Giorno09 LU 15/04/13
Colazione mista, bar e nostrana, ripieghiamo tutto, paghiamo 15€ a testa per bibite cena campeggio e colazione e ripartiamo. Nella periferia di Nouakchott sosta per riprodurre le fiches, me ne faccio altre 30, tanto vanno via come il pane e salame. L’attraversamento della città è piuttosto lento, traffico sostenuto, pedoni, carretti tirati dagli asini, dagli uomini, carichi in testa…c’è di tutto e bisogna avere gli occhi anche dietro.
Purtroppo sono afflitto da un’avaria gravissima, non ho il claxon che qui è indispensabile, non posso sollecitare cani pecore capre asini vacche, che affollano le strade della capitale, a levarsi di mezzo. Sudati fradici, un po’ scossi dalla bolgia che vi regna sovrana lasciamo la città, non prima di aver donato 2 fiches all’entrata e 2 all’uscita.
Dopo una cinquantina di km la strada diventa come te l’aspetti in africa, tutta crivellata di buche, talvolta dalla profondità impressionante. La guida qui è più impegnativa che sulle oiste, non ti puoi distrarre un attimo, pena rimetterci un cerchio o peggio.
Il panorama non cambia, sempre piatto, sempre sabbia ma la temperatura cresce, oggi arriviamo al record di 48,5°. In questo idillio di fata morgana incrociamo le tremolanti figure che fatichiamo a riconoscere in 3 ciclisti, per l’incredulità non per la forma.
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Una ragazza, Camille partita sola dalla Francia arriverà a Dakar e dopo un tour della Casamanche tornerà a casa e due ragazzi partiti insieme sempre dalla Francia partiranno per il Sudamerica per un tour di 3 anni, si sono incontrati più volte ed ora stanno facendo un tratto insieme. Esterniamo tutta la nostra ammirazione per l’impresa e teniamo per noi l’invidia per l’età che forse non arriva alla metà della mia, che sono il giovane del gruppo, e per l’avventura che surclassa la nostra riducendola alla partita a bocce della domenica.
Saluti, auguri e proseguiamo per sostare a pranzo nel villaggio di Tiguent dove ci svestiamo all’ombra del ristorantino e 40° sembrano freschi.
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Insieme al nostro pollo con verdure arrivano anche i 3 ciclisti rossi e congestionati che come noi approfittano del locale. Ci raccontano ridiamo e scherziamo e nella calura feroce del primo pomeriggio ci avviamo verso Rosso.
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Sostiamo solo il tempo di fare rifornimento, non contiamo di passare la frontiera qui, ma ci spostiamo sulle rive del Fiume Senegal verso la dogana di Diama.
E’ una bella pista che attraversa il parco Diawling, una zona umida piena di uccelli, facoceri, varani. La cosa sconcertante è che ci sono controlli di polizia e distribuzione di fiches anche qui.
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Ormai siamo arrivati a fine giornata e seguiamo le indicazioni Dekeur Macene di un villaggio turistico e con un po’ di indicazioni dei locali lo raggiungiamo.
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Ci sistemano in bungalow tipo rondavel, dal tetto di paglia, un lusso a cui non siamo abituati, con doccia in camera; ci accordiamo per una cena con montone e patatine (la carne è sicuramente fresca, perché fino ad un’ora prima camminava nel prato).
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Oggi abbiamo cumulato qualche altra caduta, una valigia si è spaccata nella zona di supporto ma con un abile lavoro di calzoleria composto da nastro americano e cinghie di nylon il problema è stato brillantemente superato.
Oggi 280k di cui 80off tot 3674