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Vecchio 30-11-2017, 11:23   #69
Antonio Tempora
Mukkista
 
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19/08 Erzurum – Urgup Km.714
In moto H.7,46 Quota Media 980 Quota Max 2114


Sveglia alle 06,00, preparo il caffè, faccio le borse che al solito Lilli si incarica di portare alla moto dove le carico.
Pago il conto e facciamo colazione e Lilli, contrariamente alle sue abitudini, si mangia un po’ di pane e marmellata ed addirittura un uovo sodo a riprova che la strada verso casa fa lo stesso effetto agli uomini ed ai cavalli: mette fame e fretta !
Usciamo facilmente da Erzurum e seguendo il GPS imbocchiamo la N100, già percorsa all’andata, ad una velocità di 120 Kmh impensabile in altri tempi, con le pattuglie stradali alla fine di ogni lungo rettilineo con i radar, visto che, ricordo, il limite di velocità per le moto è inferiore ai 90Kmh.
Alla fine veniamo fermati ad un check-point ma è solo un controllo dei nostri documenti, veloce e cortese.
La gendarmeria è rintanata nelle caserme, ognuna delle quali è protetta da un blindato e sacchetti di sabbia, le pattuglie con i radar sono così poche che quasi non danno preoccupazione ma lo sguardo è sempre vigile per scovare le auto “civetta” che segnalano i veicoli ai posti di blocco.
Ad Erzurum abbiamo saputo dell’attentato a Barcellona, il prossimo che mi dice: ”Ma non è pericoloso viaggiare in Iran?” lo mando a quel paese !
La strada è molto bella sia per il fondo stradale che per i panorami, un vero piacere per la guida anche grazie alla temperatura per niente soffocante.
Superata Erzincan all’incrocio per Sivas prendiamo la N200 che per i primi Km.100 è tale e quale le strade percorse in Turchia nei 2004-2005 con fondo sconnesso, a volte scuro-bituminoso e scivoloso, a due corsie.
In compenso il panorama ripaga dell’andatura più bassa e la maggiore attenzione alla guida così come le variazioni altimetriche e le tante curve che seguono il tratto montagnoso che separa Erzincan da Sivas.
Questa è la conferma che un viaggio in Turchia non delude mai dal punto di vista motociclistico per la varietà dei paesaggi che si susseguono da Ovest ad Est con montagne, fiumi, laghi, variazioni altimetriche ed anche splendide viste sulle coste del Mediterraneo e del Mar Nero.
Dopo 320 chilometri e 3-1/2 ore di moto ci fermiamo per il pieno e la pausa pranzo.
Nel ristorante attiguo al distributore ordiniamo un kebab di pollo con pane fresco ed insalata che mangiamo con gusto combattendo contro un nugolo di api che però non sembrano battagliere ma solo curiose.





Concludo con un buon Turkish Coffé ed un sigarino, la sosta è stata davvero rinfrancante e ripreso il cammino la strada migliora tantissimo diventando a 4 corsie più simile ad un’autostrada che ad una strada nazionale.
Lilli si gode rilassata il panorama, io la guida specie durante gli attraversamenti dei paesi dove è bello, dopo l’esperienza iraniana, trovare guidatori che si fermano ai semafori e rispettano le precedenze!
Come ci avviciniamo alla Cappadocia il tempo comincia ad annuvolarsi ma fino all’ultimo rifornimento non prendiamo pioggia.
Vicino al distributore c’è uno splendido campo di girasoli, il fiore preferito, con il tulipano, di Lilli a cui faccio un omaggio floreale che lasciamo in temporanea custodia a Bibo.







Siamo a 40 chilometri da Urgup ed è la terza volta che visitiamo la Cappadocia.
Ricordo ancora l’emozione della prima volta, anche questa sognata per tanti anni.
Ero sul letto della Clinica Villa Stuart, 04/06/1998, che chiedevo al Prof.Mariani dopo l’operazione al mio piede destro, fratturato in Marocco durante un viaggio in enduro 3 giorni prima, “Potrò andare in Turchia ad Agosto?”, la sua risposta affermativa era solo una pietosa bugia conoscendo la lunghezza della rieducazione….



Nel 2004 e 2005 eravamo sempre stati di base a Goreme, nell’Ataman Hotel dove il proprietario, il signor Ataman, che aveva studiato Storia dell’Arte a Perugia, ci aveva dispensato preziosi consigli per la visita a questa splendida regione.
Questa volta su consiglio del mio amico Paolo Volpara, residente in Turchia da tanti anni e conosciuto nel 2005, dormiremo ad Urgup in quello che Paolo ha descritto come il più bel Cave Hotel della Cappadocia: l’Esbelli Evi Hotel.
Dopo una piccola spruzzatina di pioggia arriviamo ad Urgup dove Lilli vedendo le “Case Troglodite” sulla collina, pensa che quella sia la nostra destinazione ricominciando con il mantra delle “strade di montagna”, alla fine dopo aver telefonato a Suha Ersos, il proprietario, seguite le sue indicazioni arriviamo di fronte all’albergo dove parcheggio Diavolina davanti all’ingresso.







L’accoglienza è più che amichevole, ci fa lasciare i caschi all’ingresso e dopo averci illustrato la terrazza con il magnifico panorama e l’angolo bar con una ricca dotazione di bevande alcoliche e analcoliche a nostra completa e gratuita (?!) disposizione, ci accompagna attraverso scale, terrazze e giardini alla nostra stanza.
Più che una “suite” è una vera residenza con giardino ed ingresso carrabile privato, cucina abitabile, un bagno dove occorre il GPS per quanto è grande, stanza “segreta” che mostra come si viveva nelle tipiche case scavate nella roccia vulcanica, con gli spazi per gli animali domestici e quelli per la macinatura e la pigiatura dell’uva da vino, camera da letto matrimoniale e salottino con TV satellitare.















Non chiedo nemmeno il costo della stanza perché siamo troppo affascinati dal luogo e poi chi se ne frega se una volta si fa una pazzia, per questo posto ne vale sicuramente la pena.
Mi faccio una doccia lunga e guduriosa e poi stappate due birre fresche dal nostro frigorifero, ci mettiamo in giardino a brindare al nostro viaggio
finalmente con una birra alcolica dopo quasi 20 giorni di forzata astinenza.



Dopo un breve riposino venuta l’ora di cena saliamo alla terrazza superiore dopo aver trovato la strada tra le varie tipologie di stanze affacciate sulla collina su cui sorge l’hotel che non è dotato di ristorante se non per la splendida prima colazione che Paolo mi ha decantato.
Incontro Suha con il quale faccio una breve chiacchierata in Italiano che parla perfettamente, come Inglese e Francese bevendo un Campari con Lilli.



Ci dice, con nostro grande rammarico, che il signor Ataman è morto pochi anni prima dopo una lunga malattia e che l’Ataman hotel ha cambiato proprietà.
La notizia riempie sia me che Lilli di tristezza e malinconia.
Usciamo dall’hotel e scendiamo a piedi, l’Esbelli Evi è sulla collina che domina Urgup di fronte a quella scavata dalle numerose abitazioni troglodite, verso il ristorante consigliatoci.
Il ristorante ha una bellissima vista ed offre un menù a prezzo fisso davvero buono con varie specialità tra cui un buonissimo spezzatino di fegato d’agnello che io, amante del fegato, gradisco in modo particolare.



Birra Efes a Go-Go, sigarino con Turkish Coffé e poi ritorno al nostro albergo dove in compagnia di Suha mi fumo un altro sigaro con un bel Chivas on the Roks.
Ritorniamo in stanza e ci abbandoniamo al “sonno dei giusti”
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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