roghellas
31-08-2005, 12:40
....per i milanesi e per chi si vuole fare due risate
la trattoria esiste davvero e mi ha passato la recensione un amico :lol: :lol: :lol: :lol:
....La settimana ho scoperto il "ristorante" più affascinante di Milano, un ambiente surreale che avrebbe fatto impazzire uno come Fellini (tanto per citare uno qualsiasi). Il posto è "Da Aldo, Trattoria Toscana", in viale Sarca, più o meno all'atezza della Pirelli. Di colpo mi è sembrato di entrare dentro ad un vecchio numero di Alan Ford, quelli splendidi ed irripetibili di Magnus & Bunker però.
Entri dentro e ti rendi subito conto che c'è qualcosa che non va: l'arredamento (se così si può chiamare) è un misto tra il fatiscente, il trash, il decadente e il goliardico (nel senso prettamente universitario del termine). L'ho scoperto per caso, un po' di tempo fa, mentre ero con un amico alla disperata ricerca di un caffè (sembra assurdo ma non c'era un bar aperto...) e devo dire che eravamo rimasti subito colpiti dall'aria (palesemente inquinata) che si respirava e, soprattutto, dai clienti (inizio a capire dove Magnus trovasse l'ispirazione per le sue tavole di Alan Ford) della nostra trattoria. La settimana scorsa poi avevo il frigo completamente vuoto, era venuto un amico a cena (lo stesso dell'altra volta), e cos' abbiamo deciso di prendere una pizza. Scendendo poi abbiamo cambiato idea e ci siamo diretti verso la Trattoria Toscana, che ha tutti e due era rimasta ben impressa nella mente. Era un martedì, serata abbastanza fredda, e nel locale c'era una tavolata di operai siculo / calabresi / meneghini non meglio identificati (ed identificabili), alcuni con una faccia ed un abbigliamento che gridavano gabbio a distanza di kilometri, e una coppia di nonnetti ultranoventenni (la classica coppia di "sposini" che ha il suo tavolo fisso in trattoria): ci siamo seduti, e abbiamo ordinato, anche se il cameriere, un losco figuro zoppo che sembrava uscito direttamente dagli anni '70, più o meno. Il cameriere, che a occhio e croce dev'essere anche il proprietario, non si ricordava neanche cosa ci fosse in menù (naturalmente non esisteva un menù scritto, figuriamoci); dopo una brevissima contrattazione abbiamo preso un primo. ravioli e tagliatelle: noi avevamo ordinato soltanto i ravioli alla panna, ma non ce n'erano abbastanza e così di sua spontanea iniziativa ci ha portato un gradevolissimo piatto misto di ravioli al ragù (ma non dovevano essere alla panna? boh... tanto erano buoni...) e di tagliatelle. Per secondo siamo andati sul leggero, un piatto di salame felino (l'unico affettato disponibile; alla nostra domanda: "ma com'è, buono?" il cameriere ha risposto: "ma... è salame... felino...") e un quarto di pollo allo spiedo (alla faccia della pestilenza dei polli). Il tutto condito da vino rosso, che non era proprio di prima ma neanche di terza, un'accettabile seconda (in confronto al keno che ci sparavano al Pero anni fa era pura ambrosia, ma questo è un altro discorso...). Dessert niente (alla nostra risposta "cos'ha avete di dessert?" non abbiamo avuto risposta, soltanto un cenno negativo col viso), un bicchiere di Averna (avevo chiesto anche del ghiaccio, ma la risposta è stata la stessa del dessert) e due caffè. Alla fine ci siamo alzati e siamo andati a pagare: 15 euri in due... Cazzo, se prendavameo due puizze da asporto e due birre come minimo ci partivano 20 euri... ma al di là dell'ultraconvenienza economica (io non sono uno che punta soltanto a risparmiare: voglio pagare il giusto, inutile spendere poco per mangiare di merda) devo sprecare due parole per il posto: a parte una specie di poster / bandiera con scritto "w la figa" a lettere cubitali appeso sul muro, e un enorme vibratore in lattice con tanto di palle appeso in cucina, tutto il locale è arredato con trofei sportivi (di tutti i tipi: dal rugby al calcio, dal ciclismo alla pallacanestro), foto di Fidel Castro e Del Che, bandiere cubane, foto di famosi sportivi (per la maggioranza ciclisti, molte sono anche autrografate) e un'altra valanga di poster non meglio identificati (mi sembra di aver intravisto anche un'immagine di Padre Pio o del Papa Buono, ma sarebbe davvero troppo). E poi, geniale, il cuoco, una montagna umana che indossava una attillatissima maglietta fucsia (doveva essere come minimo una xxxxxl, ma era attillatissima lo stesso) e che, al momento di rispondere al telefono, si è limitato a urlare un paio di bestemmie prima di riattaccare (una particolarmente colorita sulla Madonna), senza farsi nessun problema. E poi i clienti... non scherzo quando dico che sembravano tutti usciti da un fumetto della premiata ditta Magnus & Bunker: cazzo, mi sembrava di stare dentro a una di quelle trattorie in cui Superciuck si trovava a sbevazzare il suo mitico vino di topi di fogna con chiodi tritati! Cazzo quello non è un posto fisico, è un non luogo, lì il tempo ha seguito un suo corso parallelo ed indipendente dal tempo che è passato per il resto del mondo. Tra l'altro, viste le simpatie politiche di Aldo, il tipo di locale, il tipo di clienti (me compreso) e la zona, mi viene da pensare che negli anni '70 più di un amico del Baffo, se non addirittura lui in persona si sia fermato a mangiare qualcosa da queste parti... del resto proprio lì c'erano la vecchia Pirelli e la Sit-Siemens...
la trattoria esiste davvero e mi ha passato la recensione un amico :lol: :lol: :lol: :lol:
....La settimana ho scoperto il "ristorante" più affascinante di Milano, un ambiente surreale che avrebbe fatto impazzire uno come Fellini (tanto per citare uno qualsiasi). Il posto è "Da Aldo, Trattoria Toscana", in viale Sarca, più o meno all'atezza della Pirelli. Di colpo mi è sembrato di entrare dentro ad un vecchio numero di Alan Ford, quelli splendidi ed irripetibili di Magnus & Bunker però.
Entri dentro e ti rendi subito conto che c'è qualcosa che non va: l'arredamento (se così si può chiamare) è un misto tra il fatiscente, il trash, il decadente e il goliardico (nel senso prettamente universitario del termine). L'ho scoperto per caso, un po' di tempo fa, mentre ero con un amico alla disperata ricerca di un caffè (sembra assurdo ma non c'era un bar aperto...) e devo dire che eravamo rimasti subito colpiti dall'aria (palesemente inquinata) che si respirava e, soprattutto, dai clienti (inizio a capire dove Magnus trovasse l'ispirazione per le sue tavole di Alan Ford) della nostra trattoria. La settimana scorsa poi avevo il frigo completamente vuoto, era venuto un amico a cena (lo stesso dell'altra volta), e cos' abbiamo deciso di prendere una pizza. Scendendo poi abbiamo cambiato idea e ci siamo diretti verso la Trattoria Toscana, che ha tutti e due era rimasta ben impressa nella mente. Era un martedì, serata abbastanza fredda, e nel locale c'era una tavolata di operai siculo / calabresi / meneghini non meglio identificati (ed identificabili), alcuni con una faccia ed un abbigliamento che gridavano gabbio a distanza di kilometri, e una coppia di nonnetti ultranoventenni (la classica coppia di "sposini" che ha il suo tavolo fisso in trattoria): ci siamo seduti, e abbiamo ordinato, anche se il cameriere, un losco figuro zoppo che sembrava uscito direttamente dagli anni '70, più o meno. Il cameriere, che a occhio e croce dev'essere anche il proprietario, non si ricordava neanche cosa ci fosse in menù (naturalmente non esisteva un menù scritto, figuriamoci); dopo una brevissima contrattazione abbiamo preso un primo. ravioli e tagliatelle: noi avevamo ordinato soltanto i ravioli alla panna, ma non ce n'erano abbastanza e così di sua spontanea iniziativa ci ha portato un gradevolissimo piatto misto di ravioli al ragù (ma non dovevano essere alla panna? boh... tanto erano buoni...) e di tagliatelle. Per secondo siamo andati sul leggero, un piatto di salame felino (l'unico affettato disponibile; alla nostra domanda: "ma com'è, buono?" il cameriere ha risposto: "ma... è salame... felino...") e un quarto di pollo allo spiedo (alla faccia della pestilenza dei polli). Il tutto condito da vino rosso, che non era proprio di prima ma neanche di terza, un'accettabile seconda (in confronto al keno che ci sparavano al Pero anni fa era pura ambrosia, ma questo è un altro discorso...). Dessert niente (alla nostra risposta "cos'ha avete di dessert?" non abbiamo avuto risposta, soltanto un cenno negativo col viso), un bicchiere di Averna (avevo chiesto anche del ghiaccio, ma la risposta è stata la stessa del dessert) e due caffè. Alla fine ci siamo alzati e siamo andati a pagare: 15 euri in due... Cazzo, se prendavameo due puizze da asporto e due birre come minimo ci partivano 20 euri... ma al di là dell'ultraconvenienza economica (io non sono uno che punta soltanto a risparmiare: voglio pagare il giusto, inutile spendere poco per mangiare di merda) devo sprecare due parole per il posto: a parte una specie di poster / bandiera con scritto "w la figa" a lettere cubitali appeso sul muro, e un enorme vibratore in lattice con tanto di palle appeso in cucina, tutto il locale è arredato con trofei sportivi (di tutti i tipi: dal rugby al calcio, dal ciclismo alla pallacanestro), foto di Fidel Castro e Del Che, bandiere cubane, foto di famosi sportivi (per la maggioranza ciclisti, molte sono anche autrografate) e un'altra valanga di poster non meglio identificati (mi sembra di aver intravisto anche un'immagine di Padre Pio o del Papa Buono, ma sarebbe davvero troppo). E poi, geniale, il cuoco, una montagna umana che indossava una attillatissima maglietta fucsia (doveva essere come minimo una xxxxxl, ma era attillatissima lo stesso) e che, al momento di rispondere al telefono, si è limitato a urlare un paio di bestemmie prima di riattaccare (una particolarmente colorita sulla Madonna), senza farsi nessun problema. E poi i clienti... non scherzo quando dico che sembravano tutti usciti da un fumetto della premiata ditta Magnus & Bunker: cazzo, mi sembrava di stare dentro a una di quelle trattorie in cui Superciuck si trovava a sbevazzare il suo mitico vino di topi di fogna con chiodi tritati! Cazzo quello non è un posto fisico, è un non luogo, lì il tempo ha seguito un suo corso parallelo ed indipendente dal tempo che è passato per il resto del mondo. Tra l'altro, viste le simpatie politiche di Aldo, il tipo di locale, il tipo di clienti (me compreso) e la zona, mi viene da pensare che negli anni '70 più di un amico del Baffo, se non addirittura lui in persona si sia fermato a mangiare qualcosa da queste parti... del resto proprio lì c'erano la vecchia Pirelli e la Sit-Siemens...