GIORNO 7 – 340 km
Himara – Sveti Naum
La tappa di oggi mi porterà in Macedonia, quindi questo è il mio ultimo giorno albanese. Quale migliore occasione per esplorare il selvaggio sud est di questo piccolo paese?
Lascio Himara di buon mattino e mi dirigo verso est, nell’entroterra. Saluto per l’ultima volta l’isola greca di Corfù che mi sta proprio di fronte.
Faccio tappa alla
Sorgente dell’Occhio Blu. Una sorta di rigurgito carsico che borbotta in un laghetto dalle acque azzurro fluorescente.
C’è un parcheggio, un baretto e un po’ di persone che gironzolano. Il posto è carino e discretamente tenuto.
Poi mi sposto per vedere
Girokastra, che in albanese vuol dire “fortezza argentata”. Anche questa cittadina è patrimonio dell’Unesco, a mio avviso immeritato. Il paesello è sovrastato da un castello e la vista d’insieme è abbastanza inusuale per l’Albania, dato che i paesi normalmente sono un insieme di case costruite come capita.
Qui invece si respira l’aria di un centro antico, incastrato tra vicoli stretti.
Ora però viene il bello: la parte forse meno frequentata dell’Albania. Si tratta della strada che da Girokastra conduce a nord, verso il lago di Ohrid (al confine con la Macedonia), costeggiando il confine greco.
Si tratta di una zona, per lo meno quella più montuosa, poco abitata e la strada che la attraversa è bella grezza: un continuo saliscendi (il punto più alto è il Passo di Barmash) tra profonde valli desolate e asolate.
E’ l’Albania più pura. E mi è proprio piaciuta.
Fa un caldo becco e procedo ad andatura lenta, viste le condizioni delle strade, che sono strette e piene di curve. La mia moto, che non è fatta per questo genere viabilistico, ad un certo punto mi va in allarme temperatura. Così rallento ancora di più l’andatura e aspetto che il termometro si abbassi.
Finito lo stradame di nicchia si apre una zona pianeggiante (piuttosto anonima) che mi porta diritto al confine, sul lago di Ohrid. Visto che in Albania, la pula non da multe ai turisti (così mi hanno detto tutti gli agenti che mi hanno fermato), ci do dentro visto che le strade, dritte e larghe qui lo permettono.
Alla frontiera albanese non vedo nessuno. La sbarra è alzata e tiro dritto. Non l’avessi mai fatto… La pulazza mi insegue fino alla frontiera Macedone e mi riporta indietro, leggermente incaxxata. Secondo loro avrei dovuto fermarmi e aspettare che qualcuno comparisse. Mah…
Sbrigo le pratiche di uscita (che poi erano solo un controllo dei documenti), torno alla frontiera Macedone e passo il confine.
Dopo qualche chilometro svolto per il Monastero di
Sveti Naum, che giace in bella posizione proprio sul lago e che scopro essere anche un albergo. E che albergo! In frontiera mi dicono che costa 280 euro a notte, ma si sbagliavano di uno zero: 28 neuri per una suite quadrupla larga la metà di casa mia. Ottimo direi!
E la location me la ricorderò per tutta la vita. Gironzolare di notte per il monastero silenzioso era proprio suggestivo, soprattutto sotto una stellata davvero indimenticabile. Sullo sfondo si vedono le luci albanesi.
Vado a dormire felice.
GIORNO 8 – 235 km
Sveti Naum - Skopje
Giornata dedicata interamente alla Macedonia e alla sua zona più bella e anche più turistica.
Percorro tutta la sponda orientale del
Lago di Ohrid fino all’omonima cittadina, che ovviamente si affaccia sul bacino d’acqua, il più antico d’Europa (ha un milione di anni).
Mi accorgo che il telaio porta borse destro si è crepato e così mi fermo a farlo saldare.
Entro a
Ohrid. Il paesello è piacevole e ricco di chiese bizantine. Il lungo lago è ricco di botteghe e turisti.
Salendo sulla collina, la vista diventa da cartolina. C’è il sole, il cielo è limpido. Si sta veramente bene.
E’ metà pomeriggio e vorrei arrivare a Skopje, per poi domani entrare in Kosovo.
Lungo la strada tra Ohrid e Skopie, incontro un lago…
… e poco dopo il monastero ortodosso di
Bigorski, dove i monaci accolgono pellegrini e turisti.
Poi, vista l’ora un po’ tarda, mi sparo diretto verso
Skopje, la capitale macedone, dove arrivo con il buio.
Attraverso a passo d’uomo tutta la piazza principale, che ovviamente è pedonale, senza farmi fermare dalla pulazza in borghese. E mi sistemo in un albergo. Sto giro è un po’ caro, ma bellissimo (e a me serviva il parcheggio custodito per la carota).
La piazza principale e i palazzi lì attorno fanno molto disneyland. Qui deve avergli preso la scimmia dei led colorati…
GIORNO 9 – 293 km
Skopje - Berane
Il nord ella Macedonia confina con il sud del Kosovo. La strada è bella e piacevole e alla frontiera non ci sono problemi, se non la necessità di fare l’assicurazione temporanea.
Di là si aprono ampie pianure tutte coltivate fino a
Pristina, che definirei una città senza particolari attrattive, a dirla tutta piuttosto bruttotta…
… e con un sacco di polizia in giro che ferma praticamente chiunque.
Il Kosovo, come riferito da altri ha ben poche attrattive e non vale la pena di essere visitato, con un’unica eccezione: il
Monastero di Decani, protetto dall’UNESCO e dai nostri soldati della KFOR.
Si tratta di un enclave ortodosso in un paese popolato quasi esclusivamente di musulmani kossovari. E’ comprensibile dunque che i monaci serbi stiano sulle balle alla popolazione, che ne ha prese davvero tante durante la guerra, per cui ogni tanto qualcuno prova a creare qualche danno.
Il monastero è dunque sorvegliato, ma la situazione è tranquilla.
Si entra solo con il pass, dopo essere stati registrati.
Dentro è una piccola perla.
Il resto del viaggio sarà dedicato alle montagne e alle forre del Montenegro. Per arrivarci devo passare il
Valico di Rosaje tra i boschi di conifere. L’asfalto è sempre ben tenuto (come del resto anche in Kosovo, dove stanno rifacendo un po’ tutte le strade).
Mi fermo a Berane, dove sorge il Monastero di
Durdevi Stupovi. E’ ormai sera. Mi sistemo in un albergo gestito da un montenegrino flippato dell’Italia. Albergo Sole si chiama. Di fronte gestisce un ristorante dove il menù è ovviamente tutto italiano (a qualità stiamo però ad anni luce dalla più nefanda bettola nostrana). Ha pure un negozio di abbigliamento: moda italiana of course… si, ma roba da banchetti cinesi oscena.
Domani mi aspetta la parte paesaggistica più bella di tutto il viaggio, quella che aveva fatto scattare la molla di partire.
Rimanete sintonizzati…