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Vecchio 16-11-2017, 18:26   #51
Massimo
Il GPS umano
 
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predefinito IRAN - Agosto 2017- Report Lungo a Puntate

Grazie Fagot. Come hai trovato il posto? Vale la pena fare l'allungo se si è a Shiraz secondo te? ... incidente a parte si intende. E Bam?

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Massimo Adami
BMW F800GS Adventure
YAMAHA XT600E

Ultima modifica di Massimo; 16-11-2017 a 18:29
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Vecchio 16-11-2017, 18:38   #52
Antonio Tempora
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Ciao Massimo
Ribadisco la strada indicata da Diego
Da Shiraz arrivare a Kerman sono 562 kilometri con la N86 che corre attraverso una parte della Valle di Bavanat e poi risale ed arriva a Kerman.
Da Kerman a Bam sono altri 190 kilometri.
Il problema non è il caldo, come ho scritto i 40° in moto se hai l'abbigliamento giusto sono sopportabilissimi dato il bassissimo tasso d'umidità.
Noi partivamo la mattina presto ed arrivavamo a destinazione senza trovarci per strada nelle ore più calde.
Il caldo lo abbiamo sofferto in visita alle città.
Il problema è se ti vuoi avventurare nel deserto in moto.
Noi abbiamo visitato il Wadi Rum Giordano ad Agosto con una guida in un vecchio 4x4.
Ci riposavamo all'ombra nelle ore più calde ed è stato abbastanza piacevole di giorno, meraviglioso la notte dormendo su due materassi buttati sulla sabbia a guardare le stelle dopo una splendida cena a base di pollo cotto in padella sulla brace con pomodori e cipolle.
Ma andare in moto nel deserto più caldo della terra ad Agosto non credo sia consigliabile.
Noi intendiamo tornare il prossimo anno in Iran e la mia idea è quello di visitare la Valle di Bavanat, provenendo da Persepoli, con i campi nomadi e di passare un paio di notti, dopo essere tornati a Yazd, nel posto consigliato dalla LP nel Dasht-e-Kavir.
Prima però contatterò la mia guida di Yazd e mi farò consigliare sulla fattibilità di un soggiorno nel deserto ad Agosto ma credo non ci saranno problemi visto che fermeremo la moto e ci faremo portare in escursione al tramonto e la mattina presto.
Kerman e Bam non le ho considerate...Ma Mai dire Mai
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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Vecchio 16-11-2017, 18:43   #53
Fagòt
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I Kaluts sono un posto incantato... noi ci siamo pentiti di aver dormito al campeggio quando ci siamo arrivati alla mattina. Alba e tramonto lì meritano assolutamente.. il problema è farlo ad agosto.

Bam dovevamo passarci quella mattina... Kerman... a parte le due piazze e il bazar che si snoda tra una e l'altra non è gran che. Anche il quartiere con le case di mattoni in fango ormai sono molto trascurate e pericolanti.

Oltre a Bam avevo trovato qualcosa da vedere a Rayen.
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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

F 800 GS - Fotty
T700 - Tenery
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Vecchio 16-11-2017, 18:49   #54
Antonio Tempora
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15/08 Esfahan – Autostrada direzione Teheran – Zanjan
Km.780 In moto H7,55 Media Kmh 98,70
Quota media 900m Max. 2169m

“Viaggiamo verso Nord e verso la strada del nostro Ritorno ripassando accanto al Deserto ed il Lago Salato”

Partiamo alle 08,30 e un po’ seguendo il GPS ed un po’ chiedendo indicazioni ai passanti, prendiamo l’autostrada direzione Teheran.
E’ la strada più lunga ma anche la più veloce ed oggi sarà una tappa di trasferimento quindi alla fine non dovremmo metterci più tempo.
Al solito transitiamo per i caselli dell’autostrada salutati da festanti casellanti che ci fanno passare gratis, fa molto caldo ma ormai ci siamo abituati.
Ripassiamo accanto al Lago Salato e subito dopo rischiamo un incidente a causa di un veicolo davanti a noi che aveva perso parte del suo carico di scatoloni contenenti scarpe.
Il conducente si era fermato per andare a raccogliere le scarpe sparse per le tre carreggiate con i veicoli in transito che facevano lo slalom.
Il problema non era schivare scarpe e veicoli ma evitare di essere tamponati, infatti uno quasi ci riusciva se non avessi tenuto d’occhio gli specchietti retrovisori.



Superato il deserto e schivato l’incidente ci fermiamo per una sosta nella più bella stazione di servizio vista in Iran, dotata di tutti i servizi compreso un area pic-nic in stile Iraniano dove poter consumare un pasto con il cibo trasportato in macchina.







Fatto il pieno e consumato un the ristoratore riprendiamo la strada e superata Teheran ritroviamo lo stesso ingorgo dell’andata anche se meno intenso.
L’intenzione era quella di uscire a Soltanaye e visitare finalmente il Mausoleo di Oljietu ma passata Qazvin cominciamo a subire un forte vento laterale, questo ed anche la stanchezza della lunga tappa ci fa decidere di rinunciare anche questa volta alla visita, in compenso continuiamo ad essere salutati e ripresi col telefonino dalle macchine, una addirittura ci offre una bibita e della frutta secca direttamente dal finestrino!
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Zanjan e con il solito taxi arriviamo all’albergo prenotato da Sepideh.
L’aspetto è diverso da quello che appare sul sito Web, l’hotel è in fase di ristrutturazione, il retro dove ci chiedono di parcheggiare davanti alle telecamere di sorveglianza è un cantiere aperto.
Lilli è incazzata nera, oggi è Ferragosto e da quando viaggiamo in moto facciamo in modo di passarlo tranquilli in un albergo discreto e con il tradizionale pranzo o cena come da tradizione.
La reception non parla Inglese, la stanza è ampia e pulita ma su una terrazza su cui hanno accesso anche altre stanze perciò niente finestra aperta.
In realtà è il contrasto con il bellissimo albergo di Esfahan che fa la differenza, in un giorno di viaggio qualsiasi non ci sarebbe stato nessun problema in un albergo del genere, migliore di tanti altri in cui abbiamo soggiornato nei nostri viaggi.
Comunque con una telefonata a Payam, che “sgrida” il management per lo scarso ricevimento che ci avevano dato, risolviamo anche il problema dell’aria condizionata, che non riuscivo a far funzionare, così dormiremo anche al fresco.
Lilli si è calmata, ci cambiamo e chiamato un taxi condotto da un giovane simpatico che in Inglese ci dice di essere stato in Italia per una corsa ciclistica con il suo team e spera di tornarci, andiamo al ristorante Karavansara Sangi consigliato da LP.
Il ristorante è sopravvalutato, forse la pubblicità della LP ha dato loro la testa, fatto stà che mangiamo bene ma ad un prezzo, quasi 33 euri, che ne fanno il più caro fin qui in Iran.







Torniamo in albergo con un altro taxi e ci mettiamo a letto, io scrivo il mio diario poi mentre Lilli già “ronfa” mi alzo e vado nel salotto (in realtà la camera è comoda: stanza con tre letti, salotto con divano ed un altro letto, angolo cucina, WC occidentale separato dalla doccia) dove aperta la finestra mi fumo il mio sigarino.
Buon Ferragosto
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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Vecchio 17-11-2017, 21:54   #55
Antonio Tempora
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16/08 Zanjan-Haleb-Qojur-Takab-Takht e Soleyman-Shahindez-Myandoab-Tabriz
Km.614 In moto H08,25 Media Kmh72,8 Quota Media 1400 Quota Max.2311

Lasciamo il nostro albergo alle 08,30, senza neanche preoccuparci se servissero o no la colazione, buttandoci nel caotico, come in ogni città, traffico di Zanjan.
L’intenzione è quella di visitare il Takht-e-Soleyman lungo la strada suggerita da LP ma sia il GPS che Google Map non mi aiutano.
Seguo invece le indicazioni di un agente stradale che mi portano su una strada meno diretta, più comoda ma altrettanto panoramica.
Come in sole due situazioni da quando siamo in viaggio, percorriamo una strada piacevole non solo per il fondo stradale ma per la variazione altimetrica e la bellezza del panorama fatto di ampie vedute e campi coltivati per lo più a frumento.





Ci fermiamo a fare il pieno e con la nostra cartina aperta ci facciamo indicare la strada migliore per arrivare alla nostra meta di metà giornata.
Nonostante nessuno parli Inglese ed i nomi di città e paesi sulla cartina spesso siano diversi da quelli usati localmente, le indicazioni ricevute si rivelano precise e senza alcuna difficoltà, aiutati anche dai segnali stradali al solito bilingue e precisi sia nei nomi che nel kilometraggio, arriviamo a TAKAB che attraversiamo lentamente per il traffico inimmaginabile per una cittadina di così piccole dimensione piena però di incroci, dossi e gli immancabili ritratti dei “Martiri” della guerra Iraq-Iran.
Da Takab seguendo le indicazioni prendiamo il bivio con la strada che dopo 30 chilometri ci porta al “Trono di Salomone”.





Ho pochi soldi Iraniani, sufficienti per un altro pieno ma non per il biglietto, ma conto sempre sulla mia buona sorte.
Infatti parcheggiata la moto incontro due ragazzi, Back Pakers Spagnoli di ritorno dalla visita, chiedo loro se hanno da cambiare e ne sono lieti visto che sono alla fine del loro viaggio in Iran e dovranno cambiare i rimanenti Rial prima di partire.



Cambio solo 5 euro e li ringrazio per l’aiuto, lascio Lilli al parcheggio dato che al solito non si fida a lasciare la moto incustodita con tutti i nostri bagagli e, salgo la breve strada che porta all’ingresso del sito, circondato da alte mura megalitiche, dove pago il biglietto.





Avevo visto su YouTube un servizio sul sito di diversi anni fa, il luogo sembrava diroccato e semi abbandonato, quello che visito è invece restaurato, con un centro visitatori, ordinato e pulito.
Anche qui il governo si è dato da fare per valorizzare un sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco ed i lavori di restauro continuano come mi confermano due giovani ricercatori Iraniani incontrati poco dopo con i quali mi fermo a chiacchierare.
Il “Trono di Salomone” non ha niente a che vedere con il Biblico re, è stato un Tempio del Fuoco Zoroastriano ed i fedeli, per evitarne la distruzione durante l’invasione Islamica, attribuirono il luogo al re Salomone dichiarato nel Corano come “Saggio” e lo salvarono.
Giro intorno al lago di acqua sulfurea e scatto diverse foto, sullo sfondo un altro luogo anch’esso dedicato a Re Salomone: la Prigione di Salomone.







Finisco la visita e torno al parcheggio dove Lilli non è rimasta certo sola ma al solito circondata da famiglie che le chiedono informazioni sul nostro viaggio e si scattano foto insieme a lei.





Rimango sempre stupito di come mia moglie riesca a comunicare con tutti in ogni viaggio senza parlare non dico la loro lingua ma addirittura l’Inglese che capisce solo un poco.
Riprendiamo la moto e dopo una sosta per il solo tempo di una foto di fronte alla Prigione di Salomone prendiamo la strada per Tabriz.





L’opzione più breve e comoda sarebbe stato tornare verso Zanjan lungo la strada che avremmo dovuto percorrere all’andata, ma non mi va di tornare, buttarmi nel traffico di quella città e poi prendere l’autostrada.
Il percorso che seguiamo è più lungo ma fino a Myandoab offre ancora dei bei panorami, curve e superamento di un bel passo ad oltre 2000 metri.
A Myandoab prendiamo la strada nazionale verso Nord che ci farà passare non lontano dal lago Urmia, che non vedremo, lago che sta subendo la stessa sorte dell’Aral con un progressivo prosciugamento.
Mentre ci avviciniamo a Tabriz il tempo comincia a cambiare, prima un forte vento che fa innalzare parecchia polvere, poi il cielo comincia a scurirsi e quando arriviamo alla periferia di Tabriz troviamo i segni di un acquazzone appena terminato ma che ha tutta l’aria di ricominciare.
L’aria ha rinfrescato ed il tasso d’umidità è molto alto, era dalla Turchia che non vedevamo la pioggia ed anche se dopo tanto caldo la sensazione è piacevole non ho alcuna intenzione di bagnarmi.
Mi fermo ad un parcheggio di taxi, il telefono non mi dà linea e non posso scaricare il messaggio di Sepideh con il nome dell’albergo ma ancora una volta viene in aiuto la gentilezza e l’ospitalità di questo splendido popolo Iraniano che non finisce mai di stupirci.
Il tassista capisce, anche se non parla inglese, la mia difficoltà a connettermi e mi permette di farlo in Tethering-WiFi con il suo cellulare.
Scaricato il messaggio gli mostro il nome dell’hotel e mi metto a seguirlo attraverso a quella che si dimostrerà la città Iraniana visitata con il traffico più caotico.
Fortunatamente dopo tanti giorni abbiamo fatto l’abitudine a precedenze non rispettate, rotatorie killer, cambi di direzione improvvisi paragonati ai quali Roma e Napoli sembrano città ordinate come quelle Scandinave!
Attraversiamo quasi tutta la città grazie ad una tangenziale a 4 corsie che ci porta al Shariar Hotel, albergo di lusso lontano dal centro in una nuova zona della città.
Non ho i soldi per il taxi, gli ultimi li ho usati per il pieno fatto poco prima di arrivare alla periferia di Tabriz, vado alla reception e chiedo che paghino loro il taxi e mettano tutto sul mio conto.
Parcheggiata la moto di fianco all’ingresso sotto lo sguardo vigile del guardia macchine, ci facciamo portare le borse nella nostra stanza che come mi aspettavo visto la categoria dell’albergo, è molto bella e moderna.
Doccia e relax, il tempo è nuvolo e domani è ancora prevista, almeno al mattino, la pioggia ma tanto siamo in visita e non dobbiamo prendere la moto.
Scendiamo a mangiare nel ristorante dell’hotel, siamo affamati perché a parte i biscotti con il caffè del mattino, siamo a digiuno.
Dopo la cena ci accomodiamo nella sala bar dove mi bevo un buon caffè lungo, anche qui con macchina e caffè Italiani, con Lilli che, saputo che Tabriz è famosa per il cioccolato, si fa portare dei cioccolatini che si rivelano davvero buoni.
Dopo aver fumato il mio sigaro andiamo a dare la buona notte alla nostra Diavolina a cui la pioggia deve aver fatto bene, perché il problema dell’accensione con la prima marcia innestata è sparito, e ce ne andiamo a letto per la nanna.

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Antonio Tempora
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Vecchio 18-11-2017, 01:25   #56
Acrostico
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e quindi buonanotte aspettando il continuo.....
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Vecchio 19-11-2017, 20:50   #57
Antonio Tempora
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17/08 Tabriz – Sosta e Visita

Dormiamo fino alle 7,30, preparo il caffè mentre fuori piove, la prima pioggia da quando siamo in Iran





Il clima di Tabriz viene considerato “Bello” dato che per gli Iraniani, abituati al caldo secco del deserto ed afoso del Golfo Persico, la pioggia è considerata come “Tempo Bello”.
Scendiamo a fare la seconda prima colazione nello stesso ristorante dove avevamo cenato ieri sera poi, fatto chiamare un taxi, percorrendo la stessa tangenziale che divide la trafficatissima Tabriz e che domani useremo per uscire dalla città, ci facciamo portare fino all’ ingresso di quello che è il più grande Bazaar del Medio Oriente, antico quanto la Via della Seta e dichiarato Sito dell’Unesco.
Seguiamo il consiglio della LP che suggerisce di percorrere “senza meta” l’enorme dedalo che forma questo variegato mercato cosa che facciamo fermandoci di tanto in tanto a chiedere informazioni ai sempre gentili passanti e negozianti.















Uno addirittura dopo avermi dato l’informazione richiesta mi mette in guardia da alcune donne che, pur nel loro austero Chador, sono in realtà delle “scippatrici” a caccia di ignari turisti.
Ringrazio ma faccio presente di essere Italiano e di conoscere il problema che affligge anche le nostre città…Rimango comunque stupito ma fino ad un certo punto ripensando allo stesso suggerimento di stare con gli occhi aperti ricevuto ad Istanbul.
Forse le grandi città commerciali si assomigliano nel problema della sicurezza dei viaggiatori.
Ai lati dei lunghissimi corridoi si aprono i caravanserragli che ancora vengono usati per smistare le merci anche se non ci sono più i dromedari...Ma c'è un gatto!









Mentre camminiamo senza meta un commerciante ci invita a scendere degli scalini per visitare una delle più belle sale che ospitano quello che forse è il più antico caratteristico di Tabirz: il Bazaar dei Tappeti.







Visitiamo diversi negozi dove il commercio è vivace con compratori che entrano, controllano, contrattano e comprano.













Anche se non siamo dei clienti nemmeno potenziali, veniamo invitati dai proprietari ad entrare nei loro negozi dove con orgoglio ci vengono mostrati i pezzi migliori della loro collezione.









In uno di questi negozi chiedo di scendere nel piano sottostante dove rimango stupito ad ammirare un tappeto raffigurante un’orgia con addirittura in basso a destra quella che appare essere una scena di amore saffico.
Accanto un altro dove vengono rappresentate scene allegoriche dell’antica storia di questo paese…Una visione per me straordinaria in un paese famoso per il suo ”Integralismo Religioso”.









Lungo uno dei corridoi troviamo l'ingresso di una piccola Moschea dedicata ai soli uomini dove un Immam guida la lettura dei Passi del Corano.





Come in tutti i Bazaar visitati quello delle spezie, con i suoi colori e profumi, è quello che più dà la sensazione di trovarsi in un paese Medio Orientale.











La visione della quantità di frutta e verdura offerta ci fa rammaricare del fatto che a parte cocomero e melone, questa buonissima frutta non venga servita nei ristoranti che abbiamo visitato fino ad ora in tutto il paese.











Una menzione a parte per il settore riservata ai venditori di carne e frattaglie dove il grasso ed i “piedi” di vacca ne fanno da padrone essendo un ingrediente basico per molte delle loro zuppe.









I corridoi si susseguono con i loro bellissimi soffitti dalle volte a “Botte” e la varietà delle merci esposte ed il traffico di compratori ed addetti alla distribuzione delle merci è pari al traffico automobilistico esterno.













Usciti da una delle tante porte da cui si entra-esce da questo labirintico mercato, seguendo le indicazioni delle tante persone che al solito si fanno in quattro per aiutarci, in inglese od a gesti, per trovare la via giusta, ci dirigiamo verso il ristorante suggeritoci dalla reception del nostro albergo.
Attraversiamo la strada su un cavalcavia evitando così il rischio di essere “arrotati” da una macchina e ci incamminiamo per una larga via pedonale, alberata ed affollata con negozi in ambo i lati e le solite piccole motociclette che scorrazzano indisturbate tra i pedoni.











Arriviamo al Nobar Bath Resturan, anche questo un antico Hammam restaurato e convertito in ristorante.





Le polpette di carne al sugo ripiene di datteri tanto decantate dal gentile funzionario della reception del nostro Hotel sono buone ma non come quelle degustate all’Hotel Abbasi di Esfahan ed il personale non deve essere molto interessato a noi perché non riusciamo a gustare tutte le specialità offerte dato che, ci dicono, non sono disponibili a pranzo.



Usciamo e ci ributtiamo nel traffico pedonale soffermandoci ad osservare la varietà delle persone che si affollano davanti alle vetrine dei negozi.







Sono rappresentate tutte le contraddizioni di questo magnifico paese in transizione tra l’ortodossia tradizionalista ed il desiderio di modernità.
Nei vestiti moderni delle ragazze ed in quelli esposti nelle vetrine in contrasto con quelli più tradizionali di altre donne, si capisce come questi due mondi possano convivere così come convivevano ad Aleppo e Damasco nel 2007.









Arrivati alla piazza da cui si dipana questa bella via commerciale che non ha nulla da invidiare a quelle di tante città occidentali, prendiamo un taxi che con estrema difficoltà, visto il perenne ingorgo di macchine in cui versa Tabriz ad ogni ora del giorno, ci riporta in albergo dove bevuto un frullato di melone ci ritiriamo in camera per un lungo riposo pomeridiano.
Lilli dorme, io scarico le foto dalle SD delle macchine fotografiche al portatile e, per sicurezza, anche su un HD esterno.
Svolgo un po’ di lavoro utilizzando il WI-FI dell’albergo poi guardata un po’ di TV mi metto anch’o a dormire un pochettino.
La fatica del viaggio comincia a farsi sentire, oggi poi siamo passati dal fresco piovoso del mattino al caldo-umido ed al caldo torrido del primo pomeriggio ed ora il comfort della nostra bella stanza è più che gradito.
Alle 20,00 scendiamo a cena e quando ci sediamo nel caffè a bere un “Amerikano” ed a fumare un sigaro ne offro due ai giovani camerieri che se li fumano tutti contenti dietro il bancone attenti a non farsi vedere dalla direzione dell’albergo.
Ad un certo punto Lilli si mette paura perché scatto in piedi come una molla e mi precipito verso alcuni clienti che stanno attraversando la Hall davanti a noi.
Crede che sia successo qualche cosa…In realtà volevo farmi un selfie con un tifoso della “Maggica” in terra di Persia dove anche qui vale il “Roma Docet et Impera”!



Rientrati in camera ci mettiamo a letto per trascorrere la nostra ultima notte in questo meraviglioso paese che ci ha preso il cuore.
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Antonio Tempora
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Vecchio 20-11-2017, 09:51   #58
GS3NO
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Son un appassionato di tappeti e quando ho visto le tue foto... zio lazzarone alcuni sono incredibili.

in ogni modo nel mio progetto ci sono dentro Bam, Zanbil Ziqqurat. Inoltre sulla base della fattibilità di arrivare fino a Khur e Farrokhi con passeggero, attraverso la 71 e poi direzione nord. Vedremo ma non per il 2018... forse per il 19.
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Un viaggio raccontato diventa la bussola per altri viaggiatori
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Vecchio 20-11-2017, 09:53   #59
beltipo
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GS3NO ho pensato la stessa cosa
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Next moto is loading...
In moto, sempre in moto.
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Vecchio 20-11-2017, 10:26   #60
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Son un appassionato di tappeti e quando ho visto le tue foto... zio lazzarone alcuni sono incredibili.
Non ho provato nemmeno a chiedere i prezzi perchè bravi come sono mi avrebbero convinto ad acquistare utilizzando le mie carte di credito che tutti i commercianti sono in grado di farti utilizzare tramite i loro corrispondenti esteri

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in ogni modo nel mio progetto ci sono dentro Bam, Zanbil Ziqqurat. Inoltre sulla base della fattibilità di arrivare fino a Khur e Farrokhi con passeggero, attraverso la 71 e poi direzione nord. Vedremo ma non per il 2018... forse per il 19.
Se la mia guida di Yazd mi conferma la fattibilità di trascorrere due notti nel deserto la N81 per Khur-Farrokhi-Barandaz Lodge la faremo anche noi, ma dubito che ci inoltreremo fino a Bam.
Per quanto riguarda lo Choga Zanbil non è tanto la deviazione da Kermanshah (Taq-e-Bostan e Bisotun) per arrivarci, ma poi occorre fare una sosta beccando tutto il caldo umido che la vicinanza con il Golfo Persico comporta.
Da li ad Esfahan sono altri 567 kilometri e 9 ore di moto.
Comunque è ancora tutto in fase di programmazione compreso il passaggio per Kermanshah dopo il recente terremoto che ha colpito la regione.
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Ultima modifica di Antonio Tempora; 20-11-2017 a 10:29
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Vecchio 20-11-2017, 10:42   #61
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Non ho provato nemmeno a chiedere i prezzi perchè bravi come sono mi avrebbero convinto ad acquistare utilizzando le mie carte di credito che tutti i commercianti sono in grado di farti utilizzare tramite i loro corrispondenti esteri
quando andrò ne comprerò due di tappeti sarà na guera ma tanto mi sono allenato a Bursa (TR)
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Vecchio 21-11-2017, 13:48   #62
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Bravo Antonio, report come sempre dettagliatissimo e pieno zeppo di informazioni pratiche, complimenti anche alla sig.ra Tempora, ho girato per anni da solo ma da 4 anni la ma compagna mi segue dappertutto e, al prezzo di piccole modifiche al mio stile di viaggio, mi diverto di più.
__________________
kawasaki zr-7, GS 1150, honda xl 600
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Vecchio 24-11-2017, 12:30   #63
Antonio Tempora
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18/08 Tabriz – Barzagan – Passaggio Frontiera – Erzurum
Km.613 In Moto H.7,12 Media Kmh.85,10 Quota media 960 Quota max.2181


Sveglia alle 06,30, check-out alle 07,30 con partenza alle 08,30 ed uscita da una Tabriz che di prima mattina non presenta il traffico caotico del resto del giorno.
La tangenziale che attraversa la città ci porta con rapidità fuori città e le indicazioni stradali, al solito chiare e precise, ci indicano la direzione verso la frontiera con la Turchia.
A Bazargan facciamo l’ultimo rifornimento e ringraziamo il benzianaio che come sempre ci ha fatto saltare la fila facendoci fare subito il pieno.
Arrivati alla frontiera ci sentiamo come a casa, il timore provato all’ ingresso è sparito e conoscendo oramai la strada saliamo in fretta la collina che separa il centro abitato di Bazargan dagli uffici di frontiera fermando la moto davanti alla garitta di un gendarme che si offre di controllare moto e bagagli.
Troviamo una delle persone che ci avevano aiutato nel disbrigo delle pratiche doganali d’ingresso e concordato il suo compenso, 20 euro, consegniamo passaporti e Carnet de Passage.
Tutte le procedure vengono svolte in maniera ancora più veloce che l’andata e noto che anche i camionisti sono assistiti da “consulenti” al pari del mio che “ungendo” con mance i vari funzionari, disbrigano velocemente tutte le pratiche.
Usciamo dal cancello Iraniano salutando questo meraviglioso paese ed entriamo in Turchia sentendoci come tutte le volte “come a casa”.
Mettiamo l’orologio indietro e contando sulla rapidità delle pratiche doganali Turche penso di poter finalmente fare la deviazione e visita al Ishak Pasha Palace che non avevamo potuto visitare nel 2005 perché la strada era chiusa e all’ andata perché eravamo troppo concentrati a passare la frontiera.
Consegno i passaporti al gendarme per il controllo e dopo averli girati e rigirati si rivolge serio e pronuncia la parola che in 5 passaggi in frontiera Turca non avevo mai sentito pronunciare: “PROBLEM”.
In pratica manca il timbro di uscita che, per troppa confidenza, avevo dimenticato di controllare avessero messo, veniamo accompagnati al posto di comando dove un giovanissimo ufficiale controlla i nostri passaporti e ci chiede come abbiamo fatto ad uscire dalla Turchia.
La loro preoccupazione per i “Foreign Fighters” che entravano legalmente in Turchia per poi sconfinare i Siria illegalmente è molto grande e il Carnet de Passage non aiuta molto dato che è timbrato in Farsi e le date sono secondo il calendario Islamico.
Ho di riserva la prova fotografica scattata di fronte al cancello bianco Iraniano con quello marrone Turco già aperto fatta con il telefonino con i “metadati” comprovanti la data ma non ce ne è bisogno: soddisfatta l’indagine di controllo registrano l’ingresso “Illegale” e con un sorriso ci accompagnano a finire le procedure doganali.



Usciamo dopo quasi un’ora quando la previsione era di pochi minuti, Lilli non è molto contenta dato che venire portati in un posto di guardia e fatti sedere in silenzio davanti a dei gendarmi non è una cosa piacevole, nonostante la loro cortesia, quindi rinuncio ancora una volta alla visita mettendo lo Ishak Pasha Palace in coda con il Mausoleo di Oljatu ed altri, fortunatamente pochi, siti non visitati nel corso di tanti viaggi, dirigendomi per la stessa strada fatta all’andata verso Erzurum.
Superiamo velocemente Dogubeyazit con il Monte Ararat coperto questa volta di nubi sulla nostra destra.







Come all’andata attraversando il passo ad oltre 2000 metri becchiamo la pioggia, questa volta per 30 minuti, giacca e pantaloni reggono bene e non ci bagniamo troppo asciugandoci rapidamente al sole che ci accoglie una volta giunti in pianura.
La N100 è davvero bella, Lilli si gode il panorama e confessa di sentirsi molto rilassata e contenta di godersi tranquilla campagna, monti e fiumi che scorrono lungo il nostro tragitto.
Il fatto è che questa è la 5 volta che attraversiamo la Turchia, un paese dove ci sentiamo veramente a casa e dove non ho nemmeno bisogno di impostare il GPS per trovare la rotta giusta.
Tempo bello e temperatura ideale anche perché viaggiamo su un altopiano e la nostra destinazione è in montagna a più di 1850 metri.
Ci fermiamo per l’ultimo pieno della giornata e gustiamo il CAY che ci offrono al solito con un sorriso.
Arriviamo ad Erzurum e con il solito taxi arriviamo al Kervansaray Hotel dove parcheggiamo la moto davanti all’ingresso.



Il manager parla Turco e Francese, io rispondo in Inglese ma ci capiamo benissimo, ci portano le borse in stanza e ci accomodiamo.
Camera piccola ma pulita così come il bagno e WI-FI che va come una freccia, costo B&B €33,00.
Doccia e sigarino affacciato alla finestra poi finalmente in maglietta e bermuda usciamo per una passeggiata.
Lilli si sente assurdamente a disagio senza il suo foulard in testa, io invece sono contento di sentire “fresco alle gambe”.
Erzurum si rivela una bella e vivace città, camminiamo fino al centro dove in piazza troviamo un piccolo mercatino e nonostante l’ingombro dei nostri bagagli in moto, acquistiamo mandorle e nocciole in una bancarella.







La Yakutye Madrasi è molto bella ed accanto ha una piccola ma frequentata moschea.































Lilli si innamora di una piccola capretta portata a spasso e a pascolare dal suo padrone sui prati che circondano la piazza centrale di Erzurum.



Quindi, seguito il suggerimento avuto dalla bancarella dove avevamo acquistato la frutta secca, ci rechiamo finalmente a mangiare il primo Kebab da quando siamo transitati in Turchia.



Il ristorante si affaccia proprio sulla piazza, abbiamo difficoltà con la lingua ma alla fine ci facciamo capire ordinando un Kebab in piatto per Lilli ed uno classico avvolto nel pane sottile per me.





Sono così buoni che ne ordiniamo altri due che ci finiamo in un attimo, concludo con un Turkish Coffee e poi pagato il conto scendiamo per la trafficatissima, sia di macchine che di negozi pieni di merce e di clienti percorsa all’andata, tornando in albergo.
Saliamo in camera e di nuovo in finestra, dopo aver lavorato un po’ al Lap-Top, mi fumo il sigarino al fresco serale di questa località famosa per i suoi resort sciistici prima di metterci a dormire.



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Antonio Tempora
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Vecchio 26-11-2017, 16:14   #64
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ora continua con il report ritorno?
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Vecchio 26-11-2017, 20:36   #65
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Vecchio 27-11-2017, 20:31   #66
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Grande Antonio !
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Vecchio 27-11-2017, 21:40   #67
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bel racconto e bel giro
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Vecchio 28-11-2017, 21:03   #68
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Che bel viaggio
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Quando non sai più dove stai andando ricordati almeno da dove vieni...
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Vecchio 30-11-2017, 11:23   #69
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19/08 Erzurum – Urgup Km.714
In moto H.7,46 Quota Media 980 Quota Max 2114


Sveglia alle 06,00, preparo il caffè, faccio le borse che al solito Lilli si incarica di portare alla moto dove le carico.
Pago il conto e facciamo colazione e Lilli, contrariamente alle sue abitudini, si mangia un po’ di pane e marmellata ed addirittura un uovo sodo a riprova che la strada verso casa fa lo stesso effetto agli uomini ed ai cavalli: mette fame e fretta !
Usciamo facilmente da Erzurum e seguendo il GPS imbocchiamo la N100, già percorsa all’andata, ad una velocità di 120 Kmh impensabile in altri tempi, con le pattuglie stradali alla fine di ogni lungo rettilineo con i radar, visto che, ricordo, il limite di velocità per le moto è inferiore ai 90Kmh.
Alla fine veniamo fermati ad un check-point ma è solo un controllo dei nostri documenti, veloce e cortese.
La gendarmeria è rintanata nelle caserme, ognuna delle quali è protetta da un blindato e sacchetti di sabbia, le pattuglie con i radar sono così poche che quasi non danno preoccupazione ma lo sguardo è sempre vigile per scovare le auto “civetta” che segnalano i veicoli ai posti di blocco.
Ad Erzurum abbiamo saputo dell’attentato a Barcellona, il prossimo che mi dice: ”Ma non è pericoloso viaggiare in Iran?” lo mando a quel paese !
La strada è molto bella sia per il fondo stradale che per i panorami, un vero piacere per la guida anche grazie alla temperatura per niente soffocante.
Superata Erzincan all’incrocio per Sivas prendiamo la N200 che per i primi Km.100 è tale e quale le strade percorse in Turchia nei 2004-2005 con fondo sconnesso, a volte scuro-bituminoso e scivoloso, a due corsie.
In compenso il panorama ripaga dell’andatura più bassa e la maggiore attenzione alla guida così come le variazioni altimetriche e le tante curve che seguono il tratto montagnoso che separa Erzincan da Sivas.
Questa è la conferma che un viaggio in Turchia non delude mai dal punto di vista motociclistico per la varietà dei paesaggi che si susseguono da Ovest ad Est con montagne, fiumi, laghi, variazioni altimetriche ed anche splendide viste sulle coste del Mediterraneo e del Mar Nero.
Dopo 320 chilometri e 3-1/2 ore di moto ci fermiamo per il pieno e la pausa pranzo.
Nel ristorante attiguo al distributore ordiniamo un kebab di pollo con pane fresco ed insalata che mangiamo con gusto combattendo contro un nugolo di api che però non sembrano battagliere ma solo curiose.





Concludo con un buon Turkish Coffé ed un sigarino, la sosta è stata davvero rinfrancante e ripreso il cammino la strada migliora tantissimo diventando a 4 corsie più simile ad un’autostrada che ad una strada nazionale.
Lilli si gode rilassata il panorama, io la guida specie durante gli attraversamenti dei paesi dove è bello, dopo l’esperienza iraniana, trovare guidatori che si fermano ai semafori e rispettano le precedenze!
Come ci avviciniamo alla Cappadocia il tempo comincia ad annuvolarsi ma fino all’ultimo rifornimento non prendiamo pioggia.
Vicino al distributore c’è uno splendido campo di girasoli, il fiore preferito, con il tulipano, di Lilli a cui faccio un omaggio floreale che lasciamo in temporanea custodia a Bibo.







Siamo a 40 chilometri da Urgup ed è la terza volta che visitiamo la Cappadocia.
Ricordo ancora l’emozione della prima volta, anche questa sognata per tanti anni.
Ero sul letto della Clinica Villa Stuart, 04/06/1998, che chiedevo al Prof.Mariani dopo l’operazione al mio piede destro, fratturato in Marocco durante un viaggio in enduro 3 giorni prima, “Potrò andare in Turchia ad Agosto?”, la sua risposta affermativa era solo una pietosa bugia conoscendo la lunghezza della rieducazione….



Nel 2004 e 2005 eravamo sempre stati di base a Goreme, nell’Ataman Hotel dove il proprietario, il signor Ataman, che aveva studiato Storia dell’Arte a Perugia, ci aveva dispensato preziosi consigli per la visita a questa splendida regione.
Questa volta su consiglio del mio amico Paolo Volpara, residente in Turchia da tanti anni e conosciuto nel 2005, dormiremo ad Urgup in quello che Paolo ha descritto come il più bel Cave Hotel della Cappadocia: l’Esbelli Evi Hotel.
Dopo una piccola spruzzatina di pioggia arriviamo ad Urgup dove Lilli vedendo le “Case Troglodite” sulla collina, pensa che quella sia la nostra destinazione ricominciando con il mantra delle “strade di montagna”, alla fine dopo aver telefonato a Suha Ersos, il proprietario, seguite le sue indicazioni arriviamo di fronte all’albergo dove parcheggio Diavolina davanti all’ingresso.







L’accoglienza è più che amichevole, ci fa lasciare i caschi all’ingresso e dopo averci illustrato la terrazza con il magnifico panorama e l’angolo bar con una ricca dotazione di bevande alcoliche e analcoliche a nostra completa e gratuita (?!) disposizione, ci accompagna attraverso scale, terrazze e giardini alla nostra stanza.
Più che una “suite” è una vera residenza con giardino ed ingresso carrabile privato, cucina abitabile, un bagno dove occorre il GPS per quanto è grande, stanza “segreta” che mostra come si viveva nelle tipiche case scavate nella roccia vulcanica, con gli spazi per gli animali domestici e quelli per la macinatura e la pigiatura dell’uva da vino, camera da letto matrimoniale e salottino con TV satellitare.















Non chiedo nemmeno il costo della stanza perché siamo troppo affascinati dal luogo e poi chi se ne frega se una volta si fa una pazzia, per questo posto ne vale sicuramente la pena.
Mi faccio una doccia lunga e guduriosa e poi stappate due birre fresche dal nostro frigorifero, ci mettiamo in giardino a brindare al nostro viaggio
finalmente con una birra alcolica dopo quasi 20 giorni di forzata astinenza.



Dopo un breve riposino venuta l’ora di cena saliamo alla terrazza superiore dopo aver trovato la strada tra le varie tipologie di stanze affacciate sulla collina su cui sorge l’hotel che non è dotato di ristorante se non per la splendida prima colazione che Paolo mi ha decantato.
Incontro Suha con il quale faccio una breve chiacchierata in Italiano che parla perfettamente, come Inglese e Francese bevendo un Campari con Lilli.



Ci dice, con nostro grande rammarico, che il signor Ataman è morto pochi anni prima dopo una lunga malattia e che l’Ataman hotel ha cambiato proprietà.
La notizia riempie sia me che Lilli di tristezza e malinconia.
Usciamo dall’hotel e scendiamo a piedi, l’Esbelli Evi è sulla collina che domina Urgup di fronte a quella scavata dalle numerose abitazioni troglodite, verso il ristorante consigliatoci.
Il ristorante ha una bellissima vista ed offre un menù a prezzo fisso davvero buono con varie specialità tra cui un buonissimo spezzatino di fegato d’agnello che io, amante del fegato, gradisco in modo particolare.



Birra Efes a Go-Go, sigarino con Turkish Coffé e poi ritorno al nostro albergo dove in compagnia di Suha mi fumo un altro sigaro con un bel Chivas on the Roks.
Ritorniamo in stanza e ci abbandoniamo al “sonno dei giusti”
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Vecchio 30-11-2017, 15:07   #70
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20/08 Urgup - Esbelli Evi Hotel – Giornata di Sosta e Visita

Splendida dormita nel nostro grande e comodo letto, mi faccio la barba e preparo il caffè in cucina servendolo sul tavolo fuori nel nostro tavolo.



Salgo poi da solo in terrazza dove consumo una splendida prima colazione con pane appena sfornato, formaggio fresco, yogurth, marmellate varie, frutta fresca e scelgo dal menu portatomi da uno dei camerieri una omelette al formaggio.
La giornata è soleggiata e la vista sulla collina bucata dalle caverne adibite a casa è bella e rilassante.
Dopo aver fatto un po’ di lavoro al laptop connesso al Wi-Fi dell’hotel ordino un’altra omelette e con fichi, pesche e pane con marmellata scendo da Lilli che si sbafa tutto fuori dalla nostra stanza.



Salutiamo Suha che porta in visita alla Valle di Ilhara una coppia di suoi amici che soggiornano qui in albergo ed usciamo in passeggiata.
La mia intenzione era di prendere la moto e girare senza meta verso Goreme ma Lilli mi convince a starcene ad Urgup in relax e dato che le prossime 3 giornate saranno a “Lunga Percorrenza” accetto il suo desiderio.





Il paese è piccolo ma è meta di un turismo ormai di massa, come tutta la zona, dove i Giapponesi e Koreani sono in maggioranza ma anche il turismo locale non manca.
Compriamo un po’ di souvenirs e scattiamo un po’ di foto sia al sito che a una coppia di sposi con lei molto carina e lui capitano marittimo da poco tornato con la sua nave a Genova.



















Una foto la scattiamo anche di fronte ad un manifesto con il panorama dei "Camini di Fata" di Zelve dove mi sono fatto fotografare da Lilli nel 2005





Stiamo in giro fino alle 12,30, fa molto caldo ma tornati in albergo ci mettiamo al fresco della nostra bellissima stanza che, essendo scavata nella roccia, ci permette di riposare al fresco.
Approfittiamo della TV satellitare per guardarci RAI 1 e nel primo pomeriggio, in maglietta e bermuda, salgo in terrazza e mi faccio una chiacchierata con Suha che mi racconta un po’ della sua vita, del fatto che è laureato in legge come suo padre ma non ha mai esercitato, di come è stato convinto dai suoi amici ad acquistare la prima casa e poi le altre che compongono l’albergo, di come abbia deciso di trasferirsi qui da Istanbul per iniziare l’attività di albergatore in questo albergo che oltre che molto bello come struttura è anche arredato con molto gusto.
Parliamo del nostro comune amico Paolo Volpara e quando accenno al fatto che avremmo lasciato l’indomani per dirigerci verso Edirne e che avrei voluto saldare il conto questa sera per poter partire di mattina presto mi sento dire:” Ma voi non dovete pagare, Paolo mi ha detto che sarebbe arrivato un suo amico fraterno e voi siete miei ospiti, potete rimanere anche una settimana senza dover pagare”.
Io rimango a bocca aperta e non so come ringraziare e quando chiamo al telefono Paolo mi sento dire che non è la prima volta che accade quando lui manda suoi amici in questo albergo!
Lasciato Suha torno da Lilli e rimaniamo in relax in giardino fino alle 20,30 quando usciamo per andare a cena nello stesso ristorante di eri sera.



Questa volta non ordiniamo il menù fisso ma ci concentriamo sui piatti che ci erano piaciuti di più tra qui le melanzane, che qui in Turchia cucinano in tutte le maniere e tutte buonissime, con pomodoro e formaggio che ricordano da vicino uno dei miei piatti preferiti: La Parmigiana di Melanzane.
Dopo l’ottima ed abbondante cena (€53,00) cena torniamo all’hotel dove troviamo Suha con i suoi amici con cui ci sediamo a chiacchierare in Inglese.
Scopro di avere in comune i gusti musicali e dato che l’amico di Suha suona il Sax Tenore gli cito sia i Colosseum, gruppo rock progressive inglese dei primi anni settanta, con il mitico Dick Heckstall-Smith capace di suonare due sassofoni contemporaneamente nella “Valentine Suite”
https://www.youtube.com/watch?v=cKFrsm4wqpg
e Michael Breker leader degli Steps Ahead, purtroppo scomparso pochi anni fa, e del mio pezzo preferito “Self Portrait” https://www.youtube.com/watch?v=ZG1PxCy2Zlk
Di entrambi ho sia il vinile originale che i CD masterizzati.
Dopo questa bella chiacchierata salutiamo la nostra bella compagnia e torniamo al nostro appartamento con Lilli che si mette a guardare la televisione ed io a fumarmi un ultimo Toscanello al Caffè sotto una bellissima notte stellata.
Domani ci aspetta una lunga giornata di moto fino ad Edirne
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Vecchio 07-12-2017, 12:28   #71
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21/08 Urgup – Edirne Km.1036
In moto H09,36 Media Kmh 108 Quota media 400 Quota max. 2000


Lasciamo il bellissimo Esbelli Evi dopo aver salutato il nostro generosissimo anfitrione Suha che contravvenendo alle sue abitudini si sveglia presto per salutarci alla partenza dopo la nostra prima colazione.



Prendiamo la strada verso Ankara che passerà accanto al Tuz Golu, il lago salato che abbiamo costeggiato almeno due volte nei nostri passati viaggi in Turchia.
Procediamo sulla nazionale a 4 corsie a velocità sostenuta vista la assenza di traffico ma soprattutto di pattuglie di polizia.
Il tempo è bello con un po’ di vento laterale ma avvicinandoci ad Ankara il cielo comincia a rannuvolarsi e superata la capitale comincia a piovere.
Al casello autostradale mi fermo ed indossiamo i completi giacca-pantalone Kway che non indossavamo dal 1999 in Bretagna e da allora ci avevano seguito in ogni viaggio.
La pioggia aumenta di intensità, l’autostrada sale di quota fino ad oltre 2000 slm, la visiera del casco comincia ad appannarsi e per vedere qualche cosa la devo alzare, per fortuna l’autostrada è a 3 corsie per lato e non c’è molto traffico anche perché i conducenti delle macchine paiono in difficoltà sotto la pioggia battente ed il forte vento.
Fa pure freddo e non sembra di stare ad Agosto, la moto procede bene e le Tourance danno un senso di sicurezza avendole sperimentate sotto la pioggia ed a pieno carico altre volte.
All’orizzonte si vede il chiaro del cielo sgombero di nuvole e tra lampi e tuoni superiamo Bolu con la pioggia che da battente diventa sottile e poi a tratti per cessare del tutto dando finalmente spazio al sole caldo.
Ci fermiamo a fare sosta e pieno in un bel distributore dove ci togliamo i Kway che dimostrano di aver retto bene i quasi 190 chilometri di pioggia.
Certo un po’ d’acqua è entrata dal colletto e dalle chiusure lampo ma le giacche ed i pantaloni non sono zuppi ma solo un po’ bagnati a “chiazze” e dopo un po’ di esposizione al sole caldo del mezzoggiorno tutto ritorna come prima.
Ci mangiamo due bei toast ed un the caldo zuccherato anche per me che non metto zucchero nemmeno nell’espresso e rinfrancati dalla pioggia rirendiamo il viaggio.
L’autostrada scorre veloce ben oltre i limiti concessi e giungiamo nel pomeriggio ad Istanbul con l’autostrada che al solito è usata come tangenziale rendendo il traffico caotico ed intasato.
Contravvenendo le indicazioni del GPS seguo le indicazioni di un cartello che indica EDIRNE e mi trovo a percorrere un nuovo tratto autostradale, sicuramente costruito per evitare il congestionamento dovuto al passaggio vicino ad una città di quasi 15 milioni di abitanti, passiamo lo Stretto del Bosforo per un ponte diverso da quello più famoso, non c’è traffico ed il GPS non conosce la strada essendo più recente dell’ultimo aggiornamento, comincio a sentire odore di fregatura ed infatti alla fine mi ritrovo con la strada che finisce per lavori in corso e con una deviazione mi riporta sul vecchio tracciato dove solo grazie alla gentilezza di un camionista che allarga per farmi passare indicandomi il cammino, riesco a superare un blocco autostradale dovuto al traffico congestionato.
Dio Piacendo superiamo Istanbul e nuovamente veloci sull’autostrada oramai sgombera del traffico congestionato, arriviamo ad Edirne nel tardo pomeriggio trovando facilmente il nostro albergo: Hilly Hotel, posizionato a breve distanza dall’uscita autostradale in ottima posizione per chi è in transito da e per la Turchia percorrendo l’ ”Autostrada Balcanica”.
Parcheggiata la moto veniamo accolti molto bene dalla reception che ci fa trovare in camera insieme alle nostre borse, una bibita fresca ed un vassoio di frutta mista.
Camera standard con bagno pulito ed efficiente, B&B + Cena €84,00.
Docciati e vestiti scendiamo al ristorante dove ceniamo serviti in maniera professionale e gentile come si conviene ad un hotel di categoria frequentato più da viaggiatori in affari che da famiglie con la vicinanza all’autostrada che ne fa un ottimo punto di sosta.
Mi fumo un ultimo sigarino in Turchia che con questa abbiamo visitato ed attraversato per la quinta volta, domani riprenderemo la strada percorsa, in senso inverso, nel 2007 per il viaggio Siria-Giordania: l’ “Autostrada Balcanica” attraverso Bulgaria-Serbia-Croazia-Slovenia.
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Vecchio 07-12-2017, 23:51   #72
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Antonio, a parte il sigaro , invidio tutto quello che avete fatto!

Lo conservo come ispirazione per un viaggio futuro, e grazie anche alla presenza di tua signora, riuscire a trasmettere lo stesso entusiasmo a mia moglie!
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KTM 1190R e Montesa Cota 123. Ex F800GS
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Vecchio 12-12-2017, 11:30   #73
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22/08 Edirne – Slavonsky Brod Km.916
Partenza 08,15 – Arrivo 19,00 (Aggiungere H1,00 per guadagno su fuso orario) - Media Kmh 104,00
Frontiere: Turchia – Bulgaria – Serbia - Croazia


Ci svegliamo in una giornata uggiosa con una leggera pioggia, la stessa che ci aveva accolti ieri sera al nostro arrivo solo che stavolta decidiamo di indossare subito i Kway prima di partire.
Per la prima volta in tanti anni carico la moto con la pioggia, ho sempre affermato di non provare fastidio a guidare la moto con la pioggia, il vento invece, specie quello forte laterale a raffiche, non mi piace.
Comunque non scende a catinelle ma è solo una leggera pioggerellina di nessun fastidio.
Arriviamo alla frontiera che è a pochi chilometri dal nostro Hotel e saltando la lunghissima fila di auto turche che rientrano dalle vacanze per tornare nei paesi, soprattutto Germania ed Olanda, dove emigrati lavorano, procediamo alla timbratura dei passaporti questa volta attenti al famoso “Timbro di Uscita”.
Continua a piovere in maniera sottile ma fortunatamente siamo su una nuova autostrada, nel 2007 questo tratto era ancora in costruzione e da Plovdiv alla frontiera si percorreva una strada nazionale reduce dal periodo in cui la Bulgaria era uno dei satelliti dell’Unione Sovietica.
Asfalto nuovo e sufficientemente drenante da poter tenere una buona velocità, superata Plovdiv siamo sulla “vecchia” autostrada e l’asfalto torna ad essere quello conosciuto 10 anni prima: corrugato ed ondulato per il passaggio di mezzi pesanti.
Ci fermiamo a fare il pieno ed abbiamo due sorprese: il costo della benzina, superiore ai 2 euro al litro e l’arretratezza dei servizi offerti.
Ci sediamo a prendere un the caldo, dato che oltre la pioggia fa anche freddo, ed al posto dei tovagliolini di carta ci danno un rotolo di carta igienica del tipo “crespatino” che usavo durante il servizio militare nel lontano 1974.
Il tempo è tornato sereno dato che ci siamo lasciati la perturbazione alle spalle, non ci togliamo le protezioni anti pioggia, fa freddino ed avere un’altra protezione fa anche piacere e riprendiamo l’autostrada.
Arrivati a Sofia approfittiamo della nuova tangenziale che evita di passare per il centro della città come fummo costretti a fare nel 2007, evitando così lunghe code e perdite di tempo.
Superata Sofia l’autostrada finisce e si riprende la “vecchia” E80 che ci porterà di fianco al tratto ancora in costruzione finito il quale sarà possibile collegare Italia-Ungheria-Austria ai principali paesi Balcanici oltre che alla Bulgaria e Turchia.
Con la moto riusciamo a superare le file che si creano a tratti per il traffico di auto e camion ed arriviamo senza difficoltà alla frontiera Serba che trovandosi in un piccolo canyon circondato da montagne amplifica le code provocate dalle macchine degli immigrati Turchi.
Saltata al solito la fila grazie alla cortesia di una funzionaria, anche molto carina, sbrighiamo le formalità doganali, davvero minime, entriamo in Serbia e qui la strada attraversa paesaggi montani davvero belli rendendo la guida molto piacevole.
Devo fare benzina ma non si vede un distributore e le indicazioni chieste lungo la strada non aiutano, fortunatamente la velocità lasciata l’autostrada è scesa molto e di conseguenza i consumi, ma dall’ultimo pieno sono passati quasi 380 chilometri e viaggiando a pieno carico i consumi sono sempre stati nell’ordine dei 17-18 kml.
Finalmente, passato uno dei tratti più belli della strada, con sole due corsie scavate nella roccia che ricorda un po’ la “Strada della Forra” sul Garda, troviamo un piccolo distributore gestito da una simpatica signora che in un perfetto inglese ci conferma che non avremmo trovato altra benzina prima di Nis!
Superata Nis la N80 ritorna autostrada a 4 corsie, ci fermiamo ad un distributore per la pausa pranzo, c’è il sole ma la temperatura è di circa 23 gradi comunque finalmente ci togliamo i Kway indossati ad Edirne.
Ce la prendiamo comoda dato che passando la frontiera Serba abbiamo guadagnato un’ora, mangiamo con gusto un’ottima cotoletta di pollo con patatine fritte al ristorante del distributore facendo una chiacchierata con una simpatica coppia Serba “meno giovane” di noi con la quale ci troviamo d’accordo sul fatto che la Serbia debba essere considerata una nazione Europea a tutti gli effetti.
Fuori dal ristorante osserviamo una coppia, marito e moglie, di ciclisti backpackers che si spartiscono un melone bianco, sono stanchi ma felici e come me si collegano al Wi-Fi gratuito offerto dal distributore.
Riprendiamo la strada che ci porterà diritti, dopo il passaggio frontiera, in Croazia e quindi alla nostra meta finale di questa giornata.
Ultimo pieno e poi usciti dall’autostrada, seguendo le indicazioni del casellante, arriviamo dopo pochi chilometri al Garten Hotel che non si trova a Slavonsky Brod ma in un piccolo paese a poca distanza.
Le indicazioni sono precise e parcheggiata la moto sotto la pensilina davanti all’ingresso di fianco alla macchina del proprietario mi reco al suo ufficio per in check-inn.



In uno stentato inglese il proprietario mi dice che non ha alcuna prenotazione pre-pagata e che dovrò saldare la mattina dopo alla partenza.
No mi preoccupo più di tanto, sono 27 anni che mi occupo di carte di credito nel settore Recupero Crediti e so come gestire un addebito sulla mia carta non onorato dall’esercente.
Ci trasferiamo alla nostra stanza di questo albergo dalla architettura caratteristica che ricorda un po’ un parco divertimenti a tema.
La nostra camera è piccola ma pulita e fatta la doccia mi metto fuori a bere una birra e fumare un toscanello al caffè.
A cena mangiamo al ristorante dell’albergo dove conosciamo la moglie del proprietario, simpatica e gentile nei modi, che mi assicura che il voucher del sito di prenotazione è stato recepito e che non ci dovevamo preoccupare di quanto asserito da suo marito che non si occupa di amministrazione e prenotazioni.
Cena a base di arrosto misto dove finalmente il maiale la fa da padrone, birra e gelato come dessert.



Siamo molto stanchi e ce ne torniamo presto in camera, fa anche freddino e non sembra proprio di stare in estate, così mi fumo un ultimo sigarino in camera con la porta aperta per fare uscire il fumo e poi a nanna.
Domani ultimo “tappone” e si ritorna a casa !
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Ultima modifica di Antonio Tempora; 12-12-2017 a 11:33
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Vecchio 12-12-2017, 17:40   #74
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Complimenti Antonio, a te, alla tua Signora e non ultima complimenti anche alla moto.
Immagino che siate rientrati in Italia da Trieste o da Gorizia, una domanda per cortesia, com'è la strada dal confine italiano a Nis? Vorrei andare in Grecia quest'estate. Grazie.
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Vecchio 12-12-2017, 19:47   #75
Antonio Tempora
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La strada è ottima.
Tutta autostrada e da Udine puoi arrivare a Nis in un giorno anche considerando che si perde un'ora con il fuso orario.
Da Nis si arriva in Grecia con circa 600 chilometri di autostrada.
Oramai i Tir percorrono questa tratta piuttosto che prendere il traghetto che, per chi come noi parte da Roma, è ancora il mezzo più rapido: 2 giorni invece di 3.
Ciao
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