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Vecchio 07-12-2020, 11:30   #1
Someone
Mukkista doc
 
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predefinito Merlin, Tina - "Sulla Pelle Viva"

Come si costruisce una catastrofe - Il caso Vajont

"Oggi non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa".
Questa frase fu scritta dall'autrice, giornalista "schierata", il 10 ottobre 1963, all'indomani di un disastro, quello del Vajont, che Tina Merlin aveva cercato, come poteva e sapeva, di impedire, senza alcun risultato.

La storia la sappiamo più o meno tutti: 2000 morti per la "tragedia annunciata" del Vajont, e le sue conseguenze negli anni successivi. Scritto da qualcuno dichiaratamente "di parte" che fu anche processato (ma assolto) per "diffusione di notizie false e tendenziose".

Avevo aspettato tanto a leggerlo, non lo trovavo, o forse era una scusa, dato che la matrice politica di chi scrive non è la mia, ma mi sono poi deciso (e ho fatto bene) per approfondire ancora per quanto possibile e non dimenticare la tragedia del Vajont.

Un libro inchiesta su una catastrofe costruita dagli uomini della SADE con la compiacenza dello Stato italiano del Dopoguerra. La rabbia, la voglia di essere ascoltati, di difendere i deboli, di sanare le ingiustizie. Una storia di verità e di certezze che dà voce ai contadini di Erto e Casso, che si vedono strappare la propria terra e vedono le proprie case sommerse durante gli invasi della diga; la paura e la rabbia degli ertocassani; il loro non riuscire ad essere "comunità" per tempo.
La giornalista aveva denunciato ogni cosa e ogni sorta di pericolo: la montagna si muove, cammina, è pericoloso, potrebbe cadere. E se cadesse? Nessun problema, rassicura la SADE, al massimo qualche onda azzurrina, al massimo una ventina di metri (!).

L’onda invece è stata alta centinaia di metri, la notte del 9 ottobre 1963 alle 22.39, spazzando via alcune frazioni di Erto e generando un vero e proprio olocausto a Longarone dove ci saranno forse duemila vittime.

E dopo, solo dopo, ecco che arriva la compassione, la pena, la carità verso gli abitanti della valle e dei sopravvissuti. Il prezzo dato ad una vita umana.
I contribuiti a fondo perduto, i giochetti per le licenze commerciali (questa non la sapevo nemmeno io che è tanto che mi interesso della cosa), i referendum per spostare i paesi delle valli friulane colpiti, e miliardi di lire per ricostruire Longarone. I processi (all’Aquila così nessun valligiano può andare a presentarsi come testimone a creare disordini), l'Enel che tacita in anticipo la maggior parte dei testimoni.

La chiusura dei processi (1982), diciannove anni dopo....

Un bel libro, bisogna fare un minimo di tara ad alcune cose, anche perchè sono passati altri 40 anni, ma alla fine è un libro onesto, anche sui difetti dei valligiani che, in troppi, hanno pensato solo al loro "orticello" senza fare fronte comune.

Un cazzotto nello stomaco.
Dovrebbero farlo leggere nelle scuole.
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Ultima modifica di Someone; 07-12-2020 a 15:57
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