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Qde per la Sicurezza stradale tutte le info e le idee su un tema che ogni motociclista dovrebbe avere a cuore.


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Vecchio 10-03-2008, 17:13   #1
Wotan
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Lightbulb Il brecciolino by Aldo

Ricevo da Aldo questo suo articolo, già pubblicato su un altro forum, che è una vera e propria guida su come affrontare il brecciolino con una moto stradale.
Un grazie all'autore e buona lettura a tutti.

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Visto che questo argomento sembra terrorizzare la maggioranza degli utenti delle 2 ruote, e io aggiungo senza un reale motivo, vorrei provare a scrivere uno dei miei sproloqui per tentare di far si che qualcuno eviti una caduta.
Il brecciolino è meno una bestia di quanto i più credano. La maggior parte della gente che finisce a terra a causa del brecciolino a ben pensarci può dire di aver avuto con le proprie azioni una consistente partecipazione alla sequenza di eventi che portano alla caduta.
Vorrei spiegarvi qualcosa, almeno in teoria, su questo argomento con la speranza che qualcuno provi a fare quello che gli dico ed eviti un giorno di finire inutilmente a terra.
La moto è un mezzo autostabile. Una moto che si sta muovendo in rettilineo ad una certa velocità costante risente in misura minima del fondo sul quale si sta muovendo.
Se voi state percorrendo una strada dritta a velocità costante diciamo di 80 Km/h potete passare sul ghiaccio vivo, sul brecciolino su uno strato uniforme di sabbia che la moto non devia dalla propria traiettoria. Il problema sorge quando cercate di imporre qualche variazione alla vs marcia, accelerare, frenare, deviare. Questo significa, come prima cosa, che se vi trovate sul brecciolino o su qualunque altro fondo ad aderenza ridotta, e non avete bisogno di fare una di queste cose, continuate tranquillamente senza fare niente e niente succederà. Forse sentirete il manubrio oscillare leggermente. Non pretendete di tenerlo fermo e lasciatelo oscillare, mantenendolo solo leggermente affinché le oscillazioni non si amplifichino, ma non tentate di bloccarlo (una cosa simile è valida anche per il vento ma questo è un altro film). La convinzione su questo semplice fatto è già in grado di per sé di salvarvi un buon numero di cadute.
Naturalmente non sempre è possibile lasciare andare la moto dritta perché possiamo aver bisogno di frenare o di curvare (per accelerare, basta stare leggeri con la manetta, non ci sono grossi problemi, ma per ora non credo che abbiate velleità di accelerare sul brecciolino). Quando abbiamo bisogno di frenare o curvare bisogna farlo in modo da restare il più possibile vicino alle condizioni di stabilità di cui si parlava sopra. Quindi bisogna evitare frenate brusche e curve strette. Se possiamo dobbiamo cercare un punto della strada più pulito e cercare di fare quello che dobbiamo fare li, e cercare di mantenere un’andatura più costante possibile sul brecciolino. Domenica scorsa sono arrivato in un tornante dove stavano facendo dei lavori e asfalto non ce n’era più. Ho tirato un frenatone sull’asfalto prima dello sterrato ed ho rilasciato i freni un istante prima di uscire dall’asfalto facendomi la mia curva tranquillo a bassa velocità. In alternativa se uno si trova in avvicinamento ad un tornate sul brecciolino ma prima del tornante c’è un tratto buono si fa il tratto non asfaltato in velocità e si attacca ai freni appena arrivato sull’asfalto.
Sul brecciolino si può comunque sia frenare che curvare, naturalmente con moderazione, ma si può fare molto di più di quello che i più pensino. Per frenare evitare di affidarsi ad un solo freno. L’aderenza è poca e dobbiamo sfruttarla tutta quindi è sbagliato sia frenare solo col posteriore (la moto non si ferma neppure a piangere) sia solo con l’anteriore, si rischia un bloccaggio ed una caduta. Bisogna frenare con entrambi i freni stando pronti, se si sente una ruota che tende a bloccare, a rilasciare immediatamente quel freno per poi riprenderlo. La cosa migliore sarebbe cercarsi un tratto di sterrato e provare a divertirsi con questi esercizi. Marcia ad andatura costante, frenate cominciando da frenate leggere e provando ad aumentare, curve. Rimarrete meravigliati di quello che si può fare su uno sterrato.
Ora parliamo di tipologie. Ci sono molti tipi di brecciolino e bisogna imparare a riconoscerlo per sapere quanto si può forzare su ciascun tipo.
Il brecciolino, o fondo non compatto si distingue essenzialmente da quattro fattori, lo spessore, la granularità, il colore e il fondo.
Con spessore si intende lo spessore dello strato non compatto che sovrasta il fondo
La granularità è la dimensione (e anche la forma) dei singoli grani che compongono il brecciolino. Può essere ghiaino o sabbia.
Il colore è … il colore. E’ importante la differenza di colore rispetto all’asfalto circostante
Il fondo. Il brecciolino si può trovare su una superficie in terra battuta, generalmente un vero e proprio sterrato, o su un fondo duro, asfalto.

Tutti questi fattori possono trovarsi combinati fra loro a variare la consistenza e la tenuta del fondo sul quale ci stiamo muovendo.

Lo spessore: Più spesso è e più è difficile. Se vogliamo procedere su uno strato di ghiaia o di sabbia di 20 cm incontreremo delle difficoltà notevoli perché le ruote tendono ad affondare. Fortunatamente queste condizioni non si trovano mai su una strada. Si potranno trovare raramente in un piazzale appena livellato ma sarà sufficiente evitare di infilarsici. Si potrà trovare uno strato di ghiaia abbastanza spesso su strade in costruzione o in corso di modifica o allargamento ma mai superiore ai 10 cm quindi si può procedere senza grossi problemi sempre con una guida leggera. Uno spesso strato di sabbia diventa difficoltoso da superare e richiede di procedere velocemente mantenendo il peso sulla ruota posteriore facendo galleggiare l’anteriore, ma è roba per chi va nel deserto e quindi non ce ne frega una cippa.
Gli spessori che interessano noi sono quelli che vanno dal brecciolino sparso e rado a quello che forma uno strato uniforme di spessore uguale a qualche volta il valore della granularità. Questo significa che sulla superficie sottostante ci sono diversi strati di pietroline che appoggiano le une sulle altre quindi la ruota cammina su uno strato di pietruzze che formano una superficie mobile che toglie totalmente il contatto della ruota con la strada. Sul brecciolino molto rado, specialmente se costituito da frammenti piatti, si può piegare come se non ci fosse, se le pietruzze sono rotonde ma piccole più o meno lo stesso (che cazzo c’avete da ridere? Si vede la forma delle pietruzze passando, perfino io che sono mezzo orbo). Farete un figurono con chi vi segue che vi vedrà piegare con disinvoltura anche con la strada cosparsa del temuto brecciolino. Se le pietruzze cominciano a fare spessore bisogna ridurre drasticamente la velocità e l’angolo di piega mantenendo sempre però la dovuta disinvoltura.

La granularità. Più il brecciolino è fine più è insidioso. La sabbia fa da lubrificante fra gomma e strada più del ghiaino. Fortunatamente è difficile trovare sabbia per strada, salvo quella volta che sono arrivato in velocità in un punto dove avevano rifatto l’asfalto e avevano cosparso tutto di sabbia, di quella gialla da costruzione, su una strada tutta a curve, non segnalata, e in qualche curva c’erano segni di moto che andavano dritte, ma io con un po’ di accortezza sono passato indenne (naturalmente sempre in 2 altrimenti non mi diverto). Pezzi di ghiaino un po’ più grosso ma rado, affrontato con piega decisa, può rotolare sotto la ruota facendo allargare la traiettoria di qualche centimetro ma quando la ruota scende dalla pietruzza riprende l’aderenza e la marcia prosegue senza problemi (se il pilota la ignora e non si fa prendere dal panico e comincia a fare cazzate).

Il colore. Il brecciolino più insidioso è quello fine che ha lo stesso colore dell’asfalto. Non si vede e si ci finisce sopra senza accorgersene (generalmente il bastardo si trova a metà di una curva). Generalmente è formato da pietrisco fine derivante dall’usura dell’asfalto che la pioggia accumula all’interno delle curve dove defluisce fuori della strada e quindi ha lo stesso identico colore e granularità dell’asfalto buono. Qualche volta, a fine inverno, si trova il brecciolino sparso in inverno per il ghiaccio concentrato in strisce dove le auto non mettono mai le ruote, spesso in curva al centro della traiettoria percorsa sempre dalle auto, proprio dove passiamo noi. Generalmente è molto concentrato come estensione quindi vi fa prendere una botta di strizza ma se non fate cazzate e state tranquilli la moto riprende l’aderenza non appena le gomme ritornano sul buono.

Il fondo. Uno sterrato è decisamente migliore come aderenza di un tratto asfaltato cosparso di brecciolino. Su un fondo duro tipo asfalto le singole pietruzze rotolano e diminuiscono l’aderenza, specie se sono molte. Su un fondo di terra battuta le pietruzze si piantano nella terra e non rotolano, a meno che lo spessore dello strato di pietruzze smosse non sia elevato. La terra battuta offre anche un buon grip anche alle gomme da strada quindi un buon tirocinio su sterrato, tanto per cominciare a togliersi la paura del fondo non uniforme è consigliabile (anche se alla sera dovrete lavare la moto)

RUBO a Gilles questa foto che è emblematica di un tratto di asfalto molto insidioso perché composto di brecciolino a grana piuttosto grossa piuttosto fitto e su un fondo duro che facilita il rotolamento e approfitto per anticipare l’ultimo punto, le traiettorie.



Come ho già anticipato il brecciolino non infastidisce se attraversato ad andatura abbastanza costante e senza piegare molto e generalmente il brecciolino si riesce a vedere con un certo anticipo quindi bisogna subito vedere se si riesca a calcolare una traiettoria che faccia concentrare la curva o la frenata in un punto pulito e faccia transitare sul brecciolino con meno inclinazione. In una curva a ds, ad esempio, che ci fa passare vicino al bordo della strada dove più probabilmente potrà esserci del brecciolino, accorgendosi in anticipo della sua presenza, si può iniziare la curva leggermente in ritardo, buttare giù di brutto per portarsi avanti con la curva, addrizzare un po’ passare sul brecciolino senza forzare e poi ributtare giù. Sembra una cosa marziana ma quando si ci fa l’abitudine diventa naturale.
Nel caso della foto (premetto che mi riferisco a quello che si vede dalla foto senza sapere come sia la strada a monte) come ho già scritto dall’altra parte, a metà curva si vede una parte pulita, bisogna cercare di percorrere il tratto sporco frenando dolcemente con entrambi i freni per ridurre la velocità ma seguendo una traiettoria quasi rettilinea per andare a fare la curva in quel tratto pulito.

Se mi verrà in mente qualcos’altro lo posterò in seguito, intanto ora sarete già addormentati.

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Claudio Angeletti
L'arte della sicurezza in moto
BMW K1200GT 2007 - R1300GS in arrivo.
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Vecchio 10-03-2008, 17:26   #2
KappaElleTi
Presidente del FIAT DUNA fun club
 
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Registrato dal: 04 Mar 2003
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a giudicare dalla foto invece il titolare della scia marron ha tirato una inutile staccata, forse come diceva aldo sarebbe passato indenne se avesse guidato liscio, curvando

spero non si sia fatto troppo male...
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che emerita stronzata !!!
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