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Vecchio 17-11-2017, 21:54   #55
Antonio Tempora
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16/08 Zanjan-Haleb-Qojur-Takab-Takht e Soleyman-Shahindez-Myandoab-Tabriz
Km.614 In moto H08,25 Media Kmh72,8 Quota Media 1400 Quota Max.2311

Lasciamo il nostro albergo alle 08,30, senza neanche preoccuparci se servissero o no la colazione, buttandoci nel caotico, come in ogni città, traffico di Zanjan.
L’intenzione è quella di visitare il Takht-e-Soleyman lungo la strada suggerita da LP ma sia il GPS che Google Map non mi aiutano.
Seguo invece le indicazioni di un agente stradale che mi portano su una strada meno diretta, più comoda ma altrettanto panoramica.
Come in sole due situazioni da quando siamo in viaggio, percorriamo una strada piacevole non solo per il fondo stradale ma per la variazione altimetrica e la bellezza del panorama fatto di ampie vedute e campi coltivati per lo più a frumento.





Ci fermiamo a fare il pieno e con la nostra cartina aperta ci facciamo indicare la strada migliore per arrivare alla nostra meta di metà giornata.
Nonostante nessuno parli Inglese ed i nomi di città e paesi sulla cartina spesso siano diversi da quelli usati localmente, le indicazioni ricevute si rivelano precise e senza alcuna difficoltà, aiutati anche dai segnali stradali al solito bilingue e precisi sia nei nomi che nel kilometraggio, arriviamo a TAKAB che attraversiamo lentamente per il traffico inimmaginabile per una cittadina di così piccole dimensione piena però di incroci, dossi e gli immancabili ritratti dei “Martiri” della guerra Iraq-Iran.
Da Takab seguendo le indicazioni prendiamo il bivio con la strada che dopo 30 chilometri ci porta al “Trono di Salomone”.





Ho pochi soldi Iraniani, sufficienti per un altro pieno ma non per il biglietto, ma conto sempre sulla mia buona sorte.
Infatti parcheggiata la moto incontro due ragazzi, Back Pakers Spagnoli di ritorno dalla visita, chiedo loro se hanno da cambiare e ne sono lieti visto che sono alla fine del loro viaggio in Iran e dovranno cambiare i rimanenti Rial prima di partire.



Cambio solo 5 euro e li ringrazio per l’aiuto, lascio Lilli al parcheggio dato che al solito non si fida a lasciare la moto incustodita con tutti i nostri bagagli e, salgo la breve strada che porta all’ingresso del sito, circondato da alte mura megalitiche, dove pago il biglietto.





Avevo visto su YouTube un servizio sul sito di diversi anni fa, il luogo sembrava diroccato e semi abbandonato, quello che visito è invece restaurato, con un centro visitatori, ordinato e pulito.
Anche qui il governo si è dato da fare per valorizzare un sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco ed i lavori di restauro continuano come mi confermano due giovani ricercatori Iraniani incontrati poco dopo con i quali mi fermo a chiacchierare.
Il “Trono di Salomone” non ha niente a che vedere con il Biblico re, è stato un Tempio del Fuoco Zoroastriano ed i fedeli, per evitarne la distruzione durante l’invasione Islamica, attribuirono il luogo al re Salomone dichiarato nel Corano come “Saggio” e lo salvarono.
Giro intorno al lago di acqua sulfurea e scatto diverse foto, sullo sfondo un altro luogo anch’esso dedicato a Re Salomone: la Prigione di Salomone.







Finisco la visita e torno al parcheggio dove Lilli non è rimasta certo sola ma al solito circondata da famiglie che le chiedono informazioni sul nostro viaggio e si scattano foto insieme a lei.





Rimango sempre stupito di come mia moglie riesca a comunicare con tutti in ogni viaggio senza parlare non dico la loro lingua ma addirittura l’Inglese che capisce solo un poco.
Riprendiamo la moto e dopo una sosta per il solo tempo di una foto di fronte alla Prigione di Salomone prendiamo la strada per Tabriz.





L’opzione più breve e comoda sarebbe stato tornare verso Zanjan lungo la strada che avremmo dovuto percorrere all’andata, ma non mi va di tornare, buttarmi nel traffico di quella città e poi prendere l’autostrada.
Il percorso che seguiamo è più lungo ma fino a Myandoab offre ancora dei bei panorami, curve e superamento di un bel passo ad oltre 2000 metri.
A Myandoab prendiamo la strada nazionale verso Nord che ci farà passare non lontano dal lago Urmia, che non vedremo, lago che sta subendo la stessa sorte dell’Aral con un progressivo prosciugamento.
Mentre ci avviciniamo a Tabriz il tempo comincia a cambiare, prima un forte vento che fa innalzare parecchia polvere, poi il cielo comincia a scurirsi e quando arriviamo alla periferia di Tabriz troviamo i segni di un acquazzone appena terminato ma che ha tutta l’aria di ricominciare.
L’aria ha rinfrescato ed il tasso d’umidità è molto alto, era dalla Turchia che non vedevamo la pioggia ed anche se dopo tanto caldo la sensazione è piacevole non ho alcuna intenzione di bagnarmi.
Mi fermo ad un parcheggio di taxi, il telefono non mi dà linea e non posso scaricare il messaggio di Sepideh con il nome dell’albergo ma ancora una volta viene in aiuto la gentilezza e l’ospitalità di questo splendido popolo Iraniano che non finisce mai di stupirci.
Il tassista capisce, anche se non parla inglese, la mia difficoltà a connettermi e mi permette di farlo in Tethering-WiFi con il suo cellulare.
Scaricato il messaggio gli mostro il nome dell’hotel e mi metto a seguirlo attraverso a quella che si dimostrerà la città Iraniana visitata con il traffico più caotico.
Fortunatamente dopo tanti giorni abbiamo fatto l’abitudine a precedenze non rispettate, rotatorie killer, cambi di direzione improvvisi paragonati ai quali Roma e Napoli sembrano città ordinate come quelle Scandinave!
Attraversiamo quasi tutta la città grazie ad una tangenziale a 4 corsie che ci porta al Shariar Hotel, albergo di lusso lontano dal centro in una nuova zona della città.
Non ho i soldi per il taxi, gli ultimi li ho usati per il pieno fatto poco prima di arrivare alla periferia di Tabriz, vado alla reception e chiedo che paghino loro il taxi e mettano tutto sul mio conto.
Parcheggiata la moto di fianco all’ingresso sotto lo sguardo vigile del guardia macchine, ci facciamo portare le borse nella nostra stanza che come mi aspettavo visto la categoria dell’albergo, è molto bella e moderna.
Doccia e relax, il tempo è nuvolo e domani è ancora prevista, almeno al mattino, la pioggia ma tanto siamo in visita e non dobbiamo prendere la moto.
Scendiamo a mangiare nel ristorante dell’hotel, siamo affamati perché a parte i biscotti con il caffè del mattino, siamo a digiuno.
Dopo la cena ci accomodiamo nella sala bar dove mi bevo un buon caffè lungo, anche qui con macchina e caffè Italiani, con Lilli che, saputo che Tabriz è famosa per il cioccolato, si fa portare dei cioccolatini che si rivelano davvero buoni.
Dopo aver fumato il mio sigaro andiamo a dare la buona notte alla nostra Diavolina a cui la pioggia deve aver fatto bene, perché il problema dell’accensione con la prima marcia innestata è sparito, e ce ne andiamo a letto per la nanna.

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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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