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Vecchio 05-11-2017, 13:53   #26
Antonio Tempora
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06/08 Qazvin – Autostrada Teheran-Kashan – Abyaneh
Km.472 In moto H5,21 Media Kmh 87,9


“Autostrada percorsa di fianco al Deserto Dash-E-Kevir ed il Lago Salato Daryacheh-Ye-Namak con una temperatura di 39-40 gradi…Per fortuna avevamo la Camel Bag”

Sveglia presto, oggi è una bella tappa non tanto per la lunghezza quanto per il caldo che cominceremo a sentire per la vicinanza di uno dei due deserti che caratterizzano l’orografia di questo paese.
La reception è ancora assonnata, qui ci si sveglia e si parte tardi, la stanza infatti si può occupare fino a dopo le 12 ed anche per questo Sepideh non riesce a mandarmi le prenotazioni di mattina presto, fino alle 12 gli alberghi non sono sicuri della lista delle stanze a disposizione.
Pago il conto e ritiro la rimanenza dei RIAL del cambio di 100 dollari effettuato gentilmente dal manager dell’hotel, qui si gira con poca valuta e le carte bancarie Iraniane si usano anche per i piccoli acquisti, per cambiare 100 dollari, ad un tasso comunque più favorevole di quello ufficiale, ha dovuto rimediare banconote un po’ in giro tanto da scherzarci sopra: ”Io ti ho dato tante banconote e tu una sola!”.
Il nostro albergo è posizionato bene per chi viaggia, su un lungo vialone che porta direttamente alla autostrada per Teheran che prendiamo passando senza pagare attraverso i caselli dove i casellanti cominciano a salutarci da lontano al nostro arrivo.
Tengo una velocità di kmh 90-100, il fondo stradale non è molto migliore di una normale strada a 4 corsie, la differenza è che non ci sono TIR che preferiscono le strade senza pedaggio.
Il traffico si fa sempre più intenso e diventa congestionato a KARAJ, dove troveremo lo stesso ingolfamento d’auto anche al ritorno.
Procediamo a passo d’uomo senza nemmeno poter usufruire della corsia d’emergenza che in questo tratto non esiste.
Praticamente l’autostrada viene usata come tangenziale da ogni tipo di veicoli in questa città dormitorio di una capitale con quasi 15 milioni di abitanti.
Tutti cercano di occupare il minimo spazio disponibile e devo fare attenzione al nostro “spazio vitale” lasciato tra noi ed il veicolo che ci precede per non farlo occupare.
Procediamo in prima e seconda raramente in terza tra i sorrisi degli occupanti dei mezzi intorno a noi che ci riprendono con il telefonino e la temperatura che si sta innalzando nell’aria ma non sull’indicatore della moto, fortuna che ho raccomandato a Tonino, il capomeccanico BMW che segue le mie moto dal 1995, di effettuare il cambio olio, nel tagliando prima di partire, tenendo conto delle alte temperature che avremmo affrontato.
Finalmente l’ingorgo termina e torniamo a procedere spediti, per assurdo vicino a TEHERAN non troviamo traffico e nei pressi dell’aeroporto incrociamo parecchie macchine governative con autorità straniere in visita per la cerimonia di insediamento del Presidente Hassan Rouhani, evento descritto nel canale news visto ieri sera in TV.
Le macchine governative sono incolonnate ed una è piena di antenne sicuramente per impedire l’uso di telefoni cellulari per innescare ordigni e prevenire attentati.
Il GPS dice che siamo su un altopiano a 900 metri, passata QOM corriamo di fianco al deserto Dasht-El-Kevir e dall’altro lato della doppia carreggiata Lilli mi indica la visione abbagliante del Lago Salato che ci ricorda il Tuz Golu in Turchia.









Beviamo frequentemente dalla nostra Camel Bag che stamane ho riempito di acqua fresca e due bustine di Polase ed usciamo dopo un po’ dall’autostrada per fermarci in un distributore per fare il pieno, pausa pipi, sederci in un piccolo bar dotato di aria condizionata dove il proprietario mi chiede se voglio bere un espresso Italiano.
Riprendiamo l’autostrada, ora siamo in direzione Sud-Sud Est, superando velocemente KASHAN, il territorio che attraversiamo è brullo e semidesertico, traffico scarso, temperatura alta ma sostenibilissima dato il tasso d’umidità molto basso, visiera chiusa e aperture giacca spalancate.
Le indicazioni sono al solito precise ed al cartello indicante ABYANEH usciamo imboccando la strada che ci porterà a questo villaggio tradizionale.
Lilli parte con il mantra “E’ una strada di montagna?”, io la rassicuro ma francamente non è ho idea e le faccio notare le macchine, belle e moderne, che hanno imboccato con noi la stessa strada, per tranquillizzarla.
In effetti continuiamo a salire ed è normale dato che la nostra meta è un villaggio a quasi 2300 metri, in una valle circondata di monti oltre i 3500.
La strada è buona a doppia corsia con il fondo irregolare, comprensibile data l’usura per le escursioni termiche che tendono a rovinare l’asfalto.
Procediamo ad andatura turistica lungo le curve di questa strada che dall’uscita autostradale al villaggio è lunga poco meno di 30 chilometri.
Attraversiamo coltivazioni, piccoli agglomerati abitativi, ruscelli con l’aria che dal torrido dell’autostrada si è trasformata in fresca rendendo piacevole la guida con la visiera del casco aperta.
Arriviamo senza difficoltà al casello d’ingresso al villaggio dove paghiamo la tassa d’ingresso, 100.000 Rial a testa, dirigendoci più in alto al nostro ABYANEH HOTEL dove parcheggiamo la moto nel comodissimo parcheggio esterno e ci facciamo portare le borse all’interno della caratteristica ed ampia hall dove la proprietaria gentilissima dopo il check-inn ci offre un the con lo zucchero limonato già apprezzato a Masuleh prima di darci la stanza che assicura essere bella e con vista.



Tutto vero: pulita con 3 letti e bagno occidentale, finestra sul villaggio e le montagne.



Doccia e sigarino davanti al panorama che ricorda un po’ quello dell’Atlante Marocchino prima di cambiarci indossando la nostra “divisa da visita” per scendere in visita a questo villaggio vecchio di 1500 anni.
Scendiamo verso il paese dopo aver conosciuto nella hall Alberto, backpaker spagnolo che viaggia da solo con i suoi due figli, maschio di 7 e figlia di 5 anni.
Abyaneh è un villaggio di case di mattoni di fango che conobbi guardando un documentario di viaggio sul canale televisivo Marco Polo nel 2008, i paesi attraversati dalla troupe erano Georgia-Armenia-Iran-Pakistan e ne rimasi talmente affascinato da programmare subito i miei prossimi viaggi in quelle mete.
Come per Masuleh il turismo ha cambiato l’atmosfera di questo villaggio con la differenza che i gruppi turistici all’ora della nostra visita, tardo pomeriggio, se ne sono andati via, rendendo la nostra visita più piacevole.
Gli abitanti sono vestiti con abiti tradizionali e le donne sono coperte da scialli con disegni floreali.
Si capisce che il turismo per l’economia locale è fondamentale perché sono tutti disponibili a farsi fotografare ed il villaggio appare più un set cinematografico che un luogo dove apprezzare la vita tradizionale Iraniana.
In seguito vengo a sapere che le case, durante il rigidissimo inverno, sono disabitate con gli abitanti, il cui reddito si è arricchito grazie al turismo, trasferiti nelle città vicine.
Comunque vale la visita non fosse altro per godere di una sosta in un piacevole albergo, con il fresco delle montagne, panorami moto belli e gente cordiale.















Acquisto un po’ di frutta secca, mele e pere, prodotta con i frutti coltivati nei terreni circostanti, buona anche se un po’ troppo ”secca” ma dopo un po’ che si tiene in bocca diventa masticabile come gomma americana ed il sapore è molto buono.















La frutta secca è indispensabile in viaggi come quello che stiamo effettuando, me lo ha insegnato il mio amico e grande byker Felice Cantamessa, che all’età di 79 anni ancora insegna a tutti come si va in moto e su e giù per le dune con la sua compagna come passeggero, la frutta secca è una riserva di energia ed un pasto d’emergenza che occupa poco spazio, non si deve cucinare, sazia e restituisce forza con i suoi sali minerali.





Riprendendo sempre a piedi la strada in salita verso il nostro albergo ci fermiamo un paio di volte ansimando, ci eravamo scordati di essere a più di 2000 metri con l’altitudine che si fa sentire!











Arrivati in albergo senza cambiarci ci rechiamo nel ristorante dove ordino il Chelo Fesenjun, piatto rinomato di questo albergo, pollo stufato con salsa di melograno.
Mi spettavo una porzione che mi sfamasse ma è una piccola scodella con una coscia di pollo immersa in una densa salsa scura da accompagnare all’immancabile riso pilaf.
Molto buono ma insufficiente per la mia fame, così ordino anche un kebab di agnello.
Tornati nella hall trovo la proprietaria che si è ferita un occhio ed è seduta dolorante, vado in camera e prendo una delle mie salviette oculari, che porto sempre nel mio kit di medicinali dato che utilizzo lenti a contatto semirigide, e gliela applico sull’occhio a mò di benda alleviandole un po’ il disagio.
Mi faccio portare un ottimo the e con il beneplacito dei proprietari che oramai ci hanno preso in gran simpatia, mi fumo un sigaro all’ interno dell’albergo dato che fuori l’aria da fresca è girata a quasi freddo.







Torniamo in camera, sguardo al panorama illuminato dalla luna che sembra un presepe e ce ne andiamo a letto.



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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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Vecchio 05-11-2017, 19:47   #27
ZAGOR
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Il viaggio continua
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Quando non sai più dove stai andando ricordati almeno da dove vieni...
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Vecchio 06-11-2017, 10:31   #28
samarcanda
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davvero un gran bel viaggio mi fa molto piacere che tu e tua moglie siate riusciti ancora una volta a coronare un vostro sogno e complimenti per lo stile impeccabile ed entusiasmante con il quale stai condividendo con tutti noi questa vostra meravigliosa esperienza continua per favore che è uno spettacoloooo
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go la moto che no la s'empisa mia par meno de 300 km... e alora seito nar come 'n semo

Ultima modifica di samarcanda; 06-11-2017 a 10:34
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Vecchio 06-11-2017, 12:21   #29
Antonio Tempora
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Abyaneh – Meybod – Yazd
Km.417 In Moto H 4,51 Altitudine media 1045 Altitudine arrivo 1193


Colazione in camera con i dolcetti donati ieri sera dalla proprietaria dell’hotel per ringraziarci ancora per la medicazione al suo occhio.





Scendiamo e fatichiamo a far capire alla gentile signora che non vogliamo fare colazione e preferiamo pagare e partire, oggi è una tappa che si preannuncia “calda” e vogliamo approfittare delle ore fresche del mattino.
Paghiamo il conto e riceviamo in regalo pane, biscotti e dolci tipo “merendina” che consumeremo in parte per strada.
Scendiamo per la strada di ieri con Lilli che si gode rilassata, visto che conosce il percorso, il panorama che le ricorda tanto il Marocco.
Arrivati a NATANZ facciamo il pieno con il solito gentile benzinaio che ci fa passare avanti alla fila. Di solito faccio così: arrivo all’ ingresso del distributore, suono il clacson e mi faccio indicare la pompa di benzina, dico “Full” e lascio che riempiano loro il serbatoio senza che sia mai accaduto un trabocco di benzina, controllo il prezzo e pago, se capita che non abbiano il resto per questioni di scarsità di valuta o arrotondano in eccesso o fanno lo sconto…Tanto parliamo di centesimi di euro.
Seguo le indicazioni stradali perché la strada che percorriamo, che collega NATANZ con la N71 per YAZD, è nuova e non è inclusa nella cartografia Iran del GPS.
Direzione Yazd su strada a 4 corsie quasi deserta di auto, fondo buono specie sulla corsia di sorpasso dove si posizionano anche i TIR che quando ricevono la “flashata” da lontano si spostano lasciandoci passare salutandoci.
Velocità Kmh.120 fissi con sguardo che ogni tanto lascia la strada e guarda verso il deserto alla nostra sinistra.
Panorama brullo ed arido.
Nei pressi di ARDAKAN esco seguendo le indicazioni MEYBOD, al primo distributore faccio il secondo pieno poi, nel caldo del quasi mezzogiorno, comincio a seguire le indicazioni del GPS per arrivare alla tappa prevista per la visita odierna: MEYBOD ed il CASTELLO NARIN.
Tra indicazioni fornite da locali e quelle del GPS giro in tondo un paio di volte fino a quando mi si accosta una delle tante piccole motociclette che formano il traffico locale ed il giovane guidatore mi fa cenno di seguirlo imboccando una strada che avevo evitato vedendo il segnale di strada chiusa.
Lo seguo fiducioso, siamo io la sua moto ed un’altra, con a bordo marito e moglie in chador.
La strada chiusa finisce con un fossato per lavori in corso, montiamo su un basso marciapiede per immetterci tutti e tre in un dedalo di vicoli tra case basse e fatiscenti, ad un certo punto passiamo accanto ad un escavatore in funzione tra terra smossa, Lilli non fa una piega, io guido il nostro GS stracarico in questo imprevisto fuoristrada con le due motociclettine che filano spedite davanti a noi.
Dopo aver superato l’ultima strada sterrata, unica carreggiata stretta con tombini aperti ai due lati e taxi che procedendo in senso opposto pretende di passare per primo, la nostra guida ci porta all’imbocco di un ampio vialone pieno di negozi e trafficato fermandosi ed indicando in direzione della collina diritto davanti a noi pronunciando le parole che avevamo usato noi per chiedere indicazioni sulla nostra meta: “Meybod Narin Castle”.
Lo ringraziamo felici per il suo aiuto senza il quale avremmo faticato a trovare la direzione giusta e salutiamo il nostro angelo custode, ennesima dimostrazione della gentilezza e disponibilità di questo splendido popolo Iraniano.
Se ne va salutandoci con un sorriso, mentre la coppia marito e moglie è già scivolata via nel traffico, al solito caotico, di Meybod.
In cima alla collina troviamo l’ingresso al castello parcheggiando la moto non nel parcheggio principale per i veicoli ma davanti a quello pedonale di fianco alla biglietteria dove acquisto il biglietto d’ingresso solo per me visto che Lilli non si fida a lasciare la moto incustodita e si mette seduta all’ombra, dopo aver visitato la toilette, con uno sguardo un po’ sulla moto ed un po’ a me che mi incammino in visita.





Il castello è il più antico edificio in mattoni di fango sopravvissuto in Iran e secondo il cartello illustrativo è databile a più di 4000 anni nelle sue varie fasi costruttive.
Cammino attorno alle mura di cinta e poi dentro la parte visitabile del castello in un caldo torrido per poi raggiungere Lilli ed abbeverarmi alla fontanella di acqua fresca e pura all’ ingresso del sito.

















All’ uscita dal castello accendo il cellulare e leggo il messaggio di Sepideh con il nome del nostro albergo e riprendo la N71 che rapidamente mi porta all’ingresso di YAZD dove con l’aiuto di due poliziotti fermiamo un taxi che come da prassi ci scorta fino al DAD HOTEL dotato di un parking sotterraneo dove lasciamo la moto consegnando i nostri bagagli al fattorino.
Reception accogliente ed English Spoken, camera assegnata con letto matrimoniale e singolo, molto grande e bel bagno all’occidentale.
L’albergo è moderno, costruito come un antico caravanserraglio, con una corte centrale, le stanze attorno al cortile, un ristorante sotto il piano del cortile ed un altro sul tetto.
Su Trip-Advisor ci sono lamentele sul fatto che le stanze che danno sul cortile offrono lo sguardo ai passanti all’esterno, la nostra ha tende e vetri “appannati” che non fanno vedere dall’esterno, mentre confermo che il frigo-bar è rumoroso.
Per il resto una stanza molto bella e comoda per $ 78,95
Aria condizionata a palla, siamo ai margini del deserto e fa molto caldo ed anche se c’è assenza di umidità è meglio stare al fresco fino alla sera.
Riposino fino al tardo pomeriggio, ci cambiamo per uscire per cenare al ristorante suggerito da Sepideh e chiedo alla reception istruzioni per raggiungere l’ Exchange dove cambiare un po’ di dollari.



Mi faccio fare una piccola cartina con le istruzioni, apparentemente sono circa 800 metri a piedi, quindi usciamo a passeggio verso la direzione indicata.
Temperatura calata e passeggiata piacevole tra negozi ricchi di merce tra cui uno di tappeti dove Lilli si innamora di un tappeto con le rose, più per la bellezza dei fiori che per la voglia di acquistarlo conoscendo già il mio rifiuto.



Dopo un po’ che camminiamo passiamo davanti ad un forno su strada dove sfornano in continuazione il pane tipico Iraniano, come una pizza molto sottile ottima calda un po’ gommosa quando fredda.
Scatto un paio di foto ed un gentile signore ci offre un po’ del suo pane acquistato lasciandoci anche la sua busta, lo ringrazio in Inglese e ricambia il saluto nella stessa lingua. Approfitto per chiedergli indicazioni per arrivare all’Exchange.



Ci chiede di seguirlo, cosa che facciamo, ed in pochi passi arriviamo alla sua macchina dove c’è ad aspettarlo la moglie che scende a salutarci e ci fa accomodare.
Ci presentiamo, si chiama Alì, il fratello lavora a Friburgo, lo è andato a trovare e considera quella città bellissima, mi chiede del nostro viaggio ed è felice che ci piaccia il suo paese.
Dopo poco arriviamo all’agenzia di cambio, che a piedi era più lontana del previsto, proprio davanti al “Tempio del Fuoco” che ci indica come una guida esperta e ci chiede se vogliamo essere riaccompagnati in albergo.
Lo ringraziamo rifiutando e lo abbracciamo, Lilli abbraccia anche la moglie, salutando questo secondo “Angelo Custode” della giornata.



Cambio i soldi ad un tasso molto più favorevole di quello ufficiale e mi faccio chiamare un taxi che con difficoltà, visto che non aveva capito il nome del ristorante, ci porta a destinazione.
Il ristorante è dentro un vicolo della città vecchia, poco illuminato ed apparentemente sinistro, invece c’è parecchia gente a passeggio e nelle vicinanze c’è anche una Scuola Coranica.
Bel ristorante, di categoria superiore, con tavoli e locali separati dove consumare appartati il pasto in gruppo su tappeti e cuscini, troveremo la stessa sistemazione in tutti i ristoranti di una certa categoria in tutte le città visitate.
Mangiamo bene con il cameriere che si mette a ridere quando ordiniamo per prima cosa il cocomero, visto che la frutta apparentemente non viene consumata a tavola nei ristoranti.



Ritorniamo in albergo in taxi e ci fermiamo al bar nel cortile del nostro albergo dove mi bevo un caffè lungo “all’americana” fatto con una macchina Italiana e caffè Illy.



Fumo il mio sigaro, l’aria ora è più fresca, c’è una bella luna e Lilli sfoggia il foulard trovato a terra vicino a casa nostra e tornato nuovo dalla tintoria.



Siamo veramente felici di questa giornata, la prima del viaggio inframmezzata da una visita a monumenti o siti archeologici, dove abbiamo superato difficoltà impreviste per trovare le indicazioni giuste e abbiamo incontrato due gentilissimi membri di questa splendida popolazione Iraniana che hanno reso le nostre difficoltà di facile soluzione.
Torniamo in camera dove dopo un po’ di TV locale spengo la luce e raggiungo Lilli nel mondo dei sogni.
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Antonio Tempora
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Vecchio 06-11-2017, 19:56   #30
Antonio Tempora
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Yazd – Sosta e Visita Guidata

Colazione al ristorante dell’albergo posto al disotto del patio centrale, buona scelta di dolce e salato, mentre finisco il mio yogurth alle 09,00 arriva la nostra guida, suggerita e contattata da Sepideh.



Si chiama Samane Mivsamini ed ha 35 anni, carina e con un bel sorriso, mentre beve il caffè che le ho offerto le spiego che tipo di viaggiatori siamo e cosa ci piace vedere e conoscere, parla perfettamente l’Inglese e mentre parla traduco in simultanea a Lilli che capisce un po’ ma non parla la lingua.
Ci accompagna alla sua macchina parcheggiata fuori l’albergo e mentre attraversiamo la strada mi rendo conto che anche lei deve fare attenzione alle macchine che non si curano minimamente dei pedoni in attraversamento sulle strisce pedonali!
Il primo posto che visitiamo sono le “Torri Del Silenzio”, insieme a Persepoli una delle due tappe che più sognavo di visitare in Iran.



https://youtu.be/MDriX_T6mU0

Cimiteri Zoroatriani utilizzati fino ai primi anni sessanta, rispettano il credo religioso che vieta di contaminare il terreno con i corpi dei defunti che vengono prelevati da becchini che prelevavano i corpi anche in paesi lontani per disporli in cerchi concentrici, uomini all’esterno e bambini all’interno, in cima alla torre dove i corpi nudi rimangono esposti al sole per essere spolpati dagli avvoltoi fino a quando le ossa scarnificate non vengono gettate nel buco al centro e dissolte con la calce viva.
Ora la pratica non è più in uso, i corpi dei fedeli Zoroastriani, vengono chiusi in bare di cemento armato e seppelliti nel cimitero sottostante.
Samane è molto precisa nella descrizione del sito e quello che più ci colpisce è la piccola stanza dove venivano adagiati i corpi con una pagnotta di pane sul petto, se il cane rifiutava il cibo significava che il corpo dava ancora segni di vita, un metodo abbastanza preciso in un tempo in cui la medicina era agli albori.



Quanto i cani siano straordinari è dimostrato anche dalla medicina moderna che ne fa ricorso per individuare nei pazienti patologie anche complesse.
Sono contento di non aver visitato il sito da soli all’arrivo ieri pomeriggio, mi sarei perso le precise spiegazioni della nostra gentile ed esperta guida.
Alle basi delle torri edifici che servivano allo svolgimento delle cerimonie funebri tra cui una cisterna sotterranea con due piccoli Bagdir.













Saliamo la scalinata della torre principale ed entriamo nello spiazzo circolare interno per fare delle foto.













Tornati all’esterno ci concediamo un po’ di ombra al riparo del caldo secco di questa giornata di visita appena iniziata.
In basso il sito con il cimitero Zoroastriano moderno ai margini della periferia di Yazd.





Riprendiamo la macchina e ci rechiamo al “Tempio del Fuoco” di fronte all’Exchange dove ieri eravamo stati accompagnati da Alì e sua moglie.



Con stupore noto che parcheggiata la macchina Samane lascia la sua borsa in macchina, quando glielo faccio notare mi sorride dicendo che non c’è pericolo che le venga rubata…!



Acquistiamo i biglietti d’ingresso con Lilli che al solito risponde positivamente alla richiesta di selfie con una famiglia Iraniana.



All’interno dietro un vetro arde la fiamma che pare sia perpetua da più di 1500 anni, tenuta in vita di nascosto anche nei periodi di maggiore persecuzione successiva alla conquista Islamica.









Ora in Iran vivono, in piena sicurezza e libere di professare la loro religione con assoluto divieto di proselitismo, comunità Zoroastriane, Cristiane ed anche Ebree.
Lasciamo il “Tempio del Fuoco” e ci rechiamo in centro dove parcheggiata nuovamente la macchina, con Samane che mette un parasole sul parabrezza per ripararla dal sole cocente, andiamo alla grande piazza centrale per fermarci davanti al palazzo Takye Amir Chakhmegh con i suoi altissimi minareti.









Accanto c’ un enorme costruzione di legno che simboleggia il cipresso, albero simbolo della tradizione Iraniana che per la sua forma a punta indica il cielo e Dio e piegato dal vento ispira il disegno Kum su tessuti e tappeti.
Questa costruzione e molte altre durante la festa della festa sciita della Shura viene addobbata, illuminata e trasportata a spalla un po’ come la Festa dei Ceri a Gubbio.



Giriamo la piazza, sotto i portici molti negozi come in un piccolo bazaar.



Ci rinfreschiamo in un piccolo bar dove Samane ci offre una specialità locale, una specie di “porridge” fatto di frumento con aggiunta di licquido, freddo e dolciastro da mangiare con il cucchiaino, rinfrescante ed energetico…Buono ma niente di eccezionale.





Riprendiamo il giro di visita dopo aver assistito ad un incidente stradale di questo viaggio che nonostante il traffico caotico delle città rimarrà l’unico: un tamponamento.



Visitiamo il Museo Dell’Acqua, dove viene spiegato con dovizia l’antichissima arte dei Qanat, la costruzione degli acquedotti che dalle montagne circostanti portano ancora oggi l’acqua in questa città ai margini del deserto.
Differentemente a quelli Romani esterni e sopraelevati, i Qanat sono interrati e non partono dalla sorgente ma sono scavati dalla città ala sorgente da operai vestiti di bianco per essere già vestiti conformemente alla religione Islamica in caso di cedimento del tunnel e conseguente morte degli scavatori.
Anche il sistema di misurazione dell’acqua acquistata a scopi irrigui è semplice ed ingegnosa, una bacinella bucata immersa in una piena d’acqua funzionante a mò di clessidra a misurare il tempo di erogazione.







Il museo è sotterraneo e fresco ma quando usciamo siamo di nuovo nel torrido di questa giornata soleggiata.
Pausa pranzo al ristorante Khane Dohad dove ospitiamo la nostra simpatica guida per un pranzo al solito molto buono tanto da ordinare cibo in quantità da non riuscire a finire tutto, il conto per tre sarà di €27,00.





Usciamo a visitare la Moschea del Venerdì con il suo splendido ingresso ed i suoi minareti alti più di 48 metri che mettono in secondo piano la sua cupola a doppio strato.

















Samane mi fa notare la differenza fra le due cupole delle due moschee vicine tra loro: quella del Venerdì e l’altra del Mausoleo di Sayed Roknaddin una a forma di cipolla e l’altra con le sue maioliche azzurre.





Entriamo nella città vecchia, costruita in mattoni di fango, deserta nelle ore più calde.



Ammiriamo i numerosi Bagdir, altra caratteristica di questa città.





Si tratta di una antico ed ingegnoso sistema di condizionamento dell’aria che anticipa di secoli quello adottato nelle nostre case moderne.
Il vento caldo viene catturato dalle fessure di queste alte torri in cui scende raffreddato da cisterne d’acqua negli ambienti delle abitazioni situati al di sotto del piano stradale, l’aria riscaldata degli ambienti sale in ricircolo continuo.
Ci siamo solo noi in giro, la gente a quest’ora se ne sta a casa e grazie alle bottigliette d’acqua minerale che ci portiamo abbiamo un po’ di sollievo.





Dopo aver visitato la Prigione di Alessandro terminiamo la visita alla città vecchia acquistando qualche souvenir e chiediamo a Samane di riportarci in anticipo al nostro albergo perché se il caldo in moto riusciamo a sopportarlo, a piedi in vista alla città alla fine risulta eccessivo.











Prima però passiamo davanti ad una casa dove le donne sono riunite per una riunione conviviale a seguito di una cerimonia funebre, Lilli chiede di poter scattare una foto dell'interno, poi si fa fotografare con una delle partecipanti.





Tornati in albergo ci sediamo al bar della hall dove pagata la nostra simpaticissima e bravissima guida (€55,00 per una visita che andava dalle 09,00 alle 17,00 ma che per nostro volere abbiamo concluso in anticipo) su suggerimento di Samane ordiniamo per tutti e tre un Sekanjabin, una bibita a base di cetriolo-menta-zafferano shakerata con ghiaccio, la bibita più buona provata in questo viaggio!





Salutiamo con un abbraccio Samane con cui ho intrattenuto, nei tragitti in macchina, piacevoli conversazioni dove ho scoperto un po’ della sua vita.
Sposata con un imprenditore nel ramo Catering mi svela di averlo conosciuto in “Chat”, cosa che appare comune tra i giovani, alla faccia dei pregiudizi su questo stato “integralista”,
Hanno viaggiato a lungo anche all’estero prima di decidere di avere un figlio e vivono in un appartamento acquistato grazie ai contributi che lo stato dà alle giovani coppie.
Ci scambiamo i telefoni e account Instagram e ci abbracciamo salutandoci.
Riposiamo in camera per 3-4 ore poi ci cambiamo e ci rechiamo a mangiare nel ristorante sul tetto del nostro albergo dove il caldo si fa sentire di meno.







Passiamo una bella serata al chiaro di luna mangiando al solito bene e facendo la conoscenza di una giovane manager Iraniana in viaggio di lavoro che saputo che una delle nostre prossime mete è Shiraz. La sua città, ci dà il telefono di sua sorella offrendoci di farci accompagnare in visita.
La ringraziamo ma già sappiamo che non accetteremo, il caldo sentito oggi ci suggerisce di lasciarci la libertà di movimento nelle visite per poter ritornare in albergo se stanchi ed accaldati e limitare quelle guidate ad Esfahan dove riprenderemo una guida privata.
Tornati in stanza non facciamo in tempo a metterci a letto che squilla il telefono: è la reception che mi annuncia la visita di un signore che chiede di me.
Mi vesto in fretta e lasciando Lilli a sonnecchiare vado alla reception dove con mia sorpresa trovo Alì, il gentile signore che ci aveva accompagnato in macchina all’ufficio di cambio, con un pacco in mano pieno di biscotti caratteristici di Yazd, famosa anche per i suoi dolci, una busta piena di blocchi di Zucchero Limonato ed una scatola di metallo con dentro quello che sembra un dolce alla nocciola spalmabile.
Io non so come comportarmi perché non ho proprio idea di come sistemare tutto nei bagagli della moto, ma rifiutare sarebbe un affronto.
Non è finita: dice che domani lui va a Teheran per lavoro ma torna tra due giorni ed al suo ritorno dobbiamo essere suoi ospiti nella sua casa per 3 giorni!
Lo ringrazio ma gli faccio notare che non è possibile data la nostra tabella di marcia già di per sé impegnativa, lo abbraccio commosso per il regalo e l’offerta di ospitalità, promettendo di ritornare ed accettare la sua ospitalità, cosa che faremo sicuramente quando torneremo in un prossimo viaggio in Iran.
Torno da Lilli e la sveglio facendole vedere la quantità di regali avuti da Ali e con un po’ di ingegno, togliendo i friabili biscotti dalla voluminosa scatola e disponendo i cubetti dello zucchero in maniera diversa, riesco a sistemare tutto nella piccola ed estensibile borsa GIVI che viene fissata sul Top Case, dove lo scorso anno sono riuscito a mettere per la gioia di Lilli vari souvenir tra cui una bottiglia di vetro vuota dell’acqua minerale bevuta ad El Rocio in Andalusia e due lattine di coca cola con il logo di Lisbona ed il disegno della Torre di Belem.



Tanto per capire cosa significa viaggiare con mia moglie, che sopporta (quasi) tutto ma chiede giustamente anche le “contropartite”!
Ci addormentiamo ancora una volta pieni di felicità e stupore per la generosità ed ospitalità del popolo Iraniano.
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Antonio Tempora
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Antonio Tempora non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 07-11-2017, 00:34   #31
beltipo
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Una volta che apri il cuore alla strada e al viaggio succedono sempre magie...
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Vecchio 07-11-2017, 10:59   #32
charlyno
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..seguo. Complimenti
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Vecchio 07-11-2017, 16:15   #33
GS3NO
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che roba strepitosa che hai fatto
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Vecchio 08-11-2017, 10:51   #34
bikerold
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Complimenti per tutto, ma soprattutto per la pazienza di scrivere il romanzo.
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Vecchio 08-11-2017, 16:12   #35
robyferax
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ciao Anton io
complimenti per il viaggio e l'interessantisimo racconto. Ma vorrei uscire un attimo dal contesto;sono molto curioso di avere notizie dettagliate su quei sigari che ti fumi tanto volentieri ad ogni pausa;da fumatore di sigari, so quanto sia piacevole fumare un buon sigaro nei momenti di relax
continua cosi' e complimenti ancora
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Vecchio 08-11-2017, 18:34   #36
Antonio Tempora
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Yazd – Pasargarde – Persepoli
Km.393-In moto H4,12-Media Kmh 93,5-Quota Media 2000 Massima 2563

“Il Sogno si è Avverato: Siamo arrivati a Persepoli”

Pago il conto dell’albergo e caricate le borse, compreso quella con i regali di Alì, sulla moto nel comodo parcheggio dell’albergo partiamo salutando Yazd ed il Dad Hotel uscendo facilmente la città prendendo la N78 direzione Sud-Sud Ovest per Shiraz.
Strada a 4 corsie scorrevole con fondo gommato e solcato dai camion nella corsia di destra mentre quella di sorpasso non presenta problemi.
Ho scelto questa strada, più scorrevole e diretta, invece di quella più panoramica che corre lungo la Valle di Bavanat ed i suoi accampamenti di nomadi, per avere più tempo per la visita a Pasargarde ed arrivare a Persepoli prima della chiusura del sito e godere della visita alla luce del tramonto.
Poco prima dell’incrocio con la N65, che collega Esfahan con Shiraz, veniamo fermati in un posto di blocco da due gendarmi armati di Kalashnikov, che nelle loro mani sembra un fucile giocattolo per quanto lo maneggiano in maniera distratta, che ci chiedono di fermare la moto e raggiungerli sotto la loro tenda dove, sorridenti e gentili, controllano i nostri passaporti per poi salutarci e farci ripartire.
Riprendiamo la strada e dopo aver fatto il pieno in un distributore che ci costringe ad una doppia “conversione ad U” trovandosi al lato opposto della nostra direzione di marcia, cominciamo a salire fino a quota 2563 con la strada che ha il fondo “zigrinato” per facilitare la frenata in discesa dei pesanti Tir e che rende la guida della moto più complicata, almeno per me che non amo questa superfice in modo particolare in curva.
Arriviamo al cartello che indica il sito di PASARGARDE e mentre lascio la strada principale Lilli, che vede all’orizzonte il profilo delle montagne, mi chiede: “Ma dobbiamo fare una strada di montagna?”.
Naturalmente non saliamo di quota, entriamo in un villaggio con un ampio vialone che porta direttamente all’ ingresso del sito ed invece di andare nel parcheggio fermo la moto proprio davanti alla biglietteria dove, pagati i due biglietti d’ingresso, il gentilissimo funzionario apre con il telecomando il cancello d’ingresso facendoci cenno di entrare con la moto mentre tutti gli altri veicoli sono obbligati a stare fuori!



La Tomba di Ciro è stata liberata dalle impalcature che negli scorsi anni la imprigionavano e tutto il sito è stato restaurato e ristrutturato.
Parcheggio la moto davanti alla tomba dove comincia la fila delle famiglie Iraniane in visita al sito che desiderano farsi una foto con noi e la nostra moto.



Siamo gli unici stranieri presenti ed al solito dobbiamo rispondere a domande sul nostro paese di provenienza ed il nostro itinerario.



Sono emozionato, ci stiamo avvicinando alla meta più rappresentativa del nostro viaggio e lasciamo il sito senza dilungarci nella visita alle rovine del Palazzo di Ciro per riprendere la strada in direzione Persepoli dove arriviamo dopo pochi chilometri imboccando il lungo viale con a fianco ciò che rimane della enorme e lussuosissima tendopoli fatta erigere dallo Shah Reza Pahlevi in occasione delle celebrazioni faraoniche indette nel 1971.



Mi fermo davanti all’ingresso a pagamento dell’ampio parcheggio e chiedo ad un gendarme di chiamare il nostro albergo APADANA HOTEL, l’unico in loco, costruito anch’esso per le celebrazioni e dove soggiornò lo Shah stesso con la sua famiglia.
Sepideh mi aveva detto nell’ultima messaggiata che non c’era posto, io non me ne sono curato e, raggiunto da due inservienti che aperto un cancello ci fanno accedere in moto al giardino dell’hotel, dopo averla messa sul cavalletto centrale, mi dirigo alla reception dove una gentilissima ragazza mi accoglie con un sorriso e saputo che siamo Italiani e per di più in moto, dopo averci rassicurato che Sepideh aveva capito male, ci assegna una delle camere VIP con vista sul sito.



Lascio la moto parcheggiata di fronte all’ingresso, mentre i due inservienti insistono che, dopo aver superato un altissimo gradino, la parcheggi di fianco all’entrata.
Naturalmente lascio la moto dov’è.



Fatte portare le borse in camera ci accomodiamo in questa che chiaramente è un struttura con stile ed arredi molto datati, ma pulitissima e con un personale gentilissimo e professionale.
Inoltre vale la pena soggiornare qui solo per il fatto di poter visitare Persepoli alla luce del tramonto e di prima mattina, dopo e prima dell’arrivo delle “orde” dei turisti.
Chiedo del cocomero che non ci giunge a fette ma squisitamente shakerato in due grossi bicchieri.



Mi faccio la doccia nel bagno datato ma pulito ed all’occidentale facendo scorrere l’acqua della doccia che dopo il primo momento in cui appare marrone come se le tubature non vedessero acqua da diverso tempo, arriva fresca e chiara.
Mi metto in accappatoio a fumarmi il sigaro davanti alla finestra con vista sulle rovine di Persepoli che sorgono a circa 100 metri di distanza.



Fuori fa caldo torrido, siamo a più di 1600 metri, Pasargarde era a più di 1800, la nostra stanza ha l’aria condizionata, sono le 14,30 e ci concediamo un piacevole riposino durante il quale approfitto per collegarmi con il Wi-Fi dell’albergo.
Alle 18,00 indossiamo la “divisa” e pagato il biglietto entriamo per la “Porta Delle Nazioni” in questo splendido sito.









Anche qui siamo gli unici stranieri mentre c’è una folla di turisti Iraniani nonostante a quest’ora i pullman turistici provenienti da Shiraz sono già sulla via di ritorno.
La luce del tramonto rende i monumenti ancora più affascinanti e gli enormi Tori Alati con teste umane scolpiti all’ingresso sono impressionanti.





Efeso-Aphrodisia-Patara-Xantos-Pergamo in Turchia, Leptis Magna e Sabratha in Libia, Palmira-Apamea in Siria, Gerasa e Petra in Giordania, gli anfiteatri e le vestigia Romane in Marocco ed in Tunisia, per non parlare di ciò che di splendido abbiamo in Italia a Paestum ed in Sicilia, ci avevano affascinati ma qui per la prima volta ammiriamo monumenti che non hanno nulla a che vedere con la tradizione architettonica Greco-Romana e lasciano capire lo splendore di quella che è stata la capitale del più importante e vasto impero della Civiltà Occidentale che ha preceduto l’Era Romana.
Specie nei capitelli e nelle basi delle colonne, si nota il motivo a "Petalo di Loto" che non trova riscontro nei monumenti Greci e Romani.









Provo un senso di rabbia e rincrescimento nei confronti di Alessandro Magno e dei suoi generali che incendiarono gli splendidi palazzi, un atto che non può essere giustificato per il loro sentimento di vendetta in ricordo dell’incendio del Partenone e di Atene da parte dei Persiani.
Il sito, come tutti in Iran, è stato sottoposto a restauro, che ancora continua, molto stanno ancora contribuendo gli archeologi Italiani, molte opere sono state asportate durante gli anni dell’Impero Britannico che esercitò la sua influenza su quella che si chiamava ancora Persia, come testimoniano le iscrizioni lasciate da militari e funzionari Britannici sulla Porta Delle Nazioni.





I turisti Iraniani vanno in giro tra i monumenti non rispettando le recinzioni per scattare foto e farsi selfie, ma d’altra parte non possiamo essere noi Italiani, dopo aver distrutto coste e danneggiato le nostre opere d’arte, ad insegnare agli altri come comportarci.



Non sono stati educati al rispetto dei monumenti della loro antichissima storia.
La rivoluzione Khomeinista ha colpito con una sorta di boicottaggio non solo i siti archeologici memori di un’epoca dove la religione di stato non era quella Islamica ma quella Zoroastriana, ma persino le antiche moschee testimoni di dominazioni non conformi, dal punto di vista religioso, alla ortodossia professata dall’attuale vertice religioso Iraniano.
Ora che ci si rende conto dell’importanza degli straordinari reperti storici, archeologici e religiosi, sia dal punto di vista culturale che economico, per la valuta che i sempre più numerosi turisti occidentali portano (specie con i biglietti d’ingresso ai siti che sono MOLTO più cari che per i locali), è tutto un cantiere di restauro sia di monumenti che moschee in ogni città e luogo visitato.
Lascio alle foto la descrizione del luogo, ai testi scritti reperibili in libreria o sul web la storia di questo sito ed il significato simbolico dei monumenti ed in particolare modo degli splendidi bassorilievi sulla scalinata dl Palazzo Apadana ed ai lati del Palazzo di Dario.







































Anche qui incontriamo tanti gruppi di famiglie ed amici che chiedono di fare un selfie con noi, tra i vari spicca un gruppo di amiche tra le quali una ragazza dagli splendidi occhi azzurri ed una comitiva di Arbitri di Palla a Mano in visita dopo un corso di aggiornamento prima dell’inizio del campionato.
Usciamo da questo splendido luogo nella luce del tramonto.



















Sono contento ed emozionato per aver realizzato, dopo tanti anni di attesa, il sogno di visitare Persepoli.





Tornati al nostro albergo alle 20,30 ci sediamo nel giardino ed ordiniamo un Mojito Analcolico che beviamo con gusto dimenticandoci che non è alcolico.



Ci accomodiamo dopo aver finito il mio sigarino nella sontuosa sala da pranzo dove ceniamo serviti in maniera impeccabile dai camerieri di questo Hotel molto “Old Fashion” e concludo la cena mettendo alla prova l’abilità del barman, un ragazzo Iraniano che ha fatto un corso istituito in Iran dalla Lavazza sulle macchine da caffè Italiane, ordinando un cappuccino che alla fine della nostra cena ci sta un pò come “cavoli a merenda” ma che risulta non solo ottimo ma addirittura decorato con il simbolo della bandiera Iraniana.





Mentre Lilli finisce il suo Cocomero Shakerato ed io il mio sigarino seduti fuori in giardino, rivivo con il pensiero, prima di tornare in camera per la nanna, questa nuova splendida giornata di viaggio.
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Antonio Tempora
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Vecchio 08-11-2017, 18:46   #37
Antonio Tempora
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ciao Anton io
complimenti per il viaggio e l'interessantisimo racconto. Ma vorrei uscire un attimo dal contesto;sono molto curioso di avere notizie dettagliate su quei sigari che ti fumi tanto volentieri ad ogni pausa;da fumatore di sigari, so quanto sia piacevole fumare un buon sigaro nei momenti di relax
continua cosi' e complimenti ancora
Ciao
Sono i Toscanelli al Caffè.
Quelli originali non le varianti ai vari gusti usciti dopo.
Anni fa ero sulla moto vicino alle Terme di Caracalla quando sento proveniente da un SUV con il finestrino aperto un gradevolissimo profumo di un sigaro fumato dal guidatore.
Mi butto all'inseguimento fino al semaforo rosso dove affiancata la vettura vedo il viso del fumatore "sbiancarsi" temendo fossi uno scippatore di Rolex.
Quando si sente chiedere il nome del sigaro riprende colorito sul viso e mi dice la marca tutto contento dello scampato pericolo.
Io non aspiro da quando mi andò per traverso il fumo della sigaretta che mio fratello mi fece fumare a 6 anni per non farmi fare la spia avendolo beccato a fumare i mozziconi di mia madre.
Mio nonno a 13 anni mi insegnò a caricare la sua pipa ed ad accenderla, da allora fumo pipa e sigari senza aspirare ma gustando il sapore del tabacco.
In viaggio mi porto i toscanelli perché sono più pratici della pipa e posso regalarli a chi voglio.
Di solito ne fumo 2 al giorno, raramente di più.
Caffè con la Moka caricata con la mia miscela preferita che mi porto anche in viaggio, sigarino e la giornata di viaggio in moto diventa perfetta !
un saluto
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Vecchio 08-11-2017, 18:54   #38
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aspetto la puntata di domani grazie anche oggi Antonio. (Zeno..... non sbavare)
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Vecchio 09-11-2017, 10:09   #39
GS3NO
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Io non aspiro [...] fumo pipa e sigari senza aspirare ma gustando il sapore del tabacco.
Eccolo qui un altro. Preferisco l'extra vecchio o l'originale ma accetto anche quelli che fumano gli aromatizzati

Provate quelli della Amazon cigars...
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Vecchio 09-11-2017, 10:17   #40
Antonio Tempora
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Originariamente inviata da GS3NO Visualizza il messaggio
Eccolo qui un altro. Preferisco l'extra vecchio o l'originale ma accetto anche quelli che fumano gli aromatizzati

Provate quelli della Amazon cigars...
Io il Toscano Originale non riesco a fumarlo senza che mi giri la testa e mi faccia male lo stomaco.
Ogni tanto anche con il Toscanello al Caffé mi capita, credo dipenda dalla "stagionatura".
Certo quando ancora si trovavano i Panatelas Davidoff fatti con il tabacco Cubano era un altro fumare.....
Fumare la pipa è tutta un'altra cosa, dal caricamento all'accensione e quindi al lento fumare, sono mediamente 45-60 minuti di relax.
Comunque anche il toscanello arrivati stanchi in albergo dopo una lunga giornata di moto od alla sera sul terrazzino della stanza dopo cena rivedendo con la mente i panorami della giornata....Certo in Iran mi è mancata la fiaschettina con lo Stravecchio Branca!
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Vecchio 09-11-2017, 13:02   #41
Sofia79
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oggi sono riuscita a prendermi un po' di tempo per leggere questo report...che dire: mi ha emozionata veramente tanto
Descrizioni e immagini molto coinvolgenti, vorrei tanto un giorno trovare il coraggio di affrontare un viaggio del genere...nel frattempo grazie ad Antonio per averci in qualche modo fatto "partecipare" al suo giretto fuoriporta
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...lume v'è dato a bene e malizia, e libero voler...
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Vecchio 09-11-2017, 18:11   #42
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10/08 Persepoli - Shiraz
Km.57 In moto H.1,00 Quota media 1600 Quota max. 1877

“Visita al sito di Persepoli in solitaria con ingresso prima dell’apertura al pubblico. Magnifico”

Siamo a Shiraz il punto più a Sud del nostro viaggio…Ad oggi percorsi Km.5614
Ritorno via terra Km.5423 se prendiamo il traghetto sono Km.4450



Sveglia alla solita ora, preparo il caffè e mangiamo un po’ dei biscotti regalati da Ali. Ci vestiamo e prima dell’apertura ufficiale entriamo nel sito deserto e tutto per noi.





Avevamo fatto la stessa cosa a Petra e fu uno spettacolo passeggiare per il Siq deserto e con solo il rumore dei nostri passi arrivando poi al “Tesoro” senza la folla di turisti delle ore di visita.
Anche ora siamo da soli seguiti passo passo da una coppia di giovani che più tardi si presenteranno chiedendo il permesso di seguirci.
Sono due studenti di medicina, Peyam e Mohammad, che abitanti nella piccola città vicino alle rovine e lasciata la loro MTB all’ingresso visitano ogni settimana il sito orgogliosi del passato del loro paese.
Visitare questo splendido sito archeologico senza la festosa ma anche disordinata folla dei turisti è ancora più affascinante ed emozionante.









Diamo un altro sguardo agli splendidi bassorilievi della scalinata del Palazzo Apadana, con le nostre due “guide” che ci illustrano due particolari che non avevamo notato come la unica presenza femminile tra i bassorilievi, una donna stilizzata tra i raggi di un carro ed il fatto che tutti i visitatori che portano doni all’ Imperatore si tengono per mano a raffigurare l’ unità delle genti dell’impero sotto un unico monarca, saliamo per la collina per visitare una delle due tombe rupestri che si affacciano sul sito: la Tomba di Antaserse.











Scattiamo foto panoramiche di Persepoli ed un selfie con i nostri giovani amici che tanto per cambiare ci invitano a casa per un pranzo preparato dalla madre.







https://youtu.be/M-CbrJ1qCH4

Li salutiamo all’ ingresso del nostro albergo dopo esserci scambiati gli indirizzi Instagram e WhatsUp ed rientriamo a fare una degna colazione dopo questa seconda splendida visita.
Ci rechiamo alla reception dove Arezoo, la giovane manager che ci aveva accolti ieri, dopo che abbiamo pagato il conto degli extra (anche qui avevamo un voucher per il costo della stanza prepagato da Sepideh) apre una delle vetrine piene di oggettistica e ci regala una splendida mattonella con raffigurato uno dei bassorilievi di Persepoli.





Prepariamo le borse e ci vestiamo con comodo, abbiamo la stanza per tutto il tempo che ci necessita e Shiraz è a pochi chilometri.





Arezoo ci viene a salutare alla nostra moto e lasciamo lei, il personale dell’ Apadana Hotel e la splendida Persepoli.

A ritorno a Roma consulterò un libro che faceva parte dell' ampia e fornita biblioteca del nostro appartamento ai Parioli dove sono vissuto dai 3 ai 19 anni.
Acquistato da mia madre nel 1958, edito da Mondadori, si chiama "Le Meraviglie Del Passato" e lo sfoglio con piacere a ritorno di ogni viaggio che comporta la visita ai siti archeologici.
Questo video è composto da foto in B&W, scattate nel 1929, del libro e quelle che ho scattato io.
Nella fretta di comporlo ho sbagliato la data della nostra visita....

https://youtu.be/1biC0FJVcI8

Ci dirigiamo a sud verso la vicina Shiraz che raggiungiamo in un’ora attraverso una strada a 4 corsie che sale al solito di quota con asfalto zigrinato prima di scendere ai margini della città dove chiamiamo un taxi che ci porta al nostro albergo, ZANDIYE HOTEL, un 4 stelle superiore moderno e con un bel parcheggio sotterraneo.
Ci fanno un ”Up Grading” assegnandoci quella che chiamano “Honeymoon Suite”, molto grande e comoda con tutti i servizi di un hotel moderno al costo, prepagato al solito, di $110,53 B&B.
Ci mangiamo un bel vassoio di cocomero e melone bianco a fette e quindi riposino fino alle 17,30.
Doccia e ci mettiamo la nostra divisa ed a piedi, dato che l’albergo è posizionato centralmente, ci rechiamo in visita alla città.



Passiamo per la piazza centrale dove spicca il castello con le sue torri una delle quali inclinata e ci fermiamo in un chiosco gelati dove consumiamo un buon gelato alla crema denso e rinfrescante.



Entriamo nel Vakil Bazar che si divide in due sezioni ad entrambi i lati di una strada trafficata non solo di pedoni ma dalle solite motociclettine che imperversano su tutte le aree pedonali in questa ed in ogni città Iraniana.





Il bazaar è al solito vivace e ricco di merce, Lilli acquista un fermaglio per i capelli in sostituzione di quello portato dall’Italia che si è rotto.
















Camminando per il dedalo su cui si sviluppa il bazaar facciamo sosta in una sala da the che scopriremo poi essere molto quotata e menzionata anche dalla LP: Seray-E-Mehr Teahouse and Restaurant.
Ordiniamo un the allo zafferano che non viene servito in bustina ma in foglia (come me lo faccio io a casa) in una tisaniera con in cima i pistilli di zafferano, accompagnato dall’immancabile stecco di zucchero al limone.
Il locale è bello e si deve anche mangiare bene, il profumo del cibo consumato nei tavoli accanto al nostro è invitante, peccato non siano aperti a cena, al solito non passiamo inosservati e facciamo amicizia con la proprietaria, sua madre, figlie e nipoti che l’aiutano nella conduzione del locale.
Con il loro stupore mostro loro Trip Advisor che non conoscevano e scaricano subito l’App scoprendo di non essere recensiti solo su LP!
Anche loro chiedono di fare una foto con noi, la nipote Fereshte si collega subito al mio account WhatsUp (recentemente mi ha mandato una compilation di musica tradizionale Iraniana anche se lei ci aveva confessato di essere innamorata di un cantante spagnolo di cui ora non ricordo il nome) ed alla fine non ci fanno pagare la nostra consumazione…









Usciti dal bazaar visitiamo la Moschea Vakil con le sue splendide piastrelle colorate in motivi floreali, le sue colonne tortili, la splendida scala d’alabastro e la sua Mihrab dove cominciamo ad ammirare le “Stalattiti” o Mukarnas, il motivo architettonico Islamico riconducibile alla “sezione Aurea”, presente anche nella Cappella palatina di Palermo, che qui in Iran raggiunge il suo punto artistico architettonico più alto.



























Uscendo dalla moschea ci infiliamo tra i vicoli dietro la strada principale dove i negozi su strada sono pieni di avventori e da un gruppo di “Motociclisti” ci vediamo offrire un grappolo d’uva.







Non è quella rossa da vino che ha reso questa città famosa, il cui vino avevo assaggiato in Sud Africa prodotto localmente durante gli anni della mia permanenza in quel paese, e che ora in Iran è quasi scomparsa, ma bianca e senza semi dal sapore squisito.
Ringraziamo i nostri amici di due ruote e torniamo in albergo dove ceniamo nel ristorante con cucina tradizionale, ce ne sono altri due che servono anche “cucina internazionale”, posto nell’ampia terrazza esterna dove la serata relativamente piacevole, visto che anche in questa città fa molto caldo, consente di mangiare all’aperto.
Oltre che mangiare bene, con un servizio impeccabile, scopriamo una birra analcolica di importazione abbastanza buona tanto da berne due a testa: Bavaria.



Caffè lungo italiano con sigarino e rientriamo nella nostra ampia e comoda stanza dove Lilli si addormenta subito mentre io mi guardo una partita del Real Madrid della passata Champions e le news del canale in Inglese Iraniano prima di chiudere anche io gli occhi per il meritato sonno.

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Antonio Tempora
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Vecchio 09-11-2017, 20:38   #43
Antonio Tempora
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11/08 Shiraz – Sosta e Visita

Risveglio nella nostra bella stanza dove sul frigo bar abbiamo bollitore, tazze e bustine di the e caffè solubile.
Preparo il nostro caffè e mangiamo un po’ dei pochi biscotti friabili regalati da Ali rimasti intatti, gli mando una foto e risponde tutto contento.



Scendiamo a fare una seconda colazione nella sala ristorante dove trovo un avviso, in Farsi ed Inglese, presente su ogni tavolo, che mette in guardia contro l’eccessivo uso di sale e zucchero, di cibi ipercalorici, di una vita troppo sedentaria per evitare malattie cardiovascolari e diabete.





Capisco che anche qui in Iran, alla faccia del regime teocratico, il “junk food” di tipo Americano ha cominciato a fare danno.
Pizza, patatine fritte, hamburgers e bibite gasate sono diventate di moda tra i giovani e non solo con tutti i danni che ne conseguono primo fra tutti un’evidente sovrappeso tra i bambini.
Usciamo in visita a piedi attraversando di nuovo la Shoada Square con la sua fortezza fermandoci a fotografare le sue mura con la sua “torre pendente”.









Cominciamo la nostra visita odierna con il Pars Museum molto ricco di reperti circondato da un bel giardino e con uno splendido soffitto a “stalattiti”.



















Shiraz è famosa per i suoi giardini perciò usciti prendiamo un taxi e ci facciamo portare al Bargh-e-Eram famoso per il suo roseto ed i cipressi centenari.



Passeggiamo volentieri tra rose e fiori circondati da famiglie in visita che consumano la loro merenda sdraiati sulle coperte stese sui curatissimi prati all’ombra degli alberi.





















Entriamo a rinfrescarci in un bar con giardino interno ed incuriositi da quello che sorseggiano quasi tutti ordiniamo anche noi una specie di granita al succo di frutta che sa un po’ di ciliegia e melograno, buona ma per me che non metto zucchero nelle bevande un po’ troppo “smielata”.







In compenso quando vado a pagare scopro che i due bicchieri di granita saranno la consumazione più cara dell’Iran: 200.000 Rial, circa €5,00.
Non è la cifra in sé ma la sproporzione con quanto avevamo pagato in precedenza in altri luoghi, molto più “eleganti”, per due the serviti al tavolo, meno della metà.
Soddisfatti della visita torniamo con un altro taxi nel nostro albergo dove, consci del fatto che stasera ceneremo abbondantemente, consumiamo in camera un pasto frugale a base di frutta secca e bibite dal frigo bar.
Riposiamo fino al tramonto poi ci facciamo chiamare un taxi che ci porta al Mausoleo di Afez, forse il poeta più amato in Iran.
Su suggerimento della LP abbiamo aspettato che scendesse la cena per visitarlo godendo della sua illuminazione multicolore.
Davanti al botteghino c’è una lunghissima fila che noi osserviamo scrupolosamente fino a quando veniamo avvicinati da un signore che con fare gentile ci offre, in regalo, come conferma in Inglese un altro signore anche lui in fila, i suoi due biglietti.
Lo ringraziamo commossi e ci facciamo anche una foto insieme.



Ci rechiamo all’ingresso e quando mostro i biglietti ci guardano stupefatti: sono due biglietti a prezzo ridotto per i locali, spiego l’accaduto e si preoccupano di sapere se abbiamo pagato per averli.
Sono preoccupati del fatto che potevamo essere stati soggetti a una piccola truffa, invece non è stato così, il gentile signore sicuramente non sapeva che i turisti stranieri pagano di più (!).
Pago i due biglietti per intero con l’unico vantaggio di aver saltato la fila ed entriamo in visita.
Il mausoleo è circondato da un bel giardino, illuminato e con musica tradizionale di sottofondo.
C’è una folla composta di famiglie che si recano in pellegrinaggio al gazebo sotto il quale in una bara di alabastro giace il poeta Afez, poi sciamano nel giardino socializzando e facendo “picnic” sui prati godendo del fresco serale dopo una torrida giornata.











Finita la visita con un altro taxi ci facciamo portare al Kateh Mas Restaurant.
L’ ingresso non è molto attraente situato com’è in una strada buia, ma scesa la scala ci si trova nell’ampio ambiente, sotto il livello strada, di una casa tradizionale con persino un pozzo al centro e l’immancabile forno dove viene sfornato il tipico pane Iraniano.







Camerieri con vestiti tradizionali tra cui spicca una “odalisca”





Complessino che suona musica tradizionale, cibo buono specie le mie costolette di agnello.
Finito di mangiare e pagato il conto, dopo che Lilli si sottopone con piacere alla ennesima richiesta di selfie, torniamo a piedi al nostro albergo lungo le strade illuminate seguendo le indicazioni di Google Maps che danno il nostro albergo a soli 15 minuti di distanza.



Superiamo ai lati della fortezza di Shoada Square una famiglia intenta a cenare al fresco della sera che ci saluta e ci invita ad unirci a noi.



Ringraziamo con un sorriso ma preferiamo tornare al nostro albergo dove mi faccio portare nella terrazza all’aperto il mio caffè lungo serale che sorseggio fumando il mio sigarino prima di rientrare in camera e concludere questa giornata di visita con una piacevole dormita.
Domani partiamo direzione Esfahan la città “Metà del Mondo”.
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Vecchio 10-11-2017, 20:34   #44
Magnete
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Wow!
racconto molto dettagliato
Grazie
Ps: adesso ho voglia di partire
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Vecchio 12-11-2017, 20:31   #45
Antonio Tempora
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12/08 Shiraz – Esfahan
Km.492 In moto H 6,25 Quota media 1500 Quota max. 2497


Usciamo senza difficoltà dalla città prendendo una strada diversa da quella più diretta che in parte sarebbe stata la stessa percorsa per arrivare a Persepoli.



La N55 dirige verso Ardakan e dopo si rivelerà una strada molto bella dal punto di vista panoramico.
Sempre a 4 corsie corre tra campi coltivati nella parte inziale principalmente a vigneti, con alberi e torrenti e con la magnifica vista dei monti Zagros alla nostra sinistra.
La strada poco trafficata ci fa superare due bei passi di cui uno di quasi 2500 metri attraverso parecchi tunnel in uno dei quali, poco illuminati, schiviamo una macchina che supera dalla corsia opposta a fari spenti invadendo la nostra carreggiata.
A metà strada ci fermiamo per la pausa pranzo in un largo spiazzo con botteghe ed un ristorante dove decidiamo di provare a pranzare.
L’aspetto non è invitante ma è all’ombra e fa molto caldo.
Lasciamo giacche e caschi all’ esterno davanti alla moto parcheggiata all’ingresso ed entriamo, ci accolgono con entusiasmo e ci mettiamo a sedere in un tavolo ordinando da bere ed un kebab di agnello.
Il proprietario parla inglese, è di etnia Baktiari e ne è orgoglioso, ci presenta la sua famiglia e chiama un suo amico al telefono che in un italiano stentato ma comprensibile ci invita a dormire a casa sua.
Al solito dobbiamo spiegare la nostra impossibilità ad accettare ringraziando lui ed il proprietario del ristorante di cuore.









Il pranzo si rivela il migliore consumato in Iran, il kebab di agnello si scioglie in bocca, il pane sottile è appena sfornato dal loro forno, lo yogurth alla menta è fresco e delizioso ma la cosa più buona è la minestra di lenticchie, pomodoro ed agnello nella quale inzuppiamo golosi le fette di pane.





Siamo fotografati da parenti e amici, ci scambiamo al solito gli account e fatichiamo a lasciare il posto per ripartire per la nostra destinazione tanto è l’affetto che ci viene dimostrato.
Riprendiamo la strada verso Nord che percorriamo senza difficoltà facendo l’ultimo pieno di benzina a 60 chilometri da Esfahan ed arrivati alla sua periferia chiamiamo il solito taxi che nel traffico caotico del pomeriggio ci porta al nostro albergo: ABBASI HOTEL.
L’ albergo ha un grande e sorvegliatissimo garage sotterraneo dove parcheggio la moto accanto ad una KTM targata Milano sulla quale lascio subito un biglietto con il mio nome e la richiesta di contatto prima di seguire il facchino che è venuto a prendere il nostro bagaglio.



Alla reception ci dicono che la stanza prenotata e pre pagata da Sepideh è di quelle che danno sulla strada e famose per essere rumorose, ci consigliano quindi, senza sovrapprezzo, di trasferirci in una nella nuova ala, quella che secondo la LP è “priva di atmosfera”, in realtà è una bella stanza, ampia, moderna, bel bagno, terrazzino che dà su un giardino interno e soprattutto silenziosa.
L’Abbasi Hotel è splendido, un antico caravanserraglio trasformato in albergo di lusso che inizialmente serviva per finanziare una Scuola Coranica con una moschea la cui cupola è visibile dal grande cortile interno, abbellito da fontane e giardini con alberi da frutta e con intorno diversi caffè e ristoranti.
Tra le varie tipologie di camere offerte ce ne sono di estremamente lussuose e tutte danno sul cortile che specie dal tardo pomeriggio è affollato di turisti e abitanti di Esfahan che vengono qui a passare la serata.
Noi siamo contentissimi della nostra sistemazione, $ 115,80 a notte colazione inclusa, in questo che è il più bell’albergo della città e forse dell’Iran.
Doccia e sigarino sul terrazzino, fa caldo ma è sopportabile, il pavimento invece ancora trasmette il calore del sole su cui picchiava prima del nostro arrivo, così mi metto a fare il bucato dell’intimo da moto, una delle mie incombenze di viaggio (quella di Lilli è di portare le borse in camera ed alla moto…Quando arriviamo in un albergo che non ha un facchino) bucato che, steso sul pavimento su uno dei grandi accappatoi di spugna del nostro bagno, si asciuga subito.



Riposino fino al calare del sole poi ci cambiamo e dopo un giro esplorativo per scoprire le bellezze di questo splendido albergo ci rechiamo nel ristorante “A la Carte” dove la manager, una ragazza carina nei modi ma anche fisicamente, ci accoglie in perfetto inglese consigliandoci anche i piatti del menu, al solito tradizionale.









Beviamo birra Bavaria e per la prima volta ordiniamo anche il dolce: una Creme Caramel per Lilli ed un gelato di crema allo zafferano per me, entrambi molto buoni.
Ci trasferiamo in uno dei caffè che si affacciano sul cortile, di sera affollati di pochi turisti stranieri, per lo più Giapponesi e Koreani e tanti locali, e fumato un sigarino con un ottimo caffè lungo Illy, ritorniamo alla nostra stanza per trascorrere la nostra prima notte delle tre che passeremo ad Esfahan.
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Antonio Tempora
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Vecchio 14-11-2017, 22:39   #46
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13/08 Esfahan – Visita Guidata

Sveglia, caffè mattutino in camera ci vestiamo e scendiamo dirigendoci verso la hall della reception dove incontriamo la nostra guida ESHAN che ci porterà in visita alla città.
Non sale con noi nello splendido salone al piano superiore dove consumiamo una fantastica prima colazione.
Tornati nella hall usciamo con Eshan ed a piedi ci dirigiamo a Immam Square, la seconda piazza più grande al mondo ma la più gtande circondata da porticati.



Per prima cosa la nostra guida ci fa notare come inizialmente fosse adibita a campo di gare per il Polo, come testimoniano le due colonne che formano le porte, alle sue estremità, con il monarca persiano che godeva con i suoi ospiti della vista del campo di gara dalla terrazza dell’Ali Qapu.



Procediamo quindi alla visita della Masjed-e-Shah con la sua bellissima cupola oggetto di un grande restauro della sua copertura, le piastrelle vengono rimosse e restaurata in una sala all’ interno.



Accediamo al santuario che ha una magnifica decorazione blu e per via delle sue perfette proporzioni geometriche e costruzione a doppio strato riproduce voci e suoni con una eco molto marcata che, come la nostra guida ci spiega, ha un significato religioso come preghiere che prima salgono a Dio e poi scendono come Sue grazie.











Tutto il complesso è magnifico e sottoposto a intensi restauri che non tolgono fascino all’ambiente.















Usciamo e ci rechiamo alla seconda moschea che si affaccia sulla piazza: Masjed-e Sheikh Leftollah detta anche “Moschea delle Donne”









Priva di minareti dall’ esterno non si ha idea della bellezza della sua cupola interna, con le sue maioliche dorate ed il caratteristico motivo a “Coda di Pavone” dovuto al riflesso dei raggi solari.
Splendida anche il Mihrab con il motivo a “stalattite”.















Usciti ci inoltriamo nel porticato che circonda la piazza affollato di negozi





















Usciamo per giungere all’ ingresso del palazzo Ali Qapu.







Fa molto caldo e Lilli comincia a dare segni d’insofferenza, inoltre dobbiamo salire molti gradini ed al solito è preoccupata per il mio ginocchio.
Il palazzo è molto bello sia per la terrazza, da cui si domina tutta la piazza, coperta da colonne in Cedro del Libano, sia per le stanze interne di rappresentanza dove venivano ricevute le delegazioni delle nazioni con cui i regnati avevano relazioni politiche e commerciali.





https://youtu.be/-v7vrVQ94BI

Saliamo ancora molti scalini ed arriviamo nella “Sala della Musica” con il suo soffitto a stalattite e le pareti che fungevano da cassa armonica per i suonatori nascosti nel retro.







Scendiamo ed usciamo per recarci a pranzo al ristorante BASTANI dove ci accomodiamo in uno dei divani sulla terrazza esterna con vista sulla Masjed-e-Shah





Nonostante il ginocchio indolenzito mi tolgo le scarpe e mi accovaccio per gustare con Lilli e la nostra guida un ottimo pranzo a base di un buonissimo “dizi” di carne d’agnello e verdure nel cui brodo di cottura inzuppiamo il pane sottile appena sfornato senza rimpiangere l’aria condizionata della sala interna.



Usciamo per proseguire la visita ma Lilli ne ha abbastanza e considerato che abbiamo anche domani per visitare la città e dato il caldo torrido della giornata, chiediamo ad Eshan di riaccompagnarci in albergo dove, come da richiesta telefonica di Payam, pago il conto degli alberghi, fin qui prepagati da Payam e Sepideh, dando alla nostra guida l’ammontare in dollari.
Poco dopo mi arriverà un messaggio di ringraziamento di Payam per il bonifico ricevuto da Eshan che dopo averci lasciato era corso a cambiare i dollari per trasferire l’equivalente in Rial sul suo conto corrente.
Saliamo in camera dove mi fumo il sigarino affacciato sul terrazzino con l’aria condizionata che rinfresca la stanza ed invita al relax.
Alle 19,00 mi vesto e salutata Lilli che preferisce rimanere in camera esco e seguendo le istruzioni della cartina e di Google Map mi reco al ponte Poi-e-Si-o-Seh.
Lungo la strada mi fermo a cambiare i dollari all’ Exchange dove il proprietario mi dice che svolge lo stesso servizio nel suo ufficio nell’ Abbasi Hotel agli stessi cambi ed accetta anche Carte di Credito…
Cammino sul marciapiede affollato di gente che fa shopping nei negozi ed in 15 minuti arrivo al ponte mentre si fa sera.
Il ponte è molto bello, peccato il fiume sia in secca, affollato di famiglie e giovani che usano i ponti come ritrovi dove poter “socializzare” sotto gli archi e sul ponte nelle tante “nicchie” che lo percorrono.

















Torno sempre a piedi e salito in camera trovo Lilli già pronta per scendere a cena questa volta nel ristorante a buffet dove mangiamo delle buonissime polpette di carne al sugo ripiene di datteri ed un contorno di melanzane squisito.
Il nostro cameriere alla nostra richiesta di bere Bavaria ci dice che viene servita solo nel ristorante dove avevamo cenato ieri sera, ma poi senza che dovessimo insistere corre e ce ne prende due che ci serve con un sorriso.
Prima avevo telefonato al proprietario della KTM, Diego Pallavicini.
Mi dice che sta visitando l’Iran da solo e che è a letto con quella che ritiene sia un intossicazione da gas di scarico (!!!), ci diamo appuntamento al ristorante ma l’incontro non avviene, mi lascerà sulla moto un suo biglietto molto cortese con i suoi recapiti telefonici e mail.
Dopo cena ci rechiamo in uno dei tanti Thea House che si affacciano sul cortile e ci sediamo per un buon caffè ed un altrettanto buon sigarino prima di risalire in camera per il meritato riposo notturno.
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Antonio Tempora
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Vecchio 14-11-2017, 23:44   #47
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14/08 Esfahan – Visita Libera

Ci svegliamo ed usciamo per un’altra prima colazione nella splendida sala da pranzo del nostro albergo.











Poi prendiamo un taxi che ci porta alla nostra prima visita: la Cattedrale Armena di Vank dedicata a San Giovanni D’Arimatea.









Molto bella completamente affrescata in Neo Gotico su tutte le pareti.















Dopo la visita con un altro taxi condotto da un tassista che ci dichiara rimpiangere i tempi dello Shia Reza Palhevi ci facciamo portare alla Immam Square dove entriamo a piedi dopo aver scattato una foto a dei poliziotti che stavano multando un ambulante che accortisi del mio scatto mi chiamano ed in maniera gentile ma decisa mi chiedono di cancellare la foto dalla memoria della mia Pentax, cosa che eseguo immediatamente.
Entriamo per la Porta di Qeysarieh per addentrarci nel Bazar-e-Borzog.







Seguiamo il tragitto suggerito dalla LP che si rivela chiaro e preciso.
Indugiamo tra le bancarelle colme di merce ed affollate di compratori.

























Come in tutti i bazaar non mancano i caravanserragli in un tempo in cui le merci giungevano a dorso di dromedario ed era quindi necessario avere all’interno del mercato un ricovero per uomini, merci e animali.



















Continuiamo il tragitto seguendo le indicazioni della LP fino a raggiungere, fortunatamente prima della chiusura, la Masjed-e-Hakim considerata la moschea più antica di Esfahan.















Ritornati sui nostri passi cedo alla richiesta di Lilli di fare una “pausa pipì” ed entriamo in un antico Hammam, il Malek Soltan Jarchi Bashi, vecchio di 400 anni completamente ristrutturato e trasformato in ristorante e sala da the.









Dopo aver bevuto ed esserci un po’ riposati dalla lunga passeggiata, riprendiamo il cammino uscendo di nuovo nella grande Immam Square per dirigersi al suo esterno a visitare una meta che dovevamo coprire ieri: il Chehel Sotun.



Palazzo reale molto bello con le sue Colonne di Cedro, il suo ingresso dal soffitto a stalattiti, la splendida sala interna affrescata con scene di battaglia e feste, reperti artistici risalenti all’epoca Safafida.

























Ritorniamo stanchi, accaldati, ma contenti della visita, al nostro albergo dove, dopo un bel frullato di melone bianco, saliamo in camera per un meritato riposino pomeridiano.
Usciamo alle 19,00 e ci facciamo portare in taxi al Poi-e-Khaju.















Quando scende la sera anche questo ponte brulica di vita sociale con intere famiglie, gruppi di amici ma soprattutto giovani che si danno appuntamento sotto gli archi e nei corridoi.















Sotto gli archi assistiamo ad un concerto di due cantori che si alternano nel declamare in canto le poesie del poeta Afez la cui tomba avevamo visitato a Shiraz.



https://youtu.be/pGk4zvaFod0



I giovani affollano gli angoli più riparati di questo splendido ponte a cui manca solo l’acqua del fiume ora in secca.
Si scambiano saluti e messaggi con i loro smartphones e l’atmosfera che si vive è quanto di più sereno e rilassato si possa provare.







Torniamo in taxi in albergo e dopo una rapida doccia ci cambiamo e scendiamo a cenare ancora nel ristorante “A Buffet”.



Veniamo notati da Mohammed, il cameriere che ci aveva servito la sera prima, che anticipando la nostra richiesta corre a prendere due birre Bavaria e più tardi due dolci serviti solo al ristorante “A la Carte”, davvero gentile e professionale.
Facciamo amicizia con una famiglia di Esfahan venuta a cena nel nostro stesso ristorante





Ritorniamo a sederci alla Thea House dove servono caffè italiano e qui assisto ad una scena, che non fotografo per senso di delicatezza, che la dice lunga su come la realtà socio politica di questo paese sia in evoluzione e così diversa da quella descritta dai “media” Occidentali.
Di fronte a noi due tavoli, uno vicino all’altro
Nel primo una famiglia composta da un Imam con copricapo e splendido mantello damascato, sua madre, la moglie, due figlie, tutte in chador ed un figlio di circa 8 anni.
Hanno tutti smartphone e tablet ed anche la madre sta messaggiando, bevono coca cola.
Nel tavolo accanto un gruppo di giovani donne senza uomini, sembra una tipica “Ladies Night”.
Sono vestite con spolverini aperti su camicette parzialmente sbottonate con jeans, alcuni”strappati” e fuseaux attillati.
Il foulard è lasciato ”morbido” facendo vedere i capelli sia sulla fronte che sulla schiena.
Make Up, specie labbra e sopracciglia, marcato e unghie smaltate.
Una di loro si alza, indossa scarpe con tacco 15 tipo “chanel” rosa come la cover del suo cellulare con qui si fa un selfie per evidenziare la sua lunghissima treccia che mia moglie da tipica donna evidenzierà come “extension”.
Questi due modi di vestire, uno tradizionale e l’altro interpretato in maniera più “liberale” così diversi in un paese definito “integralista”, fa capire come le due anime possano convivere.
La presenza di smartphone e tablet, in un paese dove la connessione ad Internet è interdetta solo per alcuni siti non accettati e tutti vanno su FB, Instagram e Whatsup, nelle mani delle donne in chador smentisce invece l’opinione che la donna sia tenuta all’oscuro dei costumi Occidentali.
Ad alcune delle ragazze però chiedo di poter fare qualche foto.







Fumato il mio sigarino e bevuto il caffè torniamo in stanza per trascorrere la nostra ultima notte in questa splendida città ed in questo bellissimo albergo.
Domani partiamo direzione Nord verso Zanjan.
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Vecchio 15-11-2017, 10:13   #48
GS3NO
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Se posso ti consiglio: La via per Isfahan di Gilbert Sinouè.
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Vecchio 16-11-2017, 18:44   #49
Massimo
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Antonio, volevo chiederti se da Shiraz, ti sembra fattibile arrivare a Kerman, e da lì visitare Bam (che mi risulta essere stata quasi tutta ricostruita dopo il terremoto) e il deserto di Kalut (il posto più caldo della terra, 70,7 gradi in agosto record assoluto).

Ho visto un bellissimo report di due fuori di testa sul sito sporcoendurista che si sono fatti recuperare e salvare a notte fonda dalla polizia passata per puro caso. Però erano usciti dall'asfalto...
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Massimo Adami
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Vecchio 16-11-2017, 19:23   #50
Fagòt
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Mi permetto di risponderti io visto che ci siamo passati.... da Shiraz nazionale per Sirjan e poi per Kerman (temperature ancora accettabili in agosto) poi scollini per Shadad (e qui iniziano le temperature infernali...) e il Dusht-e-Lut.

http://www.quellidellelica.com/vbfor...6&postcount=92

Gli sporchi enduristi volevano dormire lì in tenda ma la gente locale gli ha vivamente caldeggiato di lasciar perdere ad agosto. Poi si sono impantanati nel Namak-Lake che si trova nel Dusht-e- Kavir tra Qom e Kashan.
__________________
Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

F 800 GS - Fotty
T700 - Tenery
Fagòt non è in linea   Rispondi quotando
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