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Vecchio 08-12-2019, 20:48   #1
Antonio Tempora
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predefinito Giugno/Settembre 2019 CAUCASO-TURCHIA-GRECIA REPORT LUNGO A PUNTATE

GIUGNO/SETTEMBRE 2019 CAUCASO-TURCHIA-GRECIA



PREMESSA
Questo doveva essere un altro viaggio: CAUCASO e CENTRO ASIA, un progetto studiato per un anno che si è infranto, come spiegherò in seguito, alla frontiera dell’Iran in 02/07/2019 obbligandoci a cambiare completamente la struttura del viaggio e le sue mete.
Nel Maggio 2018 io e mia moglie abbiamo chiuso la nostra attività, Recupero Crediti Stragiudiziale, dopo 28 anni di collaborazione continuativa ed ininterrotta con una famosa banca emittente di un altrettanto famosa carta di credito.
Decisi di prenderci almeno tre “Anni Sabbatici” prima di decidere se andare direttamente in “pensione”, visti i miei 65 anni ed i suoi 66, la scorsa Estate ce ne siamo andati per due mesi al mare della Grecia e durante l’Inverno successivo ci siamo messi a pianificare (io con le cartine e guide dei vari paesi da visitare e lei seguendo in televisione Barbara D’Urso (sic!), Uomini e Donne(sic!) e le sue Telenovele preferite…) quello che sarebbe dovuto essere il nostro ultimo viaggio “impegnativo” prima di limitarci a percorsi, principalmente Europei ed Italiani, che per costi economici e raggiunti limiti d’età, sarebbero stati più compatibili con la nuova fase, fisica ed economica, della nostra( ci auguriamo lunga) nuova vita appena cominciata.
Il progetto prevedeva di rimanere fuori per quasi tre mesi, un periodo di tempo lungo e mai affrontato prima.
Lo scorso anno eravamo stati un mese via per poi tornare per un paio di settimane a casa e ripartire poi ancora per un altro mese.
Nel passato il periodo di viaggio più lungo era stato di poco più di un mese, svolgendo un lavoro per lo più basato sul “Home Working” sia da parte mia che dei miei collaboratori, potevo dedicarmi almeno due ore al giorno alla mia attività anche in viaggio con il mio portatile e le connessioni web, 4g o WiFi, dovunque mi trovassi.
Nei due viaggi più recenti, del 2016 in Marocco-Andalusia-Portogallo e 2017 in Iran, avevo continuato a lavorare, usando il mio portatile la mattina prima di partire per la tappa giornaliera e la sera dopo l’arrivo in albergo, con profitto senza lasciare delusi sia committente che collaboratori.
http://www.quellidellelica.com/vbfor...d.php?t=462686
http://quellidellelica.com/vbforums/...d.php?t=480146
Quanto fossero importanti le nuove possibilità date dal WEB dal punto di vista professionale lo avevo già sperimentato nel 2005 nel corso del nostro secondo viaggio in Turchia, all’epoca avevo il Nokia Comunicator con cui ricevevo e mandavo le mail leggendo ogni giorno il Corriere della Sera on-line…Salvo ritrovarmi una bolletta di €2.500,00 dato che allora non esistevano ancora gli abbonamenti specifici per le connessioni dal telefono.
Nel 2007, durante il viaggio Siria-Giordania mi portai appresso quello che all’epoca era la “Rolls Royce” dei mini portatili: il FlyBook, una mattonella pesantissima ma più piccola e potente (per l’epoca) dei normali LapTop e così “trendy” e costosa da suscitare l’invidia di chi mi vedeva usarla….
http://94.177.196.12/vbforums/showth...iria+giordania
Grazie alla mia capacità di organizzare il mio lavoro senza dover essere limitato e costretto ad operare esclusivamente da un ufficio, se non per poche occasioni come riunioni con i collaboratori, sono sempre potuto andare in vacanza, per brevi e lunghi periodi, continuando a lavorare.
La mancata diffusione, specie in Italia, del “Lavoro da Casa”, è dovuta più al fattore umano, leggi la scarsa propensione manageriale e sindacale ad accettarlo, che a quella tecnica.
Ricordo ancora un episodio del 1991, ero sotto l’ombrellone su una spiaggia dell’Isola D’Elba con il mio Toshiba sulle ginocchia ed il mio cellulare Nokia, squilla il telefono e rispondo al manager del Servizio Recupero Crediti della banca con la quale collaboravo già da due anni che ad un certo punto mi chiede: “sento un forte rumore di sottofondo, dove si trova?”
Rispondo: “E’ il rumore della risacca, sono al mare all’Isola D’Elba”.
Replica sorpreso e stizzito: “Come al mare, non è in ufficio?”
Rispondo: “Sono seduto sotto l’ombrellone con il mio portatile ed il mio telefono cellulare, questo è il mio ufficio”.
Sono sopravvissuto a 28 anni di collaborazione con un settore bancario contraddistinto da miopia innovativa solo in virtù di risultati operativi superiori agli obbiettivi preposti ed a quelli delle altre agenzie di recupero credito facenti parte anche loro della stessa organizzazione del mio committente.
Certo allora non c’era ancora la possibilità data dalla connessione al WEB da remoto come avvenuto dal 1998 in poi ma già si poteva lavorare lontani dall’ufficio con l’aiuto di una brava segretaria e del fax.
Ora che non avevamo più una preoccupazione di dover tornare in ufficio potevamo programmare un viaggio lungo ed impegnativo rimanendo lontani da casa per lungo tempo senza obblighi di lavoro, di figli (siamo sposati da 26 anni ma non ne abbiamo) o di animali domestici da accudire visto che dopo la morte del nostro adorato Leonino nel 2016 abbiamo deciso di non prendere un altro cane.
Alla casa avrebbe pensato, come sempre, mia cognata Anna che si sarebbe trasferita dal suo appartamento al primo piano al terzo dello stesso palazzo dove abitiamo noi.
La meta sarebbe stata impegnativa non tanto per i luoghi da visitare quanto per le difficoltà burocratiche e logistiche a loro legate.
Il programma prevedeva la partenza il 10 Giugno con il traghetto Ancona-Igoumenitsa, l’attraversamento della Grecia, sbarcati ad Igoumenitsa, della Turchia (visitata già 5 volte), la visita di Georgia ed Armenia (un viaggio già studiato dal 2008 e mai effettuato), il passaggio della frontiera Armenia-Iran, l’attraversamento dell’Iran in 3 giorni fino al confine con il Turkmenistan da attraversare il 2 giorni.
Quindi Nukus-Khiva-Bukhara-Samarcanda dove ci saremmo guardati negli occhi per decidere se proseguire ancora più ad Est.
In caso positivo avremmo lasciato Samarcanda per la Valle di Fergana e da lì, passato il confine con il Kirghizistan avremmo proseguito fino ad una delle mie mete sognate in questi anni: il Lago Issik-Kul.
Da lì ci saremmo mossi verso il confine con il Kazakistan e dopo una sosta al Charyn Canyon avremmo proseguito e fatto sosta ad Almaty dove avevo già preso contatto con la locale Officina BMW Motorrad per un tagliando di controllo ed un cambio gomme per la nostra moto che sarebbe arrivata lì dopo km.10.000 dalla partenza.
Quindi saremmo tornati indietro attraversando la frontiera Kazakistan-Uzbekistan e quindi da Bukhara di nuovo Turkmenistan e finalmente in Iran questa volta per una nuova vacanza in un paese che ci aveva entusiasmato nel nostro viaggio del 2017.
Passaggio della frontiera Iran-Turchia ad Esendere, nella regione di Hakkari, per poi dirigerci verso il Lago Van e deviare per Bahcesaray lungo la strada finalmente asfaltata per il passo più alto della Turchia, il Karabet Geçidi a 2985 metri sul livello del mare.
Rapido attraversamento della Turchia per arrivare il 13 Agosto alla nostra “casa” in Grecia, l’hotel a Kala Nera, nella penisola del Pelio, dove soggiorniamo dall’Estate del 2012.
Avremmo trascorso almeno 20 giorni di sole, mare, insalata greca, gyro-pita ed altre specialità greche fino ai primi di Settembre per poi tornare finalmente a casa dopo circa km.20.000.
Il progetto in dettaglio lo posto sul forum di QDE nel Novembre del 2018
http://www.quellidellelica.com/vbfor...d.php?t=492673

LA PREPARAZIONE

CDP
Comincio con le procedure di rilascio del CDP, due anni fa ero stato aiutato magnificamente da MOTOTOURING grazie alla pluriennale amicizia motociclistica con Eligio Arturi, che mi aveva aiutato a risolvere l’annoso problema della Fideiussione Assicurativa
https://www.mototouring.com/?gclid=C...BRCqARIsAJL5a- IYheMjVG7vp14yRWq9zkZvFy4UzPiKi4nZmLxVSKZFzW-q_fK_QjQaArPZEALw_wcB
Quest’anno decido di fare tutto da solo: contatto la sede ACI qui a Roma e concordo un’estensione della fideiussione con la compagnia assicuratrice (scadeva nel 2019 ed è stata prorogata al 2020) presentando tutti i documenti alla sede ACI di Via Cristoforo Colombo ottenendo in meno di 4 settimane il Carnet De Passage

Praticamente pago la metà di quanto speso per il CDP due anni fa, c’è da dire però che senza l’aiuto per la soluzione del “problema fideiussione” avuto precedentemente e l’esperienza accumulata non avrei mai potuto procedere da solo.

VISTI
Come in quasi tutti i viaggi fuori dalle mete tradizionali la parte più “ostica”, prima del passaggio frontiera, è sempre quella dell’ottenimento del Visto d’ingresso nei paesi che lo richiedono.
Lo sviluppo del flusso turistico, anche in mete poco frequentate, ha convinto parecchi paesi a facilitare l’ingresso per motivi turistici nel loro paese escludendo dall’obbligo di Visto cittadini di paesi che non rappresentano un rischio di immigrazione illegale o traffico illegale di droga od altro.
Uzbekistan, Kirghizistan e Kazakistan hanno recentemente abolito il visto d’ingresso e facilitato le procedure doganali, mentre per Turkmenistan rimane la lunga procedura di richiesta di Visto Turistico, che obbliga all’accompagnamento da parte di una guida locale tramite un’agenzia turistica sempre locale o di Transito in questo caso limitato ad un periodo breve ed ad un preciso itinerario.
Fortunatamente da poco è stata aperta un’ambasciata del Turkmenistan qui a Roma rendendo quindi possibile la richiesta presso gli uffici consolari di un visto senza dover necessariamente ricorrere ad agenzie esterne per inoltrare la richiesta all’Ambasciata più vicina all’Italia: Svizzera o Francia.
Per quanto riguarda l’Iran, se quest’anno le procedure per il visto sono rese più semplici per l’introduzione del Visto Elettronico, rimane l’ostacolo, per molti insormontabile (per me lo è stato per 8 anni!), del CDP obbligatorio.
Fissata la data di partenza intorno al 10 Giugno comincio fin da Marzo a darmi da fare per le varie autorizzazioni.

VISTO TURKMENISTAN
Contatto la sede consolare dell’Ambasciata del Turkmenistan e fisso un appuntamento presso la loro sede in una delle più belle vie residenziali di Roma a pochi minuti da dove abito.
Sono gentilissimi e grazie all’aiuto di un loro impiegato Italiano vengo a conoscenza delle nuove procedure per l’ottenimento del Visto di Transito ricevendo via mail i nuovi moduli da compilare diversi da quelli scaricabili dal sito.
https://italy.tmembassy.gov.tm/en
Richiedo per me e mia moglie Lilli un Visto di Transito a Doppio Ingresso per poter entrare-uscire, dalla frontiera Iran, visitando le altre mete per poi rientrare-uscire e quindi riattraversare la frontiera Iran.
La durata del visto di transito è di 20 giorni compreso il periodo di attraversamento del Turkmenistan.
Considerata una notte ad Ashgabat, dopo aver passato la frontiera Iraniana vicino a Bonjnurd ed il giorno dopo di trasferimento fino a Koney Urgench per passare la frontiera con Uzbekistan all’andata, una notte a Merv di ritorno dal Centro Asia ed il giorno dopo per arrivare alla frontiera Iraniana a Saraks, rimangono 16 giorni per visitare Uzbekistan il Kirghizistan ed attraversare il Kazakistan.
Sono sufficienti per una visita accurata delle splendide città dell’Uzbekistan e dell’attraversamento della valle di Fergana, dell’attraversamento del Kirghizistan fino al lago Issik Kul, del passaggio frontiera con il Kazakistan vicino a Kegen, della sosta ad Almaty per un controllo alla moto ed il cambio gomme, del rientro in Uzbekistan con sosta a Tashkent e di nuovo a Bukhara per poi rientrare in Turkmenistan.
Bisogna specificare nei moduli i posti frontiera entrata-uscita ed il percorso che non può essere assolutamente cambiato.
Decido per la richiesta “Urgente” anche se mi spiegano che le richieste sono talmente tante che i tempi di attesa per l’ottenimento del codice di approvazione alla richiesta da presentare alla frontiera per l’ottenimento del visto sono comunque intorno alle 4 settimane.
Tutte le procedure di compilazione ed invio dei moduli avvengono via mail compreso le istruzioni per compilarli nel modo dovuto.
Nonostante la gentilezza e professionalità di tutto lo staff a cominciare dal Console, la lungaggine per l’ottenimento del codice di approvazione, la cui richiesta ha il costo di €20,00 da pagare con bonifico (il costo totale del visto viene pagato in dollari direttamente in frontiera), mi procura un forte stress visto che da questo dipende il proseguimento di tutto il viaggio, vista la preventiva esclusione delle altre rotte da seguire (traghetti da Baku “in primis”).
Partiremo il 18 Giugno senza aver ancora ottenuto il codice di approvazione con la prospettiva di arrivare alla frontiera Turkmena intorno al 6 Luglio controllando la posta elettronica ogni giorno.
La prima richiesta di Visto viene inoltrata intorno alla metà di Maggio ed il codice di approvazione arriva via mail il 27 Giugno.

VISTO IRAN
Nel 2017 mi ero rivolto a una agenzia di Roma non lontana da dove abito ed al costo di €450,00 avevo avuto senza problemi il visto “singolo ingresso” per me e mia moglie.
Quest’anno decido di affidarmi alla efficientissima agenzia Iraniana che mi aveva seguito per tutto il viaggio del 2017 prenotandomi giornalmente gli alberghi e pagandoli anticipatamente oltre che fornirmi assistenza, tramite WhatsUp e telefonicamente, per ogni esigenza di tipo pratico.
Nel frattempo sorge un’altra difficoltà che si rivelerà purtroppo insormontabile:
http://www.quellidellelica.com/vbfor...d.php?t=496609
Mi reco presso il Consolato Iraniano a Roma ed anche loro mi confermano il divieto d’ingresso a moto di cilindrata superiore a 250cc. e ad auto sopra i 2500cc.
Il divieto era sempre esistito e mai applicato, ora invece è talmente rigido che gli uffici consolari non rilasciano il visto in presenza di un CDP per veicoli e motoveicoli non conformi.
Al solito non mi arrendo, mando tutta la documentazione richiesta dall’agenzia Iraniana via Email e fatto un bonifico di €100,00 sul loro conto corrente postale di riferimento qui in Italia, ottengo in poco tempo un visto “doppio ingresso”, raramente rilasciato, sia per me che per mia moglie e con la documentazione ottenuta mi reco di nuovo all’Ufficio Consolare Iraniano dove grazie all’intervento diretto del Console, in virtù del nostro viaggio effettuato nel 2017 e dei post inoltrati sui social media, mi rilasciano il Visto Elettronico versando tramite il loro POS €214,00.

Per richiedere il visto occorre presentare copia di una assicurazione medica che copre il periodo di viaggio.
Al solito mi sono rivolto ad Europ Assistance sottoscrivendo la polizza Medico No Stop.
Considerato il maggior costo di un visto “doppio ingresso” il risparmio è stato evidente per non parlare della facilità con cui tutte le pratiche sono state sbrigate.
In ambasciata mi confermano il divieto d’ingresso alla nostra moto facendomi presente che tutto dipende dalla disponibilità del funzionario dell’ufficio in frontiera di valutare il fatto di aver comunque ottenuto un visto in presenza di un CDP per un motoveicolo oltre i limiti fissati.
Sono cosciente di quanto la cosa sia difficile ma come ho sempre detto preferisco avere rimorsi che rimpianti e piuttosto che rinunciare al viaggio e scoprire che il divieto è stato tolto preferisco il respingimento in frontiera avendo comunque fatto di tutto per passare.

MOTO
R1200GS Giugno 2006 con ABS
Frenata assistita e ripartitore di frenata
Valigie VARIO con borse interne + borse esterne Touratech
Al posto del Top-Case in questo viaggio ho optato per la borsa BMW già usata per i viaggi-vacanza in Grecia su cui ho fissato sia la borsetta con il kit di medicine che il cavalletto foto oltre che il nostro orsetto co-pilota BIBO.

La borsa da serbatoio BMW è ulteriormente assicurata agli anelli di chiusura delle fiancatine in plastica del serbatoio con delle cinghie tagliate a misura. In questo modo ho evitato che si muovesse dalla sua sede come spesso accade su strade sconnesse.
Ammortizzatori Ohlins revisionati prima del viaggio.
Pneumatici Metzeler Tourance che ancora una volta si sono dimostrati un’ottima scelta non solo per la tenuta di strada in ogni condizione ma anche per la durata: dopo km.10.200 gli pneumatici avevano ancora un lungo margine di percorrenza.
Oltre ai “soliti” ausili per le riparazioni di emergenza, a cominciare dal kit per forature ed un piccolo compressorino per evitare di portare le bombolette di Co2, ho provveduto all’acquisto di un Power Pank nel caso la batteria si fermasse.

Ma quello che ha contraddistinto, almeno inizialmente, la conformazione al viaggio della moto è stata la necessità di dover provvedere alla mancanza, in Uzbekistan, di reperibilità di benzina anche per lunghe distanze salvo avvalersi, ove presenti, di venditori di benzina sfusa al “mercato nero”.
Due quindi le necessità: taniche esterne per aumentare l’autonomia e filtri per compensare la pessima qualità della benzina erogata o venduta sfusa.
Per il primo problema mi sono rivolto al mio fabbro di fiducia, specializzato in grate e porte di sicurezza.
Abbiamo pensato ad una struttura che potesse portare, in maniera sicura anche percorrendo strade dissestate, due taniche da lt.5 di tipo militare, più pesanti di quelle in plastica ma più sicure dai danni causati dalle alte temperature solari estive specie durante l’attraversamento del deserto Turkmeno.
In pratica si trattava di due scatole in ferro sottile, non avendo il fabbro una sagomatrice per alluminio, da fissare in modo da resistere a forti sollecitazioni, sulla struttura para-serbatoio, successivamente verniciate al forno.

Le taniche erano alloggiate all’interno protette da schiuma anti vibrazione.
Quando sono andato a vedere i porta taniche mi sono subito accorto del loro peso che, aggiunto a quello a vuoto delle taniche, arrivava a kg.11.
Una volta montate e con tutte le borse porta attrezzi e accessori, il peso totale sfiorava i kg.18.


Ho pensato che fino a pochi anni fa pesavo kg.25 in più e che se la mia moto aveva affrontato viaggi con questo peso corporeo extra non avrebbe avuto problemi ad affrontare un peso extra che, con le taniche piene, sarebbe arrivato a superare, anche se solo per brevi periodi e solo in Uzbekistan, i kg.28…
Faccio un giro sul GRA da solo e con Lilli nel piazzale antistante il nostro garage a pieno carico e nonostante la mole la moto si dimostra sicura nei cambi direzione in movimento anche se difficoltosa da manovrare da ferma.
Lilli non è molto convinta ma non vuole creare problemi così vicino alla partenza.


In realtà il problema non sarà tanto il peso, anche se anche a causa della difficoltà in manovra da fermo faremo una banale e senza conseguenze caduta ad una casello autostradale Greco sotto lo sguardo allibito e stupito della casellante, con la moto pesantissima tirata su con l’aiuto di una pattuglia di Polizia Stradale che transitava davanti a noi, quanto l’ingombro laterale ed il conseguente peggioramento del CX della moto che ad andature superiori ai kmh110 cominciava a vibrare sensibilmente oltre a non avere più “spunto” nei sorpassi.
Soprannominate “TAITANICHE” fin dai primi kilometri di percorrenza autostradale verso Ancona, dopo quasi km.2.000 arrivati a SAMSUN, dopo una tappa contraddistinta da pioggia ed addirittura un breve tratto in fuoristrada per una deviazione dalla strada principale per lavori in corso, parcheggiata la moto nel garage dello Sheraton Hotel di Samsun, smonto tutto e spedisco taniche e porta taniche al mio amico Paolo Volpare a Goceck, dove vive da anni, con corriere.
Questo il video della partenza da IZMIT WES HOTEL ripreso dal direttore dell’albergo.

La decisione si rivela molto positiva, non solo perché la moto riacquista la sua manovrabilità ed accelerazione, ma soprattutto per le strade che avremmo affrontato in Armenia successivamente che avrebbero sicuramente causato problemi sia alla guida che alla struttura su cui erano fissate.
Per quanto riguarda il problema della scarsa qualità della benzina provvedo all’acquisto di un filtro da serbatoio GUGLATECH.

Volutamente non acquisto quello specifico per il mio modello moto, da fissare al bocchettone, ma uno disegnato per l’Africa Twin da far entrare-uscire manualmente in modo da essere usato solo in Centro Asia.
Nelle prove effettuate a Roma noto infatti un naturale rallentamento nei tempi di erogazione dalla pompa data dal filtraggio, decido quindi di evitare problemi ai distributori non in Centro Asia avendo già verificato l’ottima qualità della benzina Turca ed Iraniana.

ABBIGLIAMENTO MOTO
Dal 2006 viaggiamo con la BOULDER una giacca della BMW con aperture davanti e dietro e maniche staccabili, leggera ma al tempo stesso protettiva anche con pioggia leggera, così efficace e pratica da essere subito sostituita con un modello con lo stesso nome ma caratteristiche meno performanti – Pantaloni SUMMER, anche loro dal 2006, certo il loro colore chiaro non aiuta e dopo 10 giorni di frequentazione delle strade con scarichi dai TIR e schizzi per la pioggia il loro aspetto cambia….ma si lavano facilmente e sono freschi.
L’abbigliamento intimo a pelle è essenziale nei climi molto caldi: Capilene o similare sia come T-Shirt e sotto pantalone, camicia leggera e traspirante, sotto casco, un elemento che non finirò mai di raccomandare.
In caso di pioggia insistente useremo i K-Way, giacca e pantaloni, usati per la prima volta in Bretagna nel 1999 e ripiegati nelle borsette Wunderlich poste in entrambi i lati del sotto sella.
Mi sono comperato un nuovo casco e la scelta è caduta sul BMW System 7 Carbon nero satinato.
Volendo avere la stessa decorazione del vecchio casco, uguale a quello di Lilli, mi sono messo alla ricerca di esperto di decorazione areografica scegliendo un nome notissimo nel mondo della decorazione Romana e non solo: Daniele Pardo
http://www.aerografiebypardo.com/
Lo incontro nel suo work-shop in zona Labaro ed entriamo subito in simpatia, anche per la nostra FEDE GIALLOROSSA, nonostante i suoi impegni effettua il lavoro in tempi rapidi e nonostante il mio casco non si possa smontare completamente.
Oltre ai motivi a fiamma, simili a quelli del casco di Lilli che come il mio System 5 era stato aerografato nel 2007 da una ditta non più in commercio, aggiunge di sua iniziativa lo stemma della Roma con il lupacchiotto stilizzato, quella della Roma di Falcao, Conti, Di Bartolomei e del Secondo Scudetto che ho vissuto in prima persona sia all’Olimpico sia in trasferta
Qui sono con due miei nipotini il giorno della festa per lo scudetto all’Olimpico ultima giornata


Questi i nostri due caschi con l’autore della decorazione del mio


Il casco si dimostrerà scomodo inizialmente fino all’adattamento delle guarnizioni interne al mio viso, leggero come non mai dopo ma sgradevolmente portato alle infiltrazioni d’acqua sotto pioggia battente e di spifferi con vento laterale.
In compenso l’anti appannamento funziona egregiamente.
Tornati a Roma BMW di Via Prenestina mi cambia in garanzia la visiera risolvendo, almeno per ora, il problema.

DOCUMENTAZIONE: LIBRI E CARTINE GEOGRAFICHE
Viaggio in moto dal 1992 quando acquistai un Honda Dominator, poi venne il GS1100 del 1994 prima serie che ora “riposa” in garage fermo dal 2005 dopo km.126.000, quindi nel 2006 la mia attuale moto: un GS1200 acquistata nuova.
Organizzare un viaggio oggi è molto più facile di quando non si aveva a disposizione il WEB e si effettuavano prenotazioni ed invio di documenti con il FAX.
Report di viaggio e video su You Tube ti permettono di avere un’idea chiara di cosa ci si possa aspettare dal viaggio programmato ed i video postati addirittura ti fanno vedere le strade da percorrere.
Questo non sostituisce la lettura sia di libri, guide e soprattutto le cartine stradali che non potranno mai essere sostituite da navigatori ed applicazioni per navigare sul telefono.


NAVIGAZIONE
• Garmin 60csx – Ancora valido anche se con il sole di fronte perde di visibilità e non è comodo nelle svolte come negli ultimi modelli.
• City Navigation Europe 2013 – Non ho fatto aggiornamenti successivi.
• OSM-IRAN –CENTRO ASIA. Grazie a FAGOT che ha risposto ad una mia richiesta di aiuto su QDE per il viaggio in Iran del 2017 ho scoperto il sito http://garmin.openstreetmap.nl/ da cui ho scaricato su una micro-sd tutta la cartografia del viaggio dal confine Iraniano in poi.
Quest’anno ho montato accanto al porta-roadbook un supporto impermeabile per il mio smartphone Sansung Galaxi Note 4 in modo da poter navigare anche con l’ausilio delle mappe scaricate dalle varie APP.
Pur avendo installata GAIA nella versione PRO ho quasi esclusivamente usato MAPS di Google che nella versione Off-Line si è rivelata particolarmente utile quando non avevo la copertura 4g delle SIM acquistate in Georgia ed Armenia.
Durante il percorso in Armenia da Goris a Meghri attraverso due passi di oltre 2500 metri di altezza, con 27 tornati ed un tempo infame per essere a fine Giugno con pioggia, freddo e soprattutto nebbia con visibilità di poco più di 60 metri, l’immagine della strada da percorrere con curve e tornanti da affrontare sul mio smartphone è stata di grande aiuto.
Il GPS rimane utile come ausilio e per tutte le altre funzioni assenti o meno usufruibili sul telefono.

ATTREZZATURA FOTOGRAFICA
• Pentax K5 IIs – Zoom Pentax DA* 16-50 ED AL
• Nikon Coolpix 7800
• Videocamera Sanyo Xacti HD
• Filtro Polarizzatore – telecomandi per Pentax e Nikon
• Cavalletto Monfrotto - uno grande ed uno portatile da cintura
• Borsa Interna per Fotocamera GIVI T508 all’ interno della borsa da serbatoio BMW
Non essendo sufficiente lo spazio sull’ HD esterno ne acquisto un altro da 1TB a Sanliurfa
A questa attrezzatura per la prima volta si è aggiunta la GoPro5 Black che ho preso con i punti accumulati con la carta AMEX. Montata principalmente sullo specchietto retrovisore destro si è rivelata un ottimo ausilio specie in virtù del fatto che dopo tanti anni mia moglie e fedele compagna di viaggio, con oltre km.250.000 di esperienza come passeggero, ha sviluppato una tendenza a temere le soste per scattare foto adducendo a vari pretesti: traffico, vento laterale, strade dissestate….
Questo il motivo per cui contrariamente al passato non ci sono molte foto che ci ritraggono accanto alla moto e molte fatte durante i percorsi sono derivate dalle riprese fatte con la GoPro risultando un po’ “scarse” dal punto di vista tecnico.

ACCESSORISTICA E VARIE
In tutti i viaggi precedenti nelle borse laterali poste sopra le moto-valigie trovavano posto
• Il borsello contenente la Moka da 3 che mi segue dal 1976, il caffè della mia torrefazione preferita che bevo da più di 30 anni, il mini fornelletto da attaccare alla bomboletta auto sigillante del gas, lo zucchero in bustine, il tubetto di latte condensato Nestlé (il caffè mi piace macchiato), i cucchiaini oltre che 2 bicchieri in acciaio per bere.
• Il borsello con asciugamani in microfibra e saponi.
• I teli da spiaggia ed i solari.
• Il mio costume da bagno con una T-Shirt ed i sandali per un tuffo fuori programma durante una sosta al mare.

Questa volta non avevamo da portare teli da spiaggia e solari, li avremmo comperati successivamente in Grecia, ma al loro posto dovevamo trovare posto nelle borse e borsette il caffè extra, almeno kg.2 visto che saremmo rimasti fuori per quasi 3 mesi, il fornello a benzina, un kit di pentole impilabili da campeggio, quattro confezioni di Risotto Liofilizzato, in previsione di dover dormire in posti che non sono provvisti di ristorazione, due sacchi lenzuolo, usati l’ultima volta in Libia nel 2004, nel caso di sistemazioni notturne in strutture con letti non troppo puliti.
[/IMG]https://imagizer.imageshack.com/img923/8053/lzOGbE.jpg[/IMG]
Borse e borsette esterne fissate ai para-serbatoio, sono piene di cavi, fascette, cinghie, nastri adesivi, collanti, elastici, chiavi e attrezzi.
Il fornello a benzina è in una delle borsette laterali insieme a due bombolette di camping-gas.
La bottiglia serbatoio del fornello, con la benzina all’interno, è fissata sulla valigia di destra dove è anche fissata una borsetta (che perderemo per strada in maniera inspiegabile) con un paio di zainetti ripiegabili, nell’altra borsetta fissata sulla valigia di sinistra c’è una confezione da un litro di olio BMW.
Prevedendo di scattare parecchie foto ed in aggiunta i video della GoPro, mi porto il mio portatile ASUS con un Hard Disk esterno per un ulteriore archiviazione dei files fotografici e video che, da quando dal 2008 sono passato alla fotografia digitale, ho sempre il terrore di perdere.
Come se non bastasse tutto questo stipo nelle varie sacche e borse i Toscanelli al Caffè (30 scatole da 5) e 5 confezioni del mio tabacco da pipa oltre alla mia borsetta porta pipa e tabacco da viaggio con la mia pipa da viaggio Savinelli Pocket.
E dato che anche in viaggio si legge mi porto, oltre alle guide Iran-Georgia/Armenia/Azerbaijan-Asia Centrale e relative cartine, tre libri da leggere:
• St.Agostino - Le Confessioni
• Ceram – Civiltà Sepolte
• Buzzati – 60 Racconti

ABBIGLIAMENTO
Il concetto “Viaggiare Leggeri” non ci è mai appartenuto e d’altronde le foto della nostra moto alla partenza lo stanno a confermare anche se ho visto post e report di viaggio con foto di moto “appesantite” forse anche più della nostra.
Quello che non si vede però è quanto contenuto, sotto forma di vestiario, nelle borse interne specie per quanto riguarda mia moglie.
Uno dei motivi per cui mia moglie è stata sempre una compagna fedele di viaggio, oltre che di vita, con km.250.000 attraverso Marocco-Tunisia-Libia-Siria-Giordania-Turchia-Iran-Grecia-Francia-Portogallo-Spagna-Albania-Montenegro-Kosovo-Bosnia-Croazia-Serbia oltre alle mete Italiane specie insulari, è stata la sua possibilità di portare scarpe ed abbigliamento nella quantità possibile da stipare nelle due borse interne all’interno delle due valigie laterali.
Questa è una foto con l’abbigliamento, vestiti e scarpe, portate da mia moglie durante il viaggio del 2007 in Siria-Giordania.

Notare le 4 paia di scarpe tra qui 3 Tod’s, la giacca con bottoni in metallo, le 3 paia di pantaloni…Il tutto piegato (mi occupo personalmente io di tutto) ed imbustato singolarmente in modo da evitare grinze e lasciare tutto in ordine durante tutta la durata del viaggio.
Nella borsa interna più piccola, quella lato marmitta, entrano le paia di scarpe di Lilli, l’unica mia, il borsello dei saponi e gli accessori e caricabatteria per telefono e macchine fotografiche.
In quella grande laterale tutto l’abbigliamento di Lilli.
In quella del Top-Case il mio abbigliamento ed il Lap-Top.
Certo si può viaggiare con il minimo indispensabile di vestiario, ma dopo aver affrontato tappe giornaliere di 500-600 kilometri di caldo torrido o freddo e pioggia, una donna ha anche diritto a rendersi “presentabile” come qui mia moglie ad Aqaba nell’Agosto 2017 con la sua borsetta LV, scarpe Tod’s e sciarpa Armani….
[/IMG]https://imagizer.imageshack.com/img924/5537/MnKSPH.jpg[/IMG]
Altre foto di mia moglie nei vari viaggi effettuati in moto negli anni successivi fino a quello corrente.



Quest’anno ci siamo limitati a meno capi, privilegiando il concetto di “divisa”: usando una tenuta sola, camicia pantalone, per ogni occasione.
Durante le visite alle città od ai siti archeologici vestivamo con lo stesso abbigliamento tecnico estivo usato per le passeggiate in montagna, leggero e facile da lavare in albergo durante le soste di 2 giorni nello stesso posto.
Per le uscite più eleganti stesso metodo, jeans o pantalone con camicia o casacca, scarpe eleganti e comode (solo un paio) per Lilli e le stesse usate in passeggiata per me.
T.Schirts per un abbigliamento più “casual” nei paesi e luoghi dove il “dress-code” lo consente.
Le felpe del BMW Motoclub Roma in caso di freddo, i foulard da indossare per Lilli nei paesi Islamici ed nelle visite alle Chiese Ortodosse, i giubbini impermeabili usati in Marocco sulla costa Atlantica fredda e nebbiosa in Agosto per le montagne della Georgia, nessun abbigliamento da mare visto che avremmo acquistato tutto durante il soggiorno in Grecia.
Di fatto siamo partiti più leggeri del solito, almeno come abbigliamento e credo che anche il prossimo viaggio sarà così, lasciando comunque a Lilli la possibilità di poter portare almeno un “capetto” da poter sfoggiare in una o più occasioni.

ALBERGHI-RISTORANTI-CIBO
Con il viaggio del 2012 nei Balcani-Grecia-Turchia ho inaugurato l’epoca della prenotazione alberghiera giorno per giorno quasi sempre cercando e trovando la sistemazione per la notte arrivando alla meta giornaliera senza lo stress di dover trovare una camera dove dormire.
In questo viaggio ho utilizzato esclusivamente Booking.com e TripAdvisor con l’eccezione di IZMIT, FETHIYE, LIMNI e KALA NERA dove ho prenotato direttamente le strutture dove avevamo soggiornato più volte in precedenza.
Prenotavo la sera per il giorno dopo, avendo così la libertà di modulare il viaggio secondo le nostre esigenze.
Tutte le strutture dove abbiamo soggiornato si sono rivelate conformi a quanto descritto sui siti di prenotazione, il pagamento è stato uguale a quanto sottoscritto con la prenotazione.
Georgia ed Armenia sono dotate di strutture alberghiere di tutte le categorie, dagli Ostelli a Pensioni fino a strutture di categoria “Lusso”, a prezzi che in Italia, specie durante i periodi di maggiore affluenza turistica, sono impossibili da trovare.
Di Grecia e Turchia non faccio cenno perché ampiamente documentati come paesi con un forte sviluppo turistico.
Con l’eccezione dello “Studio” di Limni (dove la moto era parcheggiata nel garage del proprietario), abbiamo sempre soggiornato in alberghi con garage interno o parcheggio esterno custodito, di categoria media e qualche volta “lusso” ma sempre con prezzi introvabili in strutture, anche 3 stelle, in Italia in stagione-alta stagione.
Amanti della cucina tradizionale ci siamo trovati bene anche in questo viaggio.
La cucina Georgiana è ottima al punto che anche nei ristoranti Armeni è previsto un “Menù Georgiano”

In Armenia abbiamo letteralmente banchettato ad HALIDZOR dove marito e moglie, proprietari dell’omonimo albergo sotto il MONASTERO DI TATEV

https://youtu.be/5_WvXs5SJec

Ma anche a YEREVAN sia in albergo che al ristorante abbiamo potuto gustare piatti locali annaffiati da ottima birra ed anche discreto vino rosso per non parlare del famoso BRANDY ARARAT.

STRADE E REPERIBILITA’ CARBURANTE
-Grecia: Solito problema dell’assenza quasi cronica di distributori lungo la “EGNAZIA ODOS” e del rifiuto ad accettare carte di credito nei distributori posti nei centri minori lungo vie poco frequentate dal punto di vista turistico. Strade in buone condizioni con l’avvertenza di prestare attenzione ai semafori ed ai caselli autostradali per la presenza di olio e gomma sull’asfalto.
-Turchia: Passaggio frontiera sempre rapido sia in entrata che in uscita, massimo 30 minuti.
Dal nostro primo viaggio del 2004 le strade sono migliorate in maniera impressionante, alcuni percorsi disagevoli, specie nella parte “Anatolica”, sono diventati vere e proprie autostrade a 4 corsie mentre l’ospitalità offerta dai gestori dei distributori di carburante, anche nei centri più piccoli, rimane la stessa dei primi viaggi con l’offerta di un posto all’ombra dove sorseggiare il tipico CAY, il the turco caldo e zuccherato preparato ed offerto generosamente spesso con qualche snack. La rete stradale è costantemente migliorata e può essere monitorata grazie all’utilissimo sito grazie al quale portarsi dietro una cartina stradale diventa superfluo.
https://www.kgm.gov.tr/Sayfalar/KGM/...Root/Maps.aspx
Dal peggiorare della Problematica Curda i controlli da parte della polizia stradale e della Gendarma si sono intensificati ma i controlli ai posti di blocco sono sempre stati rapidi e cortesi con la nostra moto fatta sempre passare avanti alle code.
Ho avuto la sensazione che anche le multe per eccesso di velocità siano adesso rivolte quasi esclusivamente ai guidatori Turchi perché fermati un paio di volte siamo stati fatti ripartire subito non appena vista la nostra targa straniera.
Rimane sempre l’attenzione a non eccedere a superare i limiti di velocità che per le moto sono poco meno di Kmh90 con solo il 5% di margine in eccesso.
Le autostrada, come i tunnel, sono a pagamento tramite la comoda tessera ricaricabile ottenibile in alcuni distributori o direttamente negli uffici in autostrada.

La mia Carta Verde comprende anche la Turchia quindi non ho dovuto sottoscrivere una polizza in frontiera.
-Georgia: Dalla prima Guida LP acquistata nel 2008 le cose in Georgia sono cambiate notevolmente e sicuramente in meglio. E’ il paese in Area Caucaso che ha più goduto dei finanziamenti Europei investendoli in massima parte per rifare e migliorare la rete stradale. Il risultato è evidente nella facilità di percorrenza non solo delle vie di larga comunicazione ma anche di molte di quelle secondarie…Con alcune eccezioni…Come il tremendo tratto di Km.10,00 dalla Frontiera Armenia-Georgia di BAVRA direzione NINOTSMINDA.
La “Strada Militare Georgiana” descritta come impegnativa nella guida del 2008 è oggi di facile percorrenza oltre che panoramicissima.
Persino il percorso che porta da KAZBEGI alla Chiesa Della Trinità Di Gergeti da sterrata è diventata una comoda e tortuosa strada asfaltata, che però mia moglie preventivamente si è rifiutata di percorrere in moto…
Il passaggio frontiera è sempre stato rapido e cortese, il tanto temuto posto di frontiera di SARPI si è rilevato semplice di affrontare, le lunghissime fila di TIR in attesa sono state superate di slancio grazie alla presenza della Polizia Stradale che snelliva il traffico di auto e moto facendo superare gli incolonnamenti, le procedure doganali sono rapidi e semplici e la assicurazione RCA può essere acquistata subito dopo il passaggio di frontiera o a BATUMI come abbiamo fatto noi in una Banca all’interno dell’Hotel Sheraton al costo di poco meno di €6,00 per la durata di 20gg.
Benzina di buona qualità con distributori frequenti ovunque.
-ARMENIA: La bellezza del paese e la cortesia della sua popolazione vengono poco apprezzati dalla pessima condizione delle strade che danno subito prova del cattivo stato del fondo stradale subito dopo il passaggio frontiera con la Georgia a BAGATRASHEN: buche, fondo sconnesso, interruzioni per lavori in corso, auto “zigzaganti” in entrambi i sensi di marcia per evitare buche e crateri, si succedono fino a SPITAK per poi migliorare fino a YEREVAN da cui si muovono strade con fondo e velocità di percorrenza più accettabili verso le destinazioni turistiche più famose come il (per me IMHO) deludente LAGO SEVAN.
Per il resto sembra di guidare perennemente sul fondo stradale disastroso di ROMA o su quello Abruzzese di Campo Imperatore, con la differenza che anziché per pochi kilometri ci si trova a percorrere lunghe tappe giornaliere a pieno carico a velocità ridotta con la costante attenzione al fondo stradale per non prendere una buca improvvisa a velocità sostenuta.
Alcune località, come la “Valle dei Monasteri” tra AKTALA-ALAVERDI-VANADZOR attraverso il Debed Canyon, non l’abbiamo potute apprezzare a causa del pessimo fondo stradale al quale dovevamo dare troppa attenzione.
Ad altre, come per il giro del Lago Sevan ed il Passo Sulema, ho dovuto rinunciarci sconsigliato per il pessimo stato delle strade.
Nessun problema per la benzina.
Procedure Doganali ancora legate al Periodo Sovietico: lunghe e meticolose.
L’assicurazione si paga in frontiera ed è legata al valore della moto, il tutto non supera i €20,00.

IL VIAGGIO IN CIFRE
• Partenza il 18/06/2019 – Ritorno 10/09/2019
• Giorni N.85
• Odometro alla partenza km.178.119 – Odometro all’arrivo km.188.342
• Kilometri percorsi 10.223
• Paesi percorsi: GRECIA-TURCHIA-GEORGIA-ARMENIA


IL RACCONTO DEL VIAGGIO

18/06
Roma – Ancona – Traghetto
Km.316 – Totali H.4,00


La partenza, programmata per il 10/06, ha subito un ritardo di otto giorni per le pessime condizioni del tempo di un Maggio mai così piovoso.
La moto è carica già da 3 giorni e quando mi reco in garage decido di dare un altro giro all’ammortizzatore posteriore.

Partiamo alle 07,00 dopo aver salutato mia cognata Anna e Paquito.

Prendiamo l’Autostrada direzione Aquila-Pescara-Ancona, nonostante il peso la moto si comporta bene ma non supero i kmh120 per cui le medie di percorrenza saranno più basse e prevedo anche un consumo maggiore.
Come il serbatoio comincia a svuotarsi la moto sembra “respirare” ed anche la guidabilità migliora sensibilmente.
Poco prima di Ancona ci fermiamo per il pieno e come previsto il consumo è maggiore del solito non tanto per il peso quanto per l’ostacolo aerodinamico dato dalle taniche e borsette poste ai lati del serbatoio.
Fatto il check-inn alla stazione marittima procediamo per il porto dove ci imbarchiamo sul traghetto Superfast alle 12,00 circa.

Nessun problema a parcheggiare la moto a parte una bella sbaffata di grasso sulla giacca pulita di tintoria….
Cabina doppia esterna al solito confortevole e non potrebbe essere altrimenti visto il costo di €350,00.

Doccia e maglietta di ricambio dal “KIT TRAGHETTO” e con Lilli vado a mangiare al self-service a base di agnello arrosto con riso pilaf e patatine fritte, tutto molto buono.
Tornati in cabina porto il mio orologio avanti di un’ora, operazione di cambio orario che dovremo ripetere più volte durante questo viaggio e mi metto a leggere il giornale.
Dormo un po’ poi esco da solo per fumarmi un sigarino, verso le 20,00 mi raggiunge Lilli e ci prendiamo insieme, alla luce del tramonto, la prima birra Greca.


Verso le 21,00 torniamo in cabina dove ceniamo, vista l’abbondanza del pranzo con 2-3 biscotti portati da casa.
Come sempre non facciamo in tempo a salire a bordo di un traghetto che mia moglie comincia a darmi l’ossesso per farmi mettere la sveglia mattutina al più presto come se ci fosse il pericolo di rimanere a bordo durante lo sbarco passeggeri e mezzi e non ci fossero gli inservienti a svegliarti ed a buttarti fuori dalla cabina!
Mi addormento al pensiero della giornata trascorsa e delle tante che ci aspettano per un viaggio di cui non sapremo lo sviluppo fino all’arrivo al posto di frontiera Armenia-Iran.
Le problematiche legate all’ingresso in Iran con la nostra moto sono evidenti ogni giorno di più leggendo il sito su FB.
https://www.facebook.com/groups/201937063640691/
Ma come diceva Simona Ventura: “Crederci sempre Arrendersi mai!”

19/06
Igoumenitsa Sbarco Traghetto – Egnatia Odos – Frontiera Turca – Izmit – Hotel Wes
Km.1030 Partiti alle H09.00 arrivati a Wes Hotel alle H22,00




Dormiamo fino alle ore 07,00 anche se Lilli è sveglia da circa un’ora, ci prepariamo e lasciamo la cabina prima dell’arrivo dell’inserviente per la sveglia mattutina.
Fatta una piccola colazione al self-service ci mettiamo in attesa dello sbarco che avviene senza problemi.
Partiamo alle 09,00 in una fresca mattina con cielo parzialmente nuvoloso, il percorso è quello fatto tante volte, solo questa volta reso ancora più noioso dalla velocità massima di kmh110 che devo mantenere per l’ingombro e peso di quelle che abbiamo ormai battezzato “Taitaniche”.
Una piccola spolverata di pioggia nei pressi di Salonicco ed una stupida caduta da fermi, senza conseguenze per noi e la moto (in realtà si rompe il supporto in plastica porta valigie di destra cosa che non crea alcun problema per il resto del viaggio ma dovrà essere sostituito al ritorno) ad un casello autostradale aiutati poi a rialzare la moto da 2 agenti di polizia stradale che transitavano con la loro macchina davanti a noi.
Al solito Lilli somatizza l’accaduto nel senso che ad ogni approccio ad un casello si irrigidirà per la preoccupazione.
Secondo pieno poi passiamo la frontiera Turca e svolgiamo al solito tutte le pratiche doganali in maniera veloce.
Ci dirigiamo verso TEKIRDAG con una superstrada bella a 4 corsie ed il ricordo va al nostro primo passaggio frontiera nel 2004 quando percorremmo la stessa strada allora a 2 corsie con profonde scanalature fatte dai pneumatici dei TIR.
Prendiamo l’autostrada direzione ISTANBUL passando sotto al casello elettronico con la tessera acquistata nel due anni prima e con ancora credito sufficiente.
Arrivati in prossimità di ISTANBUL non riesco a prendere la deviazione per il “Terzo Ponte” per evitare l’infernale ingorgo del tratto autostradale interno a questa enorme e congestionata metropoli e proseguo sul tratto “tradizionale” superando indenni il traffico caotico del “Ponte Sul Bosforo” passando continuamente sulle corsie d’emergenza, interdette alle auto che si devono guardare dalle telecamere di sorveglianza che fanno piovere multe carissime, per evitare l’imbottigliamento che nel 2017 ci aveva costretti ad una sosta di oltre mezz’ora prima di poter imboccare il ponte intasato dal traffico automobilistico.
Cala la sera, viene il buio ma non piove e l’autostrada per IZMIT è scorrevole per il poco traffico.
Arriviamo al WES HOTEL, dove avevamo già soggiornato 2 anni fa e parcheggiamo la moto al loro parcheggio privato proprio sotto le finestre della nostra stanza.

La stanza al solito è molto confortevole, lo staff cordiale e contento di rivederci, leggera rinfrescata e senza cambiarci saliamo al ristorante posto all’ultimo piano da dove si gode di una bella vista sul Mar di Marmara.
E’ in corso una serata “Turco-Rock” con musica a volume altissimo tanto da chiedere un tavolo fuori sulla terrazza dove mangiamo un cosciotto d’agnello e beviamo la nostra prima birra Efes.

Fumatina al suono della musica che a tratti ricorda anche un po’ il Reggae e poi a nanna per il meritato riposo dopo una lunga giornata di trasferimento.

20/06
Izmit – Samsun – Samsun Sheraton Hotel
Km.648 Tempo totale H7,48
Media kmh87,2


Il tempo si è rannuvolato sempre di più ma riusciamo a caricare la moto senza il disturbo della pioggia.
Il personale della reception ci saluta alla partenza e ci riprende con il telefonino mandandoci più tardi il filmato.
A rivederlo mi fa ancora impressione vedendo quanto mastodontica appaia la nostra moto con le “Taitaniche”.

https://youtu.be/IO0IpPJZYwU

Prendiamo l’autostrada che lasceremo nei pressi di GEREDE sbagliando l’uscita per un’imprecisione del navigatore, cosa che ci costringerà ad una deviazione per arrivare a GEREDE, da cui prendere la E80-D100 direzione SAMSUN, lungo una stretta e tortuosa strada asfaltata di campagna, sotto una sottile pioggia e con un, fortunatamente breve, tratto di strada interrotta dove mi trovo a fare slalom tra buche, fango e macchine invadenti il nostro lato di marcia per evitare le buche più profonde.
Moto, ammortizzatori e St.Antonio, alla cui Basilica di Padova cui ho mandato un bonifico prima della partenza come ad ogni viaggio, mi fanno passare l’imprevisto senza danni nonostante il peso eccessivo gravante sulla moto.
Facciamo più tardi sosta nella stessa stazione di servizio con ristorante di due anni fa.
Incontro un Francese che viaggia da solo sulla sua BMW1200RT verso l’Iran senza essere a conoscenza del divieto d’ingresso alle nostre moto, scambiamo poche parole poi riparte per la sua meta mentre noi restiamo ancora un po’ finendo di mangiare.
Riprende a piovere e c’è bisogno di mettere i K-Way solo sulle giacche visto che pantaloni reggono bene mentre comincio a sentire un po’ di bagnato ai piedi nonostante i nuovi stivali Forma Enduro che indosso per la prima volta.
La pioggia aumenta a tratti ma senza rendere problematica la guida anche se nei sorpassi sento che la moto, a serbatoio pieno, stenta ad accelerare, per ritornare più reattiva allo svuotarsi del serbatoio.
Il sole quando esce è caldo ed asciuga le giacche e pantaloni, certo per essere Giugno non è che faccia tempo Estivo, ci manca solo dover accendere le manopole riscaldate.
Mentre lascio la D100 per gli ultimi km.100 in direzione di SAMSUN, la nostra meta giornaliera, prendo mentalmente la decisione che comunicherò a Lilli non appena arrivati allo Sheraton Hotel Samsun: smonterò porta taniche e le spedirò con le taniche al nostro amico fraterno Paolo Volpara che da anni vive in Turchia a Goceck con la sua seconda moglie Turca Serap.
Entriamo a Samsun e seguendo le indicazioni del navigatore arrivo al nostro albergo che si trova sul lungomare ed il cui ingresso è affollato da una marea di giovani in fila per entrare nello spiazzo adiacente dove si svolgerà una tre giorni Musica Rock.
Parcheggio la moto nel garage sotterraneo, rapido check-inn, saliamo nella nostra splendida camera (che con cena ed extra ci costerà €100,00), doccia, cambio con bermuda e T-Shirt e scendo subito nel garage dove provvedo a smontare, operazione “rapida ed indolore” le TAITANICHE riposizionando le borsette porta attrezzi in maniera più consona rendendo il tutto non solo più leggero ma anche enormemente meno ingombrante.

Tornato in camera mi faccio un’altra doccia e reso presentabile mi avvio con Lilli a cena al ristorante sul Roof-Garden con vista sulla folla acclamante il gruppo rock che allieterà con la loro musica la nostra seconda cena musicale qui in Turchia.




Fumatina a ritmo rock e ritorno in camera per un sonno ristoratore dopo un’altra giornata di trasferimento verso il confine Georgiano.

21/06
Samsun – Frontiera Georgia – Batumi – Hotel Colosseum
Km. 541 Tempo Totale H 09,21
Media Kmh 77,2


Preparato il caffè e scritto il diario giornaliero scendo a prendere la moto dal garage e la porto davanti all’ingresso del nostro hotel pronta per essere caricata.
Pago il conto e mi lascio le Taitaniche alla reception, ho preso accordi con il mio amico Paolo: un corriere le prenderà in albergo e le porterà alla sua residenza a sue spese, provvederò io a rimborsarlo quando ci incontreremo.
Carichiamo la moto e con un tempo nuvoloso ma senza pioggia lasciamo Samsun.


Usciamo dalla città senza problemi la E70 che corre lungo la costa del Mar Nero, nel 2005 la percorremmo nel senso opposto provenienti da Hopa, non era bella come adesso: quattro corsie e viadotti hanno sostituito la vecchia statale a due corsie.
La moto sembra rinata ora che non è più appesantita e frenata da quella che si è dimostrata una modifica sbagliata, vado talmente sciolto e veloce che persino Lilli si rende conto di quanto ci muoviamo con facilità nel traffico delle città e paesi che attraversiamo e di come filiamo via veloci specie nei sorpassi.
Il tempo è variabile con scrosci di pioggia tanto che approfittiamo della sosta per il primo rifornimento per rimetterci le giacche K-way.
Riprendiamo il viaggio e superata TREBISONDA, dove sostammo nel 2005 per due notti così da poter visitare lo splendido MONASTERO DI SUMELA, verso le tre del pomeriggio ci fermiamo per una sosta in un piccolo ristorante lungo la strada.
Parcheggiata la moto mi accorgo della scomparsa della borsetta legata dietro la valigia destra, c’erano due zainetti ripieghevoli di cui uno che ci aveva seguito in tutti i nostri viaggi degli ultimi 15 anni. La cosa è inspiegabile anche perché i lacci con cui era fissata non sono rotti ma aperti come se fosse stato rubato…Forse al distributore dove avevamo fatto sosta.
Siamo dispiaciuti ma non possiamo farci nulla, meglio questo inconveniente che una rottura meccanica o una foratura, comunque durante un viaggio può sempre capitare una cosa simile e bisogna lasciarsi l’evento alle spalle e proseguire.
Intanto ci fermiamo per una sosta rinfrancante, non manca molto alla frontiera e ci prendiamo tempo per mangiare del riso e spezzatino d’agnello.
Non piove più e la distanza dalla frontiera viene coperta rapidamente, quando arriviamo in prossimità della frontiera della Georgia comincia la fila dei TIR in attesa di passare la dogana.
Solite procedure rapide per uscire dalla Turchia con la solita attenzione a farsi mettere sul passaporto il timbro di uscita la cui dimenticanza a BAZARGAN nel 2017 alla frontiera Iran ci procurò un problema risolto rapidamente al ritorno nello stesso posto di frontiera.
Prima della dogana Georgiana superiamo con l’aiuto della polizia stradale la lunghissima fila dei TIR in attesa ed arriviamo al posto di frontiera dove ci mettiamo in fila dietro ad un motociclista Russo che sta tornando a casa, via Tiblisi-Strada Militare Georgiana-Porte Caucasiche, dopo aver viaggiato per l’Europa.

Sul top-case ha fissato una tanica per benzina della Rotopax, una soluzione molto migliore di quella da me adottata.
https://rotopax.com/rotopax/rotopax/
Lilli si informa sulle procedure doganali e in pochi minuti siamo fuori dalla frontiera Georgiana.

Usciti dalla dogana ci troviamo su un trafficato piazzale dove è possibile fermarsi per una pausa ristoratrice o per cambiare i soldi e comperare l’assicurazione RC.

Noi preferiamo proseguire subito per BATUMI lungo la strada costiera dove facciamo il nostro primo incontro con le “famigerate” mucche Georgiane.
Mi fermo per l’ultimo pieno di benzina di questa giornata ed approfitto per prelevare al bancomat un po’ di valuta locale.
Arriviamo rapidamente a BATUMI e parcheggiata la moto di fronte all’hotel prenotato entro ed alla reception scopro che è un “Apart Hotel” composto da appartamenti per famiglie che trascorrono qui le vacanze.
Non è quello che avevo prenotato e cancellata la prenotazione dopo aver parlato con il manager attraverso la strada e vado a chiedere all’ Hotel di fronte se c’è disponibilità di una stanza per la notte.
L’ Hotel Colosseum ha la forma che ricorda il nostro Colosseo, alla reception sono gentilissimi, mi danno una stanza al prezzo scontato di €89,00 compresa la prima colazione, è un hotel di categoria superiore e mi va più che bene.
Ritorno da Lilli che è rimasta all’altro lato della strada a guardia della moto e montato in sella percorro il viale fino alla prima rotatoria e giro in posizione del nostro albergo che come si può vedere dalla foto è proprio di fronte alle torri facenti parte della struttura prenotata, affacciato sulla spiaggia.

Al ceck-inn incontro il manager dell’albergo che mi rivela essere tifoso della Roma: siamo all’ Hotel Colosseum ed ho trovato un altro tifoso della Maggica che è persino andato a vedere Totti giocare il 29/09/2017 per una partita di beneficienza a Tiblisi.
https://www.corrieredellosport.it/ne...n_tempo_reale/
Anche lui non sa darsi pace per il modo in cui il nostro Capitano ha dovuto lasciare la nostra squadra.

Saliamo in camera e dopo una bella doccia ci facciamo una foto al tramonto di questo 21 giugno Solstizio D’estate



Usciamo per una passeggiata e recarci al ristorante consigliatoci alla reception, siamo nella parte turistica di Batumi, qui si è sviluppato il turismo balneare con alberghi, residence, ristoranti e locali notturni e la vita serale e notturna è movimentata da un flusso turistico non solo di Georgiani ma anche straniero.
Troviamo il ristorante e consumiamo il nostro primo e gustoso pasto Georgiano.


Torniamo in camera e ci buttiamo sul nostro comodo letto per un meritato riposo.

22/06
Batumi – Tibilisi – Hotel City
Km. 379 Tempo Totale H 5,30


Dopo il caffè mattutino ed alcune foto al lungomare scendo da solo per una splendida colazione.


Carichiamo la moto e partiamo fermandoci davanti all’Hotel Sheraton all’ interno del quale mi reco nella filiale di una banca dove, aiutato dal un gentile funzionario, pago e ritiro l’assicurazione RCA della durata di 20 giorni al costo di circa €6,50.
Nel programma fatto a Roma dovevamo dirigerci a Nord nella Regione dello Svaneti sostando per due notti a MESTIA dove affittare un 4x4 con autista e visitare i famosi paesini caratterizzati da torri di difesa e risalenti al medioevo.
Il tempo però non è buono e da pioggia e freddo in quella che è una località a 1500 metri sul livello del mare ai piedi delle cime più alte del Caucaso.
La strada per arrivarci non è brutta ma diventa più difficile in prossimità di Mestia e dato che siamo all’inizio di quello che, spero, sia un lungo viaggio, preferisco risparmiare a Lilli una tappa impegnativa all’inizio di questo viaggio per farla arrivare gradualmente alle difficoltà che affronteremo in seguito.
Decidiamo quindi di dirigerci subito a Tblisi dove ho prenotato già l’albergo.
Usciamo da BATUMI e dopo aver percorso, direzione NORD, su larga e scorrevole strada nazionale, un tratto lungo la costa che scorre diritto fino a POTI, caratterizzato da un susseguirsi di località balneari, deviamo ad EST su strada statale più stretta ma sempre scorrevole e con fondo stradale buono.

Guido veloce e sicuro non solo perché la moto, oramai priva del peso delle Taitaniche, è tornata al suo aspetto ed alla sua guidabilità originale, ma perché il tempo è finalmente sereno ed il fondo stradale è buono, niente a che vedere con la descrizione delle terribili strade Georgiane sulla guida LP del 2008 e da quanto descritto nei documentari di viaggio di quegli anni.
Anche le auto che ci precedono ed incrociamo, fatta qualche rara eccezione, sono moderne e la qualità di guida del Georgiani non desta preoccupazioni, anche se tengo sempre alta l’attenzione.
Il nuovo casco non si è ancora adattato alla mia testa e devo muoverlo ogni mezz’ora per ripristinare la circolazione, in compenso la sua leggerezza rispetto ai modelli precedenti è innegabile.
Il tratto su strada a 2 corsie dura circa km.50 ed a parte un altro incontrato prima di GORIS guideremo quasi esclusivamente su strada a 4 corsie che per loro è un’autostrada senza pedaggio.
Ci fermiamo ad un distributore per il pieno e bere un po’ d’acqua fresca acquistata al market ed incontriamo una coppia tedesca che con le loro moto contano di fare come noi il Centro Asia e come noi sperano di poter passare il confine Iraniano.
Ci auguriamo a vicenda buon viaggio e ripartiamo arrivando senza problemi alla periferia di TIBLISI.
Percorriamo il viale che corre lungo il Fiume Kura con un traffico cittadino intenso ma scorrevole.


Ho sullo smartphone Google Maps con le mappe Off-Line scaricate in precedenza che funziona benissimo compresa la destinazione finale, l’Hotel City situato proprio nella “Città Vecchia”, come però scopriremo dopo di City Hotel a Tiblisi ce ne sono diversi e le indicazioni di Maps non saranno precise portandoci dentro i vicoli della “Città Vecchia,” caratterizzata da vecchi edifici in corso di ristrutturazione, senza trovare il nostro albergo.
Parcheggio la moto in un vicolo e lascio Lilli di guardia andando a chiedere indicazioni e da una finestra si affacciano madre e figlio che, dandomi in perfetto Inglese il loro caldo benvenuto, mi danno le giuste indicazioni.

Rimontiamo in moto e fatti circa 500 metri, continuando a chiedere indicazioni ai passanti, arriviamo alla nostra meta posta proprio davanti all’unica Chiesa Cattolica di Tiblisi.

http://www.hotelcity.ge/
Contrariamente a quanto descritto l’albergo non ha un parcheggio interno né uno custodito, vengo invitato a montare sul marciapiede e parcheggiare accanto alla moto di una coppia Svizzera (più tardi incontrati ed esternato loro la nostra intenzione di attraversare l’Iran mi sento rispondere: “Iran Verboten!”) ma ho un’idea migliore.
Notato un comodo parcheggio all’interno della Chiesa Cattolica proprio di fronte al nostro Hotel, nonostante le previsioni negative della receptionist, entro in Chiesa dove trovo la custode, una simpatica signora Armena alla quale in Inglese, che anche lei parla molto bene, dico di essere Cattolico, di essere in visita con mia moglie, di viaggiare in moto e come insegnato da Nostro Signore “ Bussate e vi sarà aperto, Chiedete e vi sarà dato” sono venuto a chiedere il permesso di parcheggiare la moto all’interno del loro parcheggio protetto da un bel cancello.
Naturalmente mi dice di sì e lasciamo la moto nel posto più comodo e sicuro che potessimo trovare.





Scarichiamo la moto e ci facciamo portare tutto in camera, pulita, ordinata e comoda al prezzo, compresa la prima colazione, di €196,00 compreso gli extra, per tre notti.
Faccio una doccia, mi metto bermuda-maglietta-sandali e scendo a bermi una buona birra Georgiana bella fresca ed a fumarmi un sigaro prima di risalire per un riposino pre-serale.
Ci cambiamo e con un taxi ci rechiamo al ristorante consigliato dalla reception posto sul lungo fiume fuori dal centro città

Il locale, molto popolare, è caratteristico per il suo forno a legna e su consiglio del gestore ordiniamo una “grigliata mista con verdure” sempre accompagnato con la ottima birra Georgiana.

Ci vediamo arrivare un piatto enorme con pollo, agnello e maiale, con tre tipi diversi di salse tra cui una al miele ed un’altra al melograno.

La grigliata è talmente abbondante che non riusciamo a finirla e dopo un caffè ed il sigarino paghiamo il conto di circa €30,00 e con un altro taxi torniamo in albergo dove faccio notare alla receptionist del nostro albergo che la tariffa del taxi a ritorno era 3 volte quella dell’andata (per entrambi erano €10,00 complessivi) sentendomi rispondere che anche in Georgia, come da noi in Italia, qualche volta tendono a fregare i turisti….Paese che vai….
Ci buttiamo a letto contenti e sazi.

23/06
Sosta a Tblisi e visita alla città


Lunga dormita e risveglio con il solito caffè, mi vesto e scendo a fare colazione che sia dolce che salata è buona e variata, al solito Lilli non fa colazione la mattina così le porto in camera una spremuta e poi usciamo per la nostra giornata di visita alla città.
Il nostro albergo sarà scomodo per il parcheggio ma comodissimo per la sua centralità: si arriva a piedi alle mete cittadine più famose.
Scendiamo per la via acciottolata che porta al lungo fiume e ci fermiamo in un negozio di telefonia dove acquisto per meno di €9,50 una SIM Georgiana che mi viene attivata dalla commessa in maniera rapida ed indolore tanto che con mio stupore scopro che il mio account WhatsApp funziona anche con il nuovo numero, senza fare alcuna modifica, alla accensione successiva del telefono.
Continuiamo a scendere e proviamo ad entrare nella Cattedrale Armena di San Giorgio ma il “dress code” non consente a Lilli l’entrata così mi limito a fotografare dall’esterno.

Oggi è Domenica e la chiesa è piena di fedeli che sostano in preghiera anche all’esterno.






Arriviamo sul lungo fiume per attraversare per un tratto il “Ponte Della Pace”, un ponte pedonale disegnato da Michele De Lucchi in acciaio e vetro.


Ci rechiamo dal ponte a piedi alla biglietteria della teleferica che ci porterà in cima alla collina che sovrasta la città vecchia con la Fortezza Di Narikala e lo splendido panorama sulla città ed il suo fiume.







Non prendiamo la teleferica a ritorno ma decidiamo di scendere a piedi lungo una strada tortuosa ed acciottolata dove incontriamo una famiglia di turisti Russi con una ragazza che accetta di farsi fotografare.

I rapporti diplomatici con la Russia non sono buoni, da una settimana poi ci sono dimostrazioni davanti al Parlamento Georgiano per protestare contro la presenza di un parlamentare con doppia nazionalità, Russa e Georgiana.
La piazza del Parlamento non è lontana ma fuori dalla piazza la situazione è calma e tranquilla e se non si fosse a conoscenza tramite i notiziari televisivi, della situazione non se ne avrebbe sentore.
Nonostante questo i rapporti con i turisti Russi da parte della popolazione Georgiana sono ottimi.
Il paese e Tblisi in particolare sono sempre più convertiti verso un forte sviluppo turistico, le strade sono piene di agenzie di viaggio che propongono gite giornaliere e di più giorni alle più rinomate località di mare e di montagna.
Naturalmente anche qui si lamentano della “crisi” e degli stipendi ma tutti mostrano un atteggiamento positivo verso il futuro.
Tornando verso l’albergo comperiamo per pranzo frutta fresca da un negozietto sulla strada dalla vetrina molto accattivante.


Pago una cifra spropositata, €17,10, sentendomi tanto uno dei turisti che a Roma si avventurano ad acquistare frutta, bibite e gelati dai camion-bar in centro.
In compenso la frutta è buonissima come tutto ciò che viene coltivato in Georgia, quasi tutto “Organic”, come chiamano qui il “Biologico”, e ci mangiamo tutto in camera prima di buttarci a letto per un riposino pomeridiano.


Scendo nel tardo pomeriggio a fumarmi un sigarino e quando vengo raggiunto da Lilli usciamo per farci una passeggiata per le vie del centro della Città Vecchia caratterizzata da locali, ristoranti, negozi e piccoli alberghi e pensioni affollati di turisti Europei e Statunitensi.


La città è un cantiere con palazzi moderni costruiti fuori dal centro storico ed una particolare attenzione alla ristrutturazione e restauro dei vecchi palazzi.





Certo in molti casi più che restauro si tratta di adattamento dei vecchi edifici alle esigenze moderne come si nota dalla stonatura delle parabole satellitari e condizionatori d’aria.
Nei pressi di una chiesa una famiglia sta festeggiando un compleanno e mi offrono una fetta di focaccia con un bicchiere di vino rosso che accetto di buon grado.



Siamo affamati e ci mettiamo alla ricerca di un ristorante dove poter mangiare del cibo locale, non vogliamo entrare in uno dei tanti locali per turisti, tra cui spiccano i fast food, e girovagando ed attratti da un profumino appetitoso proveniente da un vicoletto scopriamo un ristorantino niente male che visiteremo anche la sera successiva.

Il posto è anche fresco dato che siamo nel tardo pomeriggio ma fa ancora caldo cosa che non ci dispiace dopo tutta la pioggia presa nel trasferimento dalla Turchia.
Ordiniamo spiedini, patatine e soprattutto il KACHAPURI, uno dei piatti più tipici e buoni della cucina Georgiana, una sorta di calzone aperto con formaggio e uovo, buono e sostanzioso, si trova in tutte le provincie della Georgia in diverse versioni tutte molto buone.

Birra alla spina Georgiana e sigarino con caffè espresso che anche qui è di moda ma si può sempre chiedere un caffè alla turca alla bisogna.
Ritorniamo in albergo e grazie al Wi-Fi gratis e veloce ci vediamo un po’ di notiziari e programmi in chiaro su RaiPlay prima di addormentarci.

24/06
Sosta a Tblisi e Gita al complesso di chiese di Mitskheta


Ieri sera avevo concordato con la reception una gita con macchina ed autista a Mitskheta ed ai monasteri e chiese intorno a quella che è stata l’antica capitale della Georgia.
Quando dobbiamo fare questo tipo di gite preferiamo un mezzo con conducente piuttosto che prendere la moto, più che altro lo faccio per Lilli che si sente così più in vacanza…Sono i compromessi che rendono possibile tanti anni e kilometri di viaggio insieme.
Dopotutto la meta è vicina e non ci va di vestirci da moto per fare pochi kilometri.
Seguo il consiglio della manager del nostro albergo ed opto per il loro autista di fiducia che per il costo di €50,00 ci porterà con il suo comodo Van Mercedes in gita per mezza giornata.
George, che ci fa da autista e guida, è simpatico, giovane, educato e parla molto bene l’Inglese.
La prima tappa è il Monastero di JVARI o Monastero della Croce.
Patrimonio Unesco ricorda il luogo dove Santa Cristiana, che si prodigò per diffondere il Cristianesimo in Georgia, innalzò una croce di legno, ritenuta in seguito miracolosa, sul luogo dove sorgeva un tempio pagano.




Il monastero si trova in posizione panoramicissima in cima ad una collina da cui si domina la valle sottostante dove scorre il fiume Kura che si incontra con il fiume Aragvi e la cittadina di Mitskheta con le sue chiese e monasteri.



Con noi tanti turisti sia Georgiani che stranieri tra cui tanti Giapponesi e Cinesi.
Seconda tappa la Cattedrale di SVETISKOVELI, dove si crede sia stata seppellita la Tunica di Gesù, una delle tre rivendicate dalla tradizione e l’unica, a prescindere se le altre due siano autentiche, a non essere reale e visibile ma solo avvolta dalla legenda che la ritiene sepolta sotto un antico Cedro del Libano sopra il quale fu poi costruita la cattedrale che a lungo è stata il più importante luogo di culto del paese.
La Georgia è stato il secondo regno (all’epoca la Georgia si chiamava Regno di Iberia ed è per questo motivo che il confine con la Russia alla fine della Strada militare Georgiana anticamente si chiamava Porte Iberiche), dopo l’Armenia, a convertirsi al Cristianesimo, grazie all’opera di evangelizzazione, nel IV secolo, di una giovane fedele di nome NINO (poi Santa Nino), proveniente dalla Cappadocia.
Parcheggiato il nostro mezzo ci inoltriamo verso l’ingresso della cattedrale attraverso una miriade di botteghe di souvenir e di vendita della rinomata frutta secca georgiana: la Churchkhela.

Sembrano delle candele colorate ed invece sono dei dolci preparati con noci, mandorle e nocciole, infilate con ago e spago ed immerse in un composto di succo d’uva bollito con farina setacciata per poi essere messa appesa ad asciugare.
Ne compero di vari tipi, Lilli non ne è convinta infatti non ne assaggerà nemmeno un po’, io invece le trovo buonissime.
Arriviamo alla cattedrale e cominciamo la visita.




La struttura della chiesa è più grande di quelle che visiteremo in seguito anche in Armenia ed all’interno trovano posto diverse tombe di Re Georgiani.






Ultima tappa il Monastero di Samtavro



Oltre alla chiesa fa parte del complesso il monastero delle Monache di Santa Nino che però, come quasi tutte le monache Ortodosse, non amano farsi fotografare.
In questa chiesa sono sepolti il re Miriam e sua moglie Nana, i primi sovrani del regno ad essere convertiti al Cristianesimo ed è anche lei Patrimonio Unesco.







Finita la gita George ci riaccompagna in albergo dove in camera finiamo la frutta di ieri che io implemento con la frutta secca acquistata oggi.
Lungo riposino pomeridiano durante il quale il tempo, fino a quel momento sereno, cambia in nuvolo scatenandosi in un violento temporale con un vento fortissimo e fulmini che dura quasi due ore prima di far tornare il sereno.
Quando usciamo per una passeggiata le strade sono coperte da rami di albero spezzati con i negozianti intenti a ripulire marciapiedi e viali, ripuliti in poco tempo.
Entriamo alla Chiesa Cattedrale di Sioni, questa volta Lilli è vestita “decentemente” e si fa anche benedire da un prete Ortodosso.
Torniamo a cena nello stesso ristorante di ieri sera e mangiamo altrettanto bene senza farci mancare un boccale di birra georgiana.

Tornati in stanza preparo le borse per domani, giornata in cui lasceremo Tblisi per dirigerci lungo la Strada Militare Georgiana a Kazbegi.

25/06
Tblisi – Strada Militare Georgiana – Kazbegi – Hotel Porta Caucasia
Km.153 Tempo Totale H2,46 Quota Massima 2347


Partiamo alle 08,30 dopo aver fatto colazione e pagato il conto.
Come in quasi tutte le città partire la mattina presto significa evitare il traffico che con il passare delle ore diventa caotico.
Con Maps collegato in 4g, grazie alla SIM Georgiana, usciamo senza problemi dal centro di Tblisi per immetterci nella strada che porta prima a Mitskheta, a meno di 20 kilometri dal nostro albergo, e poi a Nord su quella che una volta era la spettacolare ma “famigerata” Strada militare Georgiana costruita per collegare e controllare militarmente la regione del Caucaso da parte dell’Unione Sovietica.

Come per tutte le strade della Georgia occorre fare attenzione alle mucche che pascolano ai lati della strada senza nessuno che le custodisca, basta fare attenzione e rallentare, sembrano molto abituate al traffico e non fanno “gesti inconsulti” scartando verso il centro della strada ma bisogna sempre fare attenzione perché in certi frangenti ci si trova con un gruppo di mucche ferme a ruminare in mezzo alla strada con auto e TIR a strombazzare per farle spostare zigzagando tra quelle più pigre !
La strada è molto panoramica, spesso a 4 corsie, veloce con un fondo a tratti nuovo ma comunque sempre scorrevole.

Sulla rivista ROAD BOOK di questo Ottobre-Novembre c’è un articolo intitolato “Nostalgia Canaglia-Ritorno sulla Strada Militare Georgiana”, le sensazioni provate dallo scrittore/viaggiatore nel rivedere luoghi visitati molti anni prima, strade percorse in difficoltà per il loro stato penoso, cambiamenti sociali e strutturali, le vivremo più avanti nel corso del nostro viaggio ritornando con 14 anni di distanza a Goreme in Cappadocia e Pamukkale.
Il nostro primo stop è il Castello di ANANURI a cui arriviamo costeggiando il fiume Aragvi ed il lago formato dal suo sbarramento.

Quello descritto come un luogo di sosta idilliaco in mezzo al nulla di una strada difficoltosa è oggi un punto di sosta frequentatissimo dai pulman turistici verso la località sciistica di GADAURI, che attraverseremo più avanti e STEPANSMINDA, la nostra meta giornaliera.




Mentre siamo fermi per scattare un paio di foto ed osservare il castello posto in posizione strategica siamo circondati, per lo spavento di Lilli dalle mucche che considerano la nostra moto un ostacolo da superare in scioltezza mentre sono condotte al pascolo ai lati di questa che, in teoria, dovrebbe essere una strada di grande comunicazione.

Riprendiamo la strada che continua a salire circondati da panorami che ci ricordano un po’ le Alpi con le loro vette innevate, ai lati della strada il fiume punteggiato da campeggi e centri Rafting ad ennesima riprova di quanto il turismo Georgiano si stia sviluppando anche in località fino a 10 anni fa considerate di difficile accessibilità.





Saliamo sempre di più e la strada comincia a restringersi rimanendo sempre scorrevole, come ci avviciniamo a GADAURI affrontiamo i primi tornanti e comincia la difficoltà a superare i frequenti TIR diretti in Russia, molti non sono buone condizioni meccaniche e proprio prima del primo tornante ci troviamo a dover superarne uno, fermo per guasto proprio all’imbocco del tornante, rischiando un “incontro pericoloso del peggior tipo”aiutati dalla bassa velocità nostra e dell’auto proveniente dalla direzione opposta.


https://youtu.be/IKfKvfaNXUE

Sono talmente concentrato sullo scampato pericolo e sulla reazione di Lilli che affronto il tornante, libero da altri mezzi, in maniera vergognosa, di solito sono “più bravo”…Parola di Boy Scout!
Arriviamo a GADAURI affrontando tornanti in successione con TIR in movimento ma senza problemi nel superarli, tempo bello, aria fresca ma niente freddo, superiamo di slancio il “Monumento alla Pace tra Georgia e Russia”, ci fermeremo per una foto al ritorno.
Gadauri è piena di alberghi e ristoranti essendo diventata una stazione sciistica molto rinomata in Georgia.
Superato il punto più alto della strada, il Passo Jvari a 2.380 metri sul livello del mare, entriamo nell’ unico tunnel da percorrere lungo il percorso, l’altro, più vecchio, è chiuso al traffico, questo è più moderno ma il fondo nella carreggiata opposta, che percorreremo al ritorno, è molto sconnesso.


https://youtu.be/yOrxQeDDmOs

Superato il tunnel proseguiamo ad andatura turistica ammirando il panorama che ci circonda con le vette dei 4000 che si stagliano in lontananza verso KZBEGI, la nostra meta, sempre con le mucche che, quando la mancanza di traffico ci potrebbero far sentire soli, vengono a farci compagnia.

https://youtu.be/IoaiZ-YtAfE


Oramai siamo vicini alla meta, arriviamo all’ingresso di KAZBEGI e facciamo il pieno poi attraversiamo il piccolo paesino caratterizzato da Guest Houses e negozi specializzati in attrezzatura da Trekking oltre che market di generi alimentari.
Il nostro albergo si chiama Porte Caucasiche, non costa poco comunque meno del più quotato e di poco migliore Rooms Hotel, pagheremo per 2 notti con prima colazione (dove però le bevande come i succhi di frutta sono extra) inclusa ed una bella camera matrimoniale con vista €225,00, una cifra molto più alta della media Georgiana e maggiore di quanto pagheremo al Vardzia Resort reputato uno dei migliori alberghi Georgiani.
Ma questa dove ci troviamo è oramai una meta turistica quotatissima piena di turisti internazionale, come sempre i cinesi la fanno da padrone, appassionati di trekking che si sviluppano da questa località verso le varie vette e valli che la circondano.
Parcheggiata la moto esternamente, dopo aver dato uno sguardo allo splendido panorama della Chiesa Gergeti e la cima del Monte Kazbek con i suoi 5.047slm, saliamo in camera per una doccia e cambiarci prima di andare a pranzo visto che abbiamo percorso velocemente i 153 kilometri dalla nostra partenza da Tblisi.



Prima di uscire Lilli ripara la borsa porta medicine che il facchino ha danneggiato portando le borse in camera, operazione di facchinaggio che di solito è compiuta da Lilli (io faccio le borse, lei le porta, io le carico).

Mentre aspetto Lilli mi siedo sulla terrazza panoramica del nostro albergo bevendomi una birra, fumandomi un sigarino di fronte allo splendido panorama.


Concordo con la reception la gita privata con autista pomeridiana alla Chiesa della Trinità Gergeti in cima ad una montagna a 2.170slm, noi ci troviamo a 1.740slm, che naturalmente Lilli non ha alcuna intenzione di raggiungere in moto.
Scendiamo a piedi lungo la strada e ci rechiamo al piccolo ristorante che abbiamo notato dalla finestra panoramicissima della nostra stanza.
Ci sediamo prendendo un tavolo nel giardino del ristorante ed ordiniamo quello che oramai è diventato il nostro piatto preferito della cucina Georgiana: il Kachapuri, ancora più buono di quello mangiato a Tblisi.


Alle 5 del pomeriggio incontriamo il nostro autista che si chiama Amico, non parla bene Inglese ma è molto simpatico oltre a dimostrarsi, il giorno successivo ci porterà su percorsi fuoristradistici ben più impegnativi della strada che percorreremo oggi, un ottimo guidatore.
Ci porta su verso su alla Chiesa della Trinità di Gergeti con il suo Mitsubishi Van 4x4 con guida a destra.
Molte delle auto circolanti in Georgia hanno la guida a destra perché importate a prezzo scontato direttamente dal Giappone, ora questo commercio non è più consentito ed i veicoli acquistati recentemente possono essere solo con guida a destra.
La strada è nuova, asfaltata e sostituisce il percorso sterrato originario che viene intrapreso solo da chi vuole salire a piedi.
Facile e tortuosa, fondo regolare, alla portata di ogni motocicletta, come dimostra il video qui di seguito, ma che come al solito la mia amata compagna di viaggio preferisce non percorrere in moto se non costretta dalle esigenze di una giornata di viaggio dove si possono incontrare difficoltà dovute alla strada od alle condizioni meteo, una volta parcheggiata la moto però la prospettiva di doversi rivestire e partire non la rende felice, tutt’altro.
Renderla felice facendole fare alcune gite in auto non è tanto un “contentino” quanto un investimento sulle difficoltà che potrebbe incontrare in seguito, come infatti accaduto.

https://youtu.be/UESDvT2ZaWk

Il sito è spettacolare non solo per la bellezza della Chiesa ma soprattutto per il panorama che si gode dalla cima di questa montagna , piccola in confronto alle cime ben più alte che la circondano.




La chiesa al suo interno non offre spunti fotografici a cui si aggiunge la presenza di un Monaco-Cerbero che impedisce di fotografare mentre è ben disposto a farsi pagare a caro prezzo i souvenirs che vende.







Prima di rimontare sul nostro mezzo e ridiscendere fotografo Lilli davanti ad un gruppo di moto condotte da un gruppo di Polacchi che reincontreremo più in seguito in Armenia al Monastero di Tatev.
Di Polacchi in giro per il Caucaso ne incontreremo parecchi altri, sempre salutati con reciproca simpatia.

Tornati in albergo lasciamo sacche e macchine fotografiche ed usciamo per un drink dato che il pranzo fatto non ci spinge a replicarlo con la cena.



Nel caffè dove ci fermiamo a bere una Coca-Cola fatta in Georgia facciamo amicizia con il gestore che come il nostro driver Amico ha anche lui un nome Italiano: Vito come “Vito Corleoni” come tende a specificare.
Logico offrirgli un sigaro e farmi una foto con lui.

Tornati in albergo mi accendo la pipa da viaggio e mi faccio una fumatina ammirando il tramonto sulla terrazza per poi rientrare in camera per il meritato riposo dopo una bella giornata di viaggio.
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound

Ultima modifica di Antonio Tempora; 08-12-2019 a 20:52
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