Glider
11-07-2016, 00:15
Per tutto il fine settimana sono senza famiglia, posso dedicarmi alla moto senza pensieri.
Sabato la moglie va al mare, mi alzo alle 6, baci e abbracci: 'Ciao Cara! divertiti! Come dici? Ma certo che ti penserò, già mi manchi...'.
Dopo tre minuti non mi ricordo più come si chiama.
Il giorno prima il Franz ha lanciato l'idea di un giro sui passi Svizzeri per Sabato, i posti mi piacciono, mi aggrego.
Nel gruppetto sono tutti simpatici e alla mano, ci facciamo 430 km goduriosi ma realizzo che sono un fermone.
Sono tutti più veloci di me, faccio finta che non m'importi ma non è vero, un pochino mi rode.
Percorriamo gli ultimi 80 km con 32/33° ma non mollo le protezioni: questo tratto mi pesa più di tutta la strada percorsa in precedenza.
Fetta d'anguria gelata sul lungo lago di Lecco, casa, doccia, un abbozzo di cena al volo mentre sfoglio Motociclismo di Luglio appena comprato.
Scopro da un trafiletto che c'è un giro in notturna sul Lario, le iscrizioni chiudono alle 22:30 a Seregno.
Mi passa il caldo e la stanchezza, prendo l'R90S e mi fiondo in Brianza.
Riesco ad iscrivermi per un pelo in mezzo ad un'orda di motocicisti, sono il nr. 763 su 800 partecipanti ammessi.
Caldo torrido, parto tra gli ultimi poco prima di Mezzanotte.
Dopo 20 km il tappo della forcella sinistra ricomincia a perdere olio, non so se sono più incazzato per il ripresentarsi del problema che pensavo di aver risolto o felice per avere una valida scusa per lasciare gas e frizione granitici dell'obsoleta e riprendermi il GS.
Il roadbook mi fa passare a un chilometro da casa, cambio la moto e mi fiondo alla Culmine di San Pietro per recuperare il tempo perduto.
800 motociclisti assatanati in coda per il timbro, trenini nella notte con traiettorie improbabili nei bui tornanti prealpini.
Alle 2 il serpentone dei motociclisti che scende in Valtellina dal passo San Marco è un colpo d'occhio notevole.
Sono le 3, pastasciuttona e caffettino nel campo sportivo di Dervio.
Tengo duro, scaccio l'idea di sdraiarmi sull'erba per riposare.
Si sale per la Valsassina, a Vendrogno raggiungo due Tmax con un buon passo ma il mio è superiore al loro: meno male, almeno gli sputeristi riesco a mettermeli dietro con una staccatona.
Sono il primo della fila, non vedo più un tubo, nelle curve strette il superfaro a Led del GS è inutile: devo comprare i faretti.
I TMax punti sul vivo mi ingaggiano, non riesco a staccarli, sono più intelligenti di me e mi fanno illuminare le loro traiettorie succhiandomi la coda: ecco perchè si sono fatti superare...
E' conclamato, sono un cancello.
Ultimo controllo a Civenna, i trenini sono sempre più radi, nel cielo tra Bellagio e Como si inizia a vedere il profilo delle montagne.
Fine del giro, 330 km in notturna, gadget di ricordo, cappuccio, cornetto alla crema, torno a casa.
Le ascelle piccanti invocano una doccia, ma sono sveglio da 25 ore e ho percorso 780 km di strade di montagna, crollo sul letto.
Dopo qualche ora non riesco più a dormire, fa troppo caldo.
Spiego a mia figlia e al suo ragazzo cosa ho fatto il giorno prima: mi sorride mentre con lo sguardo dice al fidanzato: 'Non preoccuparti, è innocuo, poi gli passa...'.
Devo mettere via la moto lasciata in cortile, ma la giornata è bella: perché sprecarla?
Ma sì... quasi quasi mi faccio un giro in montagna.
Bergamo, Lovere, Crocedomini-Maniva passando per lo sterrato bagnato dal temporale.
The caldo e crostata di frutta, non smette di piovere.
Torno al Crocedomini rifacendo lo sterrato: in mezzo al fango e alle pozzanghere incontro poche moto ma sono tutte GS, alla faccia della moto da bar.
Smette di piovere: meno male, così il GS rimane bello sporco e al rifugio faccio il figurone del motocicista vero.
Brescia, 35 gradi, autostrada, casa, doccia, mi spalmo sul letto: corpo e mente invocano il riposo ma accendo il PC per dare un'occhiata al forum di Quellidellelica.
1.080 km e 4 ore di sonno in due giorni, mi metto a scrivere questo messaggio.
Dottore, è grave?
Sabato la moglie va al mare, mi alzo alle 6, baci e abbracci: 'Ciao Cara! divertiti! Come dici? Ma certo che ti penserò, già mi manchi...'.
Dopo tre minuti non mi ricordo più come si chiama.
Il giorno prima il Franz ha lanciato l'idea di un giro sui passi Svizzeri per Sabato, i posti mi piacciono, mi aggrego.
Nel gruppetto sono tutti simpatici e alla mano, ci facciamo 430 km goduriosi ma realizzo che sono un fermone.
Sono tutti più veloci di me, faccio finta che non m'importi ma non è vero, un pochino mi rode.
Percorriamo gli ultimi 80 km con 32/33° ma non mollo le protezioni: questo tratto mi pesa più di tutta la strada percorsa in precedenza.
Fetta d'anguria gelata sul lungo lago di Lecco, casa, doccia, un abbozzo di cena al volo mentre sfoglio Motociclismo di Luglio appena comprato.
Scopro da un trafiletto che c'è un giro in notturna sul Lario, le iscrizioni chiudono alle 22:30 a Seregno.
Mi passa il caldo e la stanchezza, prendo l'R90S e mi fiondo in Brianza.
Riesco ad iscrivermi per un pelo in mezzo ad un'orda di motocicisti, sono il nr. 763 su 800 partecipanti ammessi.
Caldo torrido, parto tra gli ultimi poco prima di Mezzanotte.
Dopo 20 km il tappo della forcella sinistra ricomincia a perdere olio, non so se sono più incazzato per il ripresentarsi del problema che pensavo di aver risolto o felice per avere una valida scusa per lasciare gas e frizione granitici dell'obsoleta e riprendermi il GS.
Il roadbook mi fa passare a un chilometro da casa, cambio la moto e mi fiondo alla Culmine di San Pietro per recuperare il tempo perduto.
800 motociclisti assatanati in coda per il timbro, trenini nella notte con traiettorie improbabili nei bui tornanti prealpini.
Alle 2 il serpentone dei motociclisti che scende in Valtellina dal passo San Marco è un colpo d'occhio notevole.
Sono le 3, pastasciuttona e caffettino nel campo sportivo di Dervio.
Tengo duro, scaccio l'idea di sdraiarmi sull'erba per riposare.
Si sale per la Valsassina, a Vendrogno raggiungo due Tmax con un buon passo ma il mio è superiore al loro: meno male, almeno gli sputeristi riesco a mettermeli dietro con una staccatona.
Sono il primo della fila, non vedo più un tubo, nelle curve strette il superfaro a Led del GS è inutile: devo comprare i faretti.
I TMax punti sul vivo mi ingaggiano, non riesco a staccarli, sono più intelligenti di me e mi fanno illuminare le loro traiettorie succhiandomi la coda: ecco perchè si sono fatti superare...
E' conclamato, sono un cancello.
Ultimo controllo a Civenna, i trenini sono sempre più radi, nel cielo tra Bellagio e Como si inizia a vedere il profilo delle montagne.
Fine del giro, 330 km in notturna, gadget di ricordo, cappuccio, cornetto alla crema, torno a casa.
Le ascelle piccanti invocano una doccia, ma sono sveglio da 25 ore e ho percorso 780 km di strade di montagna, crollo sul letto.
Dopo qualche ora non riesco più a dormire, fa troppo caldo.
Spiego a mia figlia e al suo ragazzo cosa ho fatto il giorno prima: mi sorride mentre con lo sguardo dice al fidanzato: 'Non preoccuparti, è innocuo, poi gli passa...'.
Devo mettere via la moto lasciata in cortile, ma la giornata è bella: perché sprecarla?
Ma sì... quasi quasi mi faccio un giro in montagna.
Bergamo, Lovere, Crocedomini-Maniva passando per lo sterrato bagnato dal temporale.
The caldo e crostata di frutta, non smette di piovere.
Torno al Crocedomini rifacendo lo sterrato: in mezzo al fango e alle pozzanghere incontro poche moto ma sono tutte GS, alla faccia della moto da bar.
Smette di piovere: meno male, così il GS rimane bello sporco e al rifugio faccio il figurone del motocicista vero.
Brescia, 35 gradi, autostrada, casa, doccia, mi spalmo sul letto: corpo e mente invocano il riposo ma accendo il PC per dare un'occhiata al forum di Quellidellelica.
1.080 km e 4 ore di sonno in due giorni, mi metto a scrivere questo messaggio.
Dottore, è grave?