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Vecchio 12-11-2017, 19:31   #45
Antonio Tempora
Mukkista
 
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12/08 Shiraz – Esfahan
Km.492 In moto H 6,25 Quota media 1500 Quota max. 2497


Usciamo senza difficoltà dalla città prendendo una strada diversa da quella più diretta che in parte sarebbe stata la stessa percorsa per arrivare a Persepoli.



La N55 dirige verso Ardakan e dopo si rivelerà una strada molto bella dal punto di vista panoramico.
Sempre a 4 corsie corre tra campi coltivati nella parte inziale principalmente a vigneti, con alberi e torrenti e con la magnifica vista dei monti Zagros alla nostra sinistra.
La strada poco trafficata ci fa superare due bei passi di cui uno di quasi 2500 metri attraverso parecchi tunnel in uno dei quali, poco illuminati, schiviamo una macchina che supera dalla corsia opposta a fari spenti invadendo la nostra carreggiata.
A metà strada ci fermiamo per la pausa pranzo in un largo spiazzo con botteghe ed un ristorante dove decidiamo di provare a pranzare.
L’aspetto non è invitante ma è all’ombra e fa molto caldo.
Lasciamo giacche e caschi all’ esterno davanti alla moto parcheggiata all’ingresso ed entriamo, ci accolgono con entusiasmo e ci mettiamo a sedere in un tavolo ordinando da bere ed un kebab di agnello.
Il proprietario parla inglese, è di etnia Baktiari e ne è orgoglioso, ci presenta la sua famiglia e chiama un suo amico al telefono che in un italiano stentato ma comprensibile ci invita a dormire a casa sua.
Al solito dobbiamo spiegare la nostra impossibilità ad accettare ringraziando lui ed il proprietario del ristorante di cuore.









Il pranzo si rivela il migliore consumato in Iran, il kebab di agnello si scioglie in bocca, il pane sottile è appena sfornato dal loro forno, lo yogurth alla menta è fresco e delizioso ma la cosa più buona è la minestra di lenticchie, pomodoro ed agnello nella quale inzuppiamo golosi le fette di pane.





Siamo fotografati da parenti e amici, ci scambiamo al solito gli account e fatichiamo a lasciare il posto per ripartire per la nostra destinazione tanto è l’affetto che ci viene dimostrato.
Riprendiamo la strada verso Nord che percorriamo senza difficoltà facendo l’ultimo pieno di benzina a 60 chilometri da Esfahan ed arrivati alla sua periferia chiamiamo il solito taxi che nel traffico caotico del pomeriggio ci porta al nostro albergo: ABBASI HOTEL.
L’ albergo ha un grande e sorvegliatissimo garage sotterraneo dove parcheggio la moto accanto ad una KTM targata Milano sulla quale lascio subito un biglietto con il mio nome e la richiesta di contatto prima di seguire il facchino che è venuto a prendere il nostro bagaglio.



Alla reception ci dicono che la stanza prenotata e pre pagata da Sepideh è di quelle che danno sulla strada e famose per essere rumorose, ci consigliano quindi, senza sovrapprezzo, di trasferirci in una nella nuova ala, quella che secondo la LP è “priva di atmosfera”, in realtà è una bella stanza, ampia, moderna, bel bagno, terrazzino che dà su un giardino interno e soprattutto silenziosa.
L’Abbasi Hotel è splendido, un antico caravanserraglio trasformato in albergo di lusso che inizialmente serviva per finanziare una Scuola Coranica con una moschea la cui cupola è visibile dal grande cortile interno, abbellito da fontane e giardini con alberi da frutta e con intorno diversi caffè e ristoranti.
Tra le varie tipologie di camere offerte ce ne sono di estremamente lussuose e tutte danno sul cortile che specie dal tardo pomeriggio è affollato di turisti e abitanti di Esfahan che vengono qui a passare la serata.
Noi siamo contentissimi della nostra sistemazione, $ 115,80 a notte colazione inclusa, in questo che è il più bell’albergo della città e forse dell’Iran.
Doccia e sigarino sul terrazzino, fa caldo ma è sopportabile, il pavimento invece ancora trasmette il calore del sole su cui picchiava prima del nostro arrivo, così mi metto a fare il bucato dell’intimo da moto, una delle mie incombenze di viaggio (quella di Lilli è di portare le borse in camera ed alla moto…Quando arriviamo in un albergo che non ha un facchino) bucato che, steso sul pavimento su uno dei grandi accappatoi di spugna del nostro bagno, si asciuga subito.



Riposino fino al calare del sole poi ci cambiamo e dopo un giro esplorativo per scoprire le bellezze di questo splendido albergo ci rechiamo nel ristorante “A la Carte” dove la manager, una ragazza carina nei modi ma anche fisicamente, ci accoglie in perfetto inglese consigliandoci anche i piatti del menu, al solito tradizionale.









Beviamo birra Bavaria e per la prima volta ordiniamo anche il dolce: una Creme Caramel per Lilli ed un gelato di crema allo zafferano per me, entrambi molto buoni.
Ci trasferiamo in uno dei caffè che si affacciano sul cortile, di sera affollati di pochi turisti stranieri, per lo più Giapponesi e Koreani e tanti locali, e fumato un sigarino con un ottimo caffè lungo Illy, ritorniamo alla nostra stanza per trascorrere la nostra prima notte delle tre che passeremo ad Esfahan.
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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