Rosso Guzzi, sempre da Guzzisti.it, ha aggiunto:
Gazzi, come giustamente ha detto Marcello, è stata una delle tante, tantissime piccole case motociclistiche che è apparsa negli anni 20 e 30, un periodo in cui il regime fascista stava dando un forte appoggio allo sviluppo della "moto popolare"...
Fino al '32 le moto sotto i 175 cc erano esentate da targatura e patente, proprio perchè nella 175 il regime fascista aveva indicato la "moto popolare"... e fu tutto un apparire di moto famosissime, come la Bianchi P175 (poi diventata Freccia d'Oro, era la moto personale del Duce), la Frera 175, la Gilera 175 Sirio, la Sertum 175 (quest'ultime tre a valvole laterali), la Benelli con distribuzione a cascata d'ingranaggi, la Guzzi P175 (da cui nacquero poi la PE, la PES, l'Egretta, l'Ardetta, l'Airone... insomma, il "serie piccola" d'allora).
Poi vi erano i piccoli costruttori artigianali, che solitamente utilizzavano componentistica e motori sciolti (cambi Burman e Albyon, motori JAP, Zedel, MAG cioè Motosacoche, Blackburne, Villiers...), e che erano entrati nel mercato attirati dalle promettenti prospettive date dalla liberalizzazione della classe 175.
Nel '32 però il governo ritenne opportunno non opporre limitazioni allo scopo di favorire le grosse cilindrate come negli altri paesi europei (si arriverà, nel '41, con regio decreto a dichiarare la moto per tutti come 500 cc a valvole laterali). I privilegi per le 175 furono aboliti e molte delle 175 allora in commercio divennero 200, 220, 250 cc... alcune visti i tempi passando dalle valvole laterali alle valvole in testa ad aste e bilanceri, ma alcune case (la Benelli, la Mignon, la Taurus) avevano nella cascata d'ingranaggi o nel monoalbero a catena il loro distinguo...
Ancora grazie ai cugini..
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K100RS 16v IIIa bianco pirla 678 ABS
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