Discussione: viaggio in Senegal
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Vecchio 13-05-2013, 22:27   #36
amay450
Mukkista in erba
 
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Giorno13 VE 19/04/13
Ci siamo un po’ preoccupati per i danni che le scimmie avrebbero potuto fare al campo, ma è stato inutile, ci hanno ignorato.


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Si riparte lungo la costa, passiamo Mbour con la sua moschea e a Niaining assistiamo al ritorno dei pescatori con le pinnasse cariche di pesce dopo una settimana di mare, sulla spaggia c’è una folla: i famigliari, i commercianti, i ghiacciaroli(esiste?)


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(qui la refrigerazione e conservazione si fa col ghiaccio, anche i camion per il trasporto sono coibentati ma refrigerati a ghiaccio ed al bordo delle strade di comunicazione ci sono delle piazzole apposite per drenare il liquido lasciando pozzanghere che emanano miasmi infernali nella calura tropicale)i carrettieri, gli scaricatori e bambini, come sempre tanti bambini. Tutti sono cordiali e sorridenti e ti spiegano volentieri, anche i nomi dei pesci che probabilmente sono locali e non conosciamo.
Scendiamo giù fino a Fadiouth, isoletta collegata alla costa due lunghi ponti pedonali.
Il passaggio di molti turisti si fa sentire pesantemente, sia i parcheggiatori sono molto assillanti, tanto che ce ne andiamo praticamente subito, imboccando la pista che costeggia la zona umida del delta del fiume Saloum.

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Il paesaggio è molto particolare, villaggi di capanne, brousse, baobab, palmeti dalle piante esili ed altissime distanziate tra loro.


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In questa zona c’è il Grande Baobab che è vecchio di secoli, ha una circonferenza di oltre 30m e, come richiamo turistico, ha creato intorno a se un piccolo mercato di souvenir e oggetti d’artigianato.
Ci spostiamo in una zona un po’ più tranquilla per il consueto casse croute del mezzogiorno.
Questa parte del territorio è bellissima, con le piste di laterite a tratti sabbiose che serpeggiano nel panorama incontaminato dal turismo di massa, i locali sono curiosi e gentili ma non invadenti e molesti, si sta veramente bene e gli occhi godono a più non posso la bellezza del panorama.


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Attraversiamo una serie di abitati e sostiamo per il bivacco notturno dopo un villaggio anonimo dal nome pittoresco: Baba Garage.


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Questo è probabilmente, insieme a quello di Bandia, il campo più bello del viaggio, fondo sabbioso, erba secca tipo savana, arbusti verdi carichi di uccellini variopinti dietro ai quali ti aspetti di vedere giraffe ed elefanti, sparsi qua e là baobab maestosi, acacie dall’ombrello piatto e tamarischi con i rami bassi rasati perfettamente orizzontali dagli erbivori selvatici e domestici che popolano l’area.
Non sono un poeta ma l’atmosfera è incantevole e tutti siamo rapiti, si aggiunga al resto il gruppetto di tende, le moto coperte di polvere rossa parcheggiate accanto e ti rendi conto di avere quello che hai tanto sognato e cercato, forse non ero nemmeno riuscito a figurarmelo così bello e completo il quadro.
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