Pista e strada: quale sicurezza?
In ossequio all’invito di Wotan, apro questa discussione e, dato che l’argomento si presta a prolissità e domande, lo pubblicherò a puntate, contando comunque sul dibattito con voi.
1. Sia in pista che in strada si verificano incidenti e malauguratamente in entrambi i luoghi con conseguenze che recentemente abbiamo conosciuto in modo fin troppo crudo. Poi, che da una parte ci si schianti meno che dall’altra, oppure che le conseguenze peggiori siano più frequenti di qua che di là, è solo una questione di numeri: quando tocca a noi, i numeri e le belle parole non hanno alcun valore! Eppure è stata approvata una norma che obbliga la sostituzione dei guard-rail! Eppure le piste sono costruite apposta per essere luoghi sicuri, anche senza guard-rail! L’ho fatta breve, ma chi ha orecchie per intendere… Ora la domanda che sorge spontanea è: su quale, o quali, aspetti deve essere l’orientata la preparazione in un’ottica di miglioramento dello standard di sicurezza? La moto? Già fatto tanto (gomme, dispositivi elettronici, airbag, ecc…). Le infrastrutture? Già fatto (norme sui guard-rail, proposte di taglio alberi, asfalti drenanti…). Cosa rimane? O, meglio: CHI rimane? Il pilota/motociclista! ... |
L' uomo, la società e la civiltà intera.
sarebbe ora di finirla di mettere a rischio il bene sommo che è la vita in nome di cosa ? Un po' di adrenalina? Un pomeriggio di emozione ? il rombo di un motore? sta cavolo di velocità...ma che sarà mai poi sta velocità ? Mah...da motociclista anche io, non capisco proprio. E gente...guardate che è un attimo. Un imprevisto , una distrazione e buio completo...per sempre. Ne vale la pena ? |
Il motociclista deve sicuramente evitare di fare idiozie che può pagare care.
Ma, anche evitandole, ci sono grosse differenze tra un motociclista che è in forma, sa guidare ed è allenato a compiere le manovre di emergenza, e uno che non è così. |
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Le norme non devono rimanere solo parole vuote: i guard rail devono essere EFFETTIVAMENTE messi in sicurezza. Tutti. Le strade devono essere asfaltate con standard austro/svizzero/tedesco. Tutte. I limiti devono essere rispettabili, così da essere più facilmente rispettati. A noi poi la responsabilità di non andare comunque troppo forte (che non vuol dire necessariamente andare piano) |
@PaoloGrandi:
Hai ragionissima! ma fino a quando non saranno sostituiti i guard-rail o gli asfalti, che si fa? si sta a casa? |
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2^ puntata.
Nella prima puntata abbiamo individuato il destinatario del miglioramento dell sicurezza ed è già un passo avanti; ora tocca stabilire un concetto di partenza. Esercizio fisico? Va bene! Ma chi già non ne fa? Controllo dell’alimentazione? Può essere, ma è un po’ vago… Corsi di guida? Molto utili, ma il Sic o Tomizawa, o Barry Sheene o Locatelli, ne avranno avuto bisogno? (per non citare Gilles Villeneuve o Ayrton Senna o Niki Kauda o Regazzoni o Kubica) Del pilota/motociclista, quale caratteristica o aspetto dobbiamo prendere in considerazione al fine di stabilire quale sia la preparazione che porta miglioramento delle prestazioni? in questo caso ai fini della sicurezza, ma non cambia molto se il fine è il massimo risultato! Dobbiamo partire dall’Uomo (come essere umano, quindi donne comprese ;))e dal fatto che l’Uomo è un’entità soggetta ad evoluzione! Questo è il concetto di partenza, ma anche di arrivo, perché un essere più evoluto di prima è ancora soggetto ad evoluzione, o miglioramento che dir si voglia! E questo è semplicemente meraviglioso, ed è sostenuto anche dagli studiosi paleontologi, quando affermano che l’evoluzione dell’Uomo è considerata essere “senza fine”. Fine seconda puntata, a domani con la terza. |
Ops: a mero titolo divulgativo, il materiale pubblicato in questa specifica discussione proviene da documenti registrati e tutelati dalle norme sul Diritto d'Autore ©.
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io per miglioramento delle prestazioni intendo una maggior padronanza del mezzo, una maggior sicurezza, una miglior capacità di prevenire o affrontare il pericolo. |
Beh, cominciamo a ragionare.
Vediamo di scansionare le tue affermazioni: 1) ... partendo dal presupposto che alcuni hanno capacità superiori al normale… io scriverei così: “… che hanno sviluppato capacità …” perché se ci rifletti, non sono nati con quelle capacità, bensì le hanno sviluppate nel corso della vita o di specifiche attività. 2) ... per miglioramento delle prestazioni intendo una maggior padronanza del mezzo… è giusto, ma mi viene da domandare: e la padronanza di sé, ovvero di colui/lei che guida il mezzo? non è forse necessaria a priori, rispetto a quella del mezzo? altrimenti come controlli qualcosa se non hai padronanza di te? (o potresti averne di più…) © |
Interessante, molto. Vai avanti.
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Nàaa,
la prossima puntata solo domani alle ore 09.00 su questi schermi. Per ora solo commenti. Serio: il dibattito è sempre aperto e con intento costruttivo, soprattutto quando in ballo c'è la sicurezza! |
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...per tornare alla tua domanda: Quote:
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Ovvero: non è necessario che diventiamo tutti dei VR, così come non è sufficiente applicarsi, ma l’impegno ci deve essere da parte di ognuno per migliorare se stesso rispetto a se stesso. Sul fatto che le doti vada coltivate, mi trovi perfettamente d’accordo, quindi, dato per scontato che chi va in moto lo fa perché ha quell’attitudine, mi sembra giusto che se la coltivi e la affini, cioè la “faccia evolvere”. Come lo vedremo a breve. Lamps! |
3^ puntata.
Ma veniamo a noi, i motociclisti. In che modo ci riguarda l’argomento “evoluzione”? Beh, tanto per cominciare apparteniamo al genere umano. E l’evoluzione? Beh, da quando siamo venuti al mondo al momento attuale, abbiamo avuto la nostra bella evoluzione anche noi: imparando a camminare, a parlare, a scrivere, a stare in equilibrio, a guidare la moto e l’auto e chi più ne ha più ne metta. Ma per la regola di cui sopra, secondo la quale l’evoluzione è senza fine, abbiamo ancora un grande margine di miglioramento. Questo margine lo riempiamo attraverso le Tecniche Evolutive (EVOLUTIONARY TECHNIQUES OF MAN), ovvero quegli stratagemmi che applichiamo in modo inconsapevole, ma concreto, in ogni istante della nostra vita. Noi abbiamo individuato queste Tecniche Evolutive e le utilizziamo in modo mirato per ottenere risultati specifici! |
Non vorrei abbassare il livello del confronto, ma mi butto lo stesso.
Penso che le tecniche evolutive si possano considerare una risposta a stimoli ambientali variati o risposte individueli e/o collettive agli stessi stimoli al fine di rendere la risposta più efficiente o più efficace, o più efficiente e più efficace. A tale scopo possono essere molto utili corsi di guida in ambiente protetto per capire quali sono i limiti della moto e della strada. Per starci poi lontani ... Nel caso della sicurezza alla conduzione di mezzi ritengo che la responsabilità sia sempre individuale e mai collettiva. Mi spiego meglio: è dovere di ciascuno di noi che conduciamo moto, auto, biciclette, aeromobili, navi (...), ecc. adeguare lo stile di guida alle condizioni circostanti. Ovvero, ad esempio, rallentare prevedendo uscite ingressi laterali di bambini, palloni, auoto, bici, ponendosi la domanda: "e se l'asfalto appena dopo la curva è sporco?" E via dicendo... Come pure è il conducente (pilota?) che deve valutare le condizioni della strada, del clima, le proprie e decidere di adeguare il proprio stile a tali situazioni. Se non lo fa e cade, ha poco senso fare poi dietrologia discutendo - all'ospedale o al cimitero - di cosa sarebbe successo se il cordolo non fosse stato sagomato in modo diverso o se il quard rail fosse stato privo di mannaie o paletti trancia-collo o trancia-gambe. La responsabilità della caduta e delle sue conseguenze è, in prima battutra, di quello che ha sbagliato nel valutare le proprie condizioni e quelle esterne. Trovo che il codice della navigazione sia estremamente ragionevole in proposito: stabilisce forme di precedenza e di rispetto ma afferma che, in ogni caso, chi è al comando di navi deve fare di tutto per evitare gli abbordaggi in mare. La trasposizione del principio alle moto (o alle auto, alle bici, ecc.) è piuttosto semplice, mi pare |
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Ora, se io ti insegno la tecnica per creare nella tua corteccia cerebrale uno o più engrammi (engramma è un programma motorio) per gestire le azioni necessarie a frenare, tu farai esattamente ciò che è necessario in ogni situazione! Questa è evoluzione nel senso proprio del suo significato! Che ne pensi? |
Penso che imparare a camminare, leggere, scrivere, andare in bici (equilibrio) e anche guidare la moto, siano situazioni evolutive legate all'uomo nel suo contesto sociale e culturale, quindi più o meno tutti ci arrivano, ma non credo che "l'evoluzione" specie mentale si possa trasmettere nel corso di qualche anno..
Poi tutto quello che facciamo consciamente ed inconsciamente credo sia frutto di "attitudini" personali, alcune delle quali standardizzate, come leggere o scrivere, alcune meno, creando differenze tra noi. Per es. io come altri hanno scritto sopra non andavo bene in matematica, ma faccio musica, da molti anni, ora a livello semi professionistico, mi sto laureando al conservatorio ma se lo dici ai neurologi ti dicono che la musica è un'espressione della matematica e viceversa, ed ha un senso, allora perchè faccio (quasi) nessuna fatica musica e immensa riguardo la matematica? Allo stesso tempo, perchè ci sono donne che guidano auto/moto come degli stuntmen e la maggior parte guida come se guidasse una nave da crociera spompata...(Non la concordia) ? L'evoluzione vera non la vedremo noi ma chi verrà dopo di noi, magari tra una decina di secoli... Riguardo l'enagramma, sarebbe il sogno di chiunque credo, come avviene in matrix, carichi una serie di enagrammi e alla fine "conosci il kung fu/Karate/Aikido", facile no...? Ebbene, credo che non si possa insegnare...almeno, io non credo che si possa insegnare questa capacità, almeno non per ora... |
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Ebbene, io sono convinto che una differenza la riscontri ed è proprio qui l’evoluzione, la differenza tra ciò che sei e quello che eri. Quote:
Che poi la musica sia un’espressione della matematica o cosa sia effettivamente la musica nell’ambito delle arti, sono argomenti che richiedono una trattazione a parte, peraltro molto affascinante… Quote:
E l’evoluzione, costituita da nuovi engrammi, l’abbiamo sotto gli occhi… Lamps! |
Mi piace l'argomento! E mi piace la competenza degli intervenenti. E' tutto prova che andiamo in moto, ma siamo molto di più. Conto di partecipare a breve, ora la palestra mi aspetta ...
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Interessantissimo.
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Poichè ciò non è possibile si ricorre ai segnali di divieto di quà, limite di la, ecc. ecc. |
oppure si lavora sui motociclisti, così che siano più performanti (sicuri) nell'azione del guidare la moto;)
il giorno che avranno sostituito tutti i guard-rail e un motociclista in un percorso fuoristrada si schianta contro un albero, cosa facciamo? abbattiamo tutti gli alberi? o vietiamo le moto? o prepariamo i motociclisti in modo che già loro siano più evoluti=sicuri? in questo modo sarebbero sicuri ovunque, che ci siano guard-rail o alberi a bordo strada o mucche al centro della carreggiata dietro una curva:D Per dirla col sommo Renzo "meditate gente, meditate..." Come dire, se metto in sicurezza un tratto di strada, sarà in sicurezza solo quello e non TUTTA la strada; se onvece metto in sicurezza il motociclista, lo sarà sempre e ovunque... o no? |
Diciamo che sarebbe bene comunque agire su entrambi i fronti: motociclisti e infrastrutture, queste ultime se non altro per evitare vaccate colossali come quella dei guard-rail taglienti, che di fatto peggiorano la sicurezza anziché migliorarla.
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