Gunther
12-09-2021, 20:59
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“Obrigada! ” – Eeh? Come obbligata? … ma davvero?? Maaaa… cioè.. in che senso?
Quando la morettina del campeggio mi disse così portandomi il resto del pagamento della cena, cominciai a pensare che qui in Portogallo l’ospitalità è veramente superiore a ogni aspettativa. Ma facciamo un passo indietro, anzi due. Quest’anno, tra impegni personali e divieti nazionali mi sono mosso poco, e sono capitati spesso momenti nei quali avevo voglia di prendere la moto ma non potevo farlo. Anche lavorativamente ho ridotto di molto gli spostamenti, e avevo proprio voglia di far girare il boxerone e vedere posti nuovi
Inoltre, tra buco dell’ozono e sfiga, ormai ogni anno fa sempre più caldo afoso, per cui volevo evitare di infilarmi in posti-fornace come mi è successo già parecchie volte in passato, visto che per me le vacanze sono solo in agosto.
Le vacanze estive per me rappresentano un appuntamento importante, mi servono per azzerare le tossine della vita di tutti i giorni, mi serve desiderarle, mi serve prepararle e infine mi serve portarle a compimento, per evitare di affrontare poi un successivo anno di lavoro già stanco e senza voglia. E’ già il terzo anno, spero l’ultimo, che a causa del fatto che frequento l’università, nel periodo estivo devo studiare, per cui non posso fare quello che ho sempre amato fare, ovvero recarmi in paesi un po' estremi, decidere intorno a pasqua, cominciare a studiarmi il posto, ad ottenere i permessi, a preparare la moto. L’anno scorso ho deciso di stare addirittura in Italia, quest’anno però vado fuori dalle balle.
E poi sono parecchio scoglionato, è un anno che ne sento di tutti i colori sulla libertà di movimento, manipolazioni a tutti i livelli, e ciò mi ha depresso non poco, perché se mi tolgono la libertà di spostarmi a mio piacimento é come mettermi in prigione. Ho fatto così il green pass con l’intento di non avere problemi in viaggio, anche se mi renderò presto conto che il modo con cui all’estero affrontano la questione è decisamente differente dal nostro
MA… è giugno, non c’è tempo da perdere! Apro per terra la mappa dell’europa, e noto subito che là nell’angolo a sinistra, la terra di Ronaldo e Mourinho effettivamente mi manca, ha le dimensioni giuste per una bella vacanza di tre settimane, e essendo sull’atlantico non dovrebbe essere “roventisc”. Prendo qualche info in più e alla fine decido: compro la lonely e.. si parte!
A inizio luglio blocco un motel dopo barcellona e uno appena dentro in portogallo, e noto che contrariamente a ciò che pensavo gli alloggi del luogo non sono così economici né facilmente trovabili, figurarsi se li prenoto ad agosto il giorno per il giorno dopo, per cui prendo la decisione di portarmi la tenda, luoghi per il “Campismo”, come lo chiamano loro, ce ne sono tanti, visto che siamo al mare
La combinazione di carico che scelgo è la stessa dell’anno scorso: niente bauletto, borse laterali che ci sta il mondo, sopraborse della wunderlich che sono una meraviglia, capienti ed espandibili, ma non impermeabili, infatti ci metterò tutta roba che se piove se ne frega (ciabatte, antiacqua e sacco a pelo, quest’ultimo avvolto in una sacca impermeabile). Carico la tenda per il lungo utilzzando piastra bauletto e sella posteriore, ottima idea appresa dai crucchi, niente peso sporgente ai lati e carico un po' spostato verso il centro della moto ma, soprattutto, schienalino gratis
Duemiladuecento km sono la distanza che separa la porta di casa mia da quella della Lusitania, da farsi in… due o tre giorni? Direi due, tanto è trasferimento. Un saluto a Jack, che porto in villeggiatura presso un’amica che possiede altri due cani, e arriva il fatidico giorno della partenza.
Sarà che quando vado a letto immagino di svegliarmi già in un altro paese, sarà che da due mesi non vedevo l’ora di partire, sta di fatto che mi alzo senza sveglia alle 3.00 e parto alle 3.45, in modo che prima delle 8.00 sono già oltralpe. I francesi hanno poche aree di servizio ma belle aree di sosta sull’autostrada, e il nuovo sistema di pagamento pedaggi attraverso il contactless, ovvero appoggiando solo la carta di credito, mi permette di essere veloce. La rottura di palle sono le loro regole su giubbino catarifrangente, guanti omologati e kit di primo soccorso, che mi costringono ad adeguarmi: non ho mai portato con me un giubbino ad alta visibilità, e l’ho comprato visto che passerò per la Francia. Non ho il kit di pronto soccorso, perché dal punto di vista dei medicinali sono ben più attrezzato, ho con me tutto l’occorrente per qualsiasi malessere mi possa accadere, comprese garze, bende, forbicine, siringa, cotone idrofilo, cerotti ecc, ma il “kit” semplice non ce l’ho, e ho dovuto prenderlo, perché loro vogliono vedere quello. Infine, i guanti omologati: io in estate viaggio sempre senza guanti, è una cazzata che mi accompagna da anni, e a tutti i guanti che posseggo, ho tolto l’etichetta di omologazione perché fanno delle etichette lunghe 15 cm che danno solo fastidio. Che fare? Mi porto i guanti antiacqua dainese, sono andato sul loro sito e mi sono stampato la parte relativa all’omologazione, così se mi fermano gli mostro quella. Alla fine ho viaggiato in italia di notte con 24 gradi senza guanti, poi in Francia al mattino con 30 gradi con su i guanti antiacqua. Vabbè..
Dopo 1.220 km, in spagna a 28 gradi e gli ultimi 30 km sotto un acquazzone tremendo, arrivo tra Barcellona e Valencia. Saranno queste le uniche gocce d’acqua di tutto il viaggio: 20 minuti di diluvio su 20 giorni: mi sembra più che accettabile
In autostrada poco prima di entrare in portogallo, il navigatore mi comunica che arrivo… mezz’ora fa! Sono le 17.54 e lui mi assicura che arriverò alle 17.23. Spero che non inizi a farmi girare le balle perché con lui ho un rapporto di amore odio, ultimamente…
Entro in portogallo, all’ingresso convogliano gli stranieri verso un’area dove è possibile associare la targa ad un sistema di pagamento automatico, ma la telecamera riprende solo l’anteriore del mezzo. L’alternativa è acquistare una carta a scalare e utilizzare quella, ma non è ben chiaro quali sono le tratte sottoposte a pedaggio automatico e quelle con i caselli. Un sistema direi macchinoso e poco pratico, scelgo la terza via: eviterò le autostrade se non strettamente necessario. La signora della struttura mi dice che sono arrivato prima di quanto le avevo scritto via sms, guardo l’ora sul muro della reception e… azzo ma qui siamo un’ora indietro! Bene, ho più tempo per doccia e relax, e poi… Navigatore-Marco 1-0 !
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Leggo che con un gs dopo 600 km di seguito si è stanchi morti, io ne ho fatti 2.200 in due giorni e sto benissimo… e non è la prima volta che lo faccio. Ciò rientra in un discorso più ampio che ho elaborato durante il viaggio: è consuetudine generalizzare un problema capitato alla propria moto accusando il marchio di fare motociclette inaffidabili. Se si rompe un cardano, Bmw fa moto di merda, se la batteria crea problemi, le goldwing sono un furto con quello che costano. Inaccettabile, intollerabile! Ma non sento nessuno parlare di numeri di vendita per unità (bmw gs vende oltre 20 volte honda goldwing, ma è solo un esempio), e soprattutto di modalità e stile di guida, i motociclisti non hanno mai colpe, sono sempre le case, eppure ne vedo che tirano come degli indemoniati, spalancano ad ogni cambio marcia, o che partono a freddo. Io in 480.000 km con lo stesso motore non ho mai rotto niente di grave, questa ne ha 100.000 e non ha mai avuto niente di serio… che fortuna che ho!
Terzo giorno.. finalmente! Da ora si cazzeggia. Il metodo di viaggio che mi sono costruito negli anni, prevede di fermarmi più giorni possibile in una zona al centro di ciò che voglio vedere, scaricare la moto e cominciare a fare giri a margherita intorno al motel finché non ho terminato di vedere i posti che mi interessano. Questo mi dà alcuni vantaggi, primi fra tutti il fatto di viaggiare scarico e di non esporre parte del carico, ben al sicuro in motel, a furti. Ma anche la possibilità di viaggiare con abbigliamento che non sia necessariamente da tappone di trasferimento, mi piace non poco. Oggi però non ho alternative: a sud c’è il mare, a est la spagna, a nord poco da vedere… parto con tutto verso ovest, verso la visita dell’ALGARVE. In questa nazione si viaggia bene, il traffico è scarso sebbene siamo in zona turistica, e la gente non ha assolutamente fretta. Il meteo oggi è perfetto e soprattutto rispetto all’Italia noto una maggior disponibilità verso i motociclisti, ovvero se supero qualcuno questo non chiude, non stringe, non accelera mentre lo sorpasso anzi qualcuno mi agevola pure. Secondo me dovrebbe essere sempre così, a parte agevolarmi, sarebbe sufficiente che si facessero i fatti loro senza invidia che porta a manovre improvvise e pericolose soprattutto per noi motard. La spiaggia e la grotta di benagil sono da cartolina, a metà pomeriggio trovo un super campeggio che vuole 50 euro, al motel ne vogliono 35, scelgo per un campeggio meno di lusso, con quotazioni normali. Siamo a Luz, al centro dell’area sud ovest del portogallo, zona perfetta
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Cabo de sao vicente è un posto eccezionale, a me piace molto perché rappresenta i posti che amo: pochissima gente, mare, onde, rocce a picco. Potrebbero far sostare camperisti e roulottari, c’è tantissimo posto, sia lì che sulla strada per arrivarci, invece c’è il divieto, una cosa che mi dispiace
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Provo il ristorantino del campeggio che mi sembra ben fornito, e soprattutto mi permette di sorseggiare una birra in più senza l’angoscia di rientrare in moto col rischio di essere fermato. La cena è ottima, e le circostanze mi permettono di imparare la parola che sentirò dire più spesso qui in Portogallo, vale a dire “obrigado!”, che vuol dire semplicemente “grazie!”.
Il Portogallo presenta caratteristiche invidiabili o discutibili, in questa mia vacanza ho notato ad esempio che qualsiasi attrazione turistica, religiosa o municipale, è accessibile a pagamento e i prezzi sono pari se non superiori a quelli delle più blasonate nazioni del centro Europa. Ho anche notato che i senzatetto sono pochissimi, nelle grandi città ne ho visto qualcuno a Porto ma a Lisbona per esempio neanche uno.
Ma basta pensieri e riflessioni, godiamoci la moto che non ho ancora visto una nuvola, e che il meteo è eccezionale, si viaggia sempre sui 20/25 gradi, la perfezione per me! Confermo un’altra notte in campeggio e oggi faccio pochi km e tante spiagge, e voglio anche una bella colazione! Anzi, dirò di più, visto che in campeggio c’è anche la piscina, crepi l’avarizia, al rientro mi sparo pure un’oretta a bordo vasca e un bagno rinfrescante! Visito delle spiagge eccezionali, soprattutto Amoreira…. l’oceano rinfresca il clima e sprigiona delle onde bellissime da vedere, sulle quali ci sono sempre tanti surfisti a divertirsi. Giornata da incorniciare
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Durante lo spostamento verso Lisbona entro nella regione più grande del Portogallo, L’Alentejo, e approfitto del percorso per farmi un giro sulla penisola di Troja, un tratto costiero lungo e stretto posizionato di fronte a Setubal e terminante con un complesso residenziale molto carino e pacifico. I limiti stradali sono logici e più che accettabili, ad ogni modo io ne resto all’interno, sia perché non ho fretta sia perché non trovo il senso di correre rischi in un paese che non è il mio e di rovinarmi la giornata. Sento intanto di amici motociclisti che nonostante i divieti cercano di fare ciò che non si può fare, un’abitudine tipica italiana che, però, spesso non trova terreno fertile all’estero.
Avevo già fermato la struttura a Lisbona dall’Italia, valutandone diverse con calma, visto che tanto ci sarei stato più notti e che in una città grande preferisco garantirmi certi servizi, come il garage. Il posto è effettivamente stupendo, ma stupendo è soprattutto il proprietario, Antonio, che mi accoglie portandomi in camera i bagagli con un carrellino (!) e fornendomi una marea di consigli, compresi dei fogli con tutte le zone più belle da visitare, di Lisbona ma anche di tutto il portogallo, che si possono fare in pullman ma che vanno benissimo anche per me, documenti che incrocerò con la lonely planet e che mi saranno molto utili. Che è uno di noi lo capisco quando gli chiedo come mai in Portogallo il prezzo della benzina è superiore a quello in spagna, in Francia e anche in Italia. “achi gobierno todos ladrones”, mi risponde 😊 😊 ahhh okk!! La sua casa si trova a fianco di una delle arterie principali che porta in centro, Avenida Almirante Reis, pertanto è veramente comoda per le visite, anche se il nome della grande via mi lascia qualche perplessità sull’estrazione politica dei portoghesi. Nella sua casa ho la possibilità anche di farmi il caffè, scaldando l’acqua in un comune bollitore e utilizzando un filtro che non avevo mai visto prima
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Dal punto di vista alimentare io sono un po' una merda, nel senso che non m’interessa per niente provare le prelibatezze locali. Forse perché in vacanza io non pranzo mai, la sera ho fame e voglia di mangiare, non di peluccare.. meno male che Sofy mi suggerisce di provare il dolce tipico locale, ovvero i pasteis de nata, e Simi via wapp mi dice dai prova qualcosa sei lì, su, forza, così ceno con una bella paella, bella e soprattutto buona. Mentre ceno, a fianco a me scorre di continuo il 28, il tipico tram di Lisbona che la lonely raccomanda in assoluto di provare
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Non visiterò Lisbona subito, il primo giorno prendo la moto e scelgo di vedere solo i posti di Lisbona lontani dal motel, farmi un giro lungo la costa toccando tutti i posti più caratteristici della zona, come Cascais, Sintra Queluz e soprattutto cabo da roca, il punto più ad ovest dell’Europa continentale. Qui incontro un ragazzo bergamasco che mi ferma e mi chiede informazioni su com’è viaggiare in moto…. proprio a me… 😊 lui è lì con un viaggio organizzato … poverino lo seppellisco, ma un po' era già convinto.
Faccio la mia bella cazzata dopo aver visitato il monastero dos Jeronimos, realizzato in splendido stile manuelino nel quartiere di Belèm, e all’interno del quale è sepolto Vasco da Gama, uno dei grandi padri di tutti i viaggiatori. Confondo infatti l’adiacente e peraltro stupendo monumento alle scoperte nientedimeno che con… la torre di Belèm, posizionata solo 900 mt più avanti. Così, la torre di Belem non l’ho vista 😊 .. magari ci sarò passato di fianco, però… asèn!
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A Cascais faccio ancora la conoscenza con l‘aspra bellezza del connubio tra le rocce portoghesi e l’oceano: la chiamano boca do inferno, è un’apertura della roccia a mò di ponticello, che permette all’acqua di passare sotto creando una cavità naturale a cielo aperto che, nei giorni di vento, fa schizzare l’acqua fin sulla strada. La strada che da Lisbona porta a Cascais è costellata di spiaggette e localini per spuntini o colazioni varie, passa proprio sulla costa oceanica, sono 20 km ma sono a 2 corsie per senso di marcia, e la gente si porta in spiaggia con dei sottopassi o dei ponti: pochissimi semafori, si viaggia benissimo e sembra identica alla litoranea ligure o napoletana con queste piccole differenze che però cambiano completamente tutto: è un’altra vita, si viaggia ai 60/80 km/h in tutta sicurezza
Il giro continua a Sintra, un paesello interessante per le viuzze strette e piene di gente… il palacio da Vila coi suoi camini di forma conica è anche corredato di belle piante, siepi e gerani, e sono tanti gli angoli dai quali si possono scattare delle belle foto. Il castello dei Mori domina dall’alto tutta la città, ma non ho nessuna voglia di arrampicarmi fino a lassù, per cui mi limito a un giro per il centro paese. Qui per mia scelta decido di mettere la ffp2, perché è impossibile mantenere le distanze dalla gente. A proposito, finora nessuno mi ha né chiesto né parlato di covid, distanziamento, pulizia mani, green pass menchemeno, ci sono gli igienizzanti un po' dappertutto ma il comportamento è lasciato alla libera scelta della gente che, proprio come ho fatto io, decide se e cosa indossare. Non entro nel palacio da vila perché voglio entrare nel ben più importante e maestoso palacio nacional, situato a pochi kilometri di distanza, a Queluz, e che già dalla preparazione di questo viaggio mi ricordava gli sfarzi visti nei dintorni di San Pietroburgo, a palazzo Peterhof soprattutto. Quella che Antonio definisce la “versailles del portogallo” è molto bella dentro ma in realtà un po' fatiscente all’esterno, l’ho girata tutta e nel paragone con Caserta o Peterhof perde, con Versailles non so perché non ci sono mai stato
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PS: questa riga saltatela! In serata mi svacco dai kebabbari scegliendo però la pizza, qualsiasi italiano degno di tale nome mi toglierebbe il saluto per una cosa del genere, però a me è piaciuta da matti, me l’hanno servita subito e ho pure speso una fischiata. Ciapa lì!
Altro giorno facendo base a Lisbona, ma neanche oggi visito la città, decido di partire verso est per vedere Evora, che dovrebbe essere superlativa. Durante il viaggio in statale accade una cosa incredibile: un rincoglionito di un uccellazzo sbaglia traiettoria e dopo un volo rasoterra a manetta fa un curvone ma arriva troppo lungo e si schianta a tutta velocità contro la mia moto.. uno schifo enorme, brandelli di carne e sangue sulla borsa laterale sinistra e sui miei pantaloni! Mi sono fermato per arginare il danno e nel giro di 20 secondi ero pieno di mosche! Ho sempre con me uno spruzzino di acqua sapone e uno straccio, ho tolto il grosso e sono ripartito. Piano piano ho realizzato che mi è andata anche bene, se anticipava di un niente anziché sulla laterale mi finiva sulla gamba, e magari col becco a punta andava anche peggio.
Decido di seguire il consiglio di Antonio e di andare fino a Monsaraz… stupenda, una cittadella fortificata dalla quale si gode di un panorama enorme sul lago Alqueva. Il castello sfrutta una posizione rialzata dominante, e io sfrutto la brezza che risale dal pendio e che mi dà un bel sollievo. Qui tanti anni fa c’era l’inquisizione, infatti sono visitabili ancora i resti del tribunale
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Sono a 8 km dalla spagna, faccio un salto a fare il pieno a € 1,318/lt contro gli € 1,78/lt del portogallo, e faccio oltre 30 litri. Partire con 713 km di autonomia residua dopo un pieno, per me, non ha prezzo. In passato ho letto diversi commenti riguardanti il maxiserbatoio della mia moto, un peso inutile, una moto che diventa imponente e meno gestibile, e poi, solo per fermarsi qualche volta in meno per fare rifornimento, proprio non ha senso. Ma chi è che fa tutti quei km senza avere voglia di fermarsi??? Quello che i motoviaggiatori sanno molto bene, è che la grande autonomia non serve per fare qualche rifornimento in meno, ma per riuscire ad arrivare a fare benzina dove costa meno, perché in un viaggio itinerante la voce più importante dei costi è proprio il carburante
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Evora è una città abbastanza importante dell’Alentejo, il centro storico è molto caratteristico, sia per via della presenza del Tempio Romano, uno dei resti meglio conservati della presenza romana, sia per la “Sé” lo strano nome che qui danno alle principali cattedrali di ogni paese in tutto il portogallo. Ma quello che mi attira di più è la “capela dos ossos”, un’inquietante cappelletta dove sono sepolte le ossa di oltre 5000 vittime!
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Al ritorno mi rendo conto della totale assenza di polizia per le strade, ma in realtà… non ce n’è bisogno. Come già detto, viaggiano tutti composti, di matti non ce ne sono, inoltre nei centri urbani qui hanno un sistema che costringe la gente a rallentare, ovvero i semafori a “velocidade controlada”, sopra i 50 km/h scatta il rosso, giusto il tempo di scalare tutte le marce, frenare, mettere in folle e fermarti, e il semaforo torna a lampeggiare. Dopo due o tre semafori così, monta una carogna talmente alta che fai a gara per inculare il semaforo, viaggiando alla velocità più alta possibile ma senza farlo scattare, e alla fine ti ritrovi a viaggiare ai 50 costanti. Intanto in viaggio assisto ad un incendio a bordo strada, con tanto di bombeiros (vigili del fuoco) a controllare la situazione e canadair sopra la testa, purtroppo avevo sentito alla tv nei giorni precedenti che gli incendi qui sono un serio problema
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Bene, è venuto il giorno di Lisbona! Oggi probabilmente non tocco la moto, giornata dedicata alla capitale. Trovo sulla lonely un interessante itinerario da fare a piedi che parte non lontano dal mio motel, per cui decido di seguirlo e visito praticamente tutta la zona centrale e più interessante. I punti panoramici devono essere belli ad ogni costo, visto che la scarpinata fin lassù grida vendetta, e infatti presentano il fiume Tago e la città vista dall’alto, dando una bella idea della zona. La parte più caratteristica è senza dubbio l’Alfama, un dedalo di viuzze in stile moresco dove il senso dell’orientamento viene piacevolmente abbandonato per perdersi e girare a zonzo, ascoltando la loro musica tipica, detta “fado” interrotta solo dallo sfrigolìo delle ruote ferrate del 28, il mitico tram che attraversa la città inerpicandosi per delle pendenze impossibili, carico a livelli africani. Dirigendomi al Castelo de Sao George noto un motorino parcheggiato dal quale parte un filo elettrico che sale su al primo piano di una casa, e immagino proprio così il futuro degli amanti delle moto elettriche
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Nella piazza principale della città, Placa Do comercio, c’è gente di tutti i tipi, qualcuno si avvicina e mi chiede se voglio “della roba”… comincio a pensare di essere proprio messo male, col sole che picchia ho messo il foulard della bmw in testa a mò di bandana a fare il lavoro che i capelli è qualche anno che non fanno più, i bermuda da pantula e la barba sfatta, che per non portarmi il rasoio avevo fatto bene a casa , ma è passata già oltre una settimana..
Lì vicino c’è anche un ascensore (elevador de Santa Justa) ma con tutta la mia buona volontà non sono riuscito a trovare l’entrata in basso. E’ troppo presto per rientrare, e poi non sono mai andato a Rio de Janeiro, e nemmeno a Maratea, per cui prendo la moto e vado a vedere il Cristo Re, che si trova sulla sponda opposta del Tago e si vede da qualsiasi punto di Lisbona. Il posto è stupendo, c’è un gran vento che è utilissimo per rinfrescarsi, si vede il grande ponte (ponte de 25 Abril) e la statua è a dir poco maestosa: realizzata da Salazar negli anni 50, tra statua e base arriva quasi a 100 metri di altezza. E’ anche possibile salire e godersi un panorama di Lisbona ancor più bello di quello che si vede da sotto.
Faccio un salto anche nell’Arialva, la zona sottostante dove scatto qualche foto posizionando la moto a 1 metro dal fiume
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... continua ...
“Obrigada! ” – Eeh? Come obbligata? … ma davvero?? Maaaa… cioè.. in che senso?
Quando la morettina del campeggio mi disse così portandomi il resto del pagamento della cena, cominciai a pensare che qui in Portogallo l’ospitalità è veramente superiore a ogni aspettativa. Ma facciamo un passo indietro, anzi due. Quest’anno, tra impegni personali e divieti nazionali mi sono mosso poco, e sono capitati spesso momenti nei quali avevo voglia di prendere la moto ma non potevo farlo. Anche lavorativamente ho ridotto di molto gli spostamenti, e avevo proprio voglia di far girare il boxerone e vedere posti nuovi
Inoltre, tra buco dell’ozono e sfiga, ormai ogni anno fa sempre più caldo afoso, per cui volevo evitare di infilarmi in posti-fornace come mi è successo già parecchie volte in passato, visto che per me le vacanze sono solo in agosto.
Le vacanze estive per me rappresentano un appuntamento importante, mi servono per azzerare le tossine della vita di tutti i giorni, mi serve desiderarle, mi serve prepararle e infine mi serve portarle a compimento, per evitare di affrontare poi un successivo anno di lavoro già stanco e senza voglia. E’ già il terzo anno, spero l’ultimo, che a causa del fatto che frequento l’università, nel periodo estivo devo studiare, per cui non posso fare quello che ho sempre amato fare, ovvero recarmi in paesi un po' estremi, decidere intorno a pasqua, cominciare a studiarmi il posto, ad ottenere i permessi, a preparare la moto. L’anno scorso ho deciso di stare addirittura in Italia, quest’anno però vado fuori dalle balle.
E poi sono parecchio scoglionato, è un anno che ne sento di tutti i colori sulla libertà di movimento, manipolazioni a tutti i livelli, e ciò mi ha depresso non poco, perché se mi tolgono la libertà di spostarmi a mio piacimento é come mettermi in prigione. Ho fatto così il green pass con l’intento di non avere problemi in viaggio, anche se mi renderò presto conto che il modo con cui all’estero affrontano la questione è decisamente differente dal nostro
MA… è giugno, non c’è tempo da perdere! Apro per terra la mappa dell’europa, e noto subito che là nell’angolo a sinistra, la terra di Ronaldo e Mourinho effettivamente mi manca, ha le dimensioni giuste per una bella vacanza di tre settimane, e essendo sull’atlantico non dovrebbe essere “roventisc”. Prendo qualche info in più e alla fine decido: compro la lonely e.. si parte!
A inizio luglio blocco un motel dopo barcellona e uno appena dentro in portogallo, e noto che contrariamente a ciò che pensavo gli alloggi del luogo non sono così economici né facilmente trovabili, figurarsi se li prenoto ad agosto il giorno per il giorno dopo, per cui prendo la decisione di portarmi la tenda, luoghi per il “Campismo”, come lo chiamano loro, ce ne sono tanti, visto che siamo al mare
La combinazione di carico che scelgo è la stessa dell’anno scorso: niente bauletto, borse laterali che ci sta il mondo, sopraborse della wunderlich che sono una meraviglia, capienti ed espandibili, ma non impermeabili, infatti ci metterò tutta roba che se piove se ne frega (ciabatte, antiacqua e sacco a pelo, quest’ultimo avvolto in una sacca impermeabile). Carico la tenda per il lungo utilzzando piastra bauletto e sella posteriore, ottima idea appresa dai crucchi, niente peso sporgente ai lati e carico un po' spostato verso il centro della moto ma, soprattutto, schienalino gratis
Duemiladuecento km sono la distanza che separa la porta di casa mia da quella della Lusitania, da farsi in… due o tre giorni? Direi due, tanto è trasferimento. Un saluto a Jack, che porto in villeggiatura presso un’amica che possiede altri due cani, e arriva il fatidico giorno della partenza.
Sarà che quando vado a letto immagino di svegliarmi già in un altro paese, sarà che da due mesi non vedevo l’ora di partire, sta di fatto che mi alzo senza sveglia alle 3.00 e parto alle 3.45, in modo che prima delle 8.00 sono già oltralpe. I francesi hanno poche aree di servizio ma belle aree di sosta sull’autostrada, e il nuovo sistema di pagamento pedaggi attraverso il contactless, ovvero appoggiando solo la carta di credito, mi permette di essere veloce. La rottura di palle sono le loro regole su giubbino catarifrangente, guanti omologati e kit di primo soccorso, che mi costringono ad adeguarmi: non ho mai portato con me un giubbino ad alta visibilità, e l’ho comprato visto che passerò per la Francia. Non ho il kit di pronto soccorso, perché dal punto di vista dei medicinali sono ben più attrezzato, ho con me tutto l’occorrente per qualsiasi malessere mi possa accadere, comprese garze, bende, forbicine, siringa, cotone idrofilo, cerotti ecc, ma il “kit” semplice non ce l’ho, e ho dovuto prenderlo, perché loro vogliono vedere quello. Infine, i guanti omologati: io in estate viaggio sempre senza guanti, è una cazzata che mi accompagna da anni, e a tutti i guanti che posseggo, ho tolto l’etichetta di omologazione perché fanno delle etichette lunghe 15 cm che danno solo fastidio. Che fare? Mi porto i guanti antiacqua dainese, sono andato sul loro sito e mi sono stampato la parte relativa all’omologazione, così se mi fermano gli mostro quella. Alla fine ho viaggiato in italia di notte con 24 gradi senza guanti, poi in Francia al mattino con 30 gradi con su i guanti antiacqua. Vabbè..
Dopo 1.220 km, in spagna a 28 gradi e gli ultimi 30 km sotto un acquazzone tremendo, arrivo tra Barcellona e Valencia. Saranno queste le uniche gocce d’acqua di tutto il viaggio: 20 minuti di diluvio su 20 giorni: mi sembra più che accettabile
In autostrada poco prima di entrare in portogallo, il navigatore mi comunica che arrivo… mezz’ora fa! Sono le 17.54 e lui mi assicura che arriverò alle 17.23. Spero che non inizi a farmi girare le balle perché con lui ho un rapporto di amore odio, ultimamente…
Entro in portogallo, all’ingresso convogliano gli stranieri verso un’area dove è possibile associare la targa ad un sistema di pagamento automatico, ma la telecamera riprende solo l’anteriore del mezzo. L’alternativa è acquistare una carta a scalare e utilizzare quella, ma non è ben chiaro quali sono le tratte sottoposte a pedaggio automatico e quelle con i caselli. Un sistema direi macchinoso e poco pratico, scelgo la terza via: eviterò le autostrade se non strettamente necessario. La signora della struttura mi dice che sono arrivato prima di quanto le avevo scritto via sms, guardo l’ora sul muro della reception e… azzo ma qui siamo un’ora indietro! Bene, ho più tempo per doccia e relax, e poi… Navigatore-Marco 1-0 !
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Leggo che con un gs dopo 600 km di seguito si è stanchi morti, io ne ho fatti 2.200 in due giorni e sto benissimo… e non è la prima volta che lo faccio. Ciò rientra in un discorso più ampio che ho elaborato durante il viaggio: è consuetudine generalizzare un problema capitato alla propria moto accusando il marchio di fare motociclette inaffidabili. Se si rompe un cardano, Bmw fa moto di merda, se la batteria crea problemi, le goldwing sono un furto con quello che costano. Inaccettabile, intollerabile! Ma non sento nessuno parlare di numeri di vendita per unità (bmw gs vende oltre 20 volte honda goldwing, ma è solo un esempio), e soprattutto di modalità e stile di guida, i motociclisti non hanno mai colpe, sono sempre le case, eppure ne vedo che tirano come degli indemoniati, spalancano ad ogni cambio marcia, o che partono a freddo. Io in 480.000 km con lo stesso motore non ho mai rotto niente di grave, questa ne ha 100.000 e non ha mai avuto niente di serio… che fortuna che ho!
Terzo giorno.. finalmente! Da ora si cazzeggia. Il metodo di viaggio che mi sono costruito negli anni, prevede di fermarmi più giorni possibile in una zona al centro di ciò che voglio vedere, scaricare la moto e cominciare a fare giri a margherita intorno al motel finché non ho terminato di vedere i posti che mi interessano. Questo mi dà alcuni vantaggi, primi fra tutti il fatto di viaggiare scarico e di non esporre parte del carico, ben al sicuro in motel, a furti. Ma anche la possibilità di viaggiare con abbigliamento che non sia necessariamente da tappone di trasferimento, mi piace non poco. Oggi però non ho alternative: a sud c’è il mare, a est la spagna, a nord poco da vedere… parto con tutto verso ovest, verso la visita dell’ALGARVE. In questa nazione si viaggia bene, il traffico è scarso sebbene siamo in zona turistica, e la gente non ha assolutamente fretta. Il meteo oggi è perfetto e soprattutto rispetto all’Italia noto una maggior disponibilità verso i motociclisti, ovvero se supero qualcuno questo non chiude, non stringe, non accelera mentre lo sorpasso anzi qualcuno mi agevola pure. Secondo me dovrebbe essere sempre così, a parte agevolarmi, sarebbe sufficiente che si facessero i fatti loro senza invidia che porta a manovre improvvise e pericolose soprattutto per noi motard. La spiaggia e la grotta di benagil sono da cartolina, a metà pomeriggio trovo un super campeggio che vuole 50 euro, al motel ne vogliono 35, scelgo per un campeggio meno di lusso, con quotazioni normali. Siamo a Luz, al centro dell’area sud ovest del portogallo, zona perfetta
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Cabo de sao vicente è un posto eccezionale, a me piace molto perché rappresenta i posti che amo: pochissima gente, mare, onde, rocce a picco. Potrebbero far sostare camperisti e roulottari, c’è tantissimo posto, sia lì che sulla strada per arrivarci, invece c’è il divieto, una cosa che mi dispiace
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Provo il ristorantino del campeggio che mi sembra ben fornito, e soprattutto mi permette di sorseggiare una birra in più senza l’angoscia di rientrare in moto col rischio di essere fermato. La cena è ottima, e le circostanze mi permettono di imparare la parola che sentirò dire più spesso qui in Portogallo, vale a dire “obrigado!”, che vuol dire semplicemente “grazie!”.
Il Portogallo presenta caratteristiche invidiabili o discutibili, in questa mia vacanza ho notato ad esempio che qualsiasi attrazione turistica, religiosa o municipale, è accessibile a pagamento e i prezzi sono pari se non superiori a quelli delle più blasonate nazioni del centro Europa. Ho anche notato che i senzatetto sono pochissimi, nelle grandi città ne ho visto qualcuno a Porto ma a Lisbona per esempio neanche uno.
Ma basta pensieri e riflessioni, godiamoci la moto che non ho ancora visto una nuvola, e che il meteo è eccezionale, si viaggia sempre sui 20/25 gradi, la perfezione per me! Confermo un’altra notte in campeggio e oggi faccio pochi km e tante spiagge, e voglio anche una bella colazione! Anzi, dirò di più, visto che in campeggio c’è anche la piscina, crepi l’avarizia, al rientro mi sparo pure un’oretta a bordo vasca e un bagno rinfrescante! Visito delle spiagge eccezionali, soprattutto Amoreira…. l’oceano rinfresca il clima e sprigiona delle onde bellissime da vedere, sulle quali ci sono sempre tanti surfisti a divertirsi. Giornata da incorniciare
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Durante lo spostamento verso Lisbona entro nella regione più grande del Portogallo, L’Alentejo, e approfitto del percorso per farmi un giro sulla penisola di Troja, un tratto costiero lungo e stretto posizionato di fronte a Setubal e terminante con un complesso residenziale molto carino e pacifico. I limiti stradali sono logici e più che accettabili, ad ogni modo io ne resto all’interno, sia perché non ho fretta sia perché non trovo il senso di correre rischi in un paese che non è il mio e di rovinarmi la giornata. Sento intanto di amici motociclisti che nonostante i divieti cercano di fare ciò che non si può fare, un’abitudine tipica italiana che, però, spesso non trova terreno fertile all’estero.
Avevo già fermato la struttura a Lisbona dall’Italia, valutandone diverse con calma, visto che tanto ci sarei stato più notti e che in una città grande preferisco garantirmi certi servizi, come il garage. Il posto è effettivamente stupendo, ma stupendo è soprattutto il proprietario, Antonio, che mi accoglie portandomi in camera i bagagli con un carrellino (!) e fornendomi una marea di consigli, compresi dei fogli con tutte le zone più belle da visitare, di Lisbona ma anche di tutto il portogallo, che si possono fare in pullman ma che vanno benissimo anche per me, documenti che incrocerò con la lonely planet e che mi saranno molto utili. Che è uno di noi lo capisco quando gli chiedo come mai in Portogallo il prezzo della benzina è superiore a quello in spagna, in Francia e anche in Italia. “achi gobierno todos ladrones”, mi risponde 😊 😊 ahhh okk!! La sua casa si trova a fianco di una delle arterie principali che porta in centro, Avenida Almirante Reis, pertanto è veramente comoda per le visite, anche se il nome della grande via mi lascia qualche perplessità sull’estrazione politica dei portoghesi. Nella sua casa ho la possibilità anche di farmi il caffè, scaldando l’acqua in un comune bollitore e utilizzando un filtro che non avevo mai visto prima
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Dal punto di vista alimentare io sono un po' una merda, nel senso che non m’interessa per niente provare le prelibatezze locali. Forse perché in vacanza io non pranzo mai, la sera ho fame e voglia di mangiare, non di peluccare.. meno male che Sofy mi suggerisce di provare il dolce tipico locale, ovvero i pasteis de nata, e Simi via wapp mi dice dai prova qualcosa sei lì, su, forza, così ceno con una bella paella, bella e soprattutto buona. Mentre ceno, a fianco a me scorre di continuo il 28, il tipico tram di Lisbona che la lonely raccomanda in assoluto di provare
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Non visiterò Lisbona subito, il primo giorno prendo la moto e scelgo di vedere solo i posti di Lisbona lontani dal motel, farmi un giro lungo la costa toccando tutti i posti più caratteristici della zona, come Cascais, Sintra Queluz e soprattutto cabo da roca, il punto più ad ovest dell’Europa continentale. Qui incontro un ragazzo bergamasco che mi ferma e mi chiede informazioni su com’è viaggiare in moto…. proprio a me… 😊 lui è lì con un viaggio organizzato … poverino lo seppellisco, ma un po' era già convinto.
Faccio la mia bella cazzata dopo aver visitato il monastero dos Jeronimos, realizzato in splendido stile manuelino nel quartiere di Belèm, e all’interno del quale è sepolto Vasco da Gama, uno dei grandi padri di tutti i viaggiatori. Confondo infatti l’adiacente e peraltro stupendo monumento alle scoperte nientedimeno che con… la torre di Belèm, posizionata solo 900 mt più avanti. Così, la torre di Belem non l’ho vista 😊 .. magari ci sarò passato di fianco, però… asèn!
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A Cascais faccio ancora la conoscenza con l‘aspra bellezza del connubio tra le rocce portoghesi e l’oceano: la chiamano boca do inferno, è un’apertura della roccia a mò di ponticello, che permette all’acqua di passare sotto creando una cavità naturale a cielo aperto che, nei giorni di vento, fa schizzare l’acqua fin sulla strada. La strada che da Lisbona porta a Cascais è costellata di spiaggette e localini per spuntini o colazioni varie, passa proprio sulla costa oceanica, sono 20 km ma sono a 2 corsie per senso di marcia, e la gente si porta in spiaggia con dei sottopassi o dei ponti: pochissimi semafori, si viaggia benissimo e sembra identica alla litoranea ligure o napoletana con queste piccole differenze che però cambiano completamente tutto: è un’altra vita, si viaggia ai 60/80 km/h in tutta sicurezza
Il giro continua a Sintra, un paesello interessante per le viuzze strette e piene di gente… il palacio da Vila coi suoi camini di forma conica è anche corredato di belle piante, siepi e gerani, e sono tanti gli angoli dai quali si possono scattare delle belle foto. Il castello dei Mori domina dall’alto tutta la città, ma non ho nessuna voglia di arrampicarmi fino a lassù, per cui mi limito a un giro per il centro paese. Qui per mia scelta decido di mettere la ffp2, perché è impossibile mantenere le distanze dalla gente. A proposito, finora nessuno mi ha né chiesto né parlato di covid, distanziamento, pulizia mani, green pass menchemeno, ci sono gli igienizzanti un po' dappertutto ma il comportamento è lasciato alla libera scelta della gente che, proprio come ho fatto io, decide se e cosa indossare. Non entro nel palacio da vila perché voglio entrare nel ben più importante e maestoso palacio nacional, situato a pochi kilometri di distanza, a Queluz, e che già dalla preparazione di questo viaggio mi ricordava gli sfarzi visti nei dintorni di San Pietroburgo, a palazzo Peterhof soprattutto. Quella che Antonio definisce la “versailles del portogallo” è molto bella dentro ma in realtà un po' fatiscente all’esterno, l’ho girata tutta e nel paragone con Caserta o Peterhof perde, con Versailles non so perché non ci sono mai stato
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PS: questa riga saltatela! In serata mi svacco dai kebabbari scegliendo però la pizza, qualsiasi italiano degno di tale nome mi toglierebbe il saluto per una cosa del genere, però a me è piaciuta da matti, me l’hanno servita subito e ho pure speso una fischiata. Ciapa lì!
Altro giorno facendo base a Lisbona, ma neanche oggi visito la città, decido di partire verso est per vedere Evora, che dovrebbe essere superlativa. Durante il viaggio in statale accade una cosa incredibile: un rincoglionito di un uccellazzo sbaglia traiettoria e dopo un volo rasoterra a manetta fa un curvone ma arriva troppo lungo e si schianta a tutta velocità contro la mia moto.. uno schifo enorme, brandelli di carne e sangue sulla borsa laterale sinistra e sui miei pantaloni! Mi sono fermato per arginare il danno e nel giro di 20 secondi ero pieno di mosche! Ho sempre con me uno spruzzino di acqua sapone e uno straccio, ho tolto il grosso e sono ripartito. Piano piano ho realizzato che mi è andata anche bene, se anticipava di un niente anziché sulla laterale mi finiva sulla gamba, e magari col becco a punta andava anche peggio.
Decido di seguire il consiglio di Antonio e di andare fino a Monsaraz… stupenda, una cittadella fortificata dalla quale si gode di un panorama enorme sul lago Alqueva. Il castello sfrutta una posizione rialzata dominante, e io sfrutto la brezza che risale dal pendio e che mi dà un bel sollievo. Qui tanti anni fa c’era l’inquisizione, infatti sono visitabili ancora i resti del tribunale
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Sono a 8 km dalla spagna, faccio un salto a fare il pieno a € 1,318/lt contro gli € 1,78/lt del portogallo, e faccio oltre 30 litri. Partire con 713 km di autonomia residua dopo un pieno, per me, non ha prezzo. In passato ho letto diversi commenti riguardanti il maxiserbatoio della mia moto, un peso inutile, una moto che diventa imponente e meno gestibile, e poi, solo per fermarsi qualche volta in meno per fare rifornimento, proprio non ha senso. Ma chi è che fa tutti quei km senza avere voglia di fermarsi??? Quello che i motoviaggiatori sanno molto bene, è che la grande autonomia non serve per fare qualche rifornimento in meno, ma per riuscire ad arrivare a fare benzina dove costa meno, perché in un viaggio itinerante la voce più importante dei costi è proprio il carburante
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Evora è una città abbastanza importante dell’Alentejo, il centro storico è molto caratteristico, sia per via della presenza del Tempio Romano, uno dei resti meglio conservati della presenza romana, sia per la “Sé” lo strano nome che qui danno alle principali cattedrali di ogni paese in tutto il portogallo. Ma quello che mi attira di più è la “capela dos ossos”, un’inquietante cappelletta dove sono sepolte le ossa di oltre 5000 vittime!
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Al ritorno mi rendo conto della totale assenza di polizia per le strade, ma in realtà… non ce n’è bisogno. Come già detto, viaggiano tutti composti, di matti non ce ne sono, inoltre nei centri urbani qui hanno un sistema che costringe la gente a rallentare, ovvero i semafori a “velocidade controlada”, sopra i 50 km/h scatta il rosso, giusto il tempo di scalare tutte le marce, frenare, mettere in folle e fermarti, e il semaforo torna a lampeggiare. Dopo due o tre semafori così, monta una carogna talmente alta che fai a gara per inculare il semaforo, viaggiando alla velocità più alta possibile ma senza farlo scattare, e alla fine ti ritrovi a viaggiare ai 50 costanti. Intanto in viaggio assisto ad un incendio a bordo strada, con tanto di bombeiros (vigili del fuoco) a controllare la situazione e canadair sopra la testa, purtroppo avevo sentito alla tv nei giorni precedenti che gli incendi qui sono un serio problema
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Bene, è venuto il giorno di Lisbona! Oggi probabilmente non tocco la moto, giornata dedicata alla capitale. Trovo sulla lonely un interessante itinerario da fare a piedi che parte non lontano dal mio motel, per cui decido di seguirlo e visito praticamente tutta la zona centrale e più interessante. I punti panoramici devono essere belli ad ogni costo, visto che la scarpinata fin lassù grida vendetta, e infatti presentano il fiume Tago e la città vista dall’alto, dando una bella idea della zona. La parte più caratteristica è senza dubbio l’Alfama, un dedalo di viuzze in stile moresco dove il senso dell’orientamento viene piacevolmente abbandonato per perdersi e girare a zonzo, ascoltando la loro musica tipica, detta “fado” interrotta solo dallo sfrigolìo delle ruote ferrate del 28, il mitico tram che attraversa la città inerpicandosi per delle pendenze impossibili, carico a livelli africani. Dirigendomi al Castelo de Sao George noto un motorino parcheggiato dal quale parte un filo elettrico che sale su al primo piano di una casa, e immagino proprio così il futuro degli amanti delle moto elettriche
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Nella piazza principale della città, Placa Do comercio, c’è gente di tutti i tipi, qualcuno si avvicina e mi chiede se voglio “della roba”… comincio a pensare di essere proprio messo male, col sole che picchia ho messo il foulard della bmw in testa a mò di bandana a fare il lavoro che i capelli è qualche anno che non fanno più, i bermuda da pantula e la barba sfatta, che per non portarmi il rasoio avevo fatto bene a casa , ma è passata già oltre una settimana..
Lì vicino c’è anche un ascensore (elevador de Santa Justa) ma con tutta la mia buona volontà non sono riuscito a trovare l’entrata in basso. E’ troppo presto per rientrare, e poi non sono mai andato a Rio de Janeiro, e nemmeno a Maratea, per cui prendo la moto e vado a vedere il Cristo Re, che si trova sulla sponda opposta del Tago e si vede da qualsiasi punto di Lisbona. Il posto è stupendo, c’è un gran vento che è utilissimo per rinfrescarsi, si vede il grande ponte (ponte de 25 Abril) e la statua è a dir poco maestosa: realizzata da Salazar negli anni 50, tra statua e base arriva quasi a 100 metri di altezza. E’ anche possibile salire e godersi un panorama di Lisbona ancor più bello di quello che si vede da sotto.
Faccio un salto anche nell’Arialva, la zona sottostante dove scatto qualche foto posizionando la moto a 1 metro dal fiume
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... continua ...