Giorno08 DO 14/04/13
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Questa mattina abbiamo un giovane ospite al campo, è un gerbillo che sembra appena nato, si fa prendere in mano, stranissimo di solito sono velocissimi.
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Basta! Abbiamo recuperato, adesso possiamo goderci un po’ di più il mondo circostante e l’idea è di fare sosta al parco del Banc d’Arguin. Stop rifornimento a Chamy distributore con bar negozio alimentari e ristorante e sosta per vari trasporti collettivi.
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Riempiamo i serbatoi a 437Ou/l, riforniamo la cambusa che ha continuamente bisogno d’acqua e di generi freschi e ci sediamo a gustare l’immancabile the.
La figlia di JF ha vissuto a Nouadibou per lavoro così abbiamo suggerimenti e contatti.
Telefoniamo a Monsieur Vetan, il custode del campo tendato nel parco, ma al momento non è presente, ha bisogno di un giorno di preavviso, vista la scarsità di turisti, così ci accordiamo per la sosta al ritorno.
Il caldo in Mauritania è pressante e scendendo si fa sentire sempre più. Il panorama non è entusiasmante, tutto piatto e sabbioso, alberi assenti, rari cespugli e tristi baracche che ogni tanto appaiono ai lati della strada, costruite con tavolette di recupero dei pallets o semplici ossature di paletti rivestite di plastica, latta o materiali di recupero.
Dovunque ci si fermi la sabbia è letteralmente costellata di conchiglie, anche a kilometri dal mare.
Proseguiamo fino a una ventina di Km da Nouakchott dove ci aspetta El Sultan, una spiaggia con bar ristorante campeggio tenuta da un francese di nome Nicolas, originario di Lione ma da anni trapiantato qui.
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Molliamo le moto, ci smutandiamo al volo e senza nemmeno toccare terra siamo nel refrigerio dell’Atlantico dopo la grande scaldata nell’abbigliamento protettivo si, ma anche lessante.
Giochiamo sulle onde che ci strapazzano come foglie morte e sfatti andiamo a docciarci, questa scontata comodità che non siamo più nemmeno in grado di apprezzare a casa, ma che qui, dove facciamo prevalentemente campeggio libero, spesso si riduce a salviettine umide o un litro d’acqua e sapone antibatterico da ospedale.
Grande bucato, le magliette cominciano a viaggiare da sole, dopo tutte queste ore di calore.
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Una passeggiata sulla spiaggia costellata di conchiglie, seppie enormi e pesci strani, per par riprendere vita alle gambe atrofizzate dalla sella e poi tavolo al tramonto con piccola delusione, Nicolas non ha più il permesso di vendita di alcoolici, quindi niente birra, una spremuta di arance ci deve bastare! (…dannato pidocchio, potevi allungare qualche mancia in più ai funzionari!)
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Chiaccheriamo un po’ e ci racconta della sua vita qui, dice che il turismo è molto calato e i suoi clienti sono soprattutto stranieri che lavorano in città e benestanti locali, ma il lavoro è concentrato nel fine settimana.
Ci consoliamo ampiamente con orate e capitaine grigliati, circondati da una quantità di verdure e patatine, che libidine i pesci escono una spanna per lato dal piatto, non vola una mosca, mangiamo in concentrazione religiosa.
Questa sera mettiamo anche le corna ai due cm di schiuma del materassino per un vero materasso, anche se appoggiato su una stuoia sotto il tendone in spiaggia è sempre un grande comfort.
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