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Originariamente inviata da naga
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Io ci andrò a Maggio - mi dai un tuo parere sul "mitico" tratto Aralsk - Aktobe sulla M 32?
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ahh vedo che ti piacciono le autostrade
600 km dei quali 250 di sabbia e buche buche e voragini e ancora sabbia e buche da farsi alla velocità massima dei trenta all'ora.
Io quel tratto di strada non l'ho fatta in moto, se hai parlato con Dino ti avrà sicuramente parlato del mio incidente causato da un kasako un pò distratto, la M 32 dal lago di Aral fino a Aktobe di strada è rimasto ben poco, si intuisce che era una strada dai pezzi di asfalto disseminati lungo la pista, direi molto pericolosi, ormai non si può definire neppure strada, le auto passano ai lati dove il passaggio ha creato una pista abbastanza scorrevole per i camion, ma poco praticha per le moto , infatti vigerebbe la regola della sabbia, dai gas e via ,in realtà la maggior parte dei motociclisti preferisce fare la strada( ci vuole manico per la sabbia) anche se rischi di cadere per altre mille ragioni. Dino ti ha detto che ha fatto quella strada solo con le molle degli ammortizzatori? (scoppiati nel karakun
) la velocità massima per tutti i 250 km è circa trenta km ora, non di media proprio di velocità.
Questo sotto è il resoconto del mio incidente raccontato a un amico
Un kasako a pensato bene di speronarmi facendomi cadere piuttosto rovinosamente e solo san culazzo mi ha permesso di cavarmela con piccole incrinature all'osso principale del polso, ero a cinquanta km da kyzylorda , una città nel sud del kasakistan a 500 km dal confine uzbeco da dove provenivo. Dopo l'incidente mi sono alzato e dopo i primi accertamenti a me e alla moto ho potuto constatare un dolore al polso e il telaio delle borse distrutto. A proposito, se non ci fosse stata la borsa nella strusciata in terra mi sarei fatto molto più male, in ogni caso sono rimontato in moto e ho cercato subito qualcuno che mi mettesse in condizioni di ripartire.
Nei paesi poveri qualunque bisogno tu hai trovi sempre qualcuno d'ingegno che ti rimette in moto, Con solo deserto intorno in una delle poche capanne coperte di lamiera trovo un tizio che con una saldatrice e i ferri della dotazione della mia moto (per la cronaca un transalp) mi rimette il telaio delle borse in grado di funzionare. tutta l'operazione dura qualche ora e quando vado per risalire in moto (intanto ero stato fasciato con una benda elastica) il dolore e la mancanza di forza mi impediscono di ripartire. La mia vacanza sembra finita e la logistica e le latitudini cominciano a preoccuparmi seriamente. Sono tornato come passeggero insieme ad un compagno nella città di kyzylorda, siamo tornati in albergo e nel pomeriggio ho preso un taxi e sono andato in ospedale, in sostanza una clinica universitaria in mezzo al deserto. Mi hanno visitato, fatto una lastra, ingessato in pochissimo tempo , 40 dollari e la raccomandazione di non muovere e sforzare il polso per almeno un mese. Mi sono cadute le braccia però siamo arrivati alla conclusione che intanto dovevamo uscire dal kasakistan, perchè i permessi hanno un termine e perchè l'unica speranza di ritornare a casa con l'assicurazione era di entrare in Russia, dove l'assicurazione vale (in Uzbekistan e kasakistan non c'è assicurazione sanitaria che ti copra) quindi abbiamo scritto in kasako su un foglio a quadretti se qualcuno con un camioncino era disposto a portarci al confine russo (distante 1300 km in mezzo al deserto) io come passeggero e la moto sopra e da lì si vedrà. Siamo andati la mattina presto ad un semaforo e abbiamo mostrato il foglio a tutti i camionisti (pochi per la verità) che si fermavano. Ci prendevano per marziani, fino a quando uno ci ha fatto cenno di montare con lui. Per farla breve ci ha portato in un posto dove un tizio aveva un camioncino e per 1700 dollari avrebbe fatto il lavoro.
Che dire, è stata una bella esperienza vivere per quasi tre giorni con due kasaki dentro un furgone, con un compagno che si barcamenava in mezzo a tutta quella sabbia con una r 100 carenata del 1987 con 400000 mila km percorsi, ormai senza ammortizzatori, rotti già nel deserto del karakum in Turkmenistan, comunque siamo arrivati al confine russo,vicino alla città di Aqtobe e lì ho fatto una cosa che non racconterei alla mia povera mamma se fosse sempre viva, mi sono tagliato parte del gesso, ho messo una penna biro fermata con del nastro isolante a mo' di leva nella manopola del gas (in maniera da poter aprire il gas con le dita e non con la mano, che intanto mi era diminuito molto il dolore) e così ho potuto affrontare i 7000 km che mi separavano da casa attraverso la Russia meridionale, la crimea , ucraina, (la trasnistria è un'altra storia) romania, Ungheria casa.
Se vuoi un resoconto del viaggio puoi vedere mototurismo di ottobre di quest'anno, c'è un lungo resoconto del viaggio scritto dal mio amico con la r 100 , la foto nella prima pagina del servizio sono io .
nella foto la pagina per far capire ai camionisti al semaforo che volevamo un camion per la russia
http://fotoalbum.virgilio.it/fhoto/f...06/96bis4.html