vcerljds
10-12-2020, 15:12
Scheda:
Titolo: Vita e destino
Titolo originale: Жизнь и судьба
Autore: Vasilij Grossman
Sottotitolo:
Casa Ed: Adelphi
isbn: 8845927806
Pag: 750
prezzo: 17 €
Prima Pubblicazione: Ginevra, 1980 (postumo)
Un colossale racconto-fiume dei sanguinosi combattimenti, tra il Don e il Volga, occorsi tra la sovietica armata Rossa, comandata dal generale Rokossovsky e la Wermacht tedesca al comando del generale Paulus, per il controllo della città di Stalingrado.
Racconto per molti versi Tolstojano nel senso che sullo sfondo dello scontro mortale tra i sovietici e Hitler si compiono i destini di persone comuni come i soldati al fronte e le loro famiglie (che li aspettano a casa o, meglio, quello che rimane di casa), il personale sanitario negli ospedali da campo, operai nelle fabbriche impegnate nello sforzo bellico, ebrei nei lager nazisti e dissidenti nei campi di concentramento sovietici.
Proprio quest’ultimo confronto rende il libro particolarmente eversivo: l’idea, blasfema, nell’unione sovietica di quei tempi, di paragonare il genocidio dei campi nazisti con quello dei gulag sovietici, mettendo in rilievo le profonde somiglianze tra nazismo e ideologia sovietica.
In diversi punti del libro Grossman critica Stalin, descrive il regime totalitario sovietico ed il sistema di terrore instaurato, la vita nei campi di detenzione, la complessa personalità del dittatore: il libro viene scritto dopo la fine della guerra, quando Grossman vede tradite le sue speranze e viene fatto oggetto della campagna antisemita, allora imperante in unione sovietica.
La morte di Stalin, tuttavia, non agevola la pubblicazione del libro che anzi viene messo all’indice dal KGB di Krusciev e che, dopo complicate peripezie del manoscritto, vede la luce nel 1980 a Ginevra, vent’anni dopo la sua presentazione in patria, da parte dell’autore.
Titolo: Vita e destino
Titolo originale: Жизнь и судьба
Autore: Vasilij Grossman
Sottotitolo:
Casa Ed: Adelphi
isbn: 8845927806
Pag: 750
prezzo: 17 €
Prima Pubblicazione: Ginevra, 1980 (postumo)
Un colossale racconto-fiume dei sanguinosi combattimenti, tra il Don e il Volga, occorsi tra la sovietica armata Rossa, comandata dal generale Rokossovsky e la Wermacht tedesca al comando del generale Paulus, per il controllo della città di Stalingrado.
Racconto per molti versi Tolstojano nel senso che sullo sfondo dello scontro mortale tra i sovietici e Hitler si compiono i destini di persone comuni come i soldati al fronte e le loro famiglie (che li aspettano a casa o, meglio, quello che rimane di casa), il personale sanitario negli ospedali da campo, operai nelle fabbriche impegnate nello sforzo bellico, ebrei nei lager nazisti e dissidenti nei campi di concentramento sovietici.
Proprio quest’ultimo confronto rende il libro particolarmente eversivo: l’idea, blasfema, nell’unione sovietica di quei tempi, di paragonare il genocidio dei campi nazisti con quello dei gulag sovietici, mettendo in rilievo le profonde somiglianze tra nazismo e ideologia sovietica.
In diversi punti del libro Grossman critica Stalin, descrive il regime totalitario sovietico ed il sistema di terrore instaurato, la vita nei campi di detenzione, la complessa personalità del dittatore: il libro viene scritto dopo la fine della guerra, quando Grossman vede tradite le sue speranze e viene fatto oggetto della campagna antisemita, allora imperante in unione sovietica.
La morte di Stalin, tuttavia, non agevola la pubblicazione del libro che anzi viene messo all’indice dal KGB di Krusciev e che, dopo complicate peripezie del manoscritto, vede la luce nel 1980 a Ginevra, vent’anni dopo la sua presentazione in patria, da parte dell’autore.