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Vecchio 24-11-2017, 12:30   #63
Antonio Tempora
Mukkista
 
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18/08 Tabriz – Barzagan – Passaggio Frontiera – Erzurum
Km.613 In Moto H.7,12 Media Kmh.85,10 Quota media 960 Quota max.2181


Sveglia alle 06,30, check-out alle 07,30 con partenza alle 08,30 ed uscita da una Tabriz che di prima mattina non presenta il traffico caotico del resto del giorno.
La tangenziale che attraversa la città ci porta con rapidità fuori città e le indicazioni stradali, al solito chiare e precise, ci indicano la direzione verso la frontiera con la Turchia.
A Bazargan facciamo l’ultimo rifornimento e ringraziamo il benzianaio che come sempre ci ha fatto saltare la fila facendoci fare subito il pieno.
Arrivati alla frontiera ci sentiamo come a casa, il timore provato all’ ingresso è sparito e conoscendo oramai la strada saliamo in fretta la collina che separa il centro abitato di Bazargan dagli uffici di frontiera fermando la moto davanti alla garitta di un gendarme che si offre di controllare moto e bagagli.
Troviamo una delle persone che ci avevano aiutato nel disbrigo delle pratiche doganali d’ingresso e concordato il suo compenso, 20 euro, consegniamo passaporti e Carnet de Passage.
Tutte le procedure vengono svolte in maniera ancora più veloce che l’andata e noto che anche i camionisti sono assistiti da “consulenti” al pari del mio che “ungendo” con mance i vari funzionari, disbrigano velocemente tutte le pratiche.
Usciamo dal cancello Iraniano salutando questo meraviglioso paese ed entriamo in Turchia sentendoci come tutte le volte “come a casa”.
Mettiamo l’orologio indietro e contando sulla rapidità delle pratiche doganali Turche penso di poter finalmente fare la deviazione e visita al Ishak Pasha Palace che non avevamo potuto visitare nel 2005 perché la strada era chiusa e all’ andata perché eravamo troppo concentrati a passare la frontiera.
Consegno i passaporti al gendarme per il controllo e dopo averli girati e rigirati si rivolge serio e pronuncia la parola che in 5 passaggi in frontiera Turca non avevo mai sentito pronunciare: “PROBLEM”.
In pratica manca il timbro di uscita che, per troppa confidenza, avevo dimenticato di controllare avessero messo, veniamo accompagnati al posto di comando dove un giovanissimo ufficiale controlla i nostri passaporti e ci chiede come abbiamo fatto ad uscire dalla Turchia.
La loro preoccupazione per i “Foreign Fighters” che entravano legalmente in Turchia per poi sconfinare i Siria illegalmente è molto grande e il Carnet de Passage non aiuta molto dato che è timbrato in Farsi e le date sono secondo il calendario Islamico.
Ho di riserva la prova fotografica scattata di fronte al cancello bianco Iraniano con quello marrone Turco già aperto fatta con il telefonino con i “metadati” comprovanti la data ma non ce ne è bisogno: soddisfatta l’indagine di controllo registrano l’ingresso “Illegale” e con un sorriso ci accompagnano a finire le procedure doganali.



Usciamo dopo quasi un’ora quando la previsione era di pochi minuti, Lilli non è molto contenta dato che venire portati in un posto di guardia e fatti sedere in silenzio davanti a dei gendarmi non è una cosa piacevole, nonostante la loro cortesia, quindi rinuncio ancora una volta alla visita mettendo lo Ishak Pasha Palace in coda con il Mausoleo di Oljatu ed altri, fortunatamente pochi, siti non visitati nel corso di tanti viaggi, dirigendomi per la stessa strada fatta all’andata verso Erzurum.
Superiamo velocemente Dogubeyazit con il Monte Ararat coperto questa volta di nubi sulla nostra destra.







Come all’andata attraversando il passo ad oltre 2000 metri becchiamo la pioggia, questa volta per 30 minuti, giacca e pantaloni reggono bene e non ci bagniamo troppo asciugandoci rapidamente al sole che ci accoglie una volta giunti in pianura.
La N100 è davvero bella, Lilli si gode il panorama e confessa di sentirsi molto rilassata e contenta di godersi tranquilla campagna, monti e fiumi che scorrono lungo il nostro tragitto.
Il fatto è che questa è la 5 volta che attraversiamo la Turchia, un paese dove ci sentiamo veramente a casa e dove non ho nemmeno bisogno di impostare il GPS per trovare la rotta giusta.
Tempo bello e temperatura ideale anche perché viaggiamo su un altopiano e la nostra destinazione è in montagna a più di 1850 metri.
Ci fermiamo per l’ultimo pieno della giornata e gustiamo il CAY che ci offrono al solito con un sorriso.
Arriviamo ad Erzurum e con il solito taxi arriviamo al Kervansaray Hotel dove parcheggiamo la moto davanti all’ingresso.



Il manager parla Turco e Francese, io rispondo in Inglese ma ci capiamo benissimo, ci portano le borse in stanza e ci accomodiamo.
Camera piccola ma pulita così come il bagno e WI-FI che va come una freccia, costo B&B €33,00.
Doccia e sigarino affacciato alla finestra poi finalmente in maglietta e bermuda usciamo per una passeggiata.
Lilli si sente assurdamente a disagio senza il suo foulard in testa, io invece sono contento di sentire “fresco alle gambe”.
Erzurum si rivela una bella e vivace città, camminiamo fino al centro dove in piazza troviamo un piccolo mercatino e nonostante l’ingombro dei nostri bagagli in moto, acquistiamo mandorle e nocciole in una bancarella.







La Yakutye Madrasi è molto bella ed accanto ha una piccola ma frequentata moschea.































Lilli si innamora di una piccola capretta portata a spasso e a pascolare dal suo padrone sui prati che circondano la piazza centrale di Erzurum.



Quindi, seguito il suggerimento avuto dalla bancarella dove avevamo acquistato la frutta secca, ci rechiamo finalmente a mangiare il primo Kebab da quando siamo transitati in Turchia.



Il ristorante si affaccia proprio sulla piazza, abbiamo difficoltà con la lingua ma alla fine ci facciamo capire ordinando un Kebab in piatto per Lilli ed uno classico avvolto nel pane sottile per me.





Sono così buoni che ne ordiniamo altri due che ci finiamo in un attimo, concludo con un Turkish Coffee e poi pagato il conto scendiamo per la trafficatissima, sia di macchine che di negozi pieni di merce e di clienti percorsa all’andata, tornando in albergo.
Saliamo in camera e di nuovo in finestra, dopo aver lavorato un po’ al Lap-Top, mi fumo il sigarino al fresco serale di questa località famosa per i suoi resort sciistici prima di metterci a dormire.



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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound

Ultima modifica di Antonio Tempora; 24-11-2017 a 12:34
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