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Vecchio 02-08-2011, 15:22   #17
pieroesilvia
Mukkista in erba
 
Registrato dal: 29 Jan 2010
ubicazione: pisa
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Al mattino io e Silvia scendiamo nella hall per fare colazione e dopo il KALIMERA (buongiorno) di rito alla piccola signora dell'hotel chiedo agli altri come avessero passato la notte, scoprendo che tutti e sei siamo crollati nel sonno non appena toccato il cuscino. La gentilissima portinaia sempre sorridente riempie la tavola con varie portate ma si rattrista un po' quando Marianna chiede se hanno dello yogurt e lei ne è sprovvista. Mangiamo a quattro ganasce dopo di che indossiamo i giubbotti, rivediamo il percorso sulla cartina e sullo zumo di Zeno e montiamo in sella ai nostri destrieri. Sono le 9.00 del mattino ma gia la temperatura sta salendo. Oggi la tappa prevede di percorrere di nuovo la strada fino a KISSAMOS per poi deviare a sud dell'isola in direzione di PLATANOS e poi verso ELAFONISI dove faremo il bagno mattutino nella famosa spiaggia rosa, per poi proseguire in direzione di PALEOCHORA... quindi uno sterrato che sulla mappa segna come una "bianca" da sei km dopo di che risalire verso KANDANOS arrivare a VOUKOLIES e alla fine tornare a Chania.
Lungo il tragitto percorriamo strade di ogni tipologia, da quelle strette e tortuose a quelle fra i piccoli centri abitati, dalle statali i panorami che alternano la costa all'interno sono mozzafiato, salendo e scendendo per i monti mostrano tutte un fascino diverso e per nostra fortuna un asfalto bellissimo.

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Le curve, come in ogni isola che visiteremo, sono dolci e divertenti e i saliscendi continui fanno da contorno a panorami montuosi o marini che lasciano senza fiato: oleandri altissimi e coloratissimmi, macchia mediterranea che aromatizza l'aria e la si puo' sentire persino guidando, sprazzi di brulle colline ravvivate dalle numerose e piccole cappelle ortodosse [IMG=http://img695.imageshack.us/img695/9956/sostaxelofonisi.jpg][/IMG]

Uploaded with ImageShack.uscon la volta azzurra o verdognola o rosso ocra. Vette altissime e strapiombi su un mare blu intenso che si intravede da canyon scavati dal tempo, resti di rovine dei forti dell'epoca dei cavalieri o piccoli castelli e ancora campagne e colline nelle quali si è combattuto nella seconda guerra mondiale con le loro tristi testimonianze.

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Lungo il percorso verso Elefantisi troviamo un cartello che poco più avanti indica un punto panoramico e di ristoro e decidiamo di fermarci. Nella piccola sala costruita a picco sulla campagna che porta al mare, il gestore serve bibite, frutta o yogurt al miele che da quel giorno in poi sarà il piatto principale delle golosità di mia moglie. Un asinello di nome Petrulla si lascia accarezzare e fotografare ormai avvezzo alla presenza dei turisti e noi ci godiamo la sua compagnia scambiando battute con il gestore che parla un po' di italico e mastica l'inglese sicuramente meglio di me. Silvia è estasiata dal sapore amarognolo del miele che fino a quel giorno aveva detestato e decido di comprarne un barattolo, quindi ripartiamo verso il nostro obiettivo: la spiaggia rosa.

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Ci arriviamo facendo una serie impressionante di curve stupende dove piloti e passeggeri si divertono e si gustano il panorama sempre vario e restando letteralmente senza fiato quando, dopo aver parcheggiato le moto sotto degli alberi, alla vista della sabbia restiamo allibiti. Avevo gia avuto la fortuna di andare nell'isola sarda di BUDELLI, chiamata cosi non per le abitanti dai facili costumi ma per altri motivi morfologici, dove esiste una spiaggia omonima molto rinomata, ma qui la differenza è enorme.

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Mentre da noi stuoli di cafoni e decerebrati hanno per decenni riempito barattoli o contenitori vari della rena colorata portando la spiaggetta a mantenere solo il titolo di "rosa", qui la striscia colorata è ampia e viva e sembra che mai nessuno si sia azzardato a toccare nulla... eppure non vediamo nessun tipo di guardia o controllo e tantomeno vi sono cartelli che invitano a non portare via i caratteristici granellini colorati. La spiaggia, come vedete dalle foto,

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presenta diverse baie e l'acqua, oltre ad essere semplicemente cristallina, ha una caratteristica davvero insolita; guardando verso il mare aperto nella baia a sinistra è freddissima, quasi gelata, mentre in quella a destra è tiepida e perfino troppo calda in alcuni punti. Come se non bastasse questo, il gioco delle correnti scavano intorno a gli scogli delle vasche naturali della grandezza sufficiente a farci stare due persone e dove qui la temperatura del mare è addirittuta tropicale. Prendiamo un ombrellone con due lettini pagando la miseria di 8 euro (in toscana per le località piu' rinomate si arriva a 25€ ...non dico altro) e ci godiamo il sole accecante e la bellezza di quel paradiso mangiando frutta come pranzo e continuando a parlare tra noi paragonando la spiaggia del giorno precedente a questa senza saper scegliere quale posto meriti il podio piu' alto in un ipotetica sfida. Alle 13.00 ripartiamo e ci avventuriamo verso un monte che dobbiamo superare e scavalcare per raggiungere la nostra prossima meta e che Zeno, dalle foto satellitari, aveva visto e supposto fosse uno sterrato di appena 6 km e abbastanza facile.

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Iniziata la salita sulla strada dissestata ci accorgiamo che purtroppo lo sterro è molto, se non troppo, impegnativo avendo le zavorrine dietro di noi. Non abbiamo nessuna possibilità di poter girare e tornare indietro in quanto la strada è larga appena poco piu' della lunghezza delle mukke e come se non bastasse è ricoperta di sassi molto grossi che sono gia difficili da evitare andando dritti, cosi proseguiamo con le ragazze intimorite e noi (almeno io lo ero) preoccupatissimi di una caduta. Arrivati finalmente ad una curva abbastanza larga e non a gomito ci fermiamo per fare il punto della situazione e controllare la cartina....abbiamo percorso 3 dei sei km previsti e ormai non vale la pena tornare indietro e anche se Matteo si lascia andare a qualche "vaffa" di troppo e a gesti di nervosismo accentuati, decidiamo di proseguire sperando che la pietraia migliori. Devo fare una piccola parentesi e giustificare il nervosismo di Matteo il quale, nella tappa di trasferimento da Patrasso al Pireo, era stato vittima di una caduta, quasi da fermo e quindi senza conseguenze, causata da una buca profonda mentre facevamo manovra in un piccolo porto dove speravamo di trovare un ristorante, percio' il timore di poter ricadere e danneggiare la sua mukka era maggiore del nostro. Con un’apprensione crescente ripartiamo e dopo qualche km la strada peggiora ancora e diventa un percorso degno della Parigi-Dakar e questo non fa che aumentare le nostre paure durante la guida...

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in piu' data l'ora il caldo e il sole sono atroci e dopo una serie interminabile di curve a gomito strettissime e a strabiombo arriviamo finalmente in uno spiazzo con una costruzione di cemento che ci concede la possibilità di una sosta all'ombra. Appena spenti i motori la tensione esplode e porta Matteo a inveire pesantemente contro Zeno per la scelta del percorso con il risultato di peggiorare lo sconforto e lo stato d'animo delle ragazze gia’ preoccupate per conto loro delle condizioni della strada e di mortificare Zeno che gia’ per conto proprio si stava maledicendo per quella scelta (Zeno era preoccupato per il gruppo e le zavorrine). Accendendo lo zumo il segnale gps ci indica che abbiamo percorso 7 km e che al completamento ne mancano ancora 6... cosi mi avvicino a Matteo e lo prego di calmarsi, quanto meno nei confronti dell'amico, che continuava ad avere un aria afflitta e costernata e nel frattempo, con il solito vociare toscano infarcito di battute stupide, cercavo il modo di risollevare il morale alla trupppa su quanto invece dovessimo sorridere nel poter raccontare a casa la nostra escursione riempiendola di parolacce e lessico pisano-livornese.

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Ripartiamo e la strada, seppur continuando a salire, diventa più larga e i sassi diventano piccoli e facilmente evitabili. Per i restanti km ci permette anche di ammirare gli scorci panoramici che il lato del monte ci regala, arriviamo al paese dove, a una decina di metri dalla prima casa, ci sono a sbarrare la strada due blocchi di cemento che comunque ci permettono di passare e ritrovare finalmente un vero manto stradale. Rilassati attraversiamo il paese sotto gli sguardi allibiti di alcuni abitanti che, seduti alla frescura di tettoie ricoperte dagli immancabili tralci di vite, si domandano perchè mai con una strada nuovissima noi arrivassimo dalla parte sbagliata. E difatti all'uscita del paese la strada torna a essere il paradiso di ogni centauro con una serie di serpentine larghe e dolci che dalla nostra posizione in alto si snoda in lunghe "esse" fino al mare. Ripreso il sorriso e rassicurato dalla voce di Silvia che nell'interfono ha smesso di dire "maremma maiala" ed esprime invece di nuovo i " guarda li.. guarda bello"

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scendiamo fino al mare e percorriamo una bella strada che lo costeggia mostrandoci baie perfettamente sferiche, prive di sabbia e fatte di ciotoli e con scogli ai lati che le proteggono dai marosi. Ci fermiamo nel paese di Paleochara dove in un bar ci dissetiamo, dico nuovamente che ore sono (a che pro???) e dove Marianna si riempie di anguria. Silvia e Marianna sono "cotte" dal sole, io sono impolverato e bianco come un muratore, Zeno ha il visetto delicato a mo' di " fetta biscottata" e matteo ha il collo cosi rosso dal sole che se ci appoggiamo sopra un uovo si frigge da solo; l'unica che sembra non risentire di nulla e di nessuna fatica in apparenza, è Agnese che mostra i chiari segni del..."Mimportanasegaiocio'l'mp3esentomusica a randa" e che sorride sempre alle battute di tutti. Dopo una mezzora abbondante di chiarimenti su quanto successo e a pace ormai fatta tra Zeno e Matteo (che nella normale vita sono molto amici), saltiamo in sella e partiamo alla volta del paese di KANDANOS,

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ritrovando il sorriso nel constatare che la strada è tornata ad essere nuovamente bella, priva di traffico, serpeggiante e panoramica.

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Attraversiamo vari centri abitati dove come sempre gli abitanti ci salutano con la mano e gli anziani sorridono incuriositi e dopo aver raggiunto la meta scendiamo dolcemente verso il basso per tornare alla nostra base a Chania. Arriviamo verso le 18 e 30 e ripetiamo la stessa scena della sera prima attraversando il centro storico fino a raggiungere il nostro hotel dove la sorridente signora greca ci accoglie con un caloroso benvenuto e riempie le ragazze di domande sul "come dove e quando" dell'intera giornata. Dopo la doccia io e Silvia preferiamo non distenderci nel letto per evitare che la stanchezza ci facesse dormire fino al mattino dopo e seppur con uno sforzo immenso, decidiamo di visitare il porto e il borgo antico girando fra i vecchi edifici e i mille negozietti per turisti.
Il porto si apre a mezzaluna con l'antico ingresso sorvegliato dal faro veneziano e gli antichi edifici che raccontano la storia di quello che doveva essere un centro nevralgico per il controllo dell'area e i commerci della potente REPUBBLICA SERENISSIMA. Gli arsenali ancora conservati molto bene, sono sede di mostre o di sale meeting, l'hammam turco è ben mantenuto e vari artisti espongono le loro opere, i negozi e i ristoranti più attenti hanno mantenuto le mura interne dei locali nelle condizioni originali ed è piacevole fra un souvenir e un tavolo imbandito, scorgere muri archi volte e stemmi che abbelliscono il tutto. Molte imbarcazioni sono a vela e battono bandiere di ogni nazionalità e le sole barche a motore sono quelle che portano i turisti nelle baie inaccessibili. Tornati in hotel troviamo Zeno e Marianna pronti per la cena mentre l'altra coppia ha preferito restare in camera e continuare a riposarsi, cosi scendiamo nel centro cittadino con l'imbarazzo della scelta del locale dove riempire il pancino e gira e gira e svolta e sali arriviamo ad un ristorante molto grande con l'ingresso ampio che presenta vecchi muri e pilastri e che nel suo interno non presenta nessun tetto se non il cielo e qualche trave di sostegno. Consultato il menu' esterno, con la sempre assillante presenza del personaggio addetto "all'acchiappo" decidiamo di provare. Scopriamo dalla guida che l'edificio era un vecchio saponificio e notiamo fra le mura e le travi molti macchinari ormai con la sola funzione di soprammobile mimetizzati fra i vasi e le piante che adornano il salone pieno di tavolini disposti su tre piani diversi che rendono la vista e la seduta molto piacevole.

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Mangiamo, come sempre fino ad ora e come si ripeterà sempre per tutta la permanenza in terra greca, pesce o comunque pietanze a base di mare e spendiamo 40 euro a coppia complimentandoci fra noi per le scelte e le fortune finora trovate sui locali prescelti. Dopo la passeggiata di rito e l'acquisto di una bandierina greca da appendere a casa con le altre gia’ in mio possesso e di qualche piccolissimo ricordino da portare a casa ce ne andiamo a dormire beati e contenti...........
TO BE CONTINUED
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