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Vecchio 19-06-2017, 23:01   #22
Fagòt
Mukkista doc
 
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3° giorno: Dubai – Ar Rustaq 463 km.

Non ci sembra vero di poter finalmente disporre del nostro tempo a piacimento, manca solo un piccolo particolare: pagare il broker e ritirare le carte di circolazione delle moto che il galoppino indiano ha trattenuto a garanzia. Sia mai che ci venga voglia di partire senza pagare il dovuto. Alle 8.00 perciò si presentiamo alla Polestar per farci dare il conto… “‘spetta un attimo che metto le ultime spese, ops chiamo il galoppino del porto per farmele dare, stampo le fatture e voilà sono 2600 dirham\670 euro a moto. Ovviamente è compreso il ticket ingresso come visitatori e anche l’aria che avete respirato a Jebel Ali durante la movimentazione delle casse. Il gentile intrattenimento offerto dall’autista pakistano invece è un nostro omaggio”.

Il prezzo supera abbondantemente il preventivo di 550 dollari che ci aveva fornito lo spedizioniere italiano, ma vuoi forse fare la figura del barbone proprio qui a Dubai dove l’acqua costa più della benzina? Paghiamo e chiediamo le CDC per partire. “ Di già? Ma come non vi trattenete ancora un po’ qui da noi? No perché le carte le ha il galoppino e sta a 30 km da qui ora.”

Mi trattengo dal passare oltre il bancone e mio malgrado adotto la tecnica della formica regina: dammi un punto in mezzo alla città che gli andiamo incontro. Così anziché prendere la tangenziale esterna ci buttiamo verso il centro e un’ora dopo, sotto un albergo scelto a caso recuperiamo i nostri documenti. Metto la tanto agognata prima traccia nel Gps e senza voltarmi indietro per un solo attimo, per paura che lo skyline di Dubai susciti incubi ai miei sonni più profondi, faccio rotta sul confine di Al Ain.

La dogana emiratina è vuota e basta solo far timbrare il passaporto e carnet: l’impiegato con calma ci fa accomodare nella sedia davanti alla sua postazione e dopo aver espletato la formalità ci chiede 35 Dh a testa. Così, giusto per non perdere l’abitudine fino all’ultimo metro di terra degli Emirati. Per il carnet invece tocca istruire i doganieri che non vorrebbero nemmeno firmare il documento. Eh no caro, una firmetta me la fai, visto che rientreremo ci manca solo di non avere timbrato l’uscita.

E da qui comincia il paradiso con un cartello di buon auspicio che mai avevo trovato in altri confini.



La dogana poi è il sogno di tutti i viaggiatori: un ampio salone ricoperto di marmi, aria condizionata, bancone per i visti e formalità doganali, banca, agenzia assicurativa per i mezzi, panche e sedie per riposare nell’attesa.

“Mi serve il visto.” “Prego compili il modulo con i suoi dati, passaporto, grazie.” I solerti poliziotti omaniti hanno uniformi talmente stirate e impeccabili che sembrano appena uscite dalla sartoria e fanno da contorno a volti perfettamente curati, nella capigliatura e nelle barbe tagliate in punta di forbice. Come non bastasse poi ognuno di loro è ricoperto da un’aurea di profumo, non intenso, ma persistente, quasi che siano appena usciti da un bagno purificatore e ristoratore.

“Sono 20 rial.” “Posso pagare con carta?” “Certo… ci scusi la banca è chiusa per la pausa.”

Giuro quasi svengo dall’incredulità, abituato alle dogane africane dove ti registri qui, metti un timbro lì, esci e vai a fare un visto là, mentre le faux guides ti rincorrono per cambiare in nero e offrirti i loro servigi, torni nel primo ufficio e poi ripassi da un altro. Il tutto sotto il sole abbagliante e la polvere che cambia solo di colore a seconda di quale stato stai per varcare.

In un’ora facciamo tutto e al primo coffee shop ci concediamo una coca. Fin qui il percorso si è snodato nel deserto, sabbioso nella prima parte, e roccioso in territorio omanita.





Pochi chilometri dopo la sosta la strada prende a salire verso le montagne che ci portano un poco di refrigerio e prima che cali la sera siamo nella cittadina di Ar Rustaq. Riusciamo a trovare un cambiavalute per pagare albergo, cena e il nostro primo caffè omanita, aromatizzato con il cardamomo e servito con i datteri.

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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

F 800 GS - Fotty
T700 - Tenery
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