mapicc
11-07-2006, 17:31
Il Rapporto Aci Censis ha diffuso dati agghiaccianti: gli automobilisti italiani ormai sono quasi tutti motociclisti, ma quando viaggiano su due ruote diventano incredibilmente trasgressivi (il 60% infrange il Codice della Strada) e possessivi (nella stragrande maggioranza dei casi il proprietario è anche l'utilizzatore unico del mezzo).
Il numero degli incidenti degli ultimi 10 anni fa venire la pelle d'oca: il numero dei morti è aumentato del 31,9 per cento e quello dei feriti del 46,9% secondo i dati dell'ottavo rapporto Aci-Censi che come consuetudine fotografa il sistema mobilità italiano.
Il Rapporto Aci Censis fotografa una situazione tutt'altro che positiva: il sistema trasporto non funziona e l'interazione fra auto e moto diventa sempre più pericoloso.
"Non possiamo continuare così - spiega Franco Lucchesi, presidente dell'Aci - non possiamo continuare a pagare un tributo di sangue così importante. Dobbiamo fare assolutamente qualcosa."
"Crescono le moto - spiega Lucchesi - diminuiscono i cinquantini, ma in tutti i casi si va verso un atteggiamento di irrinunciabilità della moto, che oggi viene vista come molto più importante dell'auto e come uno strumento fondamentale per l'esigenza della mobilità cittadina. Addirittura, racconta ancora Lucchesi, il 76% della mobilità delle due ruote avviene in città e chi ha le due ruote non si converte ai mezzi pubblici in nessun modo: addirittura 9 su 10 non rinuncerebbe mai a lasciare la moto anche se il mezzo pubblico avesse un servizio efficientissimo."
:rolleyes: :rolleyes:
Il numero degli incidenti degli ultimi 10 anni fa venire la pelle d'oca: il numero dei morti è aumentato del 31,9 per cento e quello dei feriti del 46,9% secondo i dati dell'ottavo rapporto Aci-Censi che come consuetudine fotografa il sistema mobilità italiano.
Il Rapporto Aci Censis fotografa una situazione tutt'altro che positiva: il sistema trasporto non funziona e l'interazione fra auto e moto diventa sempre più pericoloso.
"Non possiamo continuare così - spiega Franco Lucchesi, presidente dell'Aci - non possiamo continuare a pagare un tributo di sangue così importante. Dobbiamo fare assolutamente qualcosa."
"Crescono le moto - spiega Lucchesi - diminuiscono i cinquantini, ma in tutti i casi si va verso un atteggiamento di irrinunciabilità della moto, che oggi viene vista come molto più importante dell'auto e come uno strumento fondamentale per l'esigenza della mobilità cittadina. Addirittura, racconta ancora Lucchesi, il 76% della mobilità delle due ruote avviene in città e chi ha le due ruote non si converte ai mezzi pubblici in nessun modo: addirittura 9 su 10 non rinuncerebbe mai a lasciare la moto anche se il mezzo pubblico avesse un servizio efficientissimo."
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