Zorba
20-10-2023, 15:10
Arturo Pérez-Reverte, Linea di fuoco, Rizzoli 2023
Racconto di dieci giorni durante la battaglia dell'Ebro (1938), l'inizio della sconfitta per i Repubblicani (mi dicono), durante la Guerra civile spagnola.
La battaglia dell'Ebro - purtroppo - c'è stata davvero (20.000 caduti, tra Repubblicani e Nazionalisti); i protagonisti del romanzo idem, il tutto però è mescolato ad arte con la consueta capacità inventiva e di narrazione di uno dei miei scrittori preferiti.
Sicuramente l'esperienza ventennale dell'autore come giornalista di guerra non gli ha nuociuto, nella costruzione della storia e nella descrizione degli eventi.
Son dieci giorni di battaglie in 600 pagine: se non vi piace il genere lasciate stare. Se invece avete dell'interesse per la Storia, o per quel periodo, o semplicemente per i libri scritti bene, sono quasi certo che la parola "noia" non vi verrà in mente, leggendolo.
Preciso che nel libro non c'è simpatia o antipatia per una delle parti in causa, ma solo una gran pena per una gioventù che ebbe a vivere una delle esperienze più atroci e devastanti della storia umana: la guerra civile.
A mio parere Pérez-Reverte è uno dei migliori narratori di sempre, tutti i suoi libri (tranne uno) mi hanno incantato.
È la dimostrazione vivente che le parole "letteratura" e "evasione" possono convivere fianco a fianco con pari dignità, senza necessariamente dar vita a un ossimoro (come troppo spesso accade con altri scrittori).
Buona lettura, se a qualcuno piacerà ne posso consigliare altri... molti altri :)
"Il caldo è insopportabile e a Pardeiro gira la testa. Se potesse pensare, non gli piacerebbe che la sua madrina di guerra lo vedesse adesso: ha il volto macchiato di fumo e di polvere, sfigurato dalla tensione, mentre sui vestiti umidi il suo stesso sudore si mescola con il sangue degli amici e dei nemici. E ricorderebbe anche, se potesse pensare, che oggi è il 2 agosto del 1938 e che un momento fa ha compiuto vent'anni."
Racconto di dieci giorni durante la battaglia dell'Ebro (1938), l'inizio della sconfitta per i Repubblicani (mi dicono), durante la Guerra civile spagnola.
La battaglia dell'Ebro - purtroppo - c'è stata davvero (20.000 caduti, tra Repubblicani e Nazionalisti); i protagonisti del romanzo idem, il tutto però è mescolato ad arte con la consueta capacità inventiva e di narrazione di uno dei miei scrittori preferiti.
Sicuramente l'esperienza ventennale dell'autore come giornalista di guerra non gli ha nuociuto, nella costruzione della storia e nella descrizione degli eventi.
Son dieci giorni di battaglie in 600 pagine: se non vi piace il genere lasciate stare. Se invece avete dell'interesse per la Storia, o per quel periodo, o semplicemente per i libri scritti bene, sono quasi certo che la parola "noia" non vi verrà in mente, leggendolo.
Preciso che nel libro non c'è simpatia o antipatia per una delle parti in causa, ma solo una gran pena per una gioventù che ebbe a vivere una delle esperienze più atroci e devastanti della storia umana: la guerra civile.
A mio parere Pérez-Reverte è uno dei migliori narratori di sempre, tutti i suoi libri (tranne uno) mi hanno incantato.
È la dimostrazione vivente che le parole "letteratura" e "evasione" possono convivere fianco a fianco con pari dignità, senza necessariamente dar vita a un ossimoro (come troppo spesso accade con altri scrittori).
Buona lettura, se a qualcuno piacerà ne posso consigliare altri... molti altri :)
"Il caldo è insopportabile e a Pardeiro gira la testa. Se potesse pensare, non gli piacerebbe che la sua madrina di guerra lo vedesse adesso: ha il volto macchiato di fumo e di polvere, sfigurato dalla tensione, mentre sui vestiti umidi il suo stesso sudore si mescola con il sangue degli amici e dei nemici. E ricorderebbe anche, se potesse pensare, che oggi è il 2 agosto del 1938 e che un momento fa ha compiuto vent'anni."