Il diario degli errori di guida
Parlando in altro 3D (dissuadetemi), cercando di dispensare consigli a chi ha meno esperienza, mi è venuto in mente che da qualche anno mi sono abituato a tenere mentalmente traccia degli errori che faccio a ogni uscita e dei rischi che corro.
Non so perché ho iniziato a farlo ... Forse dopo aver letto il libro di Wotan, avendo capito che si può e che si deve lavorare sui propri errori. Per errori intendo qualsiasi evento che mi ha fatto correre un qualsiasi pericolo, piccolo o grande che fosse, che potevo evitare ... Un sorpasso azzardato ma anche uno scalino di asfalto tra i due sensi di marcia non visto (e gli altri mille difetti delle nostre strade che occupano sempre più la mia ram), distanza di sicurezza eccessivamente ridotta, una curva presa male, una distrazione, qualsiasi cosa... Mi è servito parecchio: col tempo sono riuscito a ridurre mediamente gli errori portandoli spesso a 0, normalmente 1, raramente 2 o più. La media era 2 o più... Considerando che faccio mediamente 150km a uscita. Inviato dal mio ASUS_X00ID utilizzando Tapatalk |
mi sembra un'ottima idea. Io per.lo più annoto le 'sdraiate'. Per fortuna tutte fra 0 e 30 kmh. Direi non molte: 3 in due anni con la motina attuale.
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Ottima idea ma purtroppo spesso non ci si rende conto dell'errore o ci si rende conto troppo tardi
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Mi sembra un'abitudine indice di intelligenza, un pensiero lucido da motociclista serio.
Io ci provo spesso a tenere conto delle situazioni di rischio che ho corso per stare più attento la volta successiva, ma quello che mi frega è l'ansia di arrivare a destinazione, la fretta, devo stare attento nei gruppi di motociclisti a non farmi prendere dalla competizione che spesso esiste, preferisco girare da solo per non sentirmi costretto a tenere un ritmo che non mi appartiene e che mi porta a rischiare più del solito. |
Quoto, anche perchè lo spirito di cpmpetitività, anche tra motociclisti attempati, anche quando si parte tranquilli , anche, anche, anche.....prima o poi, emerge. meglio soli.
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Un errore che annoto e nn mi perdono mai é che mi fanno inca@@@are gli sputerini che mi sverniciano nel traffico solo per mettersi tra me e l'auto che mi precede.
E qualche volta la scimmia mi prende e li svernicio io rischiando in spazi di pocgi cm e a volte 'collidiamo' . Ma se sbaglio potrei facilmente sdraiarmi su di loro e magari ci facciamo davvero male anche a velocità risibili . Inviato dal mio SM-A500FU utilizzando Tapatalk |
Ammazza che saggezza....
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Aggiungo la mia visto che proprio oggi ho avuto il battesimo dell’asfalto...
In uscita a una rotonda mi sono tenuto troppo verso il centro della carreggiata, proprio dove di solito si deposita il ghiaino... Risultato che la moto mi ha scodato un po’ e poi sono caduto. Fatto praticamente nulla (grazie a vestiario adeguato) e perché ero piano. A mente fredda ho avuto la conferma di essere entrato nel periodo secondo me più pericoloso della vita di un motociclista: vado in moto da un paio di anni, quindi ho preso una buona confidenza con la moto senza però avere la necessaria esperienza per gestire le situazioni eccezionali... È andata decisamente bene, quindi farò tesoro dell’esperienza fatta... Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Guardare dove si mettono le gomme è purtroppo sempre più importante vista la condizione delle strade italiane ... personalmente mi impegna parecchia ram ma è inevitabile
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lo faccio anche io, da quando ho letto il libro di Wotan. ma soprattutto, dopo essere stata la sua compagna per tre anni, diciamo che ormai non ne posso prescindere piu :cool: |
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Come non serve dire "so andare da A a B senza incidenti, quindi so guidare" (pensiero molto più diffuso di quanto si creda). C'è gente che non cade quasi mai, ma guida disastrosamente e deve ringraziare solo la propria fortuna alla Mr. Magoo se non si è fracassata da qualche parte. La conta degli errori è come dice Fastfreddy, la conta delle situazioni in cui vi accorgete di aver corso un rischio durante la guida:
Oltre a contare le situazioni di pericolo, bisogna però anche essere in grado di vederle, e questo è un altro grande problema: chi guida, molto spesso non ha coscienza di quello che avviene intorno a sé. |
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no. il libro l'ho letto prima di conoscerlo ;)
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Il concetto di elaborare i fattori di rischio per una guida "razionale" è corretto ma non basta. L'imprevisto è sempre dietro l'angolo e devi essere capace di fare tre cose contemporaneamente : essere concentrato sulla tua guida (condizione fisica, ritmo, velocità, traiettorie, segnali della moto..ecc) essere concentrato sulla guida degli altri ( frenate, cambi di corsia, svolte improvvise, linguaggio del corpo..ecc) essere concentrato sull'incomparabile, ed è proprio questo fattore che alla fine può fregarti, perchè non gli presti abbastanza attenzione. Insomma, i primi due fattori ti devono risultare quasi spontanei, naturali, nel controllo, si da poter riservare buona parte della tua attenzione ad un qualsiasi evento eccezionale che pùò accadere. Mi rendo conto che acuire la propria sensibilità a questi livelli sia difficile e faticoso, ma nel panorama "circolatorio" attuale è imprescindibile, sicchè qualche volta quando non mi sento in "condizione" me ne ritorno a casa. |
Sono totalmente d'accordo.
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D'accordo pure io ... Personalmente cerco di limitare l'imponderabile girando dove c'è meno traffico e in orari vantaggiosi ... Mi piacerebbe usare la moto di più, anche nel commuting, ma mi rendo conto che è un rischio elevato
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Prendo spunto da kurtz.
Credo che abbia messo in luce aspetti e momenti della condizione del motociclista cruciali per realizzare una guida redditizia dal punto di vista della sicurezza. Io vorrei condividere qualcosa di mio a questa disamina, che consiste nel prendere in considerazione i movimenti necessari per realizzare questa guida, in modo che sia ancora più sicura. Per chiarezza, distinguo 3 livelli della condizione del motociclista: 1, incoscienza: viaggia senza rendersi conto di ciò che fa, tecnicamente "fa qualcosa per guidare la moto"; 2, consapevolezza: guida consapevole di come lo fa, di ciò che potrebbe accadere nelle circostanze che ha immagazzinato con l'esperienza e riesce in buona misura a prevedere situazioni di rischio e ad eseguire le manovre opportune; (esempi di manovre opportune: frenare, arretrare col busto, accelerare, scartare...), tecnicamente "guida con attenzione, consapevole delle manovre da eseguire in ogni momento; 3, funzionalità: nelle situazioni di rischio è in grado di eseguire le manovre opportune realizzando i movimenti necessari in modo "elettronico", ovvero controllato, esatto, rapido e tempestivo, tecnicamente "esegue esattamente movimenti determinati e predeterminati" per guidare la moto. |
La scorsa estate, in Pista di Tolmezzo, ho tenuto alcune lezioni sulla frenata e sull'accelerazione: in queste non ho affatto considerato "quali" dita debbano essere impiegate per frenare, o "in quale posizione" debba essere afferrata la manopola dell'acceleratore, bensì ci siamo concentrati sulla trazione che le dita della mano destra esercitano sulla leva del freno e sul movimento di rotazione del polso destro; tutto questo indipendentemente dall'obiettivo che viene normalmente dichiarato: "frenare" e "accelerare".
Non pareva vero nemmeno a me: alcuni degli allievi hanno ridotto lo spazio di frenata di oltre 1 metro! |
Il.commuting effettivamente negli orari di punta é spesso sudore e rabbia in una citta come la mia. Mi spiace ma devo ammettwre che gli sputer hanno alzato di molto l'asticella dell'aggressivita nella guida d'assalto. Emolti automobilisti si adeguano e nn fanno altro che tentare di spiattellarti a ogni svolta e ogni incrocio.
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Annotiamo un altro errore di guida
Qualche giorno fa, sotto il diluvio, ho preso l'uscita per Lecco centro (venendo da Mandello) ... In corrispondenza della giunzione tra carreggiata e rampa d'uscita c'è un giunto di dilatazione in ferro, messo per traverso, particolarmente ampio ... Me ne ero accorto e pensavo bastasse passarci sopra a gas costante (sarò stato in 4a sui 50kmh) e invece non è bastato ... La coppia relativamente bassa che buttava fuori in quel momento la moto è bastata a farmi perdere completamente aderenza con relativa scodata ... Non avendo alcun tipo di controllo elettronico ho rischiato di cadere Il ferro sotto il diluvio è come il ghiaccio e il traction control ogni tanto tornerebbe utile Avanti ... Vediamo se riesco a inventarmi qualche altra stronzata |
A proposito della coscienza dei propri errori, allargo il campo alla coscienza di sé in quanto motociclisti e vi propongo quanto segue: fermatevi lungo la salita a un passo durante un week end (ovviamente dove potete farlo in sicurezza) e osservate i motociclisti che passano, paragonandoli agli automobilisti e agli eventuali pedoni.
Poi ditemi se, visti da fuori, non facciamo tutti paura. |
Parlando di motociclisti in generale, dopo l'uscita "pazza" fatta il 2 giugno (sapendo di andare incontro a mille pericoli, ma mi ci hanno trascinato a forza), una delle cose che mi ha meravigliato di più è il "passo" che tiene la maggior parte di noi ...sempre uguale, come se sulla strada non ci fossero altri veicoli ...quella che io chiamo "velocità costante da moto-turista della domenica" :lol:
...il moto-turista DEVE passare prima di tutti, deve superare le code a velocità warp, deve andare ...non ha tempo da perdere ...poi quando la strada si apre e il traffico si dirada, dove cioè potrebbe magari usare qualcuno dei 150cv che guida, la velocità rimane sempre inesorabilmente quella :lol: ...poi capita anche che "tiri dritto" qualche tornante perché non piega e non riesce a mettere i piedi a terra :( ...ho visto diversi di noi in difficoltà sul Gavia a causa dell'imponenza del proprio mezzo mi è bastato per tutto l'anno questo 2 giugno |
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Giusto Zel, non ho avuto la prontezza di farlo ...temo abbia inciso anche la stanchezza di troppe ore di guida e traffico ...motivo per il quale di solito non giro di domenica
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[QUOTE=fastfreddy;1032564c'è un giunto di dilatazione in ferro, messo per traverso, particolarmente ampio ...[/QUOTE]
C’e’ un giunto simile che attraversa tutta la careggiata sull’autostrada Belluno-Venezia all’altezza della prima area di servizio, ricordo l’intraversata sotto il diluvio sono stato salvato dalla velocità ( stranamente ) che mi permesso di attraversare ed arrivare velocemente con le ruote sull’asfalto e proseguire... E’ successo parecchi anni fa ma mi vengono i brividi se ci penso. Un’altra situazione simile e’ la rampa di metallo all’interno dei traghetti quando si sale o si scende: stavo salendo, in due con il tris di valige, da perfetto imbecille ho accelerato in maniera brusca e mi sono intraversato... mollato il gas e la moto si è rimessa dritta... idiota! |
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