Discussione: Islanda 2016
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Vecchio 07-09-2016, 11:16   #210
asderloller
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Giorno 5

Il lungo sterrato

Tempo uggioso, come l'umore. Sì, quando si è sui forum si sboroneggia sempre di capacità mai acquisite, ma ora sei qui e sai che la tua moto è una enduro solo nelle pubblicità e che il tuo Garmin quella Pista non ce l'ha. C'è la cartina, c'è il punto che hai fissato "Hveravellir", che dovrebbe essere a metà strada.

Risaliamo da Vik e arriviamo all'imbocco della F35, una sterrata "facile", ma lunga (circa 200km). Ci fermiamo proprio all'inizio della pista, ci prepariamo un panino e aspettiamo lo spunto per partire. Vediamo le grosse jeep fermarsi nella piazzola antistante la nostra moto a sgonfiare un po' le gomme, noi non lo faremo, la paura di bucare è troppa e non voglio rischiare.

Il navigatore, settato punto a punto, dice 53km. La mente stradale pensa "passeggiata".
Comincia la sterrata, veloce, una pista di terra con qualche sasso qui e la, mi alzo sulle pedane, faccio il figo, stracarico in 2 sulla pista.
Ci fermiamo poco più avanti a fare foto, questa F35 è davvero una passeggiata penso, torniamo allegri e spensierati.

Poi, poco più avanti, la strada comincia a cambiare, comincia a salire e la terra comincia a mancare, sostituita da sassi più o meno grandi, con un fondo più o meno compatto.
Alla mia prima esperienza di fuoristrada (ma comunque dentro una strada, come ci insegna @peppone ) credo di aver clamorosamente cannato mezzo, 300 e passa kili di moto, gomme gonfie.
Comincia la parte difficile, ho paura di cadere a terra, di fare male a me, alla zavorrina e alla moto.
Ma è solo un timore, in realtà la moto fila via liscia, la sensazione di cadere non si avvicina mai alla realtà delle cose ed apprezzo il neutrale comportamento della moto.
Sincera, ed è quello che mi serviva.

Il difficile arriva più che altro dal non avere idea di dove sei. I kilometri calano, ma non come dovrebbero e non stiamo puntando dritti al punto, stiamo andando verso est.
Nella mente del novizio spuntano interrogativi assurdi del tipo "ho sbagliato strada" (ma se ce n'è solo una?), nel mentre le jeep ti sfrecciano accanto senza curarsi che tu, a differenza loro, devi mantenere l'equilibrio. Nuvole di polvere improvvise entrano nel casco, lo richiudo con una mano, mi fermo per non cadere.

MA QUANDO CAZZO ARRIVA STA HVERAVELLIR?
Faccio due conti in testa, sto girando da 2 ore, ad una media prossima ai 20/25 orari, cazzo dovremmo esserci ormai. Chiedo informazioni a due tizi in bici nel mio maccheronico inglese "whatsammeriganistis" sento che tra loro si confrontano in italiano, allora gli sparo un "quanto manca?": 8km... vabbè.

Ripartiamo, vorrei solo arrivare a metà, per tirare le somme sui tempi.

Cado dentro a qualcosa, pensavo a terra e invece no è sabbia, apro il gas, per istinto, il manubrio si muove esco dalla sabbia.

La seconda sabbia che arriva è più difficile, so che è sabbia, so che non so guidare in fuoristrada quindi metto giù i piedi. Si pianta la moto.

Do gas, ne esco.

Terza sabbia, qui devo fare un mix tra mettere giù i piedi e dare gas, sono quasi arrivato, non voglio stenderla, ne va del mio onore e della mia salute mentale.

Passa anche questa e ne passeranno altre. Fino ad arrivare finalmente ad Hveravellir.

Mi sdraio a terra, manco avessi fatto la Dakar. L'energia nervosa ti sfianca e l'idea di essere ancora a metà strada mi deprime, anche perchè manca la maggior parte della strada. A che ora finirò?
Mi sento un po' pirla, la pista in se, sabbia a parte, non era difficile, non ho rischiato niente. Ma il bagaglio, la responsabilità per la zavorrina, non mi fanno stare tranquillo.

Volevamo fare una sosta alla sorgente, ma sono troppo nervoso e non me la godrei.

Chiedo lumi ai motociclisti che trovo, che scendono tutti da nord, mentre io sto salendo.
"una passeggiata, solo qui alla fine un po' di sabbia".

Penso immediatamente che non so andare in moto. Questo è un crucco di taglia large, carico più di me anche se da solo e mi dice che è una passeggiata.

Morale sotto le scarpe riparto, ancora sabbia. La zavorrina mi incita (santa donna, santissima donna) e ad un certo punto, tutto finisce.

Strada di nuovo di terra, larga, bella, compatta, ricomincio a dare gas, 90-100 all'ora, non mi pare vero, è finita.
Sempre un po' di paura che ad un certo punto ritorni come all'inizio ma poi i km passano e la strada non cambia, il Garmin finalmente ritrova la pista, ho un orario, ho un tempo di percorrenza, ho una zavorrina intera, una moto intera e un paesaggio splendido davanti a me.

La strada si inerpica ancora, dolcemente, su di una collina, sotto un lago, vicino il sole che sta per calare. Delle volpe artiche ci attraversano la strada. È l'idillio che stavo cercando e l'ho trovato.

Penso a quanto mi sono preoccupato per nulla, ma tutte le cose nuove fanno sempre un po' paura.

Arriviamo in serata a Akureyri. Domani ci aspetta una giornata piena.

Tip: prendetevi i vostri tempi. È una pista facile, ma se come me siete inesperti non sottovalutate mai il rischio. Alla fine dell'F35 ho trovato un GS, targato italia, con un danno sopra le teste (che poi ha proseguito in Jeep) e ho saputo di un'altra coppia con la zavorrina, dopo una caduta, che si è rotta una caviglia. Quindi attenti, come sempre quando si va in moto.

Continua...

Ultima modifica di asderloller; 07-09-2016 a 12:01
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