Penso che l'appellativo Café Racer derivi dal fatto che gli smanettoni eretici londinesi si ritrovavano al mitico Ace Café. Per i più giovani (beati loro), ricordo che negli anni 70/80 la moda di "truccare" le moto era diffusissima fra gli appassionati (con disponibilità economica). In particolare si trapiantavano le meccaniche più sportive (Norton-Triumph-AJS) su telai artigianali, tipo Egli (vero e proprio cult dell'epoca), con sospensioni aftermarket come le forcelle Ceriani, gli ammortizzatori Koni e freni Fontana(opere d'arte, anche esteticamente).
Uno step meno costoso era il connubio di telaio Norton (Featherbed:letto di piume) con motore Triumph Bonneville 650 (Metisse).
Per coloro il cui budget era ridotto all'osso, il minimo di rigore era il montaggio di mezzi manubri, sella corta, pedane arretrate, cornetti di aspirazione ai carburatori e scarico rigorosamente fuorilegge.
Vi assicuro che erano tempi eroici e non è retorica paternalistica.
Solo chi ha avuto il piacere di guidare un Norton (ho avuto il Commando S 750), può sapere il significato del "calcio nella schiena", della leggerezza e della maneggevolezza sul misto.
Certo che i freni e l'affidabilità non si avvicinano neanche lontanamente allo standard attuale, e poi l'avviamento a pedale, se malauguratamente sbagliavi i tempi................
ma il fascino!
Le moto attuali sono prodotte e vendute in UK, l'estetica sembra molto accattivante, chissà il resto?
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lamps, LUCIO
RT 1200 LC 2015
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