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Vecchio 06-07-2017, 22:45   #97
Fagòt
Mukkista doc
 
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17° giorno: Kerman

Finita la colazione saliamo in macchina e raggiungiamo l’ospedale. Oltre a Mehdi e Marjam viene con noi anche la cugina che conosce bene il nosocomio. A turno ci fanno entrare per salutare Roby che ha passato una notte tranquilla malgrado i continui bip dei monitor e tutte le cannule varie infilate nelle braccia.
Raggiungiamo la casa di Hesam e una volta caricato partiamo alla volta di Sirch per recuperare la moto che giace nella locale stazione di polizia. Niente da fare… prima di imboccare la statale a 2 corsie che scende verso Mahan una sosta per caricare viveri è obbligatoria: acqua, frutta, caramelle, biscotti… 60 e rotti km. son tanti e un buon iraniano non deve farsi trovare impreparato affrontando un viaggio del genere.
In caserma dopo i convenevoli l’ispettore vuole che io rilasci una dichiarazione sulle modalità dell’incidente al fine di stabilire che nessun altro mezzo fosse coinvolto. Diversamente la moto dovrebbe restare a disposizione fino alla chiusura delle indagini. Per cui descrivo a sommi capi quello che immagino sia accaduto, confermato dalla testimonianza di Hesan che ha parlato con i primi automobilisti soccorritori, scritto in farsi da Mehdi e firmato, dopo n copie del mio passaporto, di mio pugno e indice. Che la firma da questi parti non basta… una bella impronta digitale a suggello è meglio.

Copia, fotocopia e reale bollo, sembrerebbe tutto a posto. No mi spiace è meglio se passate dalla polizia centrale di Shadad per avere l’ok e prelevare il mezzo, quindi risaliamo in macchina e scendiamo di altri 30 km. La curva affrontata ora in discesa porta sul lato destro un grosso cartello giallo di pericolo con un’auto che sbanda e la scritta “Sliding”. Mi volgo indietro per vedere se ce ne sia uno uguale in salita, ma non c’è alcun palo prima di affrontare la esse.

E’ quasi ora di pranzo e Mehdi spinge sull’acceleratore per arrivare prima che la pausa della preghiera ci faccia attendere oltre il dovuto. Entrando i due uomini si fermano ogni volta che trovano un uscio e attendono con un lieve inchino che io varchi per primo la soglia… non essendo assolutamente abituato ho pensato si trattasse solo di cortesia, ma già a Sirch la cosa si era ripetuta più volte e qui ormai è assodato che si tratta di un atto dovuto. Impossibile opporsi… anche se mi fermo e gli porgo strada con la mano, restano comunque in attesa che io passi per primo.
Ci sediamo nella hall con 4 porte dalla scritte in farsi... nessun carattere occidentale che ti faccia anche solo capire se gli uffici siano della stradale, della penale, del civile. Fuori una di queste un giovane militare vigila la soglia chiusa in piedi aspettando che un altro giovane militare gli porti delle cartelle, poi un piccolo colpo sul legno sbiadito, la mano che apre la maniglia, un inchino e un secco colpo di tacchi prima di entrare.
Resto a guardare il ripetersi della scena per oltre mezzora finchè non viene il nostro turno e presentati dal giovane attendente entriamo anche noi nell’ufficio.
Un trentacinquino forse, alto, magro, barba e capelli neri finemente curati, occhiali dalla montatura leggera e trasparente, abiti eleganti, è chino sulla scrivania intento a leggere e firmare.
Mehdi e Hesam gli raccontano il perché della nostra presenza e rispondono con gli occhi bassi alle poche domande che l’ “entità” gli pone. Poi ad un certo punto escono sommessamente e ora tocca a me raccontare, con il mio inglese sciolto tipo “the pen is on the table…”, quello che è accaduto e perché vorrei portare la moto a Kerman.
Il giovane scribacchino ascolta con attenzione e terminata la mia esposizione mi liquida con un augurio per Roberto… la cosa più importante ora è la sua salute, per la moto non si preoccupi che ci pensa la polizia a tenerla in custodia e al tempo stesso lancia la voce all’attendente che battendo nuovamente i tacchi si prostra verso di lui allungando un’altra pratica.
Esco e chiedo agli amici quale sia la sua funzione: è il giudice distrettuale della regione di Shadad.
Torniamo quindi a Kerman con un nulla di fatto e la speranza di avere novità domani. Approfittiamo delle ultime 2 ore di Mehdi e Marjam qui in città perché devono rientrare assolutamente a casa, per cercare una camera per me. La zia mi ospiterebbe volentieri ma il Nowruz incombe e deve partire. Trovata la soluzione in un albergo a circa 3 km dall’ospedale facciamo un salto per salutare di nuovo Roberto che non si sa quando potranno ripassare da qui.
Alle 20.00 Hesam mi chiama e mi chiede di recarmi subito da Roby che sta arrivando la polizia per raccogliere la sua testimonianza. Entriamo con l’ispettore e di nuovo descriviamo, traduciamo, mentre Hesam riporta il tutto in farsi sulla deposizione firmata poi da Roberto che mi autorizza a condurre la sua moto. Domani potrò passare in caserma.

Non scoprirò mai il nome del giovane giudice, ma gli invio un profondo inchino.
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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

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