Tra impegni vari saltano fuori 5 giorni pieni... che possiamo fare che non abbiam già fatto? La traversata delle alpi! E vien fuori il nome GrandAlpina
GrandAlpina, 1700km di Alpi da Genova a Trieste, dal Tirreno all'Adriatico
Ci son mille modi per farla, qui quello che abbiamo pianificato: https://mappite.org/2Sy
e questa un'alternativa con alcuni passi dolomitici (che per noi sono raggiungibili in giornata quindi abbiamo optato per alcuni passi minori): https://mappite.org/2Qy
Avevamo adocchiato la GTA del buon @Massimo ma i giorni non sarebbero bastati e ci dispiaceva perdere alcuni passi che non conoscevamo nel versante Francese. Ci siamo dati una media di circa 400km al giorno con pause per assaporare i paesaggi, intorno alle 5/5:30 ci si ferma e si decide dove passarle notte, tenda o b&b...
Punto di partenza, simbolicamente, il Ponte San Giorgio (ex Morandi) a Genova e come arrivo Piazza unità d'Italia a Trieste.
Ecco un resoconto della nostra "prima" GrandAlpina
Giorno -1.
VI ricordate quel video di Verona sotto l'acqua e grandine con il tipo che annaspa con l'acqua alla gola? Ecco era oggi.
Whatsapp di Gabry: "Tour de France" domani la tappa è sul Col de Turini e strade limitrofe!
Accidenti, dobbiamo cambiare l'inizio dell'itinerario e decidiamo di entrare in Francia più a Nord, dal Col de la Lombarde.
Ore 4.40am Whatsapp di Silvia: non riesco a partire!(Per cause diciamo "tecniche" Silvia infatti non partirà con noi ma farà lo stesso giro (anzi di più) la settimana successiva, in solitaria, in 4 giorni, tagliando con la sua r1150gs il traguardo dei 200.000! Chapeau!)
Ore 6.13 Andrea: Qui Piove!
Ore 6.17 Silvia: Qui la sta buttando giù a secchiate con tanto di tuoni
Ore 6.17 Gabry: Qui brutto temporale. Enrico sei partito?
Ore 6.30 Silvia: Mi sa di si
Ore 6.32 Gabry: Qui ha ricominciato a secchiate
Ore 6.32 Gabry: Mi vien da dire che siamo deficienti
Indubbiamente si!
I diluvi che hanno tempestato Verona e il Veneto ci avevan già fatto spostare di un giorno la partenza, ma le previsioni di Gabry ora danno pioggia fino a Piacenza e le mie al più fino a Genova. L'acqua ci accompagna fino a Piacenza e poi, col sole, arriviamo a Genova. Il passaggio sul ponte, quel ponte, a me emoziona non poco, ho parenti e amici che abitano in questa città di mare ed hanno vissuto gli eventi in prima persona (Gabry invece ha il cuore di marmo e non gli interessava ndr).
Passato il minuto di silenzio, si apre la vista sul Tirreno che lasciamo dopo poco in direzione Cuneo tagliando per Borgo San Dalmazzo. È Domenica, non troviamo Bar aperti lungo la strada e a Peveragno dei locali ci indicano una trattoria, Da Marisa in via Madonna dei Boschi. Temo di perder un sacco di tempo ma invece la simpatica Marisa ci prepara al volo un piatto di antipasti piemontesi e un tagliere di formaggi con mostarda locale - wow! Da tornarci con più calma.
Ripartiamo e a Pratolungo comincia la salita al Col de la Lombarde, delle simpatiche "scalette" a là Primolano (per chi lo conosce) ci portano in quota e poi la straducola stretta passa oltre i 2000 metri regalandoci il tipico paesaggio alpino fino al confine.
La discesa verso Isola sul versante Francese è un po' anonima, con stabilimenti invernali chiusi e senza panorami particolari a causa della stretta valle. Le cose migliorano e diventano spettacolari mentre si risale verso il Col de la Bonette, passando prima per un insediamento militare abbandonato Camp des Fourches e poi il Col de Raspaillon che fa da spartiacque tra le Alpi marittime e les Alpes-de-Haute-Provence
Poco oltre centinaia di pecore coprono il ripido pendio che scende a sud mentre un pastore con il suo cane vigila dall'alto. Qualche minuto oltre ecco il col e poi la cima della Bonette (2802mt) punto più alto del nostro giro. Sosta caffè!
Tra vento e basse temperature il caffè si fa attendere... ma facciamo conoscenza con un buffo motociclista spagnolo, che dopo essersi fatto una decina di selfie estrae dalla borsa un orsetto e ricomincia il reportage, piegati dalle risate, lo conosciamo e gli offriamo il caffè.
Partiamo e dopo poco breve sosta al fortino diroccato di Restefond (pare sia degli inizi del '900 e poi utilizzato nella linea Maginot), prima di arrivare a Jausiers dove decidiamo di sostare al campeggio locale, minimale ma con acqua calda per solo 19.5€ per tre moto e due tende. Lo chef e aiutanti propongono risotto ai funghi (sperimentato all'agnello), salame nostrano, crostata fatta in casa il tutto innaffiato da buon cabernet dei colli euganei.
Il cielo notturno è uno spettacolo, la luna piena sorge dal picco di un monte e... si va a nanna presto.
Freddo... il mio sacco a pelo (per cui Gabry - ved. foto sotto - mi perculerà a vita, sottodimensionato ma compattissimo al punto che non ho montato le laterali nonostante portassi io una tenda ndr), mi avrebbe fatto congelare ma per fortuna Andrea aveva un sacco pile (quello di Silvia!) aggiuntivo. Durante la notte la temperatura deve essere scesa ben sotto i 5 gradi segnati dal termometro della moto alla partenza.
L'umidità ha bagnato tutto come avesse piovuto!
Tentiamo di asciugare le tende al sole mentre recuperiamo una baguette, verso le 9 saliamo al Col de Vars dall'inaspettato aspetto vulcanico
raggiungiamo il più noto col de Izoard un'oretta dopo, affascinati dalle formazioni naturali del Casse Déserte, così diverse dall'ambiente alpino a cui siamo abituati.
Sulla strada ci fermiamo in un paesino sperduto a comprare un po' di affettati e formaggi tipici, in un minimarket così mini che la nonnina addetta all'affettatrice blocca l'unico corridoio (ad U) che unisce entrata e uscita. Passiamo Briançon, con i suoi maestosi forti e saliamo verso il Col de Montgenevre. Entrati in Italia, percorriamo la val di Susa e ci fermiamo nel prato di una chiesetta per mangiare... Francese:
Ripartiamo verso il Mon Cenis, dove ci aspettano i resti del villaggio fantasma di Gran Croix , di fronte al terrapieno della diga che si raggiunge con alcuni facili sterrati.
Proseguiamo per il col de la Madleine e infine Col de l'Iseran, il passo più alto con i suoi 2780 metri. Si raggiunge dopo un bellissimo tratto di alta montaga con viste su ghiacciai, a strapiombo sulla valle e sul paesino di Bonneval sur Arc (che probabilmente vale una sosta, me lo ero anche segnato).
Rientriamo in italia per il Piccolo San Bernardo e decidiamo di fermarci in una pensioncina a Etroubles (altro paesino che val la pena visitare), 20km a nord di Aosta, per essere più rapidi il giorno successivo.
Cena tipica all'annesso ristorante innaffiata da birre artigianali locali, che ci hanno fatto dimenticare di visitare il paesino e reso meno rapida la partenza il giorno successivo.
Ci son 3 gradi quando raggiungiamo lo spettacolare Col du Grand St Bernard, i colori della mattina riflessi sul lago rendono la vista unica.
Ci scaldiamo scendendo a valle dove in un market acquistiamo il necessaire per il pranzo al sacco. Filiamo via spediti nella valle del Rodano grazie ad un pezzo di autostrada... senza vignetta! Pensavo di aver impostato strade senza pedaggio nel navigatore ma... evidentemente non era il caso e non vedendo le indicazioni di vignetta obbligatoria (come sono solito vedere in Austria, Slovenia o Ungheria) siamo entrati, per fortuna ci è andata bene...
Breve sosta al ponte sospeso (Goms bridge, poco dopo Briga) e la giornata procede con la salita verso il maestoso Furkapass che con la vista sui ghiacciai e quel tornante sospeso ha sempre un suo effetto (lacrimuccia per non aver fatto anche il Grimsel ma l'avremmo allungata troppo),
Pranzo al volo ad Andermatt e infiliamo poi l'Oberalppass (il San Gottardo con la Tremola sarà per un'altra volta) e l'Albulapass con quell'altipiano acquitrinoso (Albulasee) che ricorda scenari scandinavi:
La strada prosegue svelta nelle foreste fino al passo Fuorn e poco dopo, a Santa Maria, sorpresa! L'Umbrailpass è chiuso, probabilmente per smottamenti o neve dei due giorni precedenti in cui il meteo è stato pessimo. Non c'è quindi modo di arrivare alle Stelvio (poco male... l'abbiam fatto di recente e da casa si fa in giornata) e quindi rientriamo in Italia per il valico di Mustair e ci accampiamo a Prato allo Stelvio. Sua maestà dista 26.5km ma sta chiaramente piovendo in quota... così montiamo le tende. Lo chef propone risotto alla milanese, comincia a piovere ma non ci arrendiamo.
Per il quarto giorno abbiamo scelto passi minori, visto che siamo di casa nei "soliti" dolomitici.
Il campeggio 5 stelle di Prato allo Stelvio, con cabine bagno private e riscaldate ci fa tardare la partenza, siamo in sella solo dopo le 9:30.
Subito una curiosità, a bordo strada un viaggiatore con borse laterali morbide sulla schiena di... due asini! Ognuno ha la sua impresa da fare, purtroppo non abbiam foto (e l'action cam era spenta)
Le nuvole ci accompagneranno per tutto il giorno, qualche sprazzo di sereno quà e là, motociclisti in senso opposto con l'antipioggia e strade bagnate come avesse appena piovuto ma noi, fortunelli, non prendiamo neanche una goccia d'acqua!
Il passo delle Erbe merita sempre, con la stretta stradina che prende quota tra i prati in un tipico paesaggio tirolese, sulla destra il Sass Rigais nel parco naturale Puez Odle uno dei nove gruppi dolomitici patrimonio dell'unesco... ma questo lo conoscono in pochi (numero 6) .
Svalichiamo in val Pusteria attraverso il passo Furcia e passiamo Monguelfo, Dobbiaco e San Candido lasciando il parco delle Tre Cime a sud ed entrando nell'alto cadore Veneto per il passo Monte Croce Comelico poi in Friuli con Sappada e, quindi, in Carnia.
L'ultimo passo della giornata è quello di Monte Croce Carnico, con cui arriviamo al confine Austriaco: l'ufficialessa di dogana ci ferma e mi chiede se arriviamo dalla Croazia. Rispondo no ed è la risposta giusta! Ci lascia passare (dalla Croazia c'era la quarantena ndr).
Pernottiamo in un Gasthof una decina di km prima di Villach. Ho detto ben prima di Villach.
Wienerschnitzel, birra, proviamo tre schnaps diverse e a nanna.
Partiamo presto, alle 7:30 siamo già in sella e poco dopo a far la colazione dei campioni presso l'eni caffe Il passo Wurzen nelle nuvole svela un inaspettato carro armato sovietico della seconda guerra mondiale (T34 dice Gabry, lui è studiato, gioca a "worlds of tanks"), poco dopo il museo dei Bunker.
Entriamo quindi in Slovenia e saliamo al passo Vrsic, caratteristico per avere i tornanti in pavé (che con l'umido sono un'incognita...) e una radura piena di montagnole di sassi (Ometti) che non abbiam trovato, o forse si: ad un certo punto entro in uno spiazzo a bordo strada in cui stavano probabilmente girando uno spot (Porsche?), incurante proseguo per veder se ci sono questi ometti ma niente, intanto Gabry e Andrea che erano dietro si prendono le parole
Da qui è tutta in discesa, le ottime strade Slovene in mezzo ai boschi ci dondolano per quei 150km che filano via lisci fino a Nova Gorica, da segnare una sosta dopo Bovec dove c'è la cascata di Boka che sgorga dalla montagna (si vede dalla strada).
Si respira ormai aria di arrivo e per raggiungere Trieste passiamo dalla strada costiera, castello di Miramare, con vista sull'adriatico.
E infine eccoci al faro della vittoria (ma la foto non vien benissimo lì sotto) e Piazza Unità d'Italia, la meta finale del nostro viaggetto:
Giusto verso l'ora di pranzo, cosa mangiare a Trieste?
Che dire... una gran bella galoppata che permette di apprezzare tutte le sfumature delle Alpi.
Sicuramente un viaggio che val la pena di fare e rifare, spero di aver dato alcuni spunti interessanti... a quando la prossima?
Credits: @Gabry66 @zane71 @silvia
Qui il video, un po' lungo come ricordo
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Ho un gran dottore, ogni volta che lo vedo mi dice di fare più moto...
Beh, gspeed, complimenti per il report, il giro, le foto e tutto il resto! Spirito e giro fantastico... Mi permetto di inserirlo, come possibile giro da fare in futuro (e potrei farlo al contrario abitando in Friuli).
Complimenti io l'ho fatto un mese prima,e avendo 8 giorni abbiamo fatto tutti i passi,praticamente un tour/traversata di tutti i passi alpini...
Che goduria per quanto mi riguarda è il top!
@alby1953 poca cosa intorno al Moncenisio, per arrivare alla diga (vedi video al min 2:50) - ho visto poi che c'è tutto uno sterrato per fare il lago dall'altra parte. Ci siam ripromessi di fare un giro "solo sterrati" visto che meritano, ma con i tempi che avevamo non ci stavano.
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Ho un gran dottore, ogni volta che lo vedo mi dice di fare più moto...
[QUOTE=gspeed;10388459]@alby1953 poca cosa intorno al Moncenisio, per arrivare alla diga (vedi video al min 2:50) - ho visto poi che c'è tutto uno sterrato per fare il lago dall'altra parte. Ci siam ripromessi di fare un giro "solo sterrati" visto che meritano, ma con i tempi che avevamo non ci stavano.[/QUOT
Non mi spiego come ma da qualche giorno il video è stato visualizzato da migliaia di persone... chi ha fatto la spia??? Sarà la voglia di post-lockdown!
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Ho un gran dottore, ogni volta che lo vedo mi dice di fare più moto...
Bel giretto,da parte mia ci sono da fare alcuni correzioni "per posti già visitati", comunque se tutto passa questa estate è in agenda (come altre 2 alternativa da scegliere).
Partenza da Pescara si allunga di circa 750 km e se pò fà
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papipapi *58* la moto e' una passione incommensurabile.
R1200R
Ciao Robbè
Bel giretto. Io l’ho fatto con un amico tanti tanti anni fa, credo almeno 30 ma forse di più.
Ricordo ancora la partenza: si doveva farlo al contrario, con partenza dal Cadore, dove al tempo risiedevo.
Bene, pronti via, si attacca il Timmelsjoch, direzione Solden.
In frontiera, l’altro si accorge di essere senza documenti: li aveva dimenticati in albergo a Torino.
Qualche leggero improperio, si torna giù, Stelvio e Lago di Como direzione Torino.
Missione: recupero documenti. Perso un giorno, ma tutto bene.
Sennonché a quel punto abbiamo invertito l’itinerario.
Attaccandoci all’inizio la via del Sale.
Le moto erano una Dr650 (io) e una Honda, forse Transalp, lui.
Bello bello bello, anche perché si era giovani e un po’ pazzi...
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Luxury Tourer
BMW K1600 GTL Blu
Km 104000, fatti pochi quest'anno...