Anche se è pomeriggio avanzato, decido comunque di proseguire, Atyrau è un poco troppo in là, ma almeno voglio arrivare a Makat. Un poco prima della città vedo un’”albergo” che sicuramente fa al caso mio
per 10 $ ho la camera, col supplemento di 2$ posso usare la doccia all’esterno, una cabina di legno con una cisterna sopra…il proprietario si raccomanda di chiudere l’acqua mentre mi insapono !
Per cena una zuppa e del pane, ma poi col caffè mi danno anche dei biscotti
foto di gruppo coi miei compagni di camerata
poi è venuto anche il titolare nella camera
io avevo iniziato a leggere il mio libro, ma poi hanno portato un dvd di……
esatto !! L’ultimo James Bond, oltre a tutto io non lo avevo visto. Perfetto, anche se l’audio in russo non mi era molto comprensibile ed i sottotitoli in kazako (credo) non sono poi serviti a molto.
Al mattino
colazione con un buon caffè e biscotti (gli stessi della cena della sera precedente) e poi via in sella.
in questa città mi sono fermato per cambiare dei $ e un signore ad un distributore mi ha accompagnato con la sua macchina fino alla banca.
Ad Atyrau mi fermo in un caffè per fare il punto della situazione e leggendo le fotocopie di un viaggio fatto da altri motociclisti, mi accorgo che citano un ponte sul fiume Ural (che taglia in due la città) e che idealmente segna il confine fra Asia ed Europa. Già trovato qualcosa da fare.
Qui sono in Asia
in mezzo
sono in Europa
ora di pranzo e così festeggio il mio ritorno in Europa: è un momento solenne e quindi apro la scatola di carne comprata in Turkmenistan, prima di Darvaza !
ora mi aiuta anche la mia guida dell’Asia Centrale della Lonely Planet del 2000 e vado a vedere la chiesa russa ortodossa
prima di ripartire è meglio fare un poco di spesa ed in supermercato prendo del pane, un paio di scatolette e un formaggio tenero da spalmare…ovviamente non poteva che essere il formaggio Viola, già testato in Georgia
poi prendo la direzione di Astrakan, nome che ho sempre avuto in mente per via del libro di Piero Chiara, “Il Cappotto di Astrakan”, che però non ho mai letto, ma so che narra di un ‘italiano che si reca a Parigi senza programmi, ma solo per viverci un po’
alla frontiera con la Russia non ci penso nemmeno e vedo cosa trovo per strada per dormire. Solo che il cielo diventa scuro e poi a tratti inizia a piovere in maniera leggera. Vedo un albergo con dei camion lungo la strada, ma sono nemmeno le cinque del pomeriggio. Mi fermo al prossimo…e qui scatta la legge di Murphy: alle sei e mezza ho già passato alcuni altri paesini, ma di posti da dormire nisba. Quando la pioggia aumenta un poco mi fermo in un bar e chiedo se in città (4 case 9 c’è un albergo. Niente da fare. Esco e la pioggerellina sta continuando: ok bisogna trovare un riparo per la notte. Una delle ragazze che lavora nel bar però esce e mi indica una grande casa verde poco lontano e mi dice di provare lì. Mi da l’impressione di un ospedale…posso anche provare a dire che sto male.
arrivo alla porta e busso e viene ad aprire una signora: con un po’ di russo e dei gesti riesco a farle capire che sono da solo e ho bisogno di un posto dove dormire. Mi guarda , rientra e dopo un poco riappare e mi fa segno che va bene. Prima però mi fa cenno di andare a mangiare e delle persone con una tuta blu mi accompagnano in una mensa. Non è un’ospedale, ma una sede della compagnia nazionale del gas del Kazakistan e quell’edificio funge da dormitorio per gli operai.
la cena
poi mi fanno andare dalle stanze: sono grandi con 4 letti singoli. Faccio la doccia, poi dopo qualcuno vuole sapere del mio viaggio e tiro fuori le mappe
quello più giovane è un ingegnere minerario
in camera parlando con uno degli operai, capisco che lavorano 9 ore al giorno su vari turni per 14 giorni consecutivi e poi ne fanno 14 a casa. Lui ha più di 40 anni e guadagna oltre i 1100$ al mese. Non è male, ma gli chiedo poi se a casa ha un altro lavoro e mi spiega che negli altri 14 giorni fa l’autista, poi ha i figli, la moglie, i lavori di manutenzione della casa: ci guardiamo negli occhi e ci viene da ridere. Qui per 14 giorni lavora ma si rilassa, la vera sfacchinata è negli altri 14 a casa !
al mattino colazione in mensa e faccio uno scatto anche alle cuoche
riparto, saluto e vengo salutato da tutti e raggiungo la frontiera con la Russia
.Stavolta è una sciocchezza dico a me stesso: i moduli me li mangio come noccioline e ho il visto ecc…e però l’assicurazione per la moto per girare in Russia mi chiedono nell’ufficio dove devo compilare i moduli ? Ti pareva. Trovo l’ufficio dove fare l’assicurazione. Quando riesco a spiegare all’impiegata la cilindrata della mia moto, vedo che guarda sconsolata le sue tabelle: non ha il valore di riferimento per una moto così piccola. Va a chiedere in un altro ufficio e poi decidono di farmi la tariffa minima, 20 $. Allora prendete i $ ? No solo i rubli. C’è l’ufficio cambio ? Si ma è pochi metri oltre la frontiera. Gentilmente la guardia capisce e mi fa andare fino all’ufficio e qui faccio una cazzata: cambio solo 40 $. Torno dalla dogana, pago l’assicurazione, poi vado nell’altro ufficio, compilo i moduli, torno alla sbarra dalla mia moto…insomma alla fine passo in Russia. Io devo raggiungere Rostov, per poi entrare in Ucraina. Avevo letto che tanti in moto facevano il percorso Rostov-Volvograd-Astrakan, posso farlo al contrario, ma poi ci penso un’attimo e vedo che posso anche attraversare in mezzo, più o meno. Vado da dei camionisti che dovevano andare in Kazakistan e chiedo un percorso per andare a Rostov, ma nel mezzo. Segno le città che mi indicano e riparto: ci sarà anche lì qualcosa da vedere.
Io ho fatto il percorso in giallo
appena dopo la frontiera , prima di un incrocio a T, dove tra l’altro c’era una camionetta della polizia, vedo un cartello che indica Astrakan sia a dx che a sx, con due distanze diverse, 30 e 80 km !
Torno indietro e lo rileggo è proprio così. C’è un bus e chiedo e lui mi indica sx e dx: allora prenderò la più corta. Meglio chiedere anche alla polizia, ma sono loro a farmi cenno di fermarmi. Controllo dei documenti, poi la magagna, per leggere il cartello ho fatto inversione a U, ma sulla striscia continua. Stiamo parlando di un’inversione di pochi metri, però…uno dei poliziotti mi comunica un’importo spaventoso. Allungo le braccia facendo segno di mettermi le manette. Lui gentilmente mi rassicura: la multa verrà spedita in Italia, devo “solo” pagare 70 € di spese postali ! Gli mostro il bancomat, ma come non ho dei soldi con me ? Gli apro una borsa laterale e gli faccio vedere il forellino e il riso e il sacco a pelo. Va bene dice posso andare, ma patente e libretto di circolazione li tengono loro. Ehh no bello: gli dico che la polizia di frontiera ( Militia Granitza) mi ha spiegato che loro possono prendere nota di tutto ma i documenti rimangono a me. Conciliabolo nella camionetta e poi dopo dieci minuti torna e sorridendo mi fa vedere che strappa il verbale, mi ridà i documenti e mi saluta. Lo ringrazio dal profondo del cuore e riparto. Ok ci ha provato, però io l’infrazione l’avevo fatta. Ci devo stare attento.
per la strada più corta si passa su un ponte a pedaggio
passo per Astrakan e qui i futuri mariti ne devono fare di fatica per mettere il lucchetto dell’amore
mica male quest’albergo
mi fermo per una sosta e questi automobilisti mi offrono il pesce essiccato (pescato da loro)
mi avevano detto che per oltre 200 km non c’erano benzinai, mi sembra impossibile, con tutte quelle città e allora poco più avanti chiedo a questi 2 camionisti che stavano cambiando una ruota. La benzina la trovo 60 km più avanti e a Yashkul trovo di sicuro da dormire.
Quello coi capelli grigi è simpaticissimo e dopo aver visto il viaggio che sto facendo, mi da delle mele da mangiare e poi dell’acqua e mi dice che faccio benissimo ad andare a Rostov: cosa c’è da vedere chiedo ? Con le mani mi mima un grosso seno e deduco che deve essere la caratteristica delle ragazze di quella città: si può pensare ad una sosta