Visualizza un messaggio singolo
Vecchio 14-01-2020, 09:55   #29
GS3NO
Mukkista doc
 
L'avatar di GS3NO
 
Registrato dal: 27 Apr 2010
ubicazione: Verona
predefinito 4.3 Istanbul - Osmancık - Samsun

4.3 Istanbul - Osmancık - Samsun


DAY1 - 02GIU2019
km percorsi: 1727
Km Tappa: 727

Finalmente la Marathon entra nel vero, e finalmente il DAY1 della nostra avventura caucasica ha inizio. E sarà una di quelle giornate che non si scorderanno facilmente. Il Ramadan non finirà mai di stupirmi. Di chilometri in Turchia con la moto ne ho macinati molti, e fino al 02 giugno 2019 al di fuori di Istanbul e i suoi dintorni non ho mai trovato traffico in stile venerdì sera autostrada A4 - oppure se volete un altro paragone: weekend estivi sulla A1 o A14 -. Il Ramadan 2019 finiva l'indomani e quindi la nostra tappa avveniva durante l'ultima domenica di festività.


Credo che tutti i turchi con un'auto fossero lì quel giorno. Un serpentone di auto che si articolava per tutti i 700 e passa chilometri che separano Samsun da Istanbul. Inoltre vi lascio immaginare cos'è il traffico intenso turco: caotico, disordinato con rallentamenti improvvisi e veicoli che liberamente interpretavano il codice della strada a loro discrezione. Come diceva Daniel: "COME CATANIA!" . Giornata delirante.





Partiamo alle 08:30 con un buon passo e cerchiamo di lasciarci Istanbul alle spalle nel più breve tempo possibile, ma con scarsi risultati.


Fino a Bolu il traffico è molto denso ma si va, la strada è ancora lunga. A una 50 di km si prima di Tosya sono verificate delle condizioni ideali: fame, mal di culo e baracchino nefasto sulla destra a ciglio strada:


Dopo il tassativo chai e su (=acqua in turco) ci siamo "calati" alcuni gozlemi (un gozleme singolare - più golzemi plurale ). Dal 2014 che non lo mangiavo: gozleme alle patate TOP!

Il Gozleme. E’ una sorta di piadina turca che di solito la si trova nelle bettole o barcchini lungo le strade di maggior traffico - importante per impolverare per bene gli impasti -. Fino ad oggi ho visto solo signore di sana e robusta costituzione alle prese con la loro cottura sulla tipica piastra convessa nera e unta che è meglio non farci caso. Prima dell’arrivo definitivo a Sansum abbiamo colto l’occasione per una pausa con acqua, chai e degustazione della mitica piada… tutti l’hanno mangiata o almeno assaggiata, tranne Emanuela che ne fece un cruccio fino al rientro ad Istanbul...




Nel 2014 arrivammo a Osmancik per puro caso; il nostro chiassoso arrivo non fu accolto molto calorosamente dai fedeli riuniti attorno a l'imam per gli esercizi spirituali. E quindi nel 2019 volevo rifarmi la reputazione. Complici il fatto che non ci sono altre cittadine degne di sosta, i 570 km di guida sul groppone e la necessità di riempire i serbatoi delle moto, anche quest’anno ci abbiamo fatto una pausa. Ad Osmancik vale la pena fermarsi per un chai e scattare alcune fotografie al ponte e alla fortezza entrambi d’epoca ottomana. Sebbene oggigiorno Osmancik è una cittadina assonnata e tranquilla costruita sul fiume Rosso non fu sempre così; in passato era un centro di controllo importante della via della seta. Testimonianza della sua posizione strategica per il controllo e la gestione dei traffici sono il suo famoso ponte e la fortezza, che costruita sullo sperone di roccia, domina l’ansa del fiume.








Ripartimmo fiduciosi che ormai il peggio fosse passato, ma dopo Merzifon, il traffico si fece ancora più pericoloso. Coda di auto ferme per parecchi chilometri, noi abbiamo pressochè percorso i rimanenti chilometri corsia d’emergenza. Sono stato fermato dalla polizia "bianca" perchè viaggiavamo sulla corsia d'emergenza - pure responsabile per gli altri! -. Iniziamo a confrontare i punti di vista ed escono i "Vero", "Ha ragione"... ma ci sono sempre i "MA" . Forse sono stato convincente quando gli feci presente la pericolosità di stare in coda o viaggiare tra le due file di macchina quando si ha un mezzo a due ruote. In ogni modo, dopo un po’ di discussione in inglese, turco e dialetto veronese mi hanno lasciato andare.


Che cosa starà mai puntando?

Quando arrivammo finalmente all’hotel fu un sollievo. Eravamo tutti stressati e stanchi.


L’Hotel è di una signora tedesca che emigrò in Germania e si costruì una famiglia. Con i risparmi di una vita si è costruita questa struttura nel centro di Samsun ed ora ci lavora anche la figlia, che sebbene sia nata in Germania ha deciso anche lei di ritornare nella città natale della madre. Se ci fermiamo un attimo a ragionare su questo, è stata a mio parere una scelta coraggiosa. Mi ha fatto riflettere di quanta energia, volontà e amore per il proprio paese natale ci vuole per fare ciò, soprattutto se consideriamo che è un’imprenditrice in una città conservatrice di un paese musulmano. BRAVA.

Comunque, dopo i convenevoli e grazie ad Anna che faceva da interprete abbiamo avuto la possibilità di mettere le moto nel loro garage sotterraneo.. Ma, zio lazzarone! hanno costruito una rampa d'accesso al garage sotterraneo non particolarmente ripida ma talmente bassa che Augusto con il KTM 990 ed io con l’Africa Twin ci siamo dovuti appiattire sul serbatoio per evitare di sbattere la testa. Ma dico io… vabbè almeno sono le moto al sicuro, ma il mio pensiero mentre scendevo era decisamente rivolto all’indomani mattina e la difficoltà di salire a testa china come ci successe nel 2018 nel garage dell’Hotel di Cordoba.
__________________
Un viaggio raccontato diventa la bussola per altri viaggiatori
GS3NO non è in linea   Rispondi quotando