero ma guarda qui fotografa là e il tempo al’è scapà … e la strada è ancora lunga oggi.
La Pan scivola senza intoppi tra boschi e campagne e ci porta giusto giusto davanti all’ingresso dell’Hotel a Gura Humorului. Degno di nota l’ aver percorso un bel tratto di strada con due cicogne che volavano al nostro fianco a due metri dal suolo, spettacolo! Mann .. l’operatore video a volte è distratto e lento ad attivarsi quando serve.

Muresului, Bicaz Chei
https://youtu.be/Bl4KV95Q3_M

Sono molti i monasteri in Romania, per lo più Ortodossi, ma anche Greco-Ortodossi, e rari i cattolici. Alcuni antichissimi altri dell’800 o primi ‘900 ma quelli della Bucovina sono unici. Hanno interni riccamente decorati ma sono gli affreschi che ricoprono le facciate esterne a renderli unici. Si possono a ragione definire Vangeli per immagini. Gli eventi del Vangelo ma anche del vecchio testamento sono raffigurati in un tripudio di colori, a beneficio dei fedeli analfabeti che frequentavano/frequentano questi luoghi di culto. Alcuni sono racchiusi tra alte mura con torri, per proteggere monaci e ospiti dal selvaggio mondo circostante, altri solo circondati da un muro di cinta o da una staccionata a garantire almeno la riservatezza.
Voronet e il suo giudizio universale, Sucevita e le sue tombe reali, Humor che mi ha regalato la vista di un roseto che più roseto non si può e dove un temporalastro dispettoso e superumido mi ha bloccato nella torre di difesa. Ciascun monastero è simile agli altri per impostazione ma ognuno è distinto dal diverso colore di fondo negli affreschi. Sono ancora attivi sia come centri di culto che come foresteria, ovviamente sempre al completo. I più significativi sono sito Unesco.
Oggi, molti di questi monasteri sono circondati dal tessuto urbano ma non è difficile immaginare l’isolamento di certe zone anche solo 100 anni fa.
Piacevole sorpresa l’incontro a Sucevita, nel parcheggio antistante al monastero, con una comitiva di motociclanti toscani già incrociati a Malin Head in Irlanda l’estate scorsa. E’ proprio piccolo il mondo … 2 convenevoli eee … programmi per il 2016 ?
Percorrendo la DN17, che da Gura-Humorului costeggiando la Moldova, punta verso Bistrita, raggiungiamo i Maramures in un susseguirsi di piccoli paesini adagiati tra boschi e prati tutti con la loro Biserica dal tetto argentato. I Maramures sono una zona di montagna, a volte anche aspra, che fa da confine Nord tra la Romania e l’Ucraina. Percorrere queste valli consente di cogliere ancora oggi alcuni aspetti della vita rurale che sta via via scomparendo, superata dalla cosiddetta modernità. Antiche case di legno, alcune di dimensioni considerevoli, vengono abbandonate a favore di nuove e più moderne costruzioni e così le stalle, gli ovili, i fienili. Il nuovo avanza e solo in alcuni casi abbiamo riscontrato l’interesse alla salvaguardia, almeno delle caratteristiche esteriori, rivestendo di legno le costruzioni nuove.

Alcuni Monasteri della Bucovina
https://youtu.be/g1bMxyvo4sU

Molte abitazioni sono circondate da staccionate in legno più o meno decorato e scolpito ed in alcuni casi il cancello d’ingresso è una vera e propria opera di ebanisteria e scultura. Erano e sono i simboli del benessere e del prestigio del padrone di casa ed oggi, mi spiegava una nostra ospite, c’è un vero e proprio mercato attorno a queste opere che spesso vengono collocate ad impreziosire costruzioni nuove. La strada è scorrevole il traffico scarso e il pilota … goodeeee … il limite dei 90 non riduce il piacere della guida e si raggiunge così il passo che ci toglie il piacere della doppia corsia in salita ma ci regala la splendida vista sulla conca di Mestercanis. Sempre più frequenti le case di legno, alcune con i fiori ai balconi altre ridotte a depositi o abbandonate. Ma giungiamo il bivio per la 18 che ci porterà al passo Prislop e al suo monastero. La 18 segue la valle del Bistrita costeggiando il fiume in un paesaggio ancora più agreste; grandi covoni di fieno e cavalletti con stesi fasci di un qualche cereale a seccare fiancheggano la strada e le rare vetture incontrate sono perlopiù Pickup 4x4. Moto una. Anna nota immediatamente il cambiamento del fondo stradale e le minori dimensioni della sede e comincia a rumoreggiare … la tranquillizzo … è solo un pezzetto mento, e poi guarda qui … guarda là … e lei invece si preoccupa. Un gruppo di case e il fondo migliora un pò. Certo la Pan stracarica non è sul terreno ideale, servirebbero sospensioni più soffici e di maggior escursione ma questa abbiamo. Capita di sfilare a bordo strada delle casupole variamente decorate con panchina all’interno, sono fermate dei bus quindi qualcuno frequenta queste valli. Qualche agglomerato di case colora le pendici della vallata e su alcune costruzioni compare la scritta “E Vanzare" (vendesi).
L’ambiente si fa sempre più selvaggio e le sconnessioni sulla strada ormai son sempre più frequentemente buche, alcune di un certo rilievo. Sich ! beccarne una significa probabilmente lasciarci un cerchio … e lei rumoreggia sempre più. Peccato perché non riesce ad apprezzare gli scorci che questa valle regala. Alla sensazione di isolamento fanno da contraltare i bilici carichi di legname che incrociamo, sempre dietro una stretta curva ovviamente, e alcune splendide case in legno e case nuove impreziosite da decori o loggiate in legno. Superata Carlibaba la strada comincia a salire in modo più deciso, sempre costeggiando il fiume che nel frattempo è diventato un ruscello. In un grande spiazzo bordo fiume stanno allestendo una tendopoli, forse una festa, sicuramente le urla e le musiche qui non infastidiranno nessuno … Salendo in quota si riesce a cogliere la vastità delle foreste di abeti, aceri faggi, e chissà cos’altro ancora, che coprono i fianchi di queste montagne abitate da orsi, lupi, linci e oggi anche da noi. Sarebbe tutto più affascinante e piacevole se il fondo stradale non mi obbligasse allo zig zag tra i crateri lasciati nell’asfalto dal lavoro del gelo e dalla scarsa manutenzione.
Arriviamo finalmente al passo Prislop. Il monastero è in manutenzione e ritroviamo nuovamente i Toscani Irlandesi. Nuovi convenevoli e sorrisoni. Nel frattempo si è rannuvolato e ho appena rincuorata la moglie, quasi sopraffatta dallo sconforto per la strada, e impugnata la macchina fotografica che comincia a piovere. Non è l’acqua che mi preoccupa ma il fondo stradale a scendere verso Borsa: se si riempiono di acqua le buche il rischio di centrarne una diventa alto quindi foto di fretta e parte il rivestimento. Peccato, Prislop meritava certamente qualche momento in più.
La discesa si rivela invece decisamente migliore, forse è il lato più frequentato e quindi meglio tenuto. Dopo qualche km, scesi di quota, usciamo dal temporale. Siamo nella valle del Viseu, nel cuore dei Maramures. Il turismo sta raggiungendo queste zone, alberghi di nuova costruzione vanno popolando i punti strategici, la civiltà del legno cede al cemento che avanza, che stia nascendo una nuova Cervinia o Cortina D’Ampezzo? Molte valli alpine hanno attraversato un’evoluzione simile con successo.
A Visu De Jos noto che abbiamo appena attraversato Visu De Sus, un sorriso nasce spontaneo: mi sovviene Berghém de Sùra e dè Sòta … e quasi mi perdo la deviazione verso la valle dell’Iza, il massimo del Maramures. Qui molti monasteri e Biseriche, i più vecchi in legno di quercia. Una candelina l’accendiamo al monastero di Barsana, forse il più scenografico e ben tenuto (anche se meno prezioso di quelli della Buovina) e pure il più popolato. La visita è gratuita, si paga un prezzo simbolico per fotografare (usanza frequente il biglietto a parte per le foto dove permesso).

Maramures Mon Barsana
https://youtu.be/Mu7N9QeT1W0

La zona è veramente agreste, strette strade, spesso sterrate, si perdono tra boschi e campi toccando villaggi senza tempo che ancora conservano tradizioni e cultura ancestrali. In uno di questi paesini, Budesti, visitiamo una delle chiese in legno più vecchie di Romania, è chiusa e bisognerebbe chiedere ad un vicino per accedervi, sulla porta il N° di tel da chiamare. Ci accontentiamo dell’esterno, oltretutto il girellare tra queste stradine sta innervosendo il mio 51% che favoleggia ad alta voce di superstrade superliscie senza polvere, ghiaietto e animali vari che sbucano da siepi e staccionate, e quindi rinuncio ad inoltrarmi ulteriormente in queste lande antiche dove capita che i locali ti salutino al passaggio e qualche donna si affacci alla finestra per vedere chi sta disturbando i cavalli che brucano nei recinti fuori casa; manca solo il tramonto infuocato a colorare un paesaggio da quadro settecentesco: la Pastorale, Beethoven, l’ha immaginata quasi certamente davanti ad un paesaggio così.
Scaricata la ferramenta in Hotel a Sighetu Marmatjei raggiungiamo Sapanta per visionare un cimitero particolare, dove un artista del luogo ha dato vita all’usanza di illustrare le lapidi in legno con eventi che hanno caratterizzato la vita del defunto con immagini ed epitaffi, a volte, irriverenti. (Non conosco il Rumeno, l’informazione viene da guide e forum oltre che dai sorrisi sui volti di visitatori rumeni). Simpatico ma trasformato in un punto turistico raggiunto da pullman stracarichi. Qualche R.I.P. lo recitiamo sottovoce a scusarci per il disturbo al Loro riposo e per le immagini che abbiamo portato con noi.

Budesti e Surdesti e Sapanta Cimit. Vesel
https://www.youtube.com/watch?v=_q4ciVLY8w8

Sighetu Marmatjei, oltre ad essere vicino a Sapanta è anche a 200 metri dal confine Ucraino e questo rende la cittadina abbastanza caotica. Riusciamo comunque a cogliere alcune vestigia di un più florido passato giusto prima di proseguire sulla 18 in direzione Baia Mare. Il progetto era raggiungere l’Ungheria sfruttando il reticolo di stradine agresti, sarebbe stata una faticata ma avremmo arricchito ulteriormente la conoscenza della zona. Ma quando si condividono certe scelte, c’è sempre un ma, infatti Madama la Sciùra sentenziò: facciamo la principale ! Come il ben più noto Giuseppe risposi “obbedisco”. Dopo pochi km la 18 si innalza verso il passo di Gutàj, strada larga e curvosa, all’ombra di una foresta sale dolcemente ed è un piacere, ma come tutti i piaceri dura poco, ci ritroviamo ben presto a zigzagare su un fondo nuovamente sconnesso con l’aggravante del traffico intenso di camion e auto abbastanza frettolosi. Penso alle sospensioni della Pan e delle auto e in particolare a quelle di un Panda impegnata in una sfida non dichiarata con la nostra moto, che grazie anche alle innate doti del pilota si era ben liberata del traffico (eh eh eh). Ci ha comunque raggiunti in discesa e, in un curvone nel quale l’asfalto arricciato dai tir formava gradini in successione, ci ha superato lasciando dietro di sé rumore di meccanica in disfacimento e puzza di materiale d’attrito. (l’abbiamo comunque ripresa appena il fondo è migliorato). A offrire una pausa ai nostri sobbalzi la deviazione a Surdesti, altro villaggio quasi bucolico, per la visita alla Biserica. Sempre legno scuro di quercia di N centinaia di anni, oltre alla location vanta una guglia che svetta fino a 71 metri dal suolo, decisamente vicino al paradiso, forse è per quello che S.Michele ha trovato comodo affacciarsi li. Come nel più classico dei film un cane color miele (sporco) è sdraiato di traverso sull’entrata, alza un sopracciglio mentre lo scavalco per entrare. Solo la vista rende l’unicità del luogo e scopro che un sacerdote in abito bianco sta celebrando una funzione all’altare seminascosto da una grata … unico fedele il cane! Limitiamo al massimo l’invadenza (c’è divieto di foto e film ma sémo italiani) e, seguito dal cane, esco alla ricerca dell’inquadratura per una foto d’insieme. Il biondo si stanca presto di seguirmi e torna a presidiare la porta della Chiesa, noi torniamo alla moto, e ci avviamo verso il confine Ungherese, ci aspetta la lunga galoppata verso Budapest, ma questa è un’altra storia.

Budapest
https://youtu.be/3i6Kr5mHt0U

Commentino.
In buona sostanza ci tornerei domani. Visitarla, anche se di fretta, è stato un piacere unico. I monumenti, le chiese, i castelli sono risultati essere parte di un viaggio alla scoperta di una società che sta velocemente lasciandosi alle spalle anni di sofferenza e privazioni, quando non di povertà e miseria. Abbiamo visto una nazione a due velocità ben evidenziate dal carro stracarico di fieno trainato dal cavallo, a volte due, e dal bilico super potente che aspetta per sorpassarlo.
Naturalmente il rinnovamento richiederà tempo, oltre che denaro, ma se interessa la Romania di ieri c’è poco tempo per scoprirla, tra qualche anno resteranno i finti villaggi di campagna e le finte fattorie riunite in musei tematici a memoria dei tempi, forse belli, andati e l’abbigliamento caratteristico sarà sempre più riservato alle rievocazioni.
Per le strade non è così tragica, non credo vengano riasfaltate ad ogni primavera (ma neanche da noi) e la manutenzione è carente ma le principali sono nuove, veloci e ci si viaggia bene ma soprattutto sono in uno stato di continuo avanzamento. Alcuni tratti che noi abbiamo percorso sulla statale avranno presto l’alternativa autostradale rendendo più veloci i trasferimenti per quelli non interessati ai venditori di angurie, meloni, cipolle ed altri prodotti locali che si trovano in vendita su improvvisate bancarelle davanti alle porte di casa nei villaggi o lungo le statali dove risulti agevole fermarsi. E poi, in ultima analisi, anche quelle sconnesse, se le ho fatte io con la Pan son fattibili da tutti, e siamo pur sempre in ferie che fretta c’è.
Il comportamento alla guida è in miglioramento, sono i parcheggi l’aspetto più scioccante: a Bucarest 4 corsie (8 totali) in uscita dalla città, percorribile solo la 4^ le altre tre utilizzate come parcheggio provvisorio in 3^ fila ! Ammmaappaaaliiii peggio che Roma e Napoli, una bolgia dantesca. Ovviamente anche nei paesi è così, solo che il minor traffico e le strade abbastanza larghe minimizzano il disagio ma non il rischio. Con le frecce giocano agli indiani, freccia di qui e gira di là o senza etc (come da noi). L’aspetto più significavo sono i quadrivi , non importa chi ha la precedenza, ci si ferma si incrocia lo sguardo degli altri tre e si decide chi va e chi aspetta. Idem le rotatorie l’idea di avere la precedenza espone al rischio. Ogni variante a questa procedura si trasforma spesso in un micro incidente. Visti vari eventi. Ovviamente non tutti guidano così ma la nutrita minoranza si fa notare.
La polizia è onnipresente e dotata di ogni diavoleria atta a contrastare velocità o malaguida, specie nei centri abitati o nella prossimità, ma capita di vederli anche all’ombra di grandi alberi presidiare con telelaser lunghi rettilinei nel nulla che invitano a dare gasss, anche se la moltitudine di croci con fiori che si vedono a bordo strada fanno riflettere.
Attualmente i costi son meno della metà che in Italia, ancor meno nei supermercati, ovviamente le firme quasi si equivalgono, idem per gli Hotel, benzina qualcosa più di 1,2 Euro rete ben presente con l’unica eccezione delle autostrade nuove dove capita di trovare segnalate stazioni di servizio non ancora realizzate, al pari di alcune uscite, segnalate sui cartelli ma non presenti sulla strada.
Noi abbiamo prenotato da casa ma non è indispensabile, l’offerta è ampia ed economica. Abbiamo preferito così per essere più liberi con gli orari. Però abbiamo scoperto che è più conveniente, in vari casi i prezzi alla reception erano decisamente più alti (anche del 30/40%). Da notare comunque che l’Hotel più caro è stato pagato 57€ matrimoniale climatizzata + terzo letto con colazione a buffet e garage in 4 stelle, ha senso lesinare sul confort ? Cena 2 portate + caffè e dolce per 2 con birra (buona) mediamente 30€. Il vino viene normalmente servito a bicchieri (quasi vuoti) ed è costoso. Il bianco vien servito fresco solo presso gli hotel, al ristorante abbiamo chiesto una bottiglia ed era tiepido, ho chiesto del ghiaccio me lo volevano aggiungere nel bicchiere, scenografica la spiegazione della padella con dentro la bottiglia e visto che l’oste non inglesava in ostrogobergamascolinguadeisegni.
La valuta è il Ron che ha da poco sostituito il Lei togliendo 4 zeri. Cambio medio 1 Euro = 4,385 Ron.

Quando partiamo?

ps La 18 verso il Passo Prislop e la Transfagarasan mi risultano riasfaltate

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Ultima modifica di me'ndo; 18-03-2018 a 19:21
me'ndo non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 18-03-2018, 21:19   #2
Karlo1200S
Più scemo
 
L'avatar di Karlo1200S
 
Registrato dal: 29 Mar 2006
ubicazione: Milano
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Bellissimo resoconto... che voglia di partire!
__________________
RT LC'14 63K-CB1300S'13 34K-SMT 990'11 36K-XCHALLENGE'07 27K-K100RS 16V'89 103K-R80G/S'81 54K
Karlo1200S non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 18-03-2018, 22:01   #3
President
Radiator doc
 
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Registrato dal: 05 Aug 2004
ubicazione: luogo della madonna
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Pensavo si parlasse di incontri
__________________
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E-MTB
President non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 21-03-2018, 11:21   #4
petrel
Mukkista doc
 
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ubicazione: Arezzo
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Andremo ad agosto.
Presi alcuni spunti, grazie!
__________________
La vita è troppo breve per bere vino scadente.
petrel non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 21-03-2018, 12:27   #5
cichito60
detto "Il Vanga"
 
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Romania+Montenegro....gran bel giro !!!
__________________
A.G.E.R.
Compari di CAMPARI
...fermato da una pompa
cichito60 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 21-03-2018, 13:57   #6
toshiba
Mukkista doc
 
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Confermo che la 18 ad agosto 2017 salendo da Sighetu fino al Passo Prislop era un cantiere continuo...ad oggi penso sia stata tutta riasfaltata..
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Vecchio 02-04-2018, 22:47   #7
PaFla
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Presenti ad Agosto anke noi.
...l idea di essere 2 o 3 moto non sarebbe male...
P.
PaFla non è in linea   Rispondi quotando
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