TITOLO
Il titolo deriva dal fatto che in questo romanzo sono narrate le vicende di alcuni soldati che facevano parte di una legione romana: sarà l’ultima a essere sconfitta dall’attacco dei barbari; questo dichiarerà la fine dell’impero romano d’occidente. L’edizione è Arnoldo Mondadori per la scuola.
AUTORE
Valerio Massimo Manfredi è nato nel 1943. Vive e lavora nella sua casa di campagna a Modena. Laureato in lettere classiche è specializzato in topografia del mondo antico. Ha preso parte a varie campagne di scavi archeologici in Italia e all’estero, ed ha insegnato all’Università Cattolica di Milano, all’Università di Venezia, alla Loyola University di Chicago e all’Ecole Pratique des Hautes Etudes della Sorbona. In sede scientifica ha tradotto e commentato l’“Anabasi” di Senofonte ed ha pubblicato numerosi saggi fra cui “La strada dei Diecimila” (1986), “Gli etruschi in Val Padana” (1991), “Mare greco” (1992), “Le isole fortunate” (1993). Come antichista collabora a “Panorama” e al “Messaggero”.
RIASSUNTO
Nel 476 d.C. la legione romana Nova Invicta viene assalita da un gruppo di barbari Eruli. L’unico legionario che riesce a scappare è Aurelio. Durante il suo viaggio per avvertire Oreste, padre dell’imperatore romano, scopre che Odoacre, capo degli Eruli, lo ha ucciso e ha spodestato il tredicenne imperatore Romolo Augusto, imprigionandolo nel proprio palazzo a Ravenna, insieme a sua madre e al suo precettore Ambrosinus. Aurelio tenta inutilmente di liberarli e la madre di Romolo rimane uccisa e il soldato scappa dopo essere stato ferito. Odoacre decide di segregare Romolo e Ambrosinus sull’isola di Capri sotto la custodia di Wulfila e dei suoi migliori uomini. Intanto Aurelio viene aiutato da Livia, una ragazza fedele all’imperatore, e con il suo aiuto libera due suoi compagni di legione, Batiato e Vatreno, e altri due soldati, Orosio e Demetrio, fatti prigionieri dai barbari e costretti a esibirsi come gladiatori. Durante la sua prigionia Romolo recupera la perduta spada di Giulio Cesare, ritenuta un’arma invincibile. Aurelio, Livia e i loro quattro compagni liberano Romolo e Ambrosinus. Avendo saputo che l’imperatore dell’impero romano d’oriente non li avrebbe aiutati e braccati dai soldati di Odoacre guidati da Wulfila si dirigono verso la Britannia, terra natale di Ambrosinus. Il campo della legione del drago, contrariamente alle speranze di Ambrosinus, è ormai abbandonato. Wulfila giunge in Britannia e si allea con Wortigern, il più crudele e potente sovrano locale. Una volta scoperto il rifugio dei suoi nemici, Wulfila uccide Wortigern e si sostituisce a lui, mettendosi a capo di una spedizione contro Romolo e i suoi fedeli. Attaccati da un nemico ampiamente superiore per numero, Livia, Aurelio e gli altri soldati, insieme a Romolo e ad Ambrosinus, difendono il campo con disperato coraggio. Quando la sconfitta sembra ormai inevitabile, sopraggiunge Kustennin, un amico di gioventù di Ambrosinus, con un esercito di Britanni, decisi a ribellarsi alla tirannia. Gli uomini di Wulfila vengono sconfitti e lui stesso muore, trafitto dalla spada di Cesare da parte di Romolo. Il ragazzo viene incoronato re della Britannia e lascia la spada conficcata in uno scoglio al centro del lago vicino al quale avevano combattuto. Aurelio torna con Livia in Italia. L’iscrizione sulla spada “Cai.Iul.Caes.Ensis Caliburnus” viene parzialmente coperta da incrostazioni e da licheni, tanto da potersi solamente leggere questa iscrizione “E S CALIBUR”.
avvincente direi
se avete tempo potreste anche leggerlo in un giorno perchè rappresenta il classico "voglio vedere come va a finire"....