Sam il Cinghio
08-09-2022, 19:07
La lunga strada verso il Molise parte da Modena, via Emilia Est, civico 1250.
Ometto le tappe (nei giorni precedenti) dell’attraversamento via statali della non_sempre_noiosa Pianura Padana da Alba - dove faccio il papà part-time - a Milano - dove occasionalmente mi paleso in ufficio - a Parma - dove convivo part-time - solo per non annoiarvi già dalle primissime righe.
Venerdì, giorno 1: Modena > Poggio Mirteto
La lunga strada verso il Molise parte da Modena, dicevamo: raggiungo Davide con 2 minuti di ritardo (ero riuscito a perdermi persino con il navigatore) e nemmeno mi levo il casco. Via… partiamo!
Parte via Emilia e parte A1 per raggiungere le prime curve della Raticosa e goderci la scalata fino allo “Chalet”: per essere un venerdì feriale c’è più gente del previsto, chissà la ressa nei we… Per la discesa deviamo su Firenzuola verso il passo del Giogo di Scarperia, giriamo intorno al Mugello (ingresso libero e moto che girano: una tentazione a trattenerci oltre la semplice foto di rito), infiliamo il Croce ai Mori diretti verso il passo dello Spino.
https://i.ibb.co/pnV410R/DSC03777-01.jpg (https://ibb.co/GFYCdxt)
L’appennino tosco/romagnolo è sempre una garanzia ed il Casentino uno dei miei angoli di mondo preferiti, con le sue foreste e borghi romanici, strade strette (pur con fondo non sempre in ordine) e le vestigia di antichi velox – ora inattivi - risalenti forse ai tempi dell’Impero Romano d’Occidente: anche qui la tentazione di trattenersi (Muraglione, Calla, Consuma, Viamaggio, ecc…) è forte, ma noi siamo diretti altrove e quindi verso altrove proseguiamo.
Rispetto al percorso fatto sin’ora il passo dello Spino è una piccola delusione (fondo malmesso a parte gli ultimi tornanti su Pieve Santo Stefano) che ci devia dall’asse del nostro itinerario, ma Davide ci teneva a percorrerlo: recuperiamo con una 40ina di km di noiosa E45 (buche, cantieri e velox mannari) fino ad Umbertide, dove tagliamo per lambire il Trasimeno e raggiungere Chiusi lungo un percorso poco degno di nota.
https://i.ibb.co/yPbk3WL/20220902-170305-01.jpg (https://ibb.co/tKW2d8y)
Ci riappacifichiamo con il dio dei motardi lungo la SS71 Umbro-Casentinese: ben asfaltata, bel tracciato, poco traffico. Passato Orvieto proseguiamo lungo la statale Amerina, altrettando godibile pur con fondo meno perfetto, fino a Narni.
L’ultima ora di viaggio vede il sole tramontare, la notte riprendere il suo posto nel mondo e due motociclisti ritardatari arrancare alla luce dei fari sulle tortuose (e non sempre pulite) provinciali della bassa Sabina per raggiungere Poggio Mirteto, località nota ai più per la presenza dell’albergo più economico di tutto il Lazio secondo Booking: all’hotel “da Peppino” troverete camere ed arredi vecchi di 52 anni, colazione inclusa con brioche confezionate, letti accettabilmente comodi, acqua calda nel bagno privato ed estrema pulizia a 23,50 euro a capoccia.
Rimane il tempo per mangiare qualcosa e reintegrare liquidi una “birretta” via l’altra, guadagnare il letto e spegnere il mondo in tempo record.
Sabato, giorno 2: Poggio Mirteto > Bojano
Operativi alle 8. Davide parte qualche minuto prima di me per i fatti suoi mentre i miei programmi vanno in vacca grazie a Trenitalia: Daniela dovrebbe raggiungermi a Roma per proseguire insieme ma c’è un granello di sabbia sui binari a Lodi e l’alta velocità è nel caos nazionale.
Ritrovatomi libero da impegni mi lascio portare dal navigatore in giro per l’alta Sabina (anche qui bei posti, borghetti arroccati sui poggi, bei tracciati ma fondo perfettibile) fino a quando la SP26 “Turanese” non mi fionda su Carsoli.
E che vuoi fare quando sei a Carsoli? La Lonely Planet suggerisce: anzitutto benzina che sei in riserva da un pezzo, minchione… poi di corsa verso Avezzano per infilare il parco nazionale d’Abruzzo (e del Lazio, e del Molise) dall’adrenalinico passo del Diavolo, che già solo per il nome non può essere ignorato.
Pescasseroli, Barrea, Alfedena scorrono veloci dietro di me e sono quaaaasi a destinazione: mi divoro le curve del valico di Rionero Sannitico e del valico Macerone (belli belli belli, fondo “strano” ma presa confidenza ci si diverte) ed attraversato una Isernia deserta in un attimo sono a destinazione.
Bojano, 13:30, casa dell’amico Daniele, solo qualche dettaglio delle prossime ore rimane accessibile in memoria: una 40ina di maschi adulti, qualche gagno, qualche moglie/compagna, un braciere 2x2mt in piena attività fino alle 23, un secondo braciere per gli arrosticini, spillatrice per la birra, musica, campeggio libero nell’enorme giardino di Daniele, brevi fotogrammi confusi di gente che beve, mangia, ride e talvolta fa cose indicibili.
https://i.ibb.co/Bzw8SG4/DSC03779-01.jpg (https://ibb.co/yfVLbph)
https://i.ibb.co/5jssPTW/20220903-202001-01.jpg (https://ibb.co/Zgcc0d6)
Giorno? Domenica… credo sia domenica, cristochemalditestaquantocazzohobevuto?: Bojano > Marta.
https://i.ibb.co/hBdY0vk/20220904-090023-01.jpg (https://ibb.co/ZBg29C3)https://i.ibb.co/J3t5v1m/20220904-085825-01.jpg (https://ibb.co/GHpcW6n)
Partenza da Bojano alle 10 passate, praticamente è pomeriggio, faccio strada a Catello, Mario ed Ermanno verso Campo imperatore: il cielo è grigio e qualche goccia di pioggia viene catturata dalla visiera, ma ci godiamo (nuovamente per me) i valichi Macerone/Rionero dopo Isernia, ci pieghiamo per esigenze di tempo alla noiosa statale Roccaraso-Sulmona e passata Popoli ritroviamo le curve vere sulla SR17 “delle svolte di Popoli” (nomen omen).
Parco Nazionale del Gran Sasso: meraviglioso, sempre, anche con il meteo non perfetto (ed il maledetto mal di testa).
https://i.ibb.co/hWhycBc/20220904-133419-01.jpg (https://ibb.co/2tmySvS)
Deposito gli amici al ristoro Mucciante e proseguo, verso Roma il cielo si apre a dispetto di previsioni cataclismatiche: lascio il Gran Sasso dalla SP86 “del Vasto”, non a livello del vicino valico delle Capannelle (da che ricordo) ma comunque sicuramente meritevole per tracciato, fondo, panorama. Giro intorno al lago di Campotosto, la strada è piuttosto malmessa, ed evitando Amatrice scendo per Montereale (divertente!), Borbona (inaspettata, bellissima valle), Posta-Leonessa (mi piace vincere facile), infine Rieti.
https://i.ibb.co/1mc3MRR/20220904-142425-01.jpg (https://ibb.co/HHZ0CGG)
https://i.ibb.co/wYgdMvQ/20220904-164305-01.jpg (https://ibb.co/cx3yDm8)
Da Rieti a Marta via Magliano Sabina e lago di Vico, per evitare il drittone Terni-Orvieto: fa tutto il navigatore, il ricordo del percorso sfuma tra qualche noiosa statale, i tornanti a scendere da Magliano e le curve intorno al lago di Vico. Soprattutto: sole pieno ed un caldo sempre più opprimente.
All’ultimo km, ma proprio all’ultimo km quando svolto nella stradina che mi porterà a casa dei miei ospiti, si scatena il finimondo (invero annunciato da nubi nere sempre più vicine e dalla strada abbondantemente già bagnata). Ricapitoliamo: manca 1 km, l’antipioggia è in borsa, l’asfalto scompare e si trasforma in strada bianca (maledetti gli amici che vanno a vivere in culo ai lupi), io devo seguire il navigatore per trovare il posto esatto ma la visiera è inondata di pioggia e non vedo un cazzo. 1 km sotto l’acqua: fradicio.
Ma riabbraccio Amici, con la A maiuscola, che mancavano da troppo tempo… ed è l’epilogo perfetto di una perfetta giornata in moto.
Lunedì, giorno 4: Marta > Parma
Dopo una colazione in riva al lago di Bolsena Max mi segue con il suo vecchio VFR per la prima parte della mattinata, a zonzo per l’antica Etruria su e giù per le “tagliate”, le strade scavate nel tufo: Pitigliano, Sovana, Sorano, Manciano, Saturnia… servirebbero settimane intere per godere le meraviglie di tutta la zona, ma anche una bella riasfaltata a buona parte delle terribili strade che percorriamo.
https://i.ibb.co/27kx3Jg/20220905-093259-01.jpg (https://ibb.co/N6y52RZ)
https://i.ibb.co/mCrDCMR/DSC03786-01.jpg (https://ibb.co/pv60v91)
Dopo l’ultimo caffè a Scansano ci separiamo, e riprendo la salita verso nord in solitaria.
Sempre attento ad evitare noiose statali, in questo caso la SS223 Grosseto-Siena, scopro la SP153 che scorre piacevole con facili curve su asfalto in più che buone condizioni e zero traffico: in un attimo sono a Paganico, poi Roccastrada, e poi riprendo a godere forte sulle SP8, SP19 e SP162 tra Sassofortino, Roccatederighi e Niccioleta fino quasi a Massa Marittima.
Qui inizia il “Larderelloring”, la SS439 delle Colline Metallifere, uno dei pezzi forti della giornata: Castelnuovo, Pomarance, Saline di Volterra… un tracciato sempre diverso, asfalto da buono a ottimo con solo qualche punto malmesso, traffico quasi assente. Amo questa strada ed ogni occasione è buona per percorrerla.
https://i.ibb.co/fnJQQYF/20220905-130933-01.jpg (https://ibb.co/WPCssW5)
https://i.ibb.co/61mVw34/20220905-132222-01.jpg (https://ibb.co/yYXGPw8)
Ma non finisce qui, perché a Saline si è sulla “Volterrana” ed anche qui è un gran guidare, con il boxerone che scorre godereccio tra le curve ed i brevi rettilinei tra una piega a destra ed una a sinistra.
https://i.ibb.co/NNBkMRG/20220905-135848.jpg (https://ibb.co/z2vLzdt)
Fast-forward fino a Pistoia via Castiglion Fiorentino, Empoli, Lamporecchio: l’Abetone è una piacevole formalità e per raggiungerlo, da Pistoia, ci sono ancora il passo dell’Oppio e svariate curve per tutti i gusti, e dopo l’Abetone la Serramazzoni-Maranello che, pur se in discesa, fornisce le ultime gocce di adrenalina necessarie per affrontare il rientro autostradale su Parma. Dove mi aspetta Daniela, rosicante per non avermi potuto raggiungere sabato: millanterò meteo incerto e strade sporche e noiose, enfatizzerò le 4 gocce d’acqua prese il giorno prima a Marta e, in generale, fornirò dettagli del viaggio solo in presenza dell’avvocato.
Martedì, bonus track: Parma > Alba
Succede che dopo un lungo we in moto ed alla fine di una giornata di lavoro devi tornare ad Alba a fare il papà. Sono le 18, i km dei giorni precedenti si fanno sentire, una via Emilia + SS Padana Inferiore per rientrare a casa – eventualmente alternate a qualche tratto autostradale – sembrano la scelta più saggia.
Non so bene cosa sia successo ma mi sono svegliato ad un certo punto in val Trebbia, a pochi km da Bobbio, pronto ad imboccare il passo del Penice. Così, giusto per scrollare di dosso una noiosa giornata al PC.
https://i.ibb.co/rkXpL6v/20220906-191311-01.jpg (https://ibb.co/NxGNkj7)
In garage la strumentazione della Scrambler dice: Trip 1 = 2.536 km.
Ben fatto, Cinghio.
Traccia andata https://mappite.org/5fR
Traccia ritorno https://mappite.org/5fS
Ometto le tappe (nei giorni precedenti) dell’attraversamento via statali della non_sempre_noiosa Pianura Padana da Alba - dove faccio il papà part-time - a Milano - dove occasionalmente mi paleso in ufficio - a Parma - dove convivo part-time - solo per non annoiarvi già dalle primissime righe.
Venerdì, giorno 1: Modena > Poggio Mirteto
La lunga strada verso il Molise parte da Modena, dicevamo: raggiungo Davide con 2 minuti di ritardo (ero riuscito a perdermi persino con il navigatore) e nemmeno mi levo il casco. Via… partiamo!
Parte via Emilia e parte A1 per raggiungere le prime curve della Raticosa e goderci la scalata fino allo “Chalet”: per essere un venerdì feriale c’è più gente del previsto, chissà la ressa nei we… Per la discesa deviamo su Firenzuola verso il passo del Giogo di Scarperia, giriamo intorno al Mugello (ingresso libero e moto che girano: una tentazione a trattenerci oltre la semplice foto di rito), infiliamo il Croce ai Mori diretti verso il passo dello Spino.
https://i.ibb.co/pnV410R/DSC03777-01.jpg (https://ibb.co/GFYCdxt)
L’appennino tosco/romagnolo è sempre una garanzia ed il Casentino uno dei miei angoli di mondo preferiti, con le sue foreste e borghi romanici, strade strette (pur con fondo non sempre in ordine) e le vestigia di antichi velox – ora inattivi - risalenti forse ai tempi dell’Impero Romano d’Occidente: anche qui la tentazione di trattenersi (Muraglione, Calla, Consuma, Viamaggio, ecc…) è forte, ma noi siamo diretti altrove e quindi verso altrove proseguiamo.
Rispetto al percorso fatto sin’ora il passo dello Spino è una piccola delusione (fondo malmesso a parte gli ultimi tornanti su Pieve Santo Stefano) che ci devia dall’asse del nostro itinerario, ma Davide ci teneva a percorrerlo: recuperiamo con una 40ina di km di noiosa E45 (buche, cantieri e velox mannari) fino ad Umbertide, dove tagliamo per lambire il Trasimeno e raggiungere Chiusi lungo un percorso poco degno di nota.
https://i.ibb.co/yPbk3WL/20220902-170305-01.jpg (https://ibb.co/tKW2d8y)
Ci riappacifichiamo con il dio dei motardi lungo la SS71 Umbro-Casentinese: ben asfaltata, bel tracciato, poco traffico. Passato Orvieto proseguiamo lungo la statale Amerina, altrettando godibile pur con fondo meno perfetto, fino a Narni.
L’ultima ora di viaggio vede il sole tramontare, la notte riprendere il suo posto nel mondo e due motociclisti ritardatari arrancare alla luce dei fari sulle tortuose (e non sempre pulite) provinciali della bassa Sabina per raggiungere Poggio Mirteto, località nota ai più per la presenza dell’albergo più economico di tutto il Lazio secondo Booking: all’hotel “da Peppino” troverete camere ed arredi vecchi di 52 anni, colazione inclusa con brioche confezionate, letti accettabilmente comodi, acqua calda nel bagno privato ed estrema pulizia a 23,50 euro a capoccia.
Rimane il tempo per mangiare qualcosa e reintegrare liquidi una “birretta” via l’altra, guadagnare il letto e spegnere il mondo in tempo record.
Sabato, giorno 2: Poggio Mirteto > Bojano
Operativi alle 8. Davide parte qualche minuto prima di me per i fatti suoi mentre i miei programmi vanno in vacca grazie a Trenitalia: Daniela dovrebbe raggiungermi a Roma per proseguire insieme ma c’è un granello di sabbia sui binari a Lodi e l’alta velocità è nel caos nazionale.
Ritrovatomi libero da impegni mi lascio portare dal navigatore in giro per l’alta Sabina (anche qui bei posti, borghetti arroccati sui poggi, bei tracciati ma fondo perfettibile) fino a quando la SP26 “Turanese” non mi fionda su Carsoli.
E che vuoi fare quando sei a Carsoli? La Lonely Planet suggerisce: anzitutto benzina che sei in riserva da un pezzo, minchione… poi di corsa verso Avezzano per infilare il parco nazionale d’Abruzzo (e del Lazio, e del Molise) dall’adrenalinico passo del Diavolo, che già solo per il nome non può essere ignorato.
Pescasseroli, Barrea, Alfedena scorrono veloci dietro di me e sono quaaaasi a destinazione: mi divoro le curve del valico di Rionero Sannitico e del valico Macerone (belli belli belli, fondo “strano” ma presa confidenza ci si diverte) ed attraversato una Isernia deserta in un attimo sono a destinazione.
Bojano, 13:30, casa dell’amico Daniele, solo qualche dettaglio delle prossime ore rimane accessibile in memoria: una 40ina di maschi adulti, qualche gagno, qualche moglie/compagna, un braciere 2x2mt in piena attività fino alle 23, un secondo braciere per gli arrosticini, spillatrice per la birra, musica, campeggio libero nell’enorme giardino di Daniele, brevi fotogrammi confusi di gente che beve, mangia, ride e talvolta fa cose indicibili.
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https://i.ibb.co/5jssPTW/20220903-202001-01.jpg (https://ibb.co/Zgcc0d6)
Giorno? Domenica… credo sia domenica, cristochemalditestaquantocazzohobevuto?: Bojano > Marta.
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Partenza da Bojano alle 10 passate, praticamente è pomeriggio, faccio strada a Catello, Mario ed Ermanno verso Campo imperatore: il cielo è grigio e qualche goccia di pioggia viene catturata dalla visiera, ma ci godiamo (nuovamente per me) i valichi Macerone/Rionero dopo Isernia, ci pieghiamo per esigenze di tempo alla noiosa statale Roccaraso-Sulmona e passata Popoli ritroviamo le curve vere sulla SR17 “delle svolte di Popoli” (nomen omen).
Parco Nazionale del Gran Sasso: meraviglioso, sempre, anche con il meteo non perfetto (ed il maledetto mal di testa).
https://i.ibb.co/hWhycBc/20220904-133419-01.jpg (https://ibb.co/2tmySvS)
Deposito gli amici al ristoro Mucciante e proseguo, verso Roma il cielo si apre a dispetto di previsioni cataclismatiche: lascio il Gran Sasso dalla SP86 “del Vasto”, non a livello del vicino valico delle Capannelle (da che ricordo) ma comunque sicuramente meritevole per tracciato, fondo, panorama. Giro intorno al lago di Campotosto, la strada è piuttosto malmessa, ed evitando Amatrice scendo per Montereale (divertente!), Borbona (inaspettata, bellissima valle), Posta-Leonessa (mi piace vincere facile), infine Rieti.
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Da Rieti a Marta via Magliano Sabina e lago di Vico, per evitare il drittone Terni-Orvieto: fa tutto il navigatore, il ricordo del percorso sfuma tra qualche noiosa statale, i tornanti a scendere da Magliano e le curve intorno al lago di Vico. Soprattutto: sole pieno ed un caldo sempre più opprimente.
All’ultimo km, ma proprio all’ultimo km quando svolto nella stradina che mi porterà a casa dei miei ospiti, si scatena il finimondo (invero annunciato da nubi nere sempre più vicine e dalla strada abbondantemente già bagnata). Ricapitoliamo: manca 1 km, l’antipioggia è in borsa, l’asfalto scompare e si trasforma in strada bianca (maledetti gli amici che vanno a vivere in culo ai lupi), io devo seguire il navigatore per trovare il posto esatto ma la visiera è inondata di pioggia e non vedo un cazzo. 1 km sotto l’acqua: fradicio.
Ma riabbraccio Amici, con la A maiuscola, che mancavano da troppo tempo… ed è l’epilogo perfetto di una perfetta giornata in moto.
Lunedì, giorno 4: Marta > Parma
Dopo una colazione in riva al lago di Bolsena Max mi segue con il suo vecchio VFR per la prima parte della mattinata, a zonzo per l’antica Etruria su e giù per le “tagliate”, le strade scavate nel tufo: Pitigliano, Sovana, Sorano, Manciano, Saturnia… servirebbero settimane intere per godere le meraviglie di tutta la zona, ma anche una bella riasfaltata a buona parte delle terribili strade che percorriamo.
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Dopo l’ultimo caffè a Scansano ci separiamo, e riprendo la salita verso nord in solitaria.
Sempre attento ad evitare noiose statali, in questo caso la SS223 Grosseto-Siena, scopro la SP153 che scorre piacevole con facili curve su asfalto in più che buone condizioni e zero traffico: in un attimo sono a Paganico, poi Roccastrada, e poi riprendo a godere forte sulle SP8, SP19 e SP162 tra Sassofortino, Roccatederighi e Niccioleta fino quasi a Massa Marittima.
Qui inizia il “Larderelloring”, la SS439 delle Colline Metallifere, uno dei pezzi forti della giornata: Castelnuovo, Pomarance, Saline di Volterra… un tracciato sempre diverso, asfalto da buono a ottimo con solo qualche punto malmesso, traffico quasi assente. Amo questa strada ed ogni occasione è buona per percorrerla.
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Ma non finisce qui, perché a Saline si è sulla “Volterrana” ed anche qui è un gran guidare, con il boxerone che scorre godereccio tra le curve ed i brevi rettilinei tra una piega a destra ed una a sinistra.
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Fast-forward fino a Pistoia via Castiglion Fiorentino, Empoli, Lamporecchio: l’Abetone è una piacevole formalità e per raggiungerlo, da Pistoia, ci sono ancora il passo dell’Oppio e svariate curve per tutti i gusti, e dopo l’Abetone la Serramazzoni-Maranello che, pur se in discesa, fornisce le ultime gocce di adrenalina necessarie per affrontare il rientro autostradale su Parma. Dove mi aspetta Daniela, rosicante per non avermi potuto raggiungere sabato: millanterò meteo incerto e strade sporche e noiose, enfatizzerò le 4 gocce d’acqua prese il giorno prima a Marta e, in generale, fornirò dettagli del viaggio solo in presenza dell’avvocato.
Martedì, bonus track: Parma > Alba
Succede che dopo un lungo we in moto ed alla fine di una giornata di lavoro devi tornare ad Alba a fare il papà. Sono le 18, i km dei giorni precedenti si fanno sentire, una via Emilia + SS Padana Inferiore per rientrare a casa – eventualmente alternate a qualche tratto autostradale – sembrano la scelta più saggia.
Non so bene cosa sia successo ma mi sono svegliato ad un certo punto in val Trebbia, a pochi km da Bobbio, pronto ad imboccare il passo del Penice. Così, giusto per scrollare di dosso una noiosa giornata al PC.
https://i.ibb.co/rkXpL6v/20220906-191311-01.jpg (https://ibb.co/NxGNkj7)
In garage la strumentazione della Scrambler dice: Trip 1 = 2.536 km.
Ben fatto, Cinghio.
Traccia andata https://mappite.org/5fR
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