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Vecchio 03-11-2017, 12:46   #18
Antonio Tempora
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03/08 Sareyn – Ardabil – Astara – Mar Caspio – Masuleh
Km.368 In moto H5,56 Velocità Media Kmh 62






Partiamo presto come al solito uscendo da questa piccola città senza difficoltà arrivando all’ incrocio con la strada a 4 corsie già percorsa ieri che ci porterà di nuovo ad ARDABIL che superiamo rapidamente per proseguire sulla N16 oltre NAMIN.
La strada comincia a scendere (ricordiamoci che a SAREYN eravamo ad oltre 2000 metri, ad ARDABIL a quasi 1400) verso il MAR CASPIO.
Il panorama cambia completamente, le montagne all’orizzonte che in precedenza erano di color ocra e brulle lasciano il posto ad altre con vegetazione rigogliosa di boschi, ora l’umidità prodotta da questo mare interno si fa sentire.
La strada, ripida a due corsie, è tutta curve e tornanti ma la velocità di percorrenza è bassa perché il traffico in entrambi i sensi, camion e vecchie auto che in salita e discesa procedono a bassa velocità, non permette i sorpassi se non in determinate sezioni di strada debitamente allargata.
Noi con la moto siamo avvantaggiati, ma bisogna ugualmente guidare con prudenza.
La strada mi ricorda molto quella percorsa nel 2007 in Montenegro provenienti dal Kosovo, direzione Podgorica, in discesa, stretta e trafficatissima specie di camion sempre difficili da superare.
Ad un certo punto vediamo un albergo in stile Alpino su cui passa sopra una cabinovia, segno che qui in inverno si scia?
Ai lati della strada venditori di frutti di bosco e souvenir, noi non ci fermiamo ed anche se sono attento alla guida non faccio a meno di ammirare il panorama delle valli sottostanti che si aprono sul MAR CASPIO che brilla in lontananza.
Arriviamo ad ASTARA, principale confine con AZERBAJAN, da cui si capisce il numero impressionante di TIR sulla strada che abbiamo percorso.
Il caldo secco dei giorni scorsi ha lasciato il posto al caldo umido ed anche la vegetazione è cambiata lasciando il posto ad ampie coltivazioni di riso.
La guida LP era stata chiara: il MAR CASPIO è brutto a cominciare dalla sua costa assolutamente invisibile dalla strada che percorriamo da ASTARA a BANDAR ANZALI (N49) lungo la quale accade l’ unico episodio poco piacevole di questo viaggio: lungo la strada veniamo affiancati da auto e furgoni che ci salutano sorridendo e riprendendoci con il loro telefonino, cosa che si protrarrà per tutto il viaggio, durante il passaggio nei paesi il traffico d’auto viene sostituito dalle “motociclettine” di non più di 150cc che stracariche scorrazzano in ogni direzione, una di queste, guidatore e passeggero giovani ragazzi, si accoda all’uscita dall’ennesimo paese attraversato dalla nostra strada, alla nostra moto, ho sempre un occhio sullo specchietto retrovisore e mi accorgo subito del passeggero che con manovra rapida sfila il nostro BIBO dal Top Case e lo passa al guidatore che se lo nasconde sotto la giacca superandoci sorridendo.



Rapido inseguimento con clacson della moto a palla, agito il braccio sinistro con il pugno chiuso e li faccio accostare riprendendomi il nostro “assistente” che ci segue oramai da 3 anni in moto (facciamo collezione di Teddy Bears, più di 100 di peluche e circa 200 di ceramica: tazze-teiere-oggettistica tutto in tema Teddy Bear. Il mio preferito Musetto è venuto con me al Top Dream 1995 in Namibia facendo il percorso in Kaokoland sul sellino posteriore)



passandolo a Lilli che ringrazia i due pensando lo avessero raccolto caduto dalla moto……
Ancora non so se si fosse trattato di uno stupido scherzo o di un tentato furto….
Riceviamo comunque i complimenti per la mia reazione di un paio di macchine che avevano assistito.
Arrivati a BANDAR ANZALI mi metto alla ricerca di un punto dove poter dare uno sguardo alla costa e dopo diversi giri tra posti veramente squallidi trovo un Hotel a 4 stelle (cadenti) proprio sulla costa dove ci fermiamo per la pausa pranzo.
Aria condizionata a palla, personale gentilissimo, moto lasciata all’esterno guardata dalle onnipresenti telecamere di sorveglianza, salone affacciato sul mare.
In attesa di poter mangiare al ristorante dell’albergo ci reidratiamo con acqua e the e poi usciamo per scendere in spiaggia e “bagnarci i piedi” nel MAR CASPIO.









https://youtu.be/rLgwaTnxOM4

Confermo quanto scritto sulla Lonely Planet: il MAR CASPIO è davvero brutto, la peggiore delle nostre coste massacrate dall’abusivismo edilizio è una meraviglia paesaggistica in confronto, ma fare tanta strada per arrivare in Iran senza vederlo, specie pensando che MASULEH è nel nostro percorso, sarebbe stato un delitto, almeno per me.
Chi vuole saltare Masuleh nel suo tour in Iran può certamente saltare anche il Mar Caspio.
Mangiamo al ristorante dell’hotel il solito menu a base di riso e kebab e poi riprendiamo la nostra strada dirigendoci verso FUMAN attraverso coltivazioni di riso e the, fa caldo umido, la regione è famosa tra gli Iraniani per il suo, a loro dire, splendido clima in quanto per loro, abituati al caldo torrido, la pioggia è sinonimo di “bel tempo”.
Siamo fortunati e non piove ed arriviamo nel pomeriggio alla nostra destinazione: Hotel Arya - http://masouleharyahotel.ir/
A soli 3 chilometri da MASULEH, a conduzione familiare, stanza ampia e pulita con bagno occidentale, ristorante interno con cucina tradizionale, personale che anche se parla poco Inglese si dimostra simpatico e disponibile.



Ci portano le borse in camera dopo aver parcheggiato la moto davanti all’ ingresso, ci facciamo una doccia e ci cambiamo, scendiamo e chiamiamo un taxi che in pochi minuti ci porta a MASULEH.





Aver scelto un albergo non al centro di questo paese descritto come tra i più caratteristici dell’Iran è stato fondamentale.
Il caos è totale, il parcheggio ai piedi del villaggio è stracolmo tanto da dover proseguire, chi vuole parcheggiare il proprio mezzo, pagando l’ingresso, a quello superiore.
L’albergo all’ ingresso del villaggio non ha nessuna attrattiva, le altre sistemazioni sono dentro al villaggio che è solo pedonale quindi bisogna trascinarsi appresso le borse dopo aver parcheggiato la moto nel caos dei parcheggi sottostanti.
Procacciatori d’affari offrono insistentemente sistemazioni in camere all’interno del villaggio
Dopo il Ponte di Monstar, anche questo è un luogo che ha più fascino nelle aspettative che nella visita.
I turisti locali affollano le strette viuzze piene di botteghe che vendono cibo e cianfrusaglie, certo le case arroccate sulle pendici delle montagne coperta di boschi, le nuvole basse, la gente che cammina sui tetti di case e botteghe per passare da un vicolo all’altro sono caratteristici, ma la folla ed il commercio hanno reso questo posto, come più avanti sperimenteremo ad ABYANEH, troppo turistico.

















Anche qui Lilli viene fermata dalle famiglie locali in visita per una foto con loro ed in un bar un gruppo di signori seduti per un the, tra cui il dentista locale, ci chiede di sedere con loro e scattare una foto.









Sulla terrazza nel punto più alto del villaggio ci fermiamo per un the con il caratteristico “stecco di zucchero limonato” che persino io, che non metto zucchero nemmeno nell’espresso del bar, infilo nella mia bevanda.
Anche Lilli, da brava turista, acquista il suo souvenir.







Riscendiamo verso il parcheggio dove con un altro taxi ritorniamo al nostro albergo.
La proprietaria ci invita a prendere un the con lei ed il marito sotto il loro gazebo ed accortasi di un buco nel calzino di Lilli glielo fa sfilare e tirato fuori dalla tasca un set di cucito effettua in brevissimo tempo un rammendo invisibile.







Ci invitano a consumare la cena nel loro gazebo, ma dopo il riposino n camera preferiamo uno dei tavoli dell’ampio ristorante dove tutti sono davanti alla TV a vedere una partita tra due squadre di calcio Iraniane.
Mangio il piatto locale a base di melanzane ed uova, oltre agli immancabili kebab di pollo e agnello contornati da riso pilaf, tutto molto buono ed abbondante al costo, con le bibite, di 15 euro per due.
Ci mettiamo fuori seduti davanti alla moto, mi fumo il mio sigarino mentre veniamo visitati da tutte le famiglie che stanno cenando sotto i gazebi e che chiedono informazioni sul nostro paese ed il nostro viaggio con l’immancabile selfie di gruppo.





Torniamo in camera alle 22, saluto dalla finestra una famiglia, che sta consumando il cibo portato da casa e cucinato nella cucina del ristorante, tra cui un ragazzo che è stato in Italia ed è un patito di Lucio Battisti e ci mettiamo a letto per un lungo sonno ristoratore.



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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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