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Vecchio 11-02-2018, 20:14   #1
Frush
Mukkista in erba
 
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Registrato dal: 12 May 2004
ubicazione: Pescara
predefinito L'altro OMAN




27 Gennaio 2018, giorno del mio 50mo compleanno, mi trovo su un volo diretto ad Abu Dhabi insieme a Luciano ed insolitamente senza Paola. Da qualche mese avevamo pensato che il viaggio dei miei 50 anni sarebbe stato un ritorno in Oman per visitare il sud fino a Salalah tutti e tre. Purtroppo per motivi familiari Paola ha dovuto rinunciare ma ha amorevolmente insistito affinchè andassi con Luciano. Il nostro amico Saleh di Dubai ci ha messo a disposizione le sue due moto per compiere il viaggio per cui non ho scuse: bisogna partire!

28 Gennaio 2018 - Saleh ci accoglie nella sua bella casa offrendoci una ricca e gustosa colazione a base di omelette dopo averci mostrato orgoglioso il suo garage dove fa manutenzione alle moto. Siamo tutti uguali noi motociclisti a prescindere dall'estrazione culturale.
Arriviamo finalmente alle moto: una BMW F800GS Adventure per Luciano ed una KTM 690 Enduro R per me. Quest'ultima sicuramente non è la moto ideale per fare un viaggio tutto stradale con oltre 500 km al giorno di media ma sono "giovane", ho solo 50 anni, che saranno mai vibrazioni e sella dura!
Riusciamo a partire alle 11. Direzione Ibra passando per la frontiera di Hatta.




13:30 Siamo in fila per fare il visto omanita. Riusciamo ad ottenere il visto dopo un'ora anche a causa di un tizio che si è messo a discutere sul prezzo da pagare.Pazzesco!
La moto è una vera enduro: sella dura, scarico akrapovich, tante vibrazioni oltre 100 kmh ma si lascia guidare bene per la sua ottima ciclistica. Da una moto di questo tipo mi sarei aspettato un avantreno leggero a velocità autostradali ed invece è sorprendentemente stabile. Poi mi sono sempre trovato bene con la ruota da 21" anche su strada.
18:30 Arrivati a Ibra di notte dopo 565 km percorsi su autostrade con temperature di circa 25 gradi e vento laterale da est.
Ibra è un paese di quelli "polverosi" tipici di queste zone senza nessuna "pretesa turistica" e per questo mi sta simpatico. Cena a base di mutton carry.



29 Gennaio 2018
8:00 Troviamo la bakery sotto l'albergo ancora chiusa per cui ci fermiamo ad un bar sulla strada per un gelato ed un caffè lunghissimo, bollentissimo e alla vaniglia come si usa qui.



La strada da Ibra ad Al-Ashkhara non è entusiasmante perchè attraversa una zona desertica parecchio abitata e trafficata.​



Superata questa città la vista del mare e successivamente del deserto e dei dromedari mi fa sentire in viaggio per la prima volta dalla partenza. Incrocio un cicloviaggiatore, entrambi ci salutiamo molto calorosamente con il braccio. Comincio a entusiasmarmi, che bello!
​Prendo più confidenza con la moto e devo dire che è sfiziosa. Percorro con insolita sicurezza (non sono un endurista) le centinaia di metri di sterrato sabbioso che separano la strada dalle belle spiagge. Mi sembra tutto facile con questa moto in confronto ai bisonti che di solito guido.







Il paesaggio, apparentemente noioso, col passare dei chilometri cambia: si passa da zone di vero deserto, le Sharqiya Sands, ad altre desertiche punteggiate da cespugli, alberi ispidi piegati dal vento a forma di ombrello rivoltato che mi ricordano la pampa Argentina.





Ci fermiamo a mangiare in un posto indiano lungo la strada prendendo pollo speziato con riso. Noto subito che qui la gente mangia con le mani come ricordo in Nepal. Siamo in un altro Oman, più povero di quello che abbiamo conosciuto 5 anni fa.




Gli ultimi 170 km sono pesanti perché il paesaggio è tornato noioso ed il vento rende l'avanzare più faticoso.
Alle 17 arriviamo al mega hotel costoso (circa 150€ ma non c'era di meglio) di Duqm. Appoggio subito le borse in camera e scendo subito a godermi la spiaggia prima che tramonti il sole.
Due studenti omaniti attaccano discorso chiedendomi di dove sono, perché viaggio in moto ecc. Uno dei due, Alì, mi chiede di fargli una foto e cancellare i brufoli con Photoshop.
​587 km percorsi oggi.






30 Gennaio 2018
05:40 Suona la sveglia. Dobbiamo fare circa 600 km. Durante gli ultimi 200 prevedo molte soste foto perché la strada dovrebbe essere una delle più panoramiche del viaggio.
​Massacranti i primi 300 km per il vento laterale da nord. Corriamo in una landa sperduta e piatta. Il nulla. Poi la strada si avvicina al mare ed il panorama cambia. Spiagge deserte e selvagge senza alcuna infrastruttura.
Incontriamo una coppia di cicloturisti Italiani molto simpatici. Arrivano da Muscat e hanno attraversato delle zone sperdute facendo anche 100 km di sterrato. Loro soffrono del vento peggio di noi però la bassa velocità consente loro di fare un'esperienza completamente diversa, forse più intensa della nostra. Dicono di aver visto delle lagune con varie specie di uccelli acquatici. Noi però siamo costretti a tenere un ritmo sostenuto: o così o niente.



Appena lasciati i ciclisti la strada sale sopra una montagna per poi rimanere su un altipiano a quota 720 metri. Le montagne sono spettacolari. Ogni tanto ci sono dei view point. Da uno si scopre uno spettacolare wadi a valle.

















Dopo diversi chilometri la strada scende di nuovo a livello del mare percorrendo un tratto di costa decisamente roccioso molto bello. Durante una sosta dei bambini mi chiedono di poter salire sulla moto per essere fotografati. Qui le persone sono tutte gentili. Spesso veniamo salutati anche dagli automobilisti che incrociamo. Durante una sosta due giovani in auto si fermano chiedendomi di dire qualcosa davanti allo smartphone, tipo intervista. Mi chiedono di dove sono, se mi piace il loro paese e io rispondo "certo è la seconda volta che ci vengo". Se ne vanno ringraziandomi sorridenti. Oggi ancora più di ieri mi sento in viaggio, finalmente. Percorrendo quella strada di montagna sull'altipiano ho provato degli attimi di pura felicità. Mi sono messo a scimmiottare i muezzin, ad urlare ed a fare lo scemo dentro il casco mentre la strada scorreva sotto le ruote sinuosa.
636 km percorsi oggi.
















31 Gennaio 2018
08:30 Al check out, nella hall dell'albergo, siamo intercettati da due coppie di turisti italiani. Sono motociclisti, o almeno i mariti, ma non in moto. Scambiamo due chiacchiere ovviamente sulle reciproche esperienze di motoviaggiatori. In uscita da Mirbat, dopo una foto davanti ad un fortino, ci dirigiamo verso le montagne ad est di Salalah.



Il paesaggio è arido e roccioso punteggiato da cespugli ed alberi ispidi a forma di ombrello rovesciato. Pascolano soprattutto dromedari, capre e mucche in gran quantità. Qui gli animali sono meno abituati al passaggio di mezzi visto che al nostro arrivo corrono tutti all'impazzata. Bisogna stare attenti perché prendono direzioni improvvise.



Arrivati al view point del Jabal Samham, la solita foschia di questi luoghi impedisce la vista della valle e del mare. Pazienza, è bello lo stesso girare per questa montagna con la sua particolare vegetazione, fauna e morfologia.





Dopo una sosta ad un bel "Sinkhole", una specie di enorme conca chiusa di rocce calcaree molto diffuse su queste montagne, dirigiamo verso Wadi Darbat. Beh si vede che questo posto dà il meglio di sé durante la stagione dei monsoni: grandi parcheggi vuoti pronti ad accogliere turisti in un contesto di vegetazione lussureggiante che ora è difficoltoso immaginare.











Torniamo sulla costa per visitare un sito archeologico Khor Rori, una cittadella risalente al II secolo dopo Cristo. La cosa più interessante è la laguna sottostante dove sono riuscito a fotografare, anche se da lontano, fenicotteri ed aironi cenerini.









Finalmente siamo arrivati a Salalah. Il padrone del Dubai Moon apartment è un filippino molto gentile. A sorpresa, al posto della stanza prenotata, ci ha dato un appartamento con due camere separate. Ci ha anche portato un piatto di frutta. Usciamo subito prima che faccia notte diretti in centro. Mi aspettavo una città più bella ed infatti la guida Lonely Planet mette come unico punto di interesse il mercato dell'incenso. Prendiamo un taxi e ci facciamo portare lì. Carino ma nulla di entusiasmante per noi.








Torniamo in albergo sempre in taxi per incontrare la coppia di tedeschi segnalataci da Saleh. Come spesso succede tra gente con la stessa passione, trascorriamo l'intera serata parlando con loro come se ci conoscessimo da sempre. Uwe e Sabine www.followthebluesky.de sono in viaggio da maggio dello scorso anno attraversando tutti i balcani, la Grecia, la Turchia, l'Iran, gli Emirati Arabi e L'Oman. Andranno a Johannesburg da Dubai spedendo la moto in aereo per poi viaggiare attraverso il Sudafrica e la Namibia. dopodiché non hanno un piano preciso perchè spostarsi più a nord diventa complicato. Staranno in viaggio per un altro anno o forse 2. Grandissimi!
188 ​Km percorsi oggi




01 Febbraio 2018
9:15 Dopo un'abbondante colazione in stanza troviamo il meccanico che ci accompagnerà nel luogo dove acquistare l'olio per la mia moto. Sale sulla moto di Luciano con la veste bianca e senza casco. Il tragitto è una delirante sequenza di scorciatoie, sottopassaggi bassissimi e tratti sterrati. Il quartiere dei riparatori più che altro sembra uno sfasciacarrozze diffuso. Però sono contento perché comunque è un'esperienza. Inevitabili e gradte foto e selfie con i meccanici dopo aver acquistato il litro d'olio. Gli omaniti sono proprio un popolo tranquillo ed ospitale.





Giunti a Mugsail ci si apre davanti lo spettacolo delle spiagge bianche piene di dromedari.






Più avanti la strada 47 si inerpica ripida sulle montagne. Che strada, una bella opera di ingegneria per come sono impervie queste montagne. Si passa dal mare a quota 1100 m in pochi chilometri ed infatti le pendenze sono notevoli. Proprio in uno di questi altipiani troviamo i due checkpoint previsti: i militari armati controllano i passaporti. Tutto ok. Il secondo neanche vuole vederli, forse perché siamo in moto. Una stretta di mano e via.




Lasciamo la 47 per una strada secondaria che scende al mare. Non ho mai visto tanti dromedari in vita mia. Stanno ovunque così come mucche, asini e capre.







Arriviamo al posto di frontiera con lo Yemen. Sono emozionato di stare vicino ad uno stato "proibito".




Al ritorno il primo checkpoint ci lascia passare senza controllare i documenti mentre il secondo pretende il passaporto ed il libretto di circolazione della moto facendoci aspettare 5 minuti per delle verifiche. I militari ci sembrano tranquilli ma è sempre inquietante stare al controllo di un checkpoint armato. Il militare dentro l'ufficio ci ridà i documenti chiedendoci se abbiamo il navigatore sulla moto con un sorriso di approvazione. Nell'augurarci buon viaggio ci chiede se abbiamo bisogno di acqua, pronto ad offrircene una bottiglia. Mi piacciono queste persone.





Rientrati in albergo Luciano si accorge che anche alla sua moto manca l'olio per cui dobbiamo tornare dal meccanico per farci dare un altro litro d'olio. Altri calorosi saluti, selfie e scambi di foto con WhatsApp.




La sera ceniamo in un ottimo ristorante turco mangiando chicken kebab, macedonia con gelato ed un vassoio di dolcetti turchi.
Domani sveglia alle 6:00: ci attende la prima delle due tappe di rientro piuttosto dure perché è tutto deserto con scarse possibilità di alberghi lungo la strada.
Oggi 418 km




02 Febbraio 2018
07:00 Partenza all'alba come previsto. Lasciamo Salalah ancora addormentata (oggi è anche venerdi). Cominciamo a salire sull'altipiano dove scorre la nostra strada. Mi volto per dare un ultimo sguardo alla città giù a valle. Dopo un paio di curve un violento colpo di vento ci costringe a chiudere il gas, preludio di un'ennesima giornata ventosa. Infatti così è stato. 928 km quasi tutti con la moto inclinata a sinistra e schiaffoni di turbolenza ad ogni autotreno incrociato. Il termometro segna 7 gradi ma nel pomeriggio toccheremo i 31 gradi. Arriviamo ad Haima a mezzogiorno. Dopo un rapido consulto con Luciano, considerando l'ottima media che riusciamo a mantenere, decidiamo di proseguire puntando addirittura a Nizwa dopo esserci adeguatamente rifocillati con un'omelette qui ad Haima.




Ripartiamo. Per circa 200 km viaggiamo in una nuvola di sabbia turbolenta. Ad un tratto si riduce pure la visibilità. Sembra una tempesta di sabbia.
​Facciamo sosta in quelli che amo definire luoghi "non luoghi" nel nulla che consistono esclusivamente in una stazione di servizio, un posto dove mangiare e dove dormire. Mi affascinano questi posti dove c'è lo stretto indispensabile per la sopravvivenza di uomini e mezzi.



Riusciamo ad arrivare a Nizwa alle 17 dopo 928 km massacranti sulla durissima e strettissima sella della 690. Però siamo contenti perché la tappa di domani, con dogana, sarà più leggera. Inoltre è bello rivedere Nizwa dopo 5 anni. Ci sembra più ricca e pulita rispetto ad allora. È anche vero che stiamo tornando dalle regioni più povere dell'Oman.





3 Febbraio 2018
09:15 Partiti dopo un'abbondante colazione in hotel. Ci lasciamo alle spalle le splendide montagne rosse che circondano Nizwa.



​Dopo Yanquil, dove compro un burro cacao in una bella farmacia, la nostra strada diretta a Sohar sale fino a 800 m con bei panorami tra montagne e wadi. Anche per questo, col senno di poi, è convenuto fare la mega tappa di ieri.








Il passaggio in dogana ad Hatta è stato velocissimo. L'impiegata ci dice solo che sente caldo. Hatta è situata tra montagne di roccia rossa. Una delle "terre di nessuno" più belle viste fin ora. Vedo Dubai ed i suoi grattacieli all'orizzonte. Fa sempre un certo effetto. Arriviamo all' Ibis in centro alle 17:10. Gran traffico ma non sulla nostra corsia. Saleh ci da appuntamento domani sera alle 20:00 per la riconsegna delle moto.
​Trascorriamo la serata al Dubai Mall. Una cena in una steakhouse ci è costata ben 110 €! La "suola" del viaggio. Poi andiamo a vedere lo spettacolo dell'acqua danzante. Opulenza umana allo stato puro.
​539 km percorsi oggi.







04 Febbraio 2018
Usciamo all'albergo lasciandoci i bagagli da riprendere stasera per andare da Saleh. Prendiamo la metropolitana diretti al Dubai Museum nella parte più vecchia della città. Il museo non è nulla di speciale ma sono contento di averlo visitato perché mi ha aiutato a capire che fino agli anni 50 la città era solo un villaggio di pescatori. Incredibile cosa è diventata nel giro di pochi anni.




In questo quartiere ci sono vicoli stretti pieni di piccole botteghe tipo Medina. Dopodiché prendiamo un battellino per andare a Deira.




Attraversiamo un porticciolo commerciale molto "caratteristico" perché le barche sono vecchie e la merce è stipata in sacchi come nei paesi poveri.





Arriviamo al Gold Souq ed è un continuo di venditori opprimenti che ci propongono orologi falsi. Riprendiamo la metro diretti al Mall of Emirates e pranziamo. Riso fritto con verdure per me ed il solito mutton curry per Luciano.






La sera ci ritroviamo in mezzo al traffico per andare a casa di Saleh. Lo incontriamo appena tornato da Baku con la sua famiglia. Ci accoglie con un'ottima cena (cannelloni, pasta fredda, involtini di verdure e fagottini di pasta sfoglia con formaggio) preparata dalla moglie dei suoi vicini di casa. Poi ci porta nel garage dei suoi vicini: un laboratorio officina sia meccanica che elettronica. Parliamo con loro delle nostre reciproche passioni. Uno di loro è un radioamatore. Arriva il taxi. Salutiamo calorosamente Saleh il quale ci mette in mano come di consueto due bottigliette d'acqua. Sono gratificato dal parlare e conoscere meglio questa gente davvero tanto ospitale.

3859 i chilometri percorsi nell'intero viaggio.

__________________
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