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Vecchio 06-11-2017, 12:21   #29
Antonio Tempora
Mukkista
 
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Abyaneh – Meybod – Yazd
Km.417 In Moto H 4,51 Altitudine media 1045 Altitudine arrivo 1193


Colazione in camera con i dolcetti donati ieri sera dalla proprietaria dell’hotel per ringraziarci ancora per la medicazione al suo occhio.





Scendiamo e fatichiamo a far capire alla gentile signora che non vogliamo fare colazione e preferiamo pagare e partire, oggi è una tappa che si preannuncia “calda” e vogliamo approfittare delle ore fresche del mattino.
Paghiamo il conto e riceviamo in regalo pane, biscotti e dolci tipo “merendina” che consumeremo in parte per strada.
Scendiamo per la strada di ieri con Lilli che si gode rilassata, visto che conosce il percorso, il panorama che le ricorda tanto il Marocco.
Arrivati a NATANZ facciamo il pieno con il solito gentile benzinaio che ci fa passare avanti alla fila. Di solito faccio così: arrivo all’ ingresso del distributore, suono il clacson e mi faccio indicare la pompa di benzina, dico “Full” e lascio che riempiano loro il serbatoio senza che sia mai accaduto un trabocco di benzina, controllo il prezzo e pago, se capita che non abbiano il resto per questioni di scarsità di valuta o arrotondano in eccesso o fanno lo sconto…Tanto parliamo di centesimi di euro.
Seguo le indicazioni stradali perché la strada che percorriamo, che collega NATANZ con la N71 per YAZD, è nuova e non è inclusa nella cartografia Iran del GPS.
Direzione Yazd su strada a 4 corsie quasi deserta di auto, fondo buono specie sulla corsia di sorpasso dove si posizionano anche i TIR che quando ricevono la “flashata” da lontano si spostano lasciandoci passare salutandoci.
Velocità Kmh.120 fissi con sguardo che ogni tanto lascia la strada e guarda verso il deserto alla nostra sinistra.
Panorama brullo ed arido.
Nei pressi di ARDAKAN esco seguendo le indicazioni MEYBOD, al primo distributore faccio il secondo pieno poi, nel caldo del quasi mezzogiorno, comincio a seguire le indicazioni del GPS per arrivare alla tappa prevista per la visita odierna: MEYBOD ed il CASTELLO NARIN.
Tra indicazioni fornite da locali e quelle del GPS giro in tondo un paio di volte fino a quando mi si accosta una delle tante piccole motociclette che formano il traffico locale ed il giovane guidatore mi fa cenno di seguirlo imboccando una strada che avevo evitato vedendo il segnale di strada chiusa.
Lo seguo fiducioso, siamo io la sua moto ed un’altra, con a bordo marito e moglie in chador.
La strada chiusa finisce con un fossato per lavori in corso, montiamo su un basso marciapiede per immetterci tutti e tre in un dedalo di vicoli tra case basse e fatiscenti, ad un certo punto passiamo accanto ad un escavatore in funzione tra terra smossa, Lilli non fa una piega, io guido il nostro GS stracarico in questo imprevisto fuoristrada con le due motociclettine che filano spedite davanti a noi.
Dopo aver superato l’ultima strada sterrata, unica carreggiata stretta con tombini aperti ai due lati e taxi che procedendo in senso opposto pretende di passare per primo, la nostra guida ci porta all’imbocco di un ampio vialone pieno di negozi e trafficato fermandosi ed indicando in direzione della collina diritto davanti a noi pronunciando le parole che avevamo usato noi per chiedere indicazioni sulla nostra meta: “Meybod Narin Castle”.
Lo ringraziamo felici per il suo aiuto senza il quale avremmo faticato a trovare la direzione giusta e salutiamo il nostro angelo custode, ennesima dimostrazione della gentilezza e disponibilità di questo splendido popolo Iraniano.
Se ne va salutandoci con un sorriso, mentre la coppia marito e moglie è già scivolata via nel traffico, al solito caotico, di Meybod.
In cima alla collina troviamo l’ingresso al castello parcheggiando la moto non nel parcheggio principale per i veicoli ma davanti a quello pedonale di fianco alla biglietteria dove acquisto il biglietto d’ingresso solo per me visto che Lilli non si fida a lasciare la moto incustodita e si mette seduta all’ombra, dopo aver visitato la toilette, con uno sguardo un po’ sulla moto ed un po’ a me che mi incammino in visita.





Il castello è il più antico edificio in mattoni di fango sopravvissuto in Iran e secondo il cartello illustrativo è databile a più di 4000 anni nelle sue varie fasi costruttive.
Cammino attorno alle mura di cinta e poi dentro la parte visitabile del castello in un caldo torrido per poi raggiungere Lilli ed abbeverarmi alla fontanella di acqua fresca e pura all’ ingresso del sito.

















All’ uscita dal castello accendo il cellulare e leggo il messaggio di Sepideh con il nome del nostro albergo e riprendo la N71 che rapidamente mi porta all’ingresso di YAZD dove con l’aiuto di due poliziotti fermiamo un taxi che come da prassi ci scorta fino al DAD HOTEL dotato di un parking sotterraneo dove lasciamo la moto consegnando i nostri bagagli al fattorino.
Reception accogliente ed English Spoken, camera assegnata con letto matrimoniale e singolo, molto grande e bel bagno all’occidentale.
L’albergo è moderno, costruito come un antico caravanserraglio, con una corte centrale, le stanze attorno al cortile, un ristorante sotto il piano del cortile ed un altro sul tetto.
Su Trip-Advisor ci sono lamentele sul fatto che le stanze che danno sul cortile offrono lo sguardo ai passanti all’esterno, la nostra ha tende e vetri “appannati” che non fanno vedere dall’esterno, mentre confermo che il frigo-bar è rumoroso.
Per il resto una stanza molto bella e comoda per $ 78,95
Aria condizionata a palla, siamo ai margini del deserto e fa molto caldo ed anche se c’è assenza di umidità è meglio stare al fresco fino alla sera.
Riposino fino al tardo pomeriggio, ci cambiamo per uscire per cenare al ristorante suggerito da Sepideh e chiedo alla reception istruzioni per raggiungere l’ Exchange dove cambiare un po’ di dollari.



Mi faccio fare una piccola cartina con le istruzioni, apparentemente sono circa 800 metri a piedi, quindi usciamo a passeggio verso la direzione indicata.
Temperatura calata e passeggiata piacevole tra negozi ricchi di merce tra cui uno di tappeti dove Lilli si innamora di un tappeto con le rose, più per la bellezza dei fiori che per la voglia di acquistarlo conoscendo già il mio rifiuto.



Dopo un po’ che camminiamo passiamo davanti ad un forno su strada dove sfornano in continuazione il pane tipico Iraniano, come una pizza molto sottile ottima calda un po’ gommosa quando fredda.
Scatto un paio di foto ed un gentile signore ci offre un po’ del suo pane acquistato lasciandoci anche la sua busta, lo ringrazio in Inglese e ricambia il saluto nella stessa lingua. Approfitto per chiedergli indicazioni per arrivare all’Exchange.



Ci chiede di seguirlo, cosa che facciamo, ed in pochi passi arriviamo alla sua macchina dove c’è ad aspettarlo la moglie che scende a salutarci e ci fa accomodare.
Ci presentiamo, si chiama Alì, il fratello lavora a Friburgo, lo è andato a trovare e considera quella città bellissima, mi chiede del nostro viaggio ed è felice che ci piaccia il suo paese.
Dopo poco arriviamo all’agenzia di cambio, che a piedi era più lontana del previsto, proprio davanti al “Tempio del Fuoco” che ci indica come una guida esperta e ci chiede se vogliamo essere riaccompagnati in albergo.
Lo ringraziamo rifiutando e lo abbracciamo, Lilli abbraccia anche la moglie, salutando questo secondo “Angelo Custode” della giornata.



Cambio i soldi ad un tasso molto più favorevole di quello ufficiale e mi faccio chiamare un taxi che con difficoltà, visto che non aveva capito il nome del ristorante, ci porta a destinazione.
Il ristorante è dentro un vicolo della città vecchia, poco illuminato ed apparentemente sinistro, invece c’è parecchia gente a passeggio e nelle vicinanze c’è anche una Scuola Coranica.
Bel ristorante, di categoria superiore, con tavoli e locali separati dove consumare appartati il pasto in gruppo su tappeti e cuscini, troveremo la stessa sistemazione in tutti i ristoranti di una certa categoria in tutte le città visitate.
Mangiamo bene con il cameriere che si mette a ridere quando ordiniamo per prima cosa il cocomero, visto che la frutta apparentemente non viene consumata a tavola nei ristoranti.



Ritorniamo in albergo in taxi e ci fermiamo al bar nel cortile del nostro albergo dove mi bevo un caffè lungo “all’americana” fatto con una macchina Italiana e caffè Illy.



Fumo il mio sigaro, l’aria ora è più fresca, c’è una bella luna e Lilli sfoggia il foulard trovato a terra vicino a casa nostra e tornato nuovo dalla tintoria.



Siamo veramente felici di questa giornata, la prima del viaggio inframmezzata da una visita a monumenti o siti archeologici, dove abbiamo superato difficoltà impreviste per trovare le indicazioni giuste e abbiamo incontrato due gentilissimi membri di questa splendida popolazione Iraniana che hanno reso le nostre difficoltà di facile soluzione.
Torniamo in camera dove dopo un po’ di TV locale spengo la luce e raggiungo Lilli nel mondo dei sogni.
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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