N.B.: a seguito del mio post #61, ho [evidenziato] i passaggi che oggi non riscriverei perché non corretti e ho fatto delle aggiunte.
Non ho letto le lettere,
[ma dal punto di vista giuridico Axo è perfettamente in regola].
Il paraschiena non è obbligatorio, quindi chiunque può usare il coperchio di una pentola,
[e chiunque può vendere coperchi chiamandoli paraschiena].
E' esattamente quello che succedeva con le "padelle", i caschetti omologati DGM (anziché E), in libera vendita per una vita, finché con l'avvento del casco obbligatorio furono prima confinate sui cinquantini e poi messe fuorilegge.
Però le norme di omologazione dei paraschiena e dei protettori in genere esistono eccome, e sono:
- la UNI EN 1621-1:2001, relativa agli "Indumenti di protezione contro l'impatto meccanico per motociclisti - Requisiti e metodi di prova per protettori contro l'impatto";
- la UNI EN 1621-2:2004, specificamente riservata agli "Indumenti di protezione contro l'impatto meccanico per motociclisti - Paraschiena - Parte 2: Requisiti e metodi di prova".
Quest'ultima specifica la copertura minima che deve essere fornita dai paraschiena indossati da motociclisti in normali condizioni di traffico, contiene i requisiti di prestazione per i protettori sottoposti a impatto e i dettagli dei metodi di prova e include inclusi i requisiti dimensionali, i requisiti ergonomici e i requisiti di innocuità, etichettatura e di presentazione delle informazioni.
L'adesione alla normativa UNI è volontaria
(in linea generale è così, ma il D.Lgs 475/92 la rende obbligatoria), ma
l'acquisto di un paraschiena omologato secondo la UNI EN 1621-2:2004 garantisce la presenza di dei requisiti da essa stabiliti e quindi un buon livello di sicurezza.