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Quelli che amano guardare il Panorama In questo forum si parla di MOTOTURISMO è dedicato a chi ama viaggiare e macinare km su km per visitare il mondo


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Vecchio 07-02-2005, 11:50   #1
Dr. Ergal
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Registrato dal: 10 Sep 2004
ubicazione: Trento, transfugo dalla Toscana
predefinito Odissea d'inverno

Era troppo tempo che lo zingaro oziava...
Troppo, troppo tempo che il mio spirito scalpitava, desideroso di spazi aperti e di aria libera da respirare.

Questo weekend ho approfittato, e il compleanno di un amico abruzzese è stato la piacevole scusa per farmi un bel giro randagio come non facevo da secoli.
Dunque via, non ci sono più ostacoli: il tempo è bello, la neve mi aspetta e il mio cuore HA BISOGNO di alleggerirsi un po' e bearsi dei panorami della Mia Italia per riprendere un po' di forze.
Il venerdì sera viene speso in garage; il mio cuore è leggiadro, perchè il pomeriggio ho visto la prima foto (in ecografia) del mio futuro nipotino (che ha 7 settimane di vita) e non può pensare tanto a mere faccende meccaniche. E poi Nettuno è sempre pronto; giusto una gonfiatina alle gomme ed è a posto.
Sabato mattina: la sveglia suona troppo presto, come sempre. Ozio un poco nel letto e poi mi alzo.
Fa freddo.
Il mio respiro crea vistose nuvolette sulla visiera, e ho il naso già rosso; i guanti imbottiti fanno il loro dovere. Per il momento.
Al primo autogrill faccio colazione e il pieno; il tragitto autostradale è per fortuna molto breve: intendo uscire a Valdichiana e poi proseguire per la statale per Perugua, salutando il Trasimeno e il circuito di Magione. La strada è semideserta, l'aria è pulita e molto pungente. Mi sveglia e scuote la mia mente, ancora troppo occupata in tristi pensieri.
Le dolci colline umbre mi cullano in una sinuosa danza insieme al mio Nettuno, fedele e attempato compagno che mi segue senza protestare, acconsentendo di buon grado a tutte le mie pazze scorribande. Il suo faro ha visto ormai tanta di quella strada... eppure non si è ancora stancato, e il suo cuore pulsa forte e caparbio accompagnandomi come un amico fedele.
Con questi pensieri nella mente mi dirigo verso Foligno e poi verso Spoleto, dove viro e cambio rotta in direzione della Valnerina.
Qua ho trovato paesini incantati, che sembravano usciti da una fiaba... castelli diroccati tenacemente aggrapppati ai fianchi di aspre montagne, e vallate disegnate da strade dolci e armoniche, in cui la moto è un'autentica danza.
Lo so Nettuno, ti stai divertendo anche tu. Si sente da come sale allegro di giri il tuo motore...
Comincia a far freddo, un freddo pungente... i guanti imbottiti ormai non riescono più a mantenermi calde le dita delle mani, mentre ormai quelle dei piedi si stanno lamentando da parecchio.
Stringo i denti; la bellezza del panorama è tale per cui val bene questo sacrificio, e le mura di Norcia ripagano ampiamente le fatiche del mio pellegrinare.
Adesso cominciamo a salire sul serio. Forca Canapine mi aspetta.
A valle c'è un metro e mezzo di neve; in cima ce ne sono due e mezzo, e la già la nevicata si fa insistente mentre mi inerpico per i fianchi dei Monti Sibillini, che mi regalano la vista della vallata nocerina che dorme sotto il suo mantello bianco.
La strada è ancora praticabile, usando una certa prudenza, ma il passo è decisamente off-limits, e opto per la galleria, 4 km e mezzo di immersione nel cuore della montagna, alla cui uscita trovo neve e vento forte, che si attaccano sulla mia visiera rendendo precario l'equilibrio e difficoltosa la vista della strada.
Ok, in fondo è ciò che volevo; volevo trovarmi in difficoltà tali che avrei dovuto pensare solo e soltanto a spuntarla, e la mia mente avrebbe così, almeno per un po', abbandonato i tristi pensieri che mi attanagliano.
Proseguo ostinato contro la neve e lo sdrucciolo dell'asfalto ghiacciato (per fortuna comunque va detto che il tratto veramente brutto è stato solo quello del passo; il resto della strada era piuttosto ben agibile) e giungo a Acquasanta Terme e poi Ascoli.
Neve, neve, ancora neve. Mi fanno male le mani. Le dita dei piedi sono dure e insensibili. Ma fa un freddo boia, e certo fermarmi a bordo di una strada semideserta non mi scalderà, quindi proseguo: quando la strada scenderà verso il mare, mi dico, la temperatura dovrà salire per forza.
Arrivo a Martinsicuro, ma non fa poi il caldo che credevo, anzi. Ad ogni modo la neve è molto diminuita, le strade sono pulite e adesso mi posso fermare da una parte, scaldandomi le mani sulla testa del motore, raffreddato dall'aria quel tanto che basta per appoggiarci le mani senza bruciarsi, e che emana quindi quel giusto tepore che è un sollievo indicibile per il viaggiatore infreddolito.
Eccomi giunto all aprima meta del mio viaggio: Giulianova.
Qua il caro amico Mario il Polso mi aspetta per un lauto pranzo a base di pesce. Abbiamo mangiato fino alle 4 di pomeriggio, ed ho perso il conto di tutto quello che ho trangugiato !!!
Un caffè, un amaro, una visita al suo garage in contemplazione delle moto di casa (urca quante ce ne sono !!!), un saluto al carissimo Mario (che ahimè vedo sempre troppo poco) e poi di nuovo via, verso Città S. Angelo.
L'incontro con Raffi, Alessandro, e poi tutti gli altri.... ecco, questo era il calore che mi mancava, che neanche il motore di Nettuno poteva darmi !!! Un'ospitalità meravigliosa, più calda ancora della doccia che mi sono concesso, e il mio cuore era di nuovo sorridente.
E' stato bellissimo trovarci in casa di amici, giocare con il cane, ritrovare che non vedevo da troppo tempo, sentirsi al caldo...
Chiacchere, allegri pettegolezzi, scherzi... è l'ora della festa !!! Al ristorante ne abbiamo fatte di tutti i colori, e al bowling abbiamo degnamente concluso una giornata da incorniciare.
Sono le 3 di notte, sono veramente esausto. Un bel sonno è quello che ci vuole, e crollo nel letto all'istante.
Al mattino trovo la tavola di casa tutta imbandita per una colazione veramente DA RE. Mi sono sentito più "a casa" che in casa mia, e una ricchissima colazione mi ha dato la forza per rimettermi in viaggio.
Sono le 10:30, gli amici di Roma mi aspettano, e quindi via di nuovo, lo zingaro non si ferma mai. Prendo l'A25 e passo la Maiella, ma maledizione !! Non c'è benzina, e in quell'autostrada non c'è l'ombra di un distributore per una cifra di km !!! Sono in riserva da parecchio, e decido quindi di uscire dall'autostrada per cercare un benzinaio in qualche piccolo paesello lungo la strada, solo che in quelle viuzze sotto al Gran sasso lo spazzaneve passa con meno solerzia che sull'autostrada, e mi ritrovo quindi a governare un bestione di 3 quintali su un manto di ghiaccio, neve e sale. Cavolo, fa un freddo cane, le mani non riescono nemmeno a premere i pulsanti del clacson, e quando cerco di frenare sento male alle dita... sono all'ombra della Maiella, un'ombra gelida e immensa... e il ghiaccio in terra me lo ricorda ogni momento.
Trovo finalmente un distributore. Mi ci vogliono 5 minuti con le mani sulla testata del motore per riuscire a prendere il bancomat dal portafoglio, ma alla fine riesco a riempire il serbatoio e riparto verso l'autostrada. Ho già perso un sacco di tempo, ma almeno scaldarmi le mani mi ha fatto bene !!
Via di nuovo, stavolta senza prudenza, tanto il peggio dovrebbe esser passato !! Lo spettacolare scenario dei monti della Maiella completamente imbiancati (credetemi, è roba da togliere il respiro) si perde ormai negli specchietti, e davanti al mio faro ho gli altipiani dei Marsi e poi i colli romani.
Adesso fa caldo (insomma...), si sta piuttosto bene, e tra accordi telefonici e sviste arrivo finalmente a casa di amici romani.
Una gran bella mangiata in allegria, altre risa, altri scherzi, altro gioioso divertirci. Mi ci voleva.
E' tardi, MALEDETTAMENTE tardi, e il mio proposito di tornare a casa passando dalla Cassia va in fumo, e sono costretto mio malgrado a ripiegare per l'A1. Il ritorno è stato allietato dalle pazzie di Icy e Adrenalin sul raccordo anulare, ehehehe... diciamo che hanno seminato il panico sul GRA...
L'ultima parte del viaggio è terribile, sia perchè l'autostrada è noiosa sia perchè adesso sono proprio stanco e infreddolito, e comincio a dar segni pesanti di stanchezza.
Gli ultimi km passano dolenti e uguali; ho in mente solo il mio letto e una doccia calda...
Le mani e i piedi mi fanno malissimo, e dei fastidiosi spifferi rendono la velocità una tortura pesantissima. Manca poco, sono quasi a casa... devo farcela...
Fa freddo, porco mondo...
Finalmente arrivo al mio garage. Nettuno può finalmente riposare, ma dire il vero quello messo male tra noi sono io, stanco, infreddolito, con gli occhi rossi e pieni di ricordi. Io e Nettuno abbiamo MILLE KM IN PIU'; lui sembra non accorgersene nemmeno; io un pochetto sì...
Questo viaggio è stato un massacro, ma ogni km è valso in pieno la fatica. Panorami da cartolina, paesaggi di fiaba, il calore dell'amicizia... cose impagabili e inesprimibili, e queste aride parole non possono rendere merito a ciò che ho ricevuto in questo weekend.

Amo la moto, anche e soprattutto perchè sa darmi cose come queste...

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Dr. Ergal non è in linea  
Vecchio 07-02-2005, 13:33   #2
Deleted user
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proprio un bel racconto, mi veniva freddo a leggerlo
 
Vecchio 10-02-2005, 12:16   #3
Axelroth
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L'avatar di Axelroth
 
Registrato dal: 23 Feb 2004
ubicazione: sulla SS494
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Complimenti, bellissimo racconto!
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EX R1150R -Km 87.765 - R1200GS Triple Black - Ktm Exc 250 F Sixs Days ora K51 Fart is FREEDOM !!
Axelroth non è in linea  
Vecchio 11-02-2005, 12:13   #4
neoelica
Guest
 
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bel racconto. Ti invidio, io col freddo non godo come, forse, dovrei la moto.
 
Vecchio 11-02-2005, 12:22   #5
Dr. Ergal
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L'avatar di Dr. Ergal
 
Registrato dal: 10 Sep 2004
ubicazione: Trento, transfugo dalla Toscana
predefinito

Quote:
Originariamente inviata da neoelica
bel racconto. Ti invidio, io col freddo non godo come, forse, dovrei la moto.
Beh, il freddo è un nemico, inutile dire di no.
Se ti dicessi che non avevo mani e piedi congelati ti direi una grossa balla. Ma gli scenari (senza contare la tranquillità della strada praticamente deserta, l'aria tersae l'atomosfera incantata) erano di una bellezza tale che giustificavano una pena simile.
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Dr. Ergal non è in linea  
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