raello
06-09-2018, 13:12
Sono stato senza moto per 5 anni, da settembre 2011 ad ottobre 2016. Nel frattempo ho continuato a scrivere ed a leggere sul forum, ma ero senza moto. Per scelta: perché non ci trovavo più gusto, perché non avevo più la compagnia (o meglio, c’era ancora la mia vecchia compagnia, ma continuavano a fare le stesse cose in Val Trebbia che facevamo da 10 anni, e la pelle è una sola …), perché non avevo più tempo di usarla, perché avevo appena trovato una persona “giusta” (che è ancora con me) e non la volevo subito obbligare alla moto, perché mi ero intrippato con il triathlon, perché stavo comprando casa … 100.000 ragioni. Ma la moto mi è sempre piaciuta, mi sono sempre fermato a guardale certe moto. Le sportive no, non più, ma le special sì.
A dire il vero sin da ragazzo le cafè racer inglesi mi piacevano da matti, parlo degli anni 90, quando non se le filava nessuno, mica come ora. Sapevo e so tutto delle special inglesi dell’epoca, ma erano inarrivabili allora, e lo sono ancor più adesso. Però, mentre con mio padre restauravo la Parilla 175 di mio nonno sempre negli anni 90, mio zio mi regalò (davvero REGALATA, storia di altri tempi) una Kawasaki 750 mach IV, messa a posto un po’ alla Jeannot Rotella (quello del Joe Bar Team per intenderci), ci sono andato in giro per due anni durante l’università. Casco aperto, occhialoni, e capelli lunghi fuori dal caso (perché allora li avevo, e tanti …) … poi sono arrivate tutta una serie di moto moderne, ma nasco come amante delle moto d’epoca, se poi un po’ modificate pure meglio.
Tutto questo per dire che, sistemate un po’ di cose della mia vita normale, la voglia di moto si è rifatta viva. Ma con una consapevolezza diversa: non una sportiva, quel genere non mi interessa più (ed è meglio se ci sto lontano), non una GS perché tempo di fare lunghi giri non ne ho (e confesso che fare il turista in moto, ho provato, non mi da poi tutto questo gusto, almeno a me), magari qualcosa fatto da me, per dare libero sfogo alla fantasia, ed avere qualcosa di unico. Quella poteva essere la mia nuova moto. L’idea sin da subito è stata quella di partire da una BMW, perché il boxer mi ha comunque lasciato il segno, e perché era secondo me il motore giusto per trotterellare in giro senza pretese e senza usare troppo il cambio.
Quindi via sulle R1100/1150, fantasia all’opera per fare qualcosa su base GS, R, o addirittura S, tante ricerche su internet, tanto studio teorico, ed anche qualche budget di spesa (qui il mio lavoro si è fatto vivo). Poi un ex collega di Roma mi dice che vuole farsi una special sulla base di una vecchia bicilindrica 2V ad aria, o meglio, che vuole farsela fare e che gli chiedono dai 12.000€ ai 15.000€. Io gli boccio l’idea immediatamente perché, per quei soldi, mettersi in casa una special “delicata”, nel senso che non è comunque una moto moderna, e quindi richiede attenzioni particolari (e lui non ha neppure il garage, ma solo un posto auto interno) mi sembra una follia. Però qualcosa scatta nel mio di cervello, non subito, però scatta …
Infatti mi metto a guardare, nella mia ricerca di foto di special su base BMW, anche le special R100, R80, R65, e la cosa mi comincia a piacere. E poi mi dico: ma perché no? Io le moto “vecchie” le ho avute, la base di partenza mi costa un po’ di più, va sicuramente peggio (nel senso di guida: freni sospensioni, confort ecc …) rispetto ad una moto moderna, ma il look è inavvicinabile. Ed io mi rendo conto che sto cercando anche, e soprattutto, un oggetto per sfogare la mia voglia di stile, in termini motociclistici ovviamente.
È fatta. La special la farò, e la farò su base BMW boxer 2V.
Parte la ricerca degli annunci, partono le telefonate, partono le visite a vedere le moto. E qui il sogno si scontra con la realtà (accadrà molte e molte volte nel corso del progetto): le BMW 2V sono ricercatissime perché vanno di moda (da dove arriva la mia voglia l’ho spiegato prima, ma altri hanno in testa lo stesso desiderio mio anche per motivi di trend proprio quando io lo voglio realizzare), costano care, la gente che le ha viene chiamata da un sacco di persone che fanno a gara per comprarle. E poi c’è anche chi le ha, le vuole vendere, e poi ci ripensa all’ultimo minuto per le ragioni più disparate. Vanno a vuoto un sacco di tentativi di acquisto, ve ne riporto solo 5 perché sono i più divertenti (tutta roba vera, mica balle):
RS100 a Busto Arsizio: la vado a vedere, faccio un’offerta di 200€ più bassa di quello che vuole il tipo, il tipo ci deve pensare, lo richiamo il giorno dopo e lui l’ha venduta ad uno che dei 200€ non glie ne importava nulla. Io sono un commerciale: a me rompono sempre sui soldi, ho fatto anche il buyer, io TRATTO se compro qualcosa, è una deformazione professionale. Dovrò cambiare idea come vedrete dopo …
R80RT a Pinerolo: buon prezzo, la moto sembra bella in foto, decido di andarla a vedere subito il sabato, appuntamento fissato col venditore. Mi chiama lui venerdì pomeriggio per dirmi che preferisce regalarla al nipote che ci vuole fare una special … maledetto nipote! Però almeno non ho fatto un giro a vuoto.
R100 di Piacenza (pure vicina): chiamo, posso andarla a vedere velocemente perché anche se non ci abito più, ci vivono i miei e ci vado spesso. Al pomeriggio del giorno della prima contatto telefonico il proprietario mi dice che ci ha ripensato perché la moglie non vuole più che venda la moto …
R100RT a Trieste: bella in foto, il tipo mi manda anche un video dove mi fa sentire il rumore della moto (che suona bene), prezzo onesto. Peccato che poi parlando viene fuori che la moto è olandese e che alle pratiche ci devo pensare io … no grazie, si può fare, ma già avrò poco tempo per lavorarci, figuriamoci se ne ho per impastarmi eventualmente con la burocrazia.
R100RT a Genova: vista in foto, bella. Chiamo, risposta “domani viene qui uno di Milano a vederla, non mi fa questioni di prezzo, se gli piace la do a lui”. Va beh, che ti devo dire? Vediamo cosa succede. Il “milanese” salterà fuori che è un ragazzino alla moda che vuole farsi la special per l’aperitivo, la moto la comprerà. E la metterà in vendita 3 mesi dopo, io nel frattempo mi sono dovuto rivolgere ad altri lidi. A Milano ci vivo, e bene, le virgolette sul milanese non volevano essere offensive.
E via così, non scherzo, almeno per altre 7/8 volte. Ho ancora tutti gli annunci salvati.
Ero esasperato, Federica, la mia compagna (la persona “giusta” di cui ho scritto prima) pure, anche perché a vedere le moto era venuta pure lei. Ma che è questa storia che devo fare a botte per comprare una vecchia BMW? Ma che se le tengano!
Poi vedo un annuncio su moto.it di una RT del 1980 ad Alessandria, la moto è stata già scarenata, ma in foto sembra bella, chiedono una cifra giusta (cioè per me era sbagliata all’inizio della ricerca, ma il mercato e le mie esperienze di cui sopra ora me la facevano considerare come giusta). Dico a me e a Fede “è l’ultima che andiamo a vedere, giuro. Se anche questo ha delle paturnie con moglie/figli/cugini/nipoti, o ha già qualcuno che è interessato, giro i tacchi e me ne vado”. E non scherzavo, mi giravano proprio di essere capitato in questo turbine di fighetti tutti alla ricerca della moto da scramblerizzare (terribile neologismo che spesso ha portato a realizzazioni ancora più terribili).
Vado, la moto è bella, bella davvero. Ad occhio e croce è stata restaurata una decina di anni prima senza badare a spese, ma è stata resa nuda, pur mantenendo lo strano manubrio originale. Più sotto una foto del giorno in cui l’ho incontrata.
https://ibb.co/kf8EFK
Da discussioni e confronti avuti qui sul forum, e da documentazione raccolta da me, è emerso che i colori erano quelli della RT “Bertinotti” (esiste un aneddoto nella pagina delle obso che spiega a cosa mi riferisco), la sella bianca che pensavo fosse non originale invece lo era, così come il cambio a bilanciere. Inoltre erano stati lucidati coperchi punterie (cambiate con il modello rotondo), scatola filtro e coperchio cinghia. Il fatto che la moto avesse i freni ATE non mi faceva impazzire, ma invece andavo matto per la scatola filtro in metallo …
Parte una piccola contrattazione sui soliti 200€, lo sconto il tipo non me lo fa, ma è disposto a consegnarmi la moto a Piacenza (dove non vivo, ma dove ho lo spazio fisico per lavorare sulla moto), alla fine chiudo. E chiudo subito senza esitazioni, non si sa mai che arrivi un altro fighetto dai 200€ facili.
Il padrone della moto, Carlo, alla moto ci tiene (e te pareva), la vende perché ne ha altre 2 (vero, tra cui un R80GS), e deve finanziarsi un altro progetto, però vorrebbe che non la modificassi. Beh no Carlo, la moto sarà mia, e ci faccio quello che voglio. Mi strappa però una promessa (che all’inizio non volevo mantenere, lo confesso, ma che poi manterrò): nessuna modifica irreversibile, nessun pezzo originale messo in vendita.
La moto mi arriva a Piacenza dopo 2gg. È mia. È in garage, dove prima c’erano state Fireblade varie, GS Adv e K1200R ora c’è sta moto. Federica e mia madre dicono che è già bella così, perché la voglio modificare? Stessa cosa mi dicono altre persone che vedono la moto. Ma io non vedo la moto percome è al monento, vedo quello che vorrei fare, vedo le centinaia di foto e di idee che ho scaricato da internet, vedo i pezzi che mi devo comprare, vedo la moto come sarà. Io ci voglio lavorare sopra, voglio farmi la moto “come dico io”. Sarà complicato (quanto lo scoprirò solo strada facendo), ma voglio partire.
Come la farò? Le idee sono abbastanza chiare, gli spunti sono stati tantissimi, ma ci sono due moto che mi hanno ispirato più delle altre. La prima è quella fatta dai ragazzi spagnoli di Cafè Racer Dream (CRD):
https://ibb.co/gSzJ9e
I colori, che sono poi una libera interpretazione del TT Silberrauch della R90S, saranno quelli. L’ho capito subito, la voglio colorata così. Anche il manubrio sarà quello, un Renthal extra low che comprerò in Spagna (da BMW Tienda Boxer Clasicas). Mi innamoro anche del telaio posteriore con la curva dentro invece della solita linea orizzontale dritta, però il telaio CRD, che viene venduto anche a parte, ma costa 800€, va saldato sul telaio, e non imbullonato come quello originale, o altri pezzi aftermarket. Quindi non va bene perché, oltre a costare un botto, è più difficile da montare (ci vorrebbe una dima per essere sicuri di saldarlo dritto) e mi farebbe perdere la reversibilità delle modifiche. A dire il vero è anche troppo corto per girarci in due, e Federica mica la posso lasciare a casa. Troverò poi qualcosa di simile in Italia per un prezzo veramente basso, ma dovrò lavorarci su parecchio.
Della moto in foto poi non mi piacevano né la forcella, troppo moderna, né gli scarichi perché i Supetrapp non c’entrano davvero nulla.
Piccola curiosità sulla moto CRD: è sparita dalla circolazione, vedendo altre special fatte da loro credo che l’abbiano cannibalizzata per farne una nuova (ce n’è una successiva che sembra quella “tamarrizzata” con faro piccolo e colorazione più trendy). Peccato, era una delle loro special più belle secondo me, ma forse si notava troppo poco. Loro comunque sono dei professionisti “veri” e sono davvero bravi.
La seconda grande fonte di idee è stata la moto del newyorkese Bill Costello:
https://ibb.co/jhL89e
Già il suo video è un piccolo capolavoro tanto è ispiratore (“inspiring” come dicono gli americani) e tanto è “romantico” per la storia del padre, più sotto il link al video:
https://www.youtube.com/watch?v=ZK5hibp2XBU
Della sua moto ho preso l’idea delle forcelle modificate e dei soffietti, mi sarebbero piaciute anche le ruote a raggi, ma lui stesso dice che gli sono costate come tutta la moto, meglio lasciar perdere. Ho poi montato, esattamente come ha fatto lui, il ponte anti svirgolo tra le forcelle, è della Tarozzi, made in Italy al 100%. Bello anche lo scarico, ma è un impianto completo e costa un botto (anche se suona bene), per la sella monoposto invece meglio lasciar perdere. Avevo accarezzato anche l’idea di mettere dei semi manubri alti come i suoi, ma poi il manubrio classico in un pezzo mi è parso più adatto, anche perché lui ha pure messo una piastra superiore dello sterzo nuova, mentre io a quello ho rinunciato (anche perché amici qui del forum mi hanno detto che serve a poco in realtà). Ciao ciao semi manubri da cafe racer, ormai non sono più Jeannot Rotella, e non ha più 24 anni.
Piccola curiosità sulla moto di Bill: lui è partito da una R100RT del modello successivo al mio (infatti ha i Brembo davanti con pompa tradizionale al manubrio che gli invidio, ma ha anche la brutta, almeno per me, cassa filtro aria in plastica), la moto di partenza sua era PERFETTA. Ma perfetta per davvero, lo dico per far inorridire i talebani della stanza obso che hanno avuto la pazienza, e la forza, di leggere fin qui senza inorridire. Ora inorridite pure!
Più sotto il link della sua storia di lavoro completa:
http://advrider.com/index.php?threads/otl-magazine-caf%C3%A9-racer-project-build.899012/
Il buon Bill ha venduto tutto a chi farà buon uso dei pezzi.
Poi ho davvero guardato e cercato su internet tutte le foto di special su base R 2V che ho potuto trovare. Belle, bellissime, brutte, bruttissime, ne ho viste davvero tante. Però ho voluto mantenere come linea guida un look classico ed evitare di montare pezzi palesemente troppo moderni (vedasi caso della moto di CRD), volevo qualcosa che fosse “special”, ma anche il più classico e sobrio possibile.
Ho smontato il primo pezzo della moto a Febbraio 2017, i lavori sono terminati a Luglio 2018. Ci sono stati in mezzo un sacco di week end dove ho lavorato da sabato mattina fino a domenica senza quasi senza fermarmi. Con buona pace di Federica (non sempre tanto in pace a dire il vero), ed anche di mia madre. Sì perché in questo progetto ho pesantemente coinvolto anche mio padre, grande appassionato di moto come me, forse un po’ pasticcione a volte (perdonami papà, ma è così), ma con una manualità incredibile per certe cose. Quindi a lavorare sulla moto in garage eravamo in due, con due donne che mugugnavano in casa.
Abbiamo avuto momenti esaltanti, come l’installazione di scarichi e telaio posteriore che hanno fatto cambiare forma alla moto da subito, abbiamo avuto momenti di scoramento totale quando una soluzione di montaggio proprio non si trovava, abbiamo avuto discussioni feroci su come fare certe cose, abbiamo litigato, riso, parlato, condiviso. Credo che non lo avremmo mai fatto senza questo progetto, credo che sarà la cosa più bella che rimarrà di questo progetto, oltre alla moto, ovviamente.
Abbiamo lavorato solo sull’estetica e sulla ciclistica, di meccanica non abbiamo fatto nulla e, dato il recente lavoro di restauro fatto da altri sulla moto, il telaio non è stato riverniciato (quello principale si intende), ci siamo rivolti a professionisti per la forcella davanti (ORAM di Milano, ringrazio il Sig. Paolo per il lavoro e la competenza), e per la verniciatura (Color Service di Cornaredo, ringrazio il Sig. Luciano), i contatti me li ha dati R90S nella stanza obso, ringrazio anche lui per i tantissimi consigli ricevuti, ma la pagina dei ringraziamenti verrà dopo. Qui ci tengo a dire che tutto il resto, parafanghi e relativi supporti, sella, spostamento batteria sotto il motore e relativo alloggiamento, sono stati fatti e modificati da noi. E non è stato facile perché, come ho già detto prima, non è come giocare con il lego: i pezzi non si montano da soli, le soluzioni per fissarli vanno trovate di volta in volta. E devono essere belle esteticamente per non rovinare il tutto.
Il risultato è la mia moto, o meglio mia e di mio padre, anche se l’estetica e le relative scelte sono tutte mie. Non è perfetta perché non siamo dei professionisti, nella vita facciamo altro, ma penso che abbiamo ottenuto un bel risultato, almeno per noi.
Non è ancora del tutto finita, la strumentazione è ancora quella originale ed è troppo grossa e sporgente, va sostituita con un tachimetro più piccolo ed una serie di spie, in parte nel tachimetro, in parte fuori. Ma è un lavoro da elettricista per noi troppo complicato (già siamo impazziti con il fanale posteriore che aveva solo 4 fili, figuriamoci con il quadro!), lo faremo fare quest’inverno. Poi mi piacerebbe anche mettere la pompa freno al manubrio, ma con le special è così, più ci pensi e più vuoi fare … ad un certo punto ti devi fermare.
Per concludere: sono/siamo molto soddisfatti del lavoro fatto. La moto ci piace moltissimo, spero che piaccia anche a voi, ma non l’ho fatta per piacere agli altri, l’ho fatta per me. E per me soltanto. Ed a mie piace.
Se vorrete criticare, che ci sta ed è nei vostri sacrosanti diritti, vi chiedo di farlo con educazione (che ogni tanto sul forum scappa, nonostante i sempre ottimi moderatori), accetto consigli e suggerimenti, sono disposto a condividere esperienze e soluzioni, ma penso di meritare rispetto (nel senso più generale del temine) per il lavoro fatto che ho voluto documentare in questo lunghissimo post.
Perché la mia moto è stata un viaggio, anche e soprattutto da ferma, ed ancora lo sarà, un viaggio rispettoso di me e degli altri.
E se avete letto fino a qui aspettate la prossima puntata con le foto della moto e la descrizione di dettaglio di quello che ho fatto.
Ciao
R.
A dire il vero sin da ragazzo le cafè racer inglesi mi piacevano da matti, parlo degli anni 90, quando non se le filava nessuno, mica come ora. Sapevo e so tutto delle special inglesi dell’epoca, ma erano inarrivabili allora, e lo sono ancor più adesso. Però, mentre con mio padre restauravo la Parilla 175 di mio nonno sempre negli anni 90, mio zio mi regalò (davvero REGALATA, storia di altri tempi) una Kawasaki 750 mach IV, messa a posto un po’ alla Jeannot Rotella (quello del Joe Bar Team per intenderci), ci sono andato in giro per due anni durante l’università. Casco aperto, occhialoni, e capelli lunghi fuori dal caso (perché allora li avevo, e tanti …) … poi sono arrivate tutta una serie di moto moderne, ma nasco come amante delle moto d’epoca, se poi un po’ modificate pure meglio.
Tutto questo per dire che, sistemate un po’ di cose della mia vita normale, la voglia di moto si è rifatta viva. Ma con una consapevolezza diversa: non una sportiva, quel genere non mi interessa più (ed è meglio se ci sto lontano), non una GS perché tempo di fare lunghi giri non ne ho (e confesso che fare il turista in moto, ho provato, non mi da poi tutto questo gusto, almeno a me), magari qualcosa fatto da me, per dare libero sfogo alla fantasia, ed avere qualcosa di unico. Quella poteva essere la mia nuova moto. L’idea sin da subito è stata quella di partire da una BMW, perché il boxer mi ha comunque lasciato il segno, e perché era secondo me il motore giusto per trotterellare in giro senza pretese e senza usare troppo il cambio.
Quindi via sulle R1100/1150, fantasia all’opera per fare qualcosa su base GS, R, o addirittura S, tante ricerche su internet, tanto studio teorico, ed anche qualche budget di spesa (qui il mio lavoro si è fatto vivo). Poi un ex collega di Roma mi dice che vuole farsi una special sulla base di una vecchia bicilindrica 2V ad aria, o meglio, che vuole farsela fare e che gli chiedono dai 12.000€ ai 15.000€. Io gli boccio l’idea immediatamente perché, per quei soldi, mettersi in casa una special “delicata”, nel senso che non è comunque una moto moderna, e quindi richiede attenzioni particolari (e lui non ha neppure il garage, ma solo un posto auto interno) mi sembra una follia. Però qualcosa scatta nel mio di cervello, non subito, però scatta …
Infatti mi metto a guardare, nella mia ricerca di foto di special su base BMW, anche le special R100, R80, R65, e la cosa mi comincia a piacere. E poi mi dico: ma perché no? Io le moto “vecchie” le ho avute, la base di partenza mi costa un po’ di più, va sicuramente peggio (nel senso di guida: freni sospensioni, confort ecc …) rispetto ad una moto moderna, ma il look è inavvicinabile. Ed io mi rendo conto che sto cercando anche, e soprattutto, un oggetto per sfogare la mia voglia di stile, in termini motociclistici ovviamente.
È fatta. La special la farò, e la farò su base BMW boxer 2V.
Parte la ricerca degli annunci, partono le telefonate, partono le visite a vedere le moto. E qui il sogno si scontra con la realtà (accadrà molte e molte volte nel corso del progetto): le BMW 2V sono ricercatissime perché vanno di moda (da dove arriva la mia voglia l’ho spiegato prima, ma altri hanno in testa lo stesso desiderio mio anche per motivi di trend proprio quando io lo voglio realizzare), costano care, la gente che le ha viene chiamata da un sacco di persone che fanno a gara per comprarle. E poi c’è anche chi le ha, le vuole vendere, e poi ci ripensa all’ultimo minuto per le ragioni più disparate. Vanno a vuoto un sacco di tentativi di acquisto, ve ne riporto solo 5 perché sono i più divertenti (tutta roba vera, mica balle):
RS100 a Busto Arsizio: la vado a vedere, faccio un’offerta di 200€ più bassa di quello che vuole il tipo, il tipo ci deve pensare, lo richiamo il giorno dopo e lui l’ha venduta ad uno che dei 200€ non glie ne importava nulla. Io sono un commerciale: a me rompono sempre sui soldi, ho fatto anche il buyer, io TRATTO se compro qualcosa, è una deformazione professionale. Dovrò cambiare idea come vedrete dopo …
R80RT a Pinerolo: buon prezzo, la moto sembra bella in foto, decido di andarla a vedere subito il sabato, appuntamento fissato col venditore. Mi chiama lui venerdì pomeriggio per dirmi che preferisce regalarla al nipote che ci vuole fare una special … maledetto nipote! Però almeno non ho fatto un giro a vuoto.
R100 di Piacenza (pure vicina): chiamo, posso andarla a vedere velocemente perché anche se non ci abito più, ci vivono i miei e ci vado spesso. Al pomeriggio del giorno della prima contatto telefonico il proprietario mi dice che ci ha ripensato perché la moglie non vuole più che venda la moto …
R100RT a Trieste: bella in foto, il tipo mi manda anche un video dove mi fa sentire il rumore della moto (che suona bene), prezzo onesto. Peccato che poi parlando viene fuori che la moto è olandese e che alle pratiche ci devo pensare io … no grazie, si può fare, ma già avrò poco tempo per lavorarci, figuriamoci se ne ho per impastarmi eventualmente con la burocrazia.
R100RT a Genova: vista in foto, bella. Chiamo, risposta “domani viene qui uno di Milano a vederla, non mi fa questioni di prezzo, se gli piace la do a lui”. Va beh, che ti devo dire? Vediamo cosa succede. Il “milanese” salterà fuori che è un ragazzino alla moda che vuole farsi la special per l’aperitivo, la moto la comprerà. E la metterà in vendita 3 mesi dopo, io nel frattempo mi sono dovuto rivolgere ad altri lidi. A Milano ci vivo, e bene, le virgolette sul milanese non volevano essere offensive.
E via così, non scherzo, almeno per altre 7/8 volte. Ho ancora tutti gli annunci salvati.
Ero esasperato, Federica, la mia compagna (la persona “giusta” di cui ho scritto prima) pure, anche perché a vedere le moto era venuta pure lei. Ma che è questa storia che devo fare a botte per comprare una vecchia BMW? Ma che se le tengano!
Poi vedo un annuncio su moto.it di una RT del 1980 ad Alessandria, la moto è stata già scarenata, ma in foto sembra bella, chiedono una cifra giusta (cioè per me era sbagliata all’inizio della ricerca, ma il mercato e le mie esperienze di cui sopra ora me la facevano considerare come giusta). Dico a me e a Fede “è l’ultima che andiamo a vedere, giuro. Se anche questo ha delle paturnie con moglie/figli/cugini/nipoti, o ha già qualcuno che è interessato, giro i tacchi e me ne vado”. E non scherzavo, mi giravano proprio di essere capitato in questo turbine di fighetti tutti alla ricerca della moto da scramblerizzare (terribile neologismo che spesso ha portato a realizzazioni ancora più terribili).
Vado, la moto è bella, bella davvero. Ad occhio e croce è stata restaurata una decina di anni prima senza badare a spese, ma è stata resa nuda, pur mantenendo lo strano manubrio originale. Più sotto una foto del giorno in cui l’ho incontrata.
https://ibb.co/kf8EFK
Da discussioni e confronti avuti qui sul forum, e da documentazione raccolta da me, è emerso che i colori erano quelli della RT “Bertinotti” (esiste un aneddoto nella pagina delle obso che spiega a cosa mi riferisco), la sella bianca che pensavo fosse non originale invece lo era, così come il cambio a bilanciere. Inoltre erano stati lucidati coperchi punterie (cambiate con il modello rotondo), scatola filtro e coperchio cinghia. Il fatto che la moto avesse i freni ATE non mi faceva impazzire, ma invece andavo matto per la scatola filtro in metallo …
Parte una piccola contrattazione sui soliti 200€, lo sconto il tipo non me lo fa, ma è disposto a consegnarmi la moto a Piacenza (dove non vivo, ma dove ho lo spazio fisico per lavorare sulla moto), alla fine chiudo. E chiudo subito senza esitazioni, non si sa mai che arrivi un altro fighetto dai 200€ facili.
Il padrone della moto, Carlo, alla moto ci tiene (e te pareva), la vende perché ne ha altre 2 (vero, tra cui un R80GS), e deve finanziarsi un altro progetto, però vorrebbe che non la modificassi. Beh no Carlo, la moto sarà mia, e ci faccio quello che voglio. Mi strappa però una promessa (che all’inizio non volevo mantenere, lo confesso, ma che poi manterrò): nessuna modifica irreversibile, nessun pezzo originale messo in vendita.
La moto mi arriva a Piacenza dopo 2gg. È mia. È in garage, dove prima c’erano state Fireblade varie, GS Adv e K1200R ora c’è sta moto. Federica e mia madre dicono che è già bella così, perché la voglio modificare? Stessa cosa mi dicono altre persone che vedono la moto. Ma io non vedo la moto percome è al monento, vedo quello che vorrei fare, vedo le centinaia di foto e di idee che ho scaricato da internet, vedo i pezzi che mi devo comprare, vedo la moto come sarà. Io ci voglio lavorare sopra, voglio farmi la moto “come dico io”. Sarà complicato (quanto lo scoprirò solo strada facendo), ma voglio partire.
Come la farò? Le idee sono abbastanza chiare, gli spunti sono stati tantissimi, ma ci sono due moto che mi hanno ispirato più delle altre. La prima è quella fatta dai ragazzi spagnoli di Cafè Racer Dream (CRD):
https://ibb.co/gSzJ9e
I colori, che sono poi una libera interpretazione del TT Silberrauch della R90S, saranno quelli. L’ho capito subito, la voglio colorata così. Anche il manubrio sarà quello, un Renthal extra low che comprerò in Spagna (da BMW Tienda Boxer Clasicas). Mi innamoro anche del telaio posteriore con la curva dentro invece della solita linea orizzontale dritta, però il telaio CRD, che viene venduto anche a parte, ma costa 800€, va saldato sul telaio, e non imbullonato come quello originale, o altri pezzi aftermarket. Quindi non va bene perché, oltre a costare un botto, è più difficile da montare (ci vorrebbe una dima per essere sicuri di saldarlo dritto) e mi farebbe perdere la reversibilità delle modifiche. A dire il vero è anche troppo corto per girarci in due, e Federica mica la posso lasciare a casa. Troverò poi qualcosa di simile in Italia per un prezzo veramente basso, ma dovrò lavorarci su parecchio.
Della moto in foto poi non mi piacevano né la forcella, troppo moderna, né gli scarichi perché i Supetrapp non c’entrano davvero nulla.
Piccola curiosità sulla moto CRD: è sparita dalla circolazione, vedendo altre special fatte da loro credo che l’abbiano cannibalizzata per farne una nuova (ce n’è una successiva che sembra quella “tamarrizzata” con faro piccolo e colorazione più trendy). Peccato, era una delle loro special più belle secondo me, ma forse si notava troppo poco. Loro comunque sono dei professionisti “veri” e sono davvero bravi.
La seconda grande fonte di idee è stata la moto del newyorkese Bill Costello:
https://ibb.co/jhL89e
Già il suo video è un piccolo capolavoro tanto è ispiratore (“inspiring” come dicono gli americani) e tanto è “romantico” per la storia del padre, più sotto il link al video:
https://www.youtube.com/watch?v=ZK5hibp2XBU
Della sua moto ho preso l’idea delle forcelle modificate e dei soffietti, mi sarebbero piaciute anche le ruote a raggi, ma lui stesso dice che gli sono costate come tutta la moto, meglio lasciar perdere. Ho poi montato, esattamente come ha fatto lui, il ponte anti svirgolo tra le forcelle, è della Tarozzi, made in Italy al 100%. Bello anche lo scarico, ma è un impianto completo e costa un botto (anche se suona bene), per la sella monoposto invece meglio lasciar perdere. Avevo accarezzato anche l’idea di mettere dei semi manubri alti come i suoi, ma poi il manubrio classico in un pezzo mi è parso più adatto, anche perché lui ha pure messo una piastra superiore dello sterzo nuova, mentre io a quello ho rinunciato (anche perché amici qui del forum mi hanno detto che serve a poco in realtà). Ciao ciao semi manubri da cafe racer, ormai non sono più Jeannot Rotella, e non ha più 24 anni.
Piccola curiosità sulla moto di Bill: lui è partito da una R100RT del modello successivo al mio (infatti ha i Brembo davanti con pompa tradizionale al manubrio che gli invidio, ma ha anche la brutta, almeno per me, cassa filtro aria in plastica), la moto di partenza sua era PERFETTA. Ma perfetta per davvero, lo dico per far inorridire i talebani della stanza obso che hanno avuto la pazienza, e la forza, di leggere fin qui senza inorridire. Ora inorridite pure!
Più sotto il link della sua storia di lavoro completa:
http://advrider.com/index.php?threads/otl-magazine-caf%C3%A9-racer-project-build.899012/
Il buon Bill ha venduto tutto a chi farà buon uso dei pezzi.
Poi ho davvero guardato e cercato su internet tutte le foto di special su base R 2V che ho potuto trovare. Belle, bellissime, brutte, bruttissime, ne ho viste davvero tante. Però ho voluto mantenere come linea guida un look classico ed evitare di montare pezzi palesemente troppo moderni (vedasi caso della moto di CRD), volevo qualcosa che fosse “special”, ma anche il più classico e sobrio possibile.
Ho smontato il primo pezzo della moto a Febbraio 2017, i lavori sono terminati a Luglio 2018. Ci sono stati in mezzo un sacco di week end dove ho lavorato da sabato mattina fino a domenica senza quasi senza fermarmi. Con buona pace di Federica (non sempre tanto in pace a dire il vero), ed anche di mia madre. Sì perché in questo progetto ho pesantemente coinvolto anche mio padre, grande appassionato di moto come me, forse un po’ pasticcione a volte (perdonami papà, ma è così), ma con una manualità incredibile per certe cose. Quindi a lavorare sulla moto in garage eravamo in due, con due donne che mugugnavano in casa.
Abbiamo avuto momenti esaltanti, come l’installazione di scarichi e telaio posteriore che hanno fatto cambiare forma alla moto da subito, abbiamo avuto momenti di scoramento totale quando una soluzione di montaggio proprio non si trovava, abbiamo avuto discussioni feroci su come fare certe cose, abbiamo litigato, riso, parlato, condiviso. Credo che non lo avremmo mai fatto senza questo progetto, credo che sarà la cosa più bella che rimarrà di questo progetto, oltre alla moto, ovviamente.
Abbiamo lavorato solo sull’estetica e sulla ciclistica, di meccanica non abbiamo fatto nulla e, dato il recente lavoro di restauro fatto da altri sulla moto, il telaio non è stato riverniciato (quello principale si intende), ci siamo rivolti a professionisti per la forcella davanti (ORAM di Milano, ringrazio il Sig. Paolo per il lavoro e la competenza), e per la verniciatura (Color Service di Cornaredo, ringrazio il Sig. Luciano), i contatti me li ha dati R90S nella stanza obso, ringrazio anche lui per i tantissimi consigli ricevuti, ma la pagina dei ringraziamenti verrà dopo. Qui ci tengo a dire che tutto il resto, parafanghi e relativi supporti, sella, spostamento batteria sotto il motore e relativo alloggiamento, sono stati fatti e modificati da noi. E non è stato facile perché, come ho già detto prima, non è come giocare con il lego: i pezzi non si montano da soli, le soluzioni per fissarli vanno trovate di volta in volta. E devono essere belle esteticamente per non rovinare il tutto.
Il risultato è la mia moto, o meglio mia e di mio padre, anche se l’estetica e le relative scelte sono tutte mie. Non è perfetta perché non siamo dei professionisti, nella vita facciamo altro, ma penso che abbiamo ottenuto un bel risultato, almeno per noi.
Non è ancora del tutto finita, la strumentazione è ancora quella originale ed è troppo grossa e sporgente, va sostituita con un tachimetro più piccolo ed una serie di spie, in parte nel tachimetro, in parte fuori. Ma è un lavoro da elettricista per noi troppo complicato (già siamo impazziti con il fanale posteriore che aveva solo 4 fili, figuriamoci con il quadro!), lo faremo fare quest’inverno. Poi mi piacerebbe anche mettere la pompa freno al manubrio, ma con le special è così, più ci pensi e più vuoi fare … ad un certo punto ti devi fermare.
Per concludere: sono/siamo molto soddisfatti del lavoro fatto. La moto ci piace moltissimo, spero che piaccia anche a voi, ma non l’ho fatta per piacere agli altri, l’ho fatta per me. E per me soltanto. Ed a mie piace.
Se vorrete criticare, che ci sta ed è nei vostri sacrosanti diritti, vi chiedo di farlo con educazione (che ogni tanto sul forum scappa, nonostante i sempre ottimi moderatori), accetto consigli e suggerimenti, sono disposto a condividere esperienze e soluzioni, ma penso di meritare rispetto (nel senso più generale del temine) per il lavoro fatto che ho voluto documentare in questo lunghissimo post.
Perché la mia moto è stata un viaggio, anche e soprattutto da ferma, ed ancora lo sarà, un viaggio rispettoso di me e degli altri.
E se avete letto fino a qui aspettate la prossima puntata con le foto della moto e la descrizione di dettaglio di quello che ho fatto.
Ciao
R.