tit. originale : Endurance
autore : Alfred Lansing
casa editrice : TEA Libri
"Ma chi diavolo siete?"
"Il mio nome è Shackleton"
Così, dopo un'avventura di 17 mesi, rispondendo ad uno sbigottito baleniere norvegese su una spiaggia della Georgia del Sud, tornava alla civiltà Ernest Shackleton, veterano delle esplorazioni polari e capo-spedizione dell'Imperiale Spedizione Transantartica.
17 mesi nei quali, dopo la perdita della nave Endurance, stritolata dalla banchisa polare, aveva tenuto insieme i suoi uomini andando alla deriva sui ghiacci, resistendo alle peggiori privazioni, navigando per 800miglia marine su quella che era una delle scialuppe del veliero originale ed infine attraversando l'isola della Georgia del Sud in mezzo a picchi e ghiacciai.
Un paio di mesi fa, in una serata modenese, Reinhold Messner ha tenuto una conferenza. Nel raccontare le sue incredibili imprese, parlando della sua attraversata a piedi del polo Sud, ha serenamente affermato che ciò che lui ha fatto non è nulla paragonato alla vicenda di Shackleton e dei suoi uomini e che quella si poteva ritenere la più incredibile avventura nella storia delle esplorazioni.
Pur conoscendo a grandi linee la vicenda, mi è così venuta voglia di saperne di più ed ho preso il libro in oggetto.
Nel leggerlo non resta che rimanere ammirati davanti alla forza d'animo, all'autodisciplina ed al coraggio che Shackleton dimostrò e seppe infondere nei suoi uomini. Tutti i 28 membri della spedizione si salvarono e tornarono in patria.
Concludo con quello che fu l'elogio di un contemporaneo e che rende benissimo l'idea:
"Come guida scientifica datemi Scott; per un viaggio rapido ed efficiente, Amundsen; ma se vi capita di trovarvi in una situazione disperata, quando sembra che non vi sia modo alcuno di scampare, buttatevi in ginocchio e pregate per Schackleton"