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Originariamente inviata da nic65
ma anche la differenza della rete stradale italiana confrontata con altri stati è evidente, basta guardare un po di geografia nazionale...
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non condivido questo eccezionalismo, l'approccio, di fonte al risultato oggettivamente negativo, di partire con il
si MA alla ricerca di motivazioni esterne.
L'Italia (53 morti stradali su milione di abitanti) non ha una geografia peggiore (anzi!) della Svizzera (31 morti per milione) o della Norvegia (23 morti per milione). Non c'è nulla di particolarmente eccezionale nella geografia italiana che renda il guidare nel belpaese intrinsecamente più pericoloso che in Svizzera o Norvegia.
Non vedo quindi una correlazione tra geografia e risultato. La geografia poi non spiegherebbe per nulla le differenze con i morti sul lavoro, anche quelli superiori alla media europea, e anche li con una certa correlazione tra paesi "più flessibili" e "meno flessibili".
Rimango dell'opinione che, in entrambi i casi, la "flessibilità" di applicazione delle regole, con la decisione su quale e come regole siano applicabili lasciata al singolo, sia la causa del peggior risultato.
Può anche essere una scelta, e per molti singoli lo è, il ritenere che una maggiore "libertà interpretativa" delle regole sia preferibile. E, per il singolo, in effetti è quasi sempre vero, perchè le regole, sul singolo, sono sostanzialmente limitazioni. Sui grandi numeri, e sulla qualità di vita media che poi però il singolo ha quando interagisce con altri che anche "interpretano", io sono convinto che il risultato sia peggiore, anche in base a vita vissuta.