Rantax
07-03-2006, 09:22
......copio e incollo.......... :(
Da: davide.barin@motociclisti-inco
lumi.com aggiungi a rubrica posta indesiderata
Inviato il: 06/03/2006 22:57
A: <news@motociclisti-incolumi.com>
Cc:
Oggetto: Ucciso in Brasile per un computer; ad un
mese di distanza il Giudice non consent
e l'estradizione della salma. dettagli mail
Ho pensato molto se sarebbe stato corretto utilizzare questo canale per divulgare un messaggio che mi tocca da vicino. Credo che comprenderete quali siano le mie intenzioni. Non vorrei che altre famiglie passino quello che i famigliari di Andrea Pescia stanno vivendo in questo momento.
Un caloroso ringraziamento a quanti avranno la gentilezza di leggere tutta la mail.
Grazie - Davide
Sento la necessità di esternare l’amaro che scorre nelle mie vene per una storia doppiamente assurda.
Il giorno dieci febbraio alle ore 15.00 viene ucciso un mio amico (Andrea Pescia) davanti a casa sua, a Fortaleza (Brasile).
Andrea abitava lì oramai da sette anni, aveva deciso di stabilirsi in quel paese così ricco di contraddizioni, aveva un figlio di quattro anni ed una compagna, studiava giurisprudenza e lavorava nel campo del turismo.
Una persona normale che ha avuto la sfortuna di riconoscere i ladri che gli avevano rubato il computer al quale tanto teneva perché gli serviva per studiare e per comunicare con i genitori che vivono in Italia.
Due colpi di pistola, uno dei quali alle spalle, mentre cercava rifugio.
Ma quando uno pensa che quella situazione drammatica sia la peggior cosa che gli possa capitare, non ha ancora fatto i conti con il crudele destino.
I genitori, avvisati dalla compagna, prendono il primo volo e raggiungono Fortaleza alla domenica. Nessuna accoglienza da parte delle istituzioni, né locali né italiane; in cinque giorni svolgono loro le indagini assieme ad un amico che li ha accompagnati dall’Italia e ad un amico di Andrea del luogo. Raccolgono cinque testimonianze, fanno il lavoro che le autorità locali avrebbero fatto forse in un mese. L’assassino ha 19 anni, ha già due omicidi alle spalle e non è stato arrestato.
Sperano di riportare il figlio a casa con loro ma il giudice non firma l’autorizzazione.
Sono costretti a tornare in Italia senza Andrea e così inizia un calvario che a distanza di un mese non consente ancora di poter fissare la data del funerale.
I genitori stremati le provano tutte ma solo i giornali locali danno visibilità all’accaduto.
Grazie ad un amico, sabato 25 febbraio si riescono ad incontrare gli Onorevoli Gustavo Selva e Gianfranco Fini; sembra che qualcosa si possa fare per riavere la salma.
Ad oggi, lunedì 6 marzo, ancora nessuna novità: le istituzioni sono mute, i giornali e le TV non danno notizie, cose che potrebbero servire per far leva sull’opinione pubblica; potrebbero servire per far si che altre famiglie non debbano in futuro vivere una doppia crudele ed assurda tragedia come questa.
Per questo ho deciso di rivolgermi a voi: per dare forza e coraggio, per far si che la speranza non svanisca nel cuore dei genitori di Andrea, perché non è giusto lasciarli soli, perché non è giusto che non possano vivere il loro lutto in pace.
Speriamo vengano chiarite le questioni riguardanti l’omicidio e speriamo che il colpevole paghi, ma ora rivogliamo qui tra noi Andrea, noi tutti vogliamo poter dare l’ultimo saluto al nostro caro e generoso amico che è stato e sarà sempre presente nei nostri cuori.
DAVIDE BARIN BRUNO PESCIA
3482260022 3403062215
Da: davide.barin@motociclisti-inco
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Inviato il: 06/03/2006 22:57
A: <news@motociclisti-incolumi.com>
Cc:
Oggetto: Ucciso in Brasile per un computer; ad un
mese di distanza il Giudice non consent
e l'estradizione della salma. dettagli mail
Ho pensato molto se sarebbe stato corretto utilizzare questo canale per divulgare un messaggio che mi tocca da vicino. Credo che comprenderete quali siano le mie intenzioni. Non vorrei che altre famiglie passino quello che i famigliari di Andrea Pescia stanno vivendo in questo momento.
Un caloroso ringraziamento a quanti avranno la gentilezza di leggere tutta la mail.
Grazie - Davide
Sento la necessità di esternare l’amaro che scorre nelle mie vene per una storia doppiamente assurda.
Il giorno dieci febbraio alle ore 15.00 viene ucciso un mio amico (Andrea Pescia) davanti a casa sua, a Fortaleza (Brasile).
Andrea abitava lì oramai da sette anni, aveva deciso di stabilirsi in quel paese così ricco di contraddizioni, aveva un figlio di quattro anni ed una compagna, studiava giurisprudenza e lavorava nel campo del turismo.
Una persona normale che ha avuto la sfortuna di riconoscere i ladri che gli avevano rubato il computer al quale tanto teneva perché gli serviva per studiare e per comunicare con i genitori che vivono in Italia.
Due colpi di pistola, uno dei quali alle spalle, mentre cercava rifugio.
Ma quando uno pensa che quella situazione drammatica sia la peggior cosa che gli possa capitare, non ha ancora fatto i conti con il crudele destino.
I genitori, avvisati dalla compagna, prendono il primo volo e raggiungono Fortaleza alla domenica. Nessuna accoglienza da parte delle istituzioni, né locali né italiane; in cinque giorni svolgono loro le indagini assieme ad un amico che li ha accompagnati dall’Italia e ad un amico di Andrea del luogo. Raccolgono cinque testimonianze, fanno il lavoro che le autorità locali avrebbero fatto forse in un mese. L’assassino ha 19 anni, ha già due omicidi alle spalle e non è stato arrestato.
Sperano di riportare il figlio a casa con loro ma il giudice non firma l’autorizzazione.
Sono costretti a tornare in Italia senza Andrea e così inizia un calvario che a distanza di un mese non consente ancora di poter fissare la data del funerale.
I genitori stremati le provano tutte ma solo i giornali locali danno visibilità all’accaduto.
Grazie ad un amico, sabato 25 febbraio si riescono ad incontrare gli Onorevoli Gustavo Selva e Gianfranco Fini; sembra che qualcosa si possa fare per riavere la salma.
Ad oggi, lunedì 6 marzo, ancora nessuna novità: le istituzioni sono mute, i giornali e le TV non danno notizie, cose che potrebbero servire per far leva sull’opinione pubblica; potrebbero servire per far si che altre famiglie non debbano in futuro vivere una doppia crudele ed assurda tragedia come questa.
Per questo ho deciso di rivolgermi a voi: per dare forza e coraggio, per far si che la speranza non svanisca nel cuore dei genitori di Andrea, perché non è giusto lasciarli soli, perché non è giusto che non possano vivere il loro lutto in pace.
Speriamo vengano chiarite le questioni riguardanti l’omicidio e speriamo che il colpevole paghi, ma ora rivogliamo qui tra noi Andrea, noi tutti vogliamo poter dare l’ultimo saluto al nostro caro e generoso amico che è stato e sarà sempre presente nei nostri cuori.
DAVIDE BARIN BRUNO PESCIA
3482260022 3403062215