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Vecchio 09-11-2018, 19:13   #384
gldani
Mukkista doc
 
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ubicazione: Bra - Ducatus Sabaudiae
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Friedrich Zenk, pilota da caccia, qui raffigurato in sella alla moto col bimbo in braccio, durante l’addestramento alla scuola di volo A/B113 di Brunn nel 1943.



Alla fine dell’anno riceve le ali di pilota con l’abilitazione su numerosi aerei: He-72, He-35, Bu-181, Ar-96, C-445, Bu-133, Fw-56, North-American 64, He-51, Me-108, Me-109 (tutti i modelli). Diventato Ufficiale è inquadrato nel 5/JG5 nel settembre ’44, poi passa al 13/JG4 in ottobre.

La sua carriera di pilota da caccia termina il 2 novembre 1944 per le gravi ferite riportate in azione sul suo Me-109G-14 (# 460337) "Bianco 4". Dopo le cure e la convalescenza verrà poi destinato a fine gennaio ’45 ai reparti antiaerei.

Quel mattino si svolge sulla Germania una delle più grandi battaglie aeree della 2GM: la missione #698 contro gli impianti petroliferi di Leuna-Merseburg.
1200 bombardieri e 1000 caccia di scorta vengono affrontati da tutto ciò che una Luftwaffe ormai agonizzante riesce a racimolare al meglio. Dieci Gruppen della Difesa del Reich sono mobilitati con 490 caccia: monomotori e bimotori a pistoni, monomotori a razzo, bimotori a reazione.

Il diario di guerra dell’Ottava Air Force è asciutto ma esplicito: “… la più forte reazione da parte della Luftwaffe da settembre, oltre 400 aerei nemici. Attacchi pesanti e ravvicinati, ben coordinati ed aggressivi. Massiccio uso di missili aria-aria da parte dei jet…”.

Quest’ultimo passaggio è molto importante: sono i Me-262 del Kommando Nowotny che inaugurano i razzi alari R4M (uniti ai già collaudati razzi WerferGrenate da 21 cm in batteria binata sotto il muso) a spese dei B-24 Liberator del 392° BG beccati nella zona di Minden.

Gli equipaggi sopravissuti sono così atterriti che sperimentaranno un nuovo sistema d’arma difensivo: una batteria di bazookas comandati elettricamente e sparanti all’indietro piazzata sotto la coda dei B-24, con i quali avrebbero cercato di disgregare le formazioni dei jet e specialmente degli Sturmbock che si avvicinano fino a poche decine di metri senza poter venire quasi mai fermati: i sessanta Fw-190 blindati delle unità d’assalto Sturm./ decollati da Schafstadt (11,30) e Welzow (11,40) fanno strage di B-17 agganciati a mezzogiorno tra Lipsia e Magdeburgo in quattro ondate di 15 aerei ciascuno in formazione a cuneo stretto.

Se per gli americani questa missione sarà un bel salasso (43 bombardieri abbattuti e 16 caccia di scorta, quasi 500 bombardieri danneggiati), per i tedeschi è una vera carneficina: aerei difficili da usare, piloti giovanissimi ed inesperti, una superiorità aerea nemica assoluta e schiacciante. 120 caccia non torneranno alle basi, con 70 piloti uccisi o dispersi e 28 feriti.

Uno di questi è appunto il nostro Friedrich, abbattuto dalle torrette dei B-17.
Sopravissuto alla guerra, dal suo diario ci racconta come è andata.

"... Finsterwalde - 2 novembre 1944.
Condizioni meteorologiche pessime, nubi a 800 metri, pioggia, vento. Tutto il Gruppo in allerta per il “pronti in trenta minuti”. Dopo circa un'ora di attesa viene dato "l’Alarmstart" con i razzi di segnalazione.
Decollo difficile per il terreno fangoso e la pioggia. Le quattro macchine della Squadriglia seguono il nostro comandante, tenente Weitzberg, diretto verso ovest.
Dopo non più di una quindicina di minuti ci imbattiamo nel primo “Pulk” di bombardieri a circa 4.000 metri di altitudine.
Attacco un box di sei Fortezze B-17G, sparando le prime raffiche da 400 metri. Piccoli lampi e sbuffi di fumo lungo la fusoliera di un bombardiere. Mi rendo conto che sono tutto per conto mio e posso solo immaginare che i miei compagni siano coinvolti in una rissa con i Mustang da qualche parte dietro di me.
Mentre attraverso la formazione nemica lunghe scie di traccianti del loro fuoco difensivo corrono verso di me: un gran numero di colpi sbattono nel mio 109, il serbatoio dell'olio è perforato ed il liquido viscoso copre i vetri limitando fortemente la visuale anteriore. Un denso fumo amaro filtra nell'abitacolo, improvvisamente le fiamme eruttano dal cofano ed il motore si spegne. Rapidamente sgancio il tettuccio che vola via, strappo la cuffia di volo e mi preparo a saltare quando noto che il cuscino del pacco paracadute sotto di me sembra essere danneggiato, il che mi fa pensare due volte a saltare: decido di provare a planare per un atterraggio. Punto il muso verso il basso nello strato di nubi, ho presto visibilità al suolo e mi dirigo verso un campo che corre lungo un villaggio. Ormai le fiamme si allungano intorno alla cabina ed entrano dall’apertura del tettuccio mancante, mi copro col braccio sinistro il volto e la testa. Con successo effettuo l’atterraggio di emergenza e riesco ad uscire dall’aereo fiammeggiante.
Non riesco a vedere quasi nulla e respiro a fatica, mi incammino in direzione del villaggio. All'improvviso sento un grido dietro di me - "HALT! STOP! STOP!". Un poliziotto in bicicletta mi punta la pistola e mi porta nel villaggio sempre con la pistola alla nuca. Infine riesco a persuadere il mio “rapitore” che ero in effetti un pilota tedesco: poiché ero coperto di olio mi aveva scambiato preso per un americano nero, ed il mio giubbotto salvagente nascondeva le insegne sull’uniforme. La faccia e la nuca sono carbonizzate da ustioni di secondo e terzo grado, i miei occhi si erano chiusi per le bruciature. Sono poi portato in ospedale a Dessau... ".
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Burgman 650

"Quando un Mustang arrivava in coda al tuo Me410, potevi solo pregare".
F. Stehle

Ultima modifica di gldani; 10-11-2018 a 14:19
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